Meno 84 giorni alle maldive

Eccomi qua, a scrivere un altro racconto di viaggio, anche se in questo caso potrei parlare di diario di bordo! Di solito io e Andrea andiamo in ferie in Mar Rosso a settembre, saltando il periodo estivo, ma quest’anno abbiamo deciso di fare una cosa diversa, e data l’offerta che ci è stata fatta, il 6 settembre 2008 abbiamo prenotato la...
Scritto da: andreamarty2006
meno 84 giorni alle maldive
Partenza il: 01/12/2008
Ritorno il: 09/12/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Eccomi qua, a scrivere un altro racconto di viaggio, anche se in questo caso potrei parlare di diario di bordo! Di solito io e Andrea andiamo in ferie in Mar Rosso a settembre, saltando il periodo estivo, ma quest’anno abbiamo deciso di fare una cosa diversa, e data l’offerta che ci è stata fatta, il 6 settembre 2008 abbiamo prenotato la nostra vacanza: data di partenza 1° dicembre 2008!! Per questa volta rinunciamo all’Egitto, dato che siamo stati due settimane a Marsa Alam ad aprile; la nostra prossima meta saranno le Maldive; la voglia di sole, mare e immersioni è davvero tanta, e attendere fino a dicembre è dura: mancano 84 giorni alla partenza!!! Di solito prenotiamo le vacanze al massimo due settimane prima…Per fortuna quest’estate abbiamo fatto qualche immersione al laghetto vicino a casa e in Adriatico. Partiremo con Fishdog, il nostro diving center di fiducia, e ci avventureremo per la prima volta in una crociera subacquea, abbandonando gli amati villaggi e resort che eravamo abituati a frequentare. È la prima volta che andiamo in vacanza in compagnia: conosciamo solo poche persone del gruppo (tra l’altro anche più grandi di noi) e molti sono istruttori, come Andrea. Maldive: quanto se ne sente parlare! Isole spettacolari dell’Oceano Indiano a cavallo dell’equatore, paradiso incontaminato di acque cristalline, fondali mozzafiato e isolette di sabbia bianca e palme. Finalmente le visiteremo anche noi. Le Maldive sono costituite da 26 atolli, ovvero dei complessi di isole e lingue di sabbia circondate da una barriera corallina a forma circolare, interrotta da pass e canali, che delimita una laguna interna; tutt’intorno c’è l’oceano. Sono circa un migliaio di isole che ospitano villaggi di pescatori, moderni resort o semplicemente sabbia corallina e ricca vegetazione (è impossibile darne un numero esatto a causa delle maree, del vento e delle correnti che le fanno comparire o sparire). Può persino succedere di vedere delle isole non segnate nelle cartine geografiche; queste terre disabitate sono di proprietà del governo maldiviano, che le può dare in locazione a famiglie di locali. Si estendono per circa 800 chilometri da nord a sud e circa 120 da est a ovest e ricoprono una superficie di 90.000 kmq; la maggior parte delle isole sono di piccole dimensioni e per questo si può riuscire a percorrere il loro perimetro in una decina di minuti. Proprio per la loro posizione ci sono 12 ore di sole e altrettante di buio. Si distinguono principalmente due stagioni: quella secca da novembre ad aprile e quella delle piogge nei mesi restanti.

Gli abitanti delle Maldive sono circa 300 mila, di cui circa 80 mila vivono nella capitale Malè. Vicini alle etnie singalesi e indiane del sud, i maldiviani hanno subito incroci con razze arabe e africane; hanno pelle scura e sono di bassa statura. La lingua ufficiale delle isole é il divehi, che presenta molte affinità con la lingua araba e si scrive da destra verso sinistra. La popolazione é di religione islamica e di setta sunnita. Per visitare la capitale e gli altri villaggi locali bisogna indossare abiti adeguati, vietatissimo il topless e il nudismo anche nei villaggi.

La pesca costituisce la principale fonte di sostentamento della popolazione, e anche le attività ad essa collegate, in particolare la costruzione delle imbarcazioni tipiche (dhoni) utilizzate per la pesca, il trasporto di merci e per il turismo. L’agricoltura, invece, è poco sviluppata, ma su ogni isola abitata ci sono piante di cocco, banani, frutto della passione, peperoncino, patate e cipolle. L’artigianato si limita alla composizione di qualche gioiello o monile con conchiglie e cocco. Molto sviluppati sono il turismo e l’attività subacquea: nei centri diving e nelle barche da crociera si trovano sempre più spesso guide maldiviane.

La storia delle Maldive si divide in due epoche ben distinte, prima e dopo il 1153, anno in cui viene introdotto l’Islam. Del primo periodo non si hanno molte notizie, si pensa comunque che i primi abitanti siano provenuti dallo Sri Lanka attorno al VI-V sec. A.C.; le isole erano sulle rotte dei commerciali verso l’Oriente, cosa che favorì l’arrivo di commercianti arabi. Molte leggende risalgono a quel periodo: pagani adoratori di demoni, sacrifici umani e sacrifici di vergini a un mostro al quale sarebbe stato edificato un tempio a Malè. Il periodo islamico inizia da Barat, dal quale si susseguirono sei dinastie islamiche che portarono l’arcipelago ad avere due regni contemporanei. Nei successivi quattro secoli le Maldive diventarono punto di riferimento per i commercianti indiani, olandesi, britannici e portoghesi che commerciavano verso oriente, ma a nessuno venne mai in mente di colonizzare quelle povere terre di pescatori.

Oggi le Maldive sono una Repubblica presidenziale.

Lunedì 1 Finalmente si parte!!! Sveglia presto e alle 7 saliamo in macchina verso Milano Malpensa: il viaggio è tranquillo e prosegue perfettamente, tranne un rallentamento per incidente sulla A4 tra Sirmione e Desenzano; appena dopo Milano, sulla A8 nevica parecchio, ma le strade sono pulite e arriviamo al terminal in anticipo: meglio così! Aspettiamo i compagni di crociera e alle 14.50 decolliamo per Zurigo, dove arriviamo dopo circa 30 minuti. Inganniamo l’attesa girando per i negozi e le cioccolaterie del “Flughafen Zurich”. Alle 18 comincia il viaggio vero e partiamo per le Maldive: 8030 km ci separano da Malè. Il volo è tranquillo e il servizio molto buono: eh sì, sono svizzeri! Riusciamo un po’ a dormire e guardare un filmino, ma non vediamo l’ora di arrivare! Martedì 2 Alle 7.30 del giorno dopo, ora locale, atterriamo a Colombo, nello Sri Lanka, per uno scalo tecnico di rifornimento carburante: avvicinandoci alla pista vediamo il mare sempre più vicino e grandi distese di palme: si inizia già a respirare l’aria di mare.

Un paio d’ore più tardi arriviamo finalmente alle Maldive: viaggio comodo e puntualissimo; solo un inconveniente: la valigia di “Fra” rimane a Milano, e gli verrà recapitata solo a fine settimana: ha dovuto usare attrezzatura in prestito per tutta la crociera, povero! Nonostante fuori ci siano 30 gradi, appena sbarcati a Malè sta piovendo: siamo tutti rattristati, ma confidiamo di trovare il sole navigando un po’ più al largo dall’aeroporto di Hulhumale. Salpiamo sul dhoni e infatti smette subito di piovere; nonostante il cielo ancora un po’ grigio possiamo già ammirare l’azzurro chiaro del mare. Raggiungiamo il nostro motor yacht Haveyli, accompagnati da una ventina di delfini che nuotano e saltano attorno a noi; il mare ci mostra da subito i suoi splendidi colori turchese e blu: questo è un ottimo inizio! Ci infiliamo subito il costume e siamo già in acqua: è da 84 giorni che aspettiamo questo momento.

Sistemiamo l’attrezzatura subacquea sul dhoni, la barca che è praticamente sempre di fianco all’Haveyli e che ci porterà di volta in volta sui vari punti d’immersione; ognuno di noi ha a disposizione una propria cassettina nella quale riporre cintura dei pesi, maschera, gav, erogatori, ecc.. A bordo c’è anche un grande compressore per ricaricare le bombole dopo le immersioni.

Risaliamo sull’Haveyli e prendiamo posto nelle stanze, piccoline ma confortevoli, ognuna con il proprio bagno privato. La nostra barca è lunga 30 metri e larga 10, il capitano e l’equipaggio è costituito da 5-6 ragazzi maldiviani, mentre le guide sono italiane: Serena e Wainer. Il gruppo Fishdog è composto da 17 subacquei compresi me e Andrea, più due ragazze parigine e Paul, ragazzo della Nuova Zelanda che stava girando il mondo.

Dopo un ricco pranzo a base di portate al curry, pesce alla griglia molto speziato, verdure e frutta fresca, navighiamo verso nord per raggiungere il punto d’immersione dove faremo la check-dive, ovvero la prima immersione di prova: siamo a Paradise Island Reef, detto anche Manta Point, sull’atollo di Male Nord. Finalmente scendiamo sott’acqua: la visibilità è ottima e la temperatura stupenda: 28 gradi, sia in superficie che in profondità, in completa assenza di termoclino; il mare ci fa subito un gran regalo: quattro sontuose mante fluttuano vicino a noi per poi sparire nel blu, vediamo nuvole di pesci balestra blu, pesci pappagallo molto grandi, cernie dalle dimensioni più varie, pesci pagliaccio che si nascondono tra i tentacoli delle anemoni, murene, ecc.. E ho visto anche un nudibranco. Questa prima immersione si è rivelata piuttosto impegnativa rispetto a quelle che ero abituata a fare: c’era parecchia corrente sott’acqua.

Ritorniamo alla nostra barca, ceniamo e poi andiamo di corsa a dormire: ci attende un’altra giornata piena di scoperte marine.

Mercoledì 3 Questa notte un turbolento temporale mi ha svegliata: il vento soffiava forte e la barca dondolava insistentemente, ma ho subito ripreso sonno riposando molto bene.

Alle 6 di mattina Serena viene a bussare alla porta di ciascuna camera: indossiamo il costume e ci ritroviamo tutti in dinette per la prima colazione: tè caldo, caffè e crackers. Saliamo sul dhoni e, causa malinteso tra il capitano e la guida, navighiamo mezz’ora in più per raggiungere il punto d’immersione; alla fine ci immergiamo a Tambooroodoo, un’area marina protetta dal 1995 di fronte all’isola della polizia, sul lato orientale dell’atollo di Male Nord. Attraversiamo un grande canalone ricco di enormi formazioni madreporiche; incontriamo pesci palla, cernie, murene favo, piccoli granchi e gamberetti nascosti tra le acropore e attraversiamo qualche passaggio. La temperatura dell’acqua è di 28 gradi già a quest’ora del mattino; il cielo è un po’ coperto. Andrea ha cominciato a fare un po’ di foto.

Ritorniamo all’Haveyli per una ghiotta colazione a base di succo d’arancia, uova, pane tostato e marmellata e tanta frutta fresca. Prendiamo posto sui 200 mq di sun deck: ci aspettano finalmente un po’ di sole e relax.

Visto il ritardo della prima immersione, verso le 12.30 facciamo la seconda immersione a Manta Point, come il giorno prima: il nome non poteva essere più azzeccato, in quanto due splendide mante danzano avanti e indietro sopra le nostre teste per più di mezz’ora. Siamo estasiati e il cuore batte forte: uno spettacolo difficile da spiegare a parole, forse è meglio che vi andiate a vedere il video girato da Nicola sul sito www.Fishdog.It.

Una delle mante aveva un amo alla bocca, chissà come ha fatto ad impigliarsi e sembrava avere un’ala morsicata. Andrea prima aveva trovato uno squaletto che dormiva sotto una roccia, e subito dopo un altro è passato e ha provato a corrergli dietro, senza successo, solo per fargli qualche foto. Nell’ultima parte dell’immersione vediamo qualche murena nascosta tra le rocce e una che sgattaiola via sotto di noi, carangidi, tonni, cernie e moltissimi pesci colorati di barriera e un piccolo nudibranco. Andrea ha finito l’aria prima di tutti, forse proprio per aver provato a inseguire lo squalo, ed è stato costretto a lanciare il pedagno (tra l’altro molto male, anche perché era la prima volta che lo provava, e mentre tutti lo guardavamo) e ad uscire da solo.

Consumato il pranzo squisito che i ragazzi maldiviani ci hanno preparato navighiamo verso sud: attraversiamo l’atollo di Male Nord e percorriamo il tratto di oceano che lo separa dall’Atollo di Male Sud. Durante il tragitto c’è chi si riposa sdraiato al sole facendosi accarezzare dal fresco vento, chi se ne sta all’ombra a leggere o ad ascoltare musica: il luogo comune è relax! Il mare è piatto e calmo come una tavola; il blu predominante viene interrotto da pennellate di azzurro e turchese e poi c’è il contrasto con la sabbia bianca di alcune isole. Credo di non aver mai visto prima un mare così bello.

Alle 16 facciamo l’ultima immersione della giornata: Guraidhoo Kandu, che si trova a est dell’atollo, al di fuori del reef. Ci immergiamo in corrente per cui ci tuffiamo dalla barca con il gav sgonfio. Ci facciamo trasportare dalla corrente che è piuttosto forte e scorgiamo una murena favo, anemoni dai colori sgargianti tendenti al viola (qui i pesci pagliaccio sono piuttosto diffidenti e timidi rispetto a quelli del Mar Rosso: quando gli metti la mano vicino corrono a nascondersi), pesci balestra blu e titano, pesci chirurgo, pesci angelo e pesci farfalla: ovunque si rivolga lo sguardo ci sono nuvole di pesci e di colore. Ci sistemiamo in posizione adiacente al fondo della pass e stiamo a guardare sei squali pinna bianca che scorrazzano avanti e indietro; sembrano completamente indifferenti alla nostra presenza. È la prima volta che vedo uno squalo e l’emozione è davvero molto forte, ho la pelle d’oca e il cuore in gola. È buffo notare come se ne stanno tranquilli e fermi controcorrente, mentre io sto usando tutte le mie forze per tenermi ferma, aggrappata ad una roccia.

Terminiamo l’immersione facendoci trasportare dalla corrente, continuando ad ammirare quello che ci circonda; è bellissimo vedere il blu alla nostra destra. Nel frattempo Andrea sta facendo un sacco di foto e qualche mini-video…Chissà che vengano bene!! Il mare trasmette sempre splendide emozioni e ci fa fare degli incontri indimenticabili. Ah seh…Già adesso possiamo dire che questa crociera alle Maldive è stata una bella scelta: stiamo vedendo di tutto.

Rientrati dall’immersione ci prepariamo per raggiungere un’isola di pescatori locali poco distante da dove ormeggiamo. Gli abitanti ci scrutano con occhi curiosi e con grandi sorrisi ci invitano a vedere i loro negozietti; i ragazzi invece sono tutti riuniti in un ampio cortile per giocare a calcio. Si respira molta serenità e tranquillità in terraferma; percorriamo le strade sabbiose delimitate da muretti fatti con blocchi di barriera corallina. Le case sono molto vicine le une alle altre, alcune dipinte con colori sgargianti (lilla, verde pistacchio e azzurro); ci sono una moschea, un cimitero e una scuola. Dalla spiaggia ammiriamo la luna, luminosissima, il cielo stellato e anche qualche stella cadente.

Ritorniamo in barca e dopo cena ci sediamo un po’ a poppa a respirare l’aria del mare: è bene fare il carico delle meraviglie del mare e di questo splendido posto perché tra qualche giorno saremo a casa al freddo.

Giovedì 4 Sveglia alle 6 e anche questa volta andiamo a ripetere l’ultima immersione del giorno prima, a Guraidhoo Kandu, ma sotto una luce diversa: a quest’ora i colori sono molto più vivi. Percorriamo un tratto di parete che ci mostra tutte le sue meraviglie e una volta raggiunta la pass stiamo a contemplare i predatori del mare: squali pinna bianca e qualche squalo grigio: stamattina sono molti di più, sembra quasi che si siano dati appuntamento e alcuni di loro ci passano molto vicino; ce n’è uno particolarmente grosso, molto probabilmente è una femmina che aspetta i cuccioli. Poi dal blu compare anche un’elegante aquila di mare. Ci stacchiamo dalla pass e ci facciamo trasportare dalla corrente per finire a fare la sosta di sicurezza in mezzo al blu. Dopodiché torniamo a bordo per la colazione vera e propria.

Salpiamo l’ancora e ci dirigiamo verso l’Atollo di Felidhoo, dove facciamo la prima immersione a Felidhoo Caves lungo una parete. La corrente è abbastanza sostenuta e ci trascina via; ci sono molte grotte che nascondono al loro interno coralli rigogliosi e pesci, cernie dalle dimensioni notevoli, murene di vari tipi, un pesce napoleone bello grande al quale riusciamo ad avvicinarci parecchio, pesci bandiera, grugnitori e anthias; alcionari, crinoidi neri e gialli, il simpatico pesce falco dal naso lungo che con la sua livrea riproduce il colore e la tessitura dei rami delle gorgonie in cui vive, tendendo agguati a piccoli crostacei e pesci. Finita l’immersione, mentre sistemiamo l’attrezzatura vediamo un gruppo di delfini che nuotano e saltano poco distante a noi. Ritorniamo alla barca e lungo il tragitto si possono scorgere le formazioni coralline sul fondo del mare.

Intanto che i ragazzi preparano il pranzo vediamo in acqua una decina di simpatiche seppie, tutte in riga dalla più grande alla più piccola che ogni tanto si spostano a seconda della direzione della corrente. Dopo pranzo navighiamo un paio d’ore in direzione sud: lungo la nostra rotta ammiriamo alcuni splendidi resort con le “casette” sull’acqua, lingue di sabbia deserte e qualche isola di pescatori locali. Ogni tanto si scorgono i pesci volanti che volano a pelo d’acqua per parecchi secondi, ma l’avvistamento più entusiasmante è sempre quello dei delfini: prima si vede una pinna affiorare all’orizzonte, poi un’altra e un’altra ancora e infine eccoli che emergono dall’acqua con dei tuffi spettacolari. Ogni volta che li vediamo tutta la barca è elettrizzata.

Arriviamo al punto di attracco, saliamo sul dhoni e ci fermiamo a Dhevana Kandu, canale a sud di Alimatha che ha due passaggi per l’oceano con un thila lungo e stretto tra di loro. Gav sgonfio, passo del gigante e giù: scorgiamo molti pesci chirurgo nascosti nelle piccole insenature nella roccia che fanno intravedere solo la coda, gruppi di carangidi che ci passano a fianco, murene che sbucano dalle tane, qualche bel tonno che con la sua livrea argentata risalta nel blu, pesci palla che passano timidi e poi ecco gli attesi protagonisti del mare: gli squali pinna bianca. Appena risaliti a bordo ci fanno trovare come il cocco già tagliato…Ci voleva proprio; peccato non aver mai assaggiato il “tipico maldiviano pesce essiccato”, come da depliant.

Poco lontano dalla barca c’è una lingua di sabbia sulla quale sbarchiamo al rientro dall’immersione: in mezzo all’oceano in questo spazio davvero ristretto ci siamo soltanto noi, tutt’intorno acqua e cielo. È una sensazione stranissima, ma allo stesso tempo regala un senso di libertà e di immensa gioia: vorrei fermare il tempo, qui e ora. Facciamo il bagno in quest’acqua trasparente e attendiamo che il sole tramonti. Mano a mano che scompare all’orizzonte il cielo assume i colori del viola e dell’arancio che sembrano riflettersi sull’acqua; si fatica persino a distinguere la linea che divide il cielo dal mare. I colori, il caldo, il silenzio: è un continuo incanto! A cena i maldiviani ci preparano la pizza e altre loro pietanze squisite. Due chiacchiere al chiaro di luna con i compagni di viaggio sorseggiando una birra e ripercorrendo nuovamente le immersioni fatte; poi a letto.

Venerdì 5 Ripetiamo l’ultima immersione del giorno precedente, Dhevana Kandu, che con la luce del sole è migliore. Pinneggiamo con la parete alla nostra destra, mentre a sinistra c’è il blu interrotto dal passaggio di qualche tonno; i pesci leone fanno a gara con le murene per chi è più bravo a nascondersi tra i coralli; passa un grande pesce napoleone; attraversiamo una distesa di sabbia con le anguille di mare in posizione eretta e poco più in là, sempre sul fondo, si muove lentamente un’oloturia cicciona. Infine, gli squali pinna bianca e aquile di mare che sfumano nel blu.

Dopo una ghiotta colazione ritorniamo sulla lingua di sabbia: facciamo il bagno e insieme agli altri facciamo il gioco della bandiera: è il 5 dicembre e siamo alle Maldive, con una temperatura di oltre 30 gradi: sembra incredibile! Siamo i “padroni” di questa lingua di terra dispersa in mezzo al mare.

Più tardi ci spostiamo col dhoni sul prossimo punto d’immersione, accompagnati ancora una vota dai delfini. Miyaru Kandu è un canale a nord del villaggio di Alimatha, ampio circa 100 metri. Scendiamo con la parete a destra, mentre sotto di noi c’è il blu. Anche questa volta vediamo squali pinna bianca, una decina di aquile di mare, tonni, carangidi, murene, pesci di barriera, stelle marine, nudibranco. Incontriamo molta corrente, soprattutto quando attraversiamo la pass. Questa volta in immersione abbiamo sentito correnti calde e fredde (la differenza tra le prime e le seconde è di pochissimi gradi, quindi niente di fastidioso, anzi!). Risaliamo sul dhoni e vediamo nuovamente i delfini.

Dopo pranzo si salpa: ci facciamo un’oretta e mezza di navigazione verso l’estremità sud dell’atollo. La terza immersione del giorno è a Rakeedhoo Kandu: si tratta della parete esterna e dell’angolo della parete occidentale della pass. Il reef arriva fino a 2 metri dalla superficie per poi sprofondare verticalmente nel blu per centinaia di metri. La parete verso l’oceano è caratterizzata da vaste spaccature che creano vere e proprie grotte, da cui pendono alcionarie e corallo bianco, e il cui fondo è occupato da rami di corallo nero e da ventagli di gorgonie e crinoidi. Dato che si tratta di un’immersone fatta in un canale oceanico l’incontro con i grandi pelagici è quasi scontato mentre il reef, compreso tra i 10 e i 3 metri di profondità, è splendido per la straordinaria ricchezza dei coralli e la presenza di fitti banchi di pesci. Anemoni, crinoidi, pesci pagliaccio, due nudibranco…Solita roba insomma!!! Prima di cena sbarchiamo per un giretto nell’isola dei pescatori: vicino al molo ci sono una roccia e una pianta molto verde sulla quale padroneggia un simpatico gabbiano. Camminiamo tra le palme e approfittiamo di ogni scorcio sul mare per ammirare il tramonto.

Rientriamo in barca e poi ritorniamo sull’isola per vedere il Bodu Beru, un insieme di canti e danze effettuate dagli uomini e accompagnati dal suono di più tamburi. L’uso di tamburi e canzoni in una lingua sconosciuta conferma la provenienza da paesi africani orientali, mentre dalle regioni asiatiche del sud è stato assorbito il tipo di cucina e l’abbigliamento tradizionale.

Il Bodu Beru viene solitamente eseguito da circa 15 persone, tra cui 3 suonatori di tamburo e un cantante solista. I temi delle canzoni sono incentrati sull’eroismo, il romanzo o la satira. Il preludio ad ogni canzone è un lungo ritmo, enfatizzato dai tamburi e dalla danza. Quando la canzone raggiunge un crescendo, uno o due danzatori mantengono il ritmo sfrenato con i loro movimenti e a volte, verso la fine della danza, cadono come in “trance”. Ogni tanto i nostri sguardi si distolgono dalle loro danze per ammirare il cielo stellato sopra di noi…E poi andiamo a dormire stanchi morti.

Sabato 6 La prima immersione delle 6 è saltata a causa di un guasto al compressore. Ci svegliamo comunque e facciamo la mini colazione. Alle 9 ci immergiamo ancora a Rakeedhoo Kandu: coralli molto colorati, murene, gamberetti, anemoni, pesci napoleone, tonni e altri pesci di barriera; durante la sosta di sicurezza, sopra al reef, ci gira un po’ intorno una tartaruga.

Dopo la vera colazione ci rilassiamo al sole, preparandoci per affrontare la seconda immersione alle 13.30 a Fahumee thila, pinnacolo ricco di coralli che da una profondità di circa 25 metri sale fino a 3 metri sotto la superficie dell’acqua. Qui ci sono molte spugne e coralli ancora integri e ricchi di colore, addirittura meglio di Marsa Alam. Immersione molto rilassante; ogni tanto ci vuole un’immersione facile, per gustarsi meglio i fondali e la vita sott’acqua.

Pranziamo alle 15 e poi navighiamo verso nord: siamo a metà del giro di crociera e ora si torna indietro. Le nuvole hanno coperto il cielo, pioviggina…Nel frattempo attracchiamo vicino all’isoletta deserta dove dovremmo fare il barbecue…Speriamo bene! I delfini vengono ad augurarci buona immersione. Ci immergiamo a Fotteyo: scendiamo nel blu fino ai 35 metri dove si susseguono una serie di grotte ad archi passanti, completamente ricoperte da grandi formazioni alcionarie di colore rosa e bianco: sono così tante e fitte da sembrare un giardino ricco di fiori. A meno 35 metri si trova un bellissimo arco passante naturale ricoperto da alcionarie multicolori. Il fondo è ricoperto da cespugli di corallo di fuoco. Sul fondo di un’insenatura nella parete si riposa un trigone gigante con un diametro di un metro: Giovanni gli si avvicina per scattargli qualche foto, ma lui si alza elegantemente e fluttua via quasi danzando. Quando riemergiamo non piove più e il cielo sereno è colorato d’arancio: magnifico.

Appena saliti in barca corriamo sotto la doccia e ci prepariamo per la serata barbecue sulla spiaggia: l’”isola” sarà lunga al massimo 50 metri e larga 20, quasi solo sabbia corallina e qualche arbusto alto non più di due metri. Mentre aspettiamo che i ragazzi maldiviani finiscano di prepararci la cena ci gustiamo una birra fresca e contempliamo il mare. Saliamo sul dhinghi (piccolo motoscafo) e appena raggiunta terra ci accoglie un sentiero delineato dalle fiaccole. Che meraviglia camminare a piedi scalzi sulla sabbia fresca, sentire il calore del fuoco e un leggero venticello. La nostra tavola è stata scolpita sulla sabbia: i ragazzi hanno ricavato dalla sabbia due delfini in circolo che si mordono la coda! Poco più in là c’è un tavolino imbandito di pietanze. Il tutto illuminato dal fuoco. Che pace e che serenità!! Semplicemente stupendo…Ma quando cominciano a buttare la gente in acqua noi ce ne torniamo in barca…Di bagni in mare ne stiamo facendo a sufficienza, anzi, di giorno staremmo sempre in acqua, ma farne uno alle 22 non ci fa così tanta voglia… Domenica 7 Oggi la sveglia è anticipata alle 5.15 perché alcuni subacquei vogliono fare l’immersione nel blu per vedere gli squali martello (ma non li vedranno!). Noi che rinunciamo a questa avventura rimaniamo sul dhoni e ci godiamo l’alba; quando il sole si alza un po’ ci prepariamo per l’immersione. Questa volta scendiamo un po’ più profondi per vedere gli archi ricoperti di coralli. L’immersione è molto bella, impegnativa come le precedenti, e ci regala forti emozioni. Siamo ancora a Fotteyo; a fine immersione si sentivano “le voci” dei delfini, ma non siamo riusciti a vederli; durante questa vacanza li abbiamo visti tantissime volte dalla barca, ma mai in immersione, come invece ci era capitato a Marsa Alam. Questa mattina non abbiamo visto neanche gli squali…Pazienza! Appena risaliti la barca parte, navigando verso nord. Ci fermiamo a Miyaru Kandu, per un’immersione sulla pass. Vediamo squali pinna bianca e un gruppo di 8 aquile di mare, carangidi e una manta piccola (una mobula) passa sopra di noi. Stavolta c’è veramente tanta corrente, ed è difficile tenersi aggrappati, a 30 metri, per ammirare gli squali.

Quando riemergiamo piove e in pochi secondi le gocce diventano sempre più forti e intense: per 5 minuti diluvia, e poi smette subito: quante cose nuove succedono qui alle Maldive.

Anche oggi il programma rimane lo stesso: pranzo, relax e navigazione, in attesa della terza immersione; anche se le giornate sembrano tutte uguali posso assicurare che non ci si annoia per niente, anzi! Come diversivo facciamo solo una brevissimo tappa in un’isoletta dove ci hanno fatto recapitare, finalmente, la valigia di Fra. Poi si riparte: navighiamo fino a Male Sud, passando vicino a molte isolette. Attracchiamo davanti a un’isola abitata da maldiviani, Ghuli: è praticamente un cantiere navale, con alcuni negozietti e case della popolazione locale; qui ammiriamo uno splendido tramonto.

Verso le 18 ci prepariamo per l’immersione notturna a Khuda Ghiri. Ci immergiamo attorno a un pinnacolo e man mano che ci giriamo attorno risaliamo. Subito sulla parete Andrea nota uno strano polipo bianco, poco più avanti un nudibranco e, nascosto in una grotta un pesce dalle dimensioni impressionanti: un metro per 50: all’inizio si vede solo la coda, sembra un pesce pappagallo enorme, ma poi identifichiamo questo splendido esemplare di pesce napoleone che dorme tranquillo (anzi, magari riprenderà a dormire appena smetteremo di puntargli addosso le nostre lampade, poverino). In un’altra insenatura un pesce pappagallo avvolto da una bolla trasparente si riposa; lungo la parete scende un paguro grande e rosso e lì vicino c’è anche un pesce istrice che Nicola si diverte ad accarezzare sul dorso; infine un pesce pagliaccio pigmeo e un pesce trombetta, oltre a numerosi altri pesci notturni. Usciamo dall’acqua e la luna ci illumina: è solo mezza piena, ma la luce è intensissima e luminosissima. Contrariamente ai commenti negativi che abbiamo sentito sull’immersione notturna alle Maldive, devo dire che è stata la più bella che abbia mai fatto: ho visto meno cose rispetto alle precedenti immersioni qui alle Maldive, ovviamente, ma più particolari. E poi c’è sempre la magia della luna. Adesso possiamo andare a dormire tranquilli, e soprattutto contentissimi.

Lunedì 8 Oggi è l’ultimo giorno pieno. Sveglia alle 6.30, mini colazione e ultima tuffo sulla pass, a Miyaru Falu. Bella immersione, purtroppo è l’ultima: siamo riusciti a farne 17 in una settimana (peccato che qualcuna sia stata ripetuta, anche se meritava, ma forse sarebbe stato meglio farne 17 diverse, dato che qui alle Maldive ci saranno miglia di punti d’immersione tutti diversi e particolari); finiamo l’immersione trascinati dalla corrente all’interno della pass; dopo aver visto di tutto, durante la sosta di sicurezza vediamo passare sotto di noi gli ultimi squali grigi, un’aquila di mare e qualche tonno..Forse per salutarci! Dopo colazione spostiamo tutta l’attrezzatura sulla barca per risciacquarla e stenderla ad asciugare, e riprendiamo la navigazione verso l’atollo di Male Nord. Lungo il percorso ci fermiamo per il pranzo tra due isolette, a metà delle quali c’è una lingua di sabbia che si sta formando man mano che si abbassa la marea. La raggiungiamo a nuoto per un po’ di relax. Stiamo in acqua un bel po’: chissà quando ci capiterà nuovamente di stare in un mare così cristallino e caldo. Decidiamo di fare anche il ritorno a nuoto: ottima scelta perché lungo la traversata scorgiamo un’aquila di mare sul fondo e, in prossimità della barca passa una manta molto grande: solo facendo snorkeling riusciamo a vedere un sacco di cose! Pranziamo e poi di nuovo in acqua.

Durante il trasferimento a Male nord (hulu male) iniziamo, controvoglia, a preparare le valigie. In vicinanza del punto di attracco una grande macchia blu sul mare avanza verso di noi: sono migliaia di pesci piccoli che saltano a pelo d’acqua. Dopo cena andiamo a visitare la città di Malè: ci sono tantissimi motorini e macchine, ma è piuttosto ordinata e pulita, sembra un po’ Bangkok in miniatura, ma molto più pulita e ordinata. Vicino all’imbarco c’è Piazza della Bandiera, delimitata dal Palazzo della Polizia e dal carcere, che è vietato fotografare e filmare. Lungo le strade ci sono diversi negozi di elettrodomestici aperti e locali; andiamo in un centro commerciale a fare un po’ di shopping e poi in un locale all’aperto a gustare un dissetante cocktail di frutta fresca.

Martedì 9 Purtroppo è arrivato il momento di partire, ma per fortuna il cielo è grigio (anche il giorno della partenza dopo due settimane a Marsa Alam il cielo era nuvoloso, meglio così!). In vicinanza dell’aeroporto addirittura comincia a piovere. Imbarchiamo i bagagli e iniziamo il viaggio del ritorno carichi di bei ricordi e forti emozioni. Ovviamente ogni viaggio e ogni vacanza sono sempre diversi; ancora più difficile è paragonare luoghi, persone, città e isole situate in posti lontani nel mondo; ad ogni modo credo che questa vacanza alle Maldive sia la più bella che abbia mai fatto: nonostante i dubbi e le perplessità che avevamo prima della partenza (vuoi per la compagnia sconosciuta e numerosa, vuoi per lo spazio ristretto da condividere in barca, o anche per il fatto di stare in mare per tutto il tempo, senza neanche poter fare due passi…), alla fine è andato tutto molto bene, molto meglio del previsto. Sempre in compagnia, ma liberi di prendersi i propri spazi. L’equipaggio è sempre stato molto gentile e non ci ha fatto mancare nulla: i ragazzi maldiviani sono allegri, gentili e generosi.

Questa crociera alle Maldive si è rivelata un’ottima scelta, sotto ogni punto di vista, soprattutto per noi appassionati subacquei; se fossimo stati in un villaggio non sarebbe stata la stessa cosa. Le immersioni sono impegnative ma spettacolari: fondali ricchi di tantissime specie di pesci colorati e molti pesci grandi, come mante, squali e aquile di mare. I coralli sono bellissimi e coloratissimi (dalle descrizioni che ci avevano fatto sembrava che fossero tutti rovinati dall’effetto del Ninho e dall’effetto serra – il famoso sbiancamento dei coralli; invece possiamo tranquillamente paragonarli a quelli del Mar Rosso, probabilmente anche perché abbiamo fatto immersioni particolari e fuori rotta). Almeno una volta al giorno, se non di più, abbiamo incontrato i delfini; pesci volanti e tanti pesci argentati che saltano a pelo d’acqua. Abbiamo visto un sacco di squali pinna bianca e squali grigi. La prossima volta speriamo di riuscire a vedere il famoso squalo balena e anche gli squali martello…Anzi, per adesso speriamo che arrivi presto la prossima vacanza!!! andreamarty2006@libero.It http://andreamarty2006.Spaces.Live.Com http://blog.Libero.It/andreamarty2006



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