Maya

Eccomi qui!!! Anche questa volta, a malincuore, ho dovuto prendere l'aereo del ritorno a casa!!! " Partire è un poco come morire"... Così diceva un cantante francese... In effetti si lascia sempre qualcosa, per portarsi inevitabilmente qualcosa d'altro nel cuore, nell'anima, nella mente, negli occhi!!! Il viaggio è stato MOLTO BELLO: i colori,...
Scritto da: Marco Cencini 1
maya
Partenza il: 18/12/2000
Ritorno il: 04/01/2001
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Eccomi qui!!! Anche questa volta, a malincuore, ho dovuto prendere l’aereo del ritorno a casa!!! ” Partire è un poco come morire”… Così diceva un cantante francese… In effetti si lascia sempre qualcosa, per portarsi inevitabilmente qualcosa d’altro nel cuore, nell’anima, nella mente, negli occhi!!! Il viaggio è stato MOLTO BELLO: i colori, i suoni, gli odori sono ancora impressi nei miei 5 sensi corporali.

Ho visto le mitiche rovine delle “città” dei Maya: l’imponente e nonché ripidissima piramide di Chichen Iza con il suo vasto campo di pelota, l’affascinante Uxmal, la mistica Palenque composta da palazzi e tante mini-piramidi tra la vegetazione, la mitica Tikal, letteralmente “affogata” dalla verde, lussureggiante, ammaliante, animata ed intricata foresta tropicale su cui svettano tre delle più alte piramidi al mondo…E da lassù, sul “tetto della foresta” ti puoi rendere veramente conto dell’ardua impresa dei contadini Maya nel costruire queste opere e dell’immensa continuità della verde foresta.

Ho toccato con mano la povertà: in molti casi si tratta, ahimè, di miseria dovuta a sfruttamenti indiscriminati del substrato culturale-economico degli Indios da parti degli “alti poteri”…Ma i colori, i rituali, gli odori, i gesti propri degli Indios che abitano le “colline” (2800metri di altitudine) di S.Cristobal de las Casas rimarranno indelebili nella mia mente: le chiese, in cui vive un mix tra il cristianesimo e il paganesimo (ci sono tutti i santi, pensane una e lui c’è, in compagni di Chucc, dio del frumento…), sono talmente pregne di incenso che a distanza di 2-3 settimane porto ancora il suo profumo sulla maglietta di quella giornata!!! I colori sfavillanti dei mercati (Chichicastenago, Huehuèstenago), (stoffe, tappeti a righe ultra mega colorate), il caos assordante che ti faceva girare la testa e ti faceva perdere le forze a contrattare la merce (noi Italiani siamo sempre dei “gran affaristi”…) era come “droga” che ti prendeva inevitabilmente alle gambe…Una cerveza por favor…

Che dire dei trasporti pubblici guatemaltechi: les carrette… Scuolabus americani, anch’essi ultramega colorati, agghindati come alberi di Natale (e non perché era Natale, bensì perché sono sempre così…), pieni zeppi di gente, contadini, bestie, animali e pochi turisti (così grigi da “inquinare” il colore dei vestiti locali… Per fortuna che io ho sempre portato un paio di pantaloni gialli a righe verdi…)… Nonostante questo puntualissimi e con il diritto ASSOLUTO di precedenza su tutti i mezzi di locomozione su strada, si inerpicano in poco tempo dai 1200 metri ai 3800 di los enquentros, arrivando ai 2300 di una coloniale AntiguaGuatemala, circondata da vulcani…

Il rosso infuocato del Sole al tramonto si confondeva con il rosso dei vulcani intorno al lago di Atitlan, mentre il candore di un Sole all’alba, accompagnato dallo stridore confuso nel vento di gabbianelle, colorava di verde un mare fin troppo avido di bellezza!!! Ecco questo è stato in grande sintesi il mio viaggio… Spero di aver “dipinto” per Voi un buon quadro…

Al prossimo viaggio Marco



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