Mauritius, le isole dai mille colori e dai profumi inebrianti

Non solo mare, peraltro splendido, ma anche storia, cultura e tradizioni
Scritto da: Massimo Pratellesi
mauritius, le isole dai mille colori e dai profumi inebrianti
Partenza il: 09/03/2013
Ritorno il: 17/03/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Dopo aver visitato Maldive e Seychelles decidiamo quest’anno di goderci un’altra perla dell’Oceano Indiano; da Firenze con la macchina raggiungiamo Milano Malpensa dove in orario alle 17 parte il nostro volo Eurofly destinazione… isole Mauritius!

Il volo è noioso ma tranquillo e dura circa 10 ore; atterriamo all’aeroporto di Mahe dove una navetta ci conduce abbastanza velocemente al nostro albergo, l’Hotel Emeraude, una sistemazione all inclusive abbastanza economica trovata per caso sul sito internet, situato nella zona est dell’isola, proprio di fronte alla bella spiaggia di Belle Mare.

Il primo impatto con il nostro residence è confortante: molto bello il giardino tropicale e le due piccole piscine d’acqua salata con cascata; le stanze al primo piano sono spaziose e pulite e la spiaggia appena al di là della strada è davvero la più bella della zona. Decidiamo di passare la giornata in completo relax proprio a Belle Mare, spiaggia lunga e lussureggiante con sabbia fine e bianchissima. Per apprezzare al meglio Belle Mare ci hanno consigliato di andare sulla cima di una vecchia fornace, oggi trasformata in una torre panoramica, che si erge a breve distanza dalla spiaggia; il panorama è veramente mozzafiato. Sulla spiaggia, a poca distanza dalla nostra postazione, notiamo anche un piccolo altare indù coloratissimo dove donne indigene con il capo coperto da veli, pregano e sistemano oggetti. Durante la giornata veniamo avvicinati da due “beach boys” che, un po’ furtivamente, ci propongono una escursione in barca all’Isola dei Cervi ad un prezzo veramente allettante (50 dollari a persona pranzo compreso): decidiamo di rischiare, ed insieme ad un’altra coppia italiana (madre e figlia) conosciuta casualmente in spiaggia, ci diamo appuntamento per l’indomani mattina al molo delle barche.

Il lunedì mattina arriviamo puntuali sul molo all’ora prefissata; ad attenderci c’è un giovane locale con i capelli rasta che, dopo averci spiegato dettagliatamente il programma della giornata, ci invita a salire a bordo di un comodo e spazioso motoscafo. La giornata è splendida, il mare è calmo e dai mille riflessi; attraversiamo una meravigliosa laguna di mangrovie e ammiriamo lungo la costa splendide villette nascoste nella folta vegetazione. La rotta è abbastanza trafficata ma in breve tempo raggiungiamo l’Isola dei Cervi, un piccolo paradiso terrestre in cui si trovano le spiagge più belle delle Mauritius. Attracchiamo in un piccolo porticciolo sovrastato da alcune palafitte; il nostro accompagnatore ci “concede” un paio d’ore di libertà per visitare l’isola e per fare qualche bagno. Lasciamo le nostre cose all’ombra di una piccola spiaggia e iniziamo il giro; rimaniamo letteralmente abbagliati dai contrasti di colore che ci circondano: la sabbia è fine e bianchissima, i sassi e gli scogli quasi neri, l’acqua turchese. Alterniamo bagni da sogno (l’acqua è anche piacevolmente calda) a passeggiate sulla battigia, scattando centinaia di fotografie. L’isola non è molto grande e oggi nemmeno particolarmente affollata. Facciamo un ultimo bagno in una specie di canalone, lasciandoci trascinare dalla corrente dell’acqua e poi decidiamo di ritornare al porticciolo per proseguire in motoscafo il nostro tour. Dopo poche miglia di mare, iniziamo la risalita del fiume Grand Riviere in un clima veramente suggestivo; il fiume è circondato da una fitta vegetazione che non permette di vedere altro che il cielo sopra di noi. Via via che proseguiamo la risalita, il fiume diventa sempre più stretto e le sponde sempre più alte e rocciose, finchè raggiungiamo una specie di vasca alimentata dall’acqua di splendide cascate; il rumore è assordante ma la vista è da cartolina; ci attardiamo qualche minuto a vedere dei ragazzi che a turno si tuffano dai punti più alti della cascata: spettacolo da brividi! Torniamo all’Isola dei Cervi dove un collega del nostro accompagnatore ci ha preparato un pranzetto da favola: polpette di lenticchie, pesce e aragoste alla brace, ananas flambè. Dopo un po’ di relax e altri bagni di sole e di mare, prendiamo la via del ritorno un pò a malincuore: è stata davvero una splendida giornata.

Il giorno successivo è dedicato al relax e alla vita di villaggio; al mattino il tempo è bellissimo ideale per lasciarsi crogiolare al sole distesi sulla sabbia bianchissima e bagnarsi nella meravigliosa acqua cristallina di un mare calmissimo. Nel tardo pomeriggio ammiriamo con meraviglia l’avvicinarsi di una perturbazione: da est arrivano grossi nuvoloni neri e carichi di pioggia che conferiscono al mare, fino ad ora caratterizzato da bei riflessi turchesi, una colorazione plumbea. Un breve ma intenso temporale ci fa scappare verso luoghi riparati ma rimaniamo comunque affascinati dalle meraviglie, la forza e i profumi di questa natura. Alla sera, dopo la cena nel villaggio, assistiamo ad un bello spettacolo di danzatori mauriziani che accompagnati dal suono di tamburi tribali, ballano la sèga, la danza tradizionale di queste isole che mescola ritmi di danze africane, reggae giamaicano e tradizioni creole.

Mercoledì al mattino presto siamo già intenti a contrattare con un tassista il prezzo per una giornata a nostra disposizione per visitare la capitale Port Louis, i giardini di Pamplemousses e in generale la parte settentrionale dell’isola, ci accordiamo per 90 dollari, prezzo onesto visto che siamo in sei persone. Giungiamo a Port Lous di buon mattino ma la città è già molto indaffarata: turisti e locali che si accalcano nelle vie del centro, traffico caotico, rumore di clacson, motorini che sfrecciano ad alta velocità. Il luogo ideale per assaporare il clima della città è il mercato vicino al lungomare, nel cuore della città, che offre bancarelle con frutta e verdura, carne e pesce, souvenir, prodotti artigianali, vestiti e spezie, tutti a prezzi rigorosamente contrattabili. Dopo aver comprato qualche souvenir e fatto una rapida visita al porto ci dirigiamo con il taxi verso i Giardini di Pamplemousses. Una simpaticissima guida locale si offre di farci da cicerone nella visita dei giardini, raccontandoci tante curiosità in un italiano piuttosto approssimativo. Una delle principali attrattive del parco è costituita dalle gigantesche ninfee, il fiore di colore bianco che si schiude di giorno dal centro di un’enorme foglia, e si richiude il giorno dopo avendo nel frattempo assunto un colore rosso. Nel giardino crescono anche numerosi esemplari di bambù dorato, di alberi della gomma, piante velenose, e, in onore dei cristiani, un albero con foglie a forma di crocifissi. Le altre attrazioni del giardino sono le piante di zenzero, cannella, noce moscata, canfora e sandalo che emanano profumi inebrianti, e gli esemplari di animali selvatici che non si trovano in nessun’altra parte dell’isola. Nel parco ci sono infatti i recinti con i cervi di Giava e degli spazi per le tartarughe giganti. Nel pomeriggio riprendiamo la marcia verso il nord: non possiamo fare a meno di soffermarci al tempio indù di Maheshwarnath, un’originale costruzione dai colori vivaci costruito in onore di alcune divinità fra cui Shiva e Ganesh. Raggiungiamo poi Cap Malheureux, il punto più settentrionale dell’isola e il luogo dove, ci spiega il tassista, il Generale John Abercrombie sbarcò con le sue truppe quando gli inglesi attaccarono Mauritius per la prima volta. La Chiesa di Notre Dame Auxiliatrice, comunemente nota come Cappella dal Tetto Rosso, merita certamente una rapida visita per i caratteristici interni in legno e l’acquasantiera a forma di guscio d’ostrica gigante. Sulla via del ritorno ci fermiamo ad una bancarella sul lungomare dove un giovane locale con la maglia del Milan ci taglia una noce di cocco e ci fa gustare il suo dissetante succo.

Il giorno successivo, giovedì, decidiamo di noleggiare una macchina e con molta prudenza e un po’ di apprensione (è la prima volta che guidiamo a sinistra) riusciamo a raggiungere indenni il Vanille Crocodile Park, il parco faunistico più esteso delle Isole Mauritius e attrazione principale della Riviere des Aiguilles, nel sud dell’isola. Come indica il nome, il Vanille Crocodile Park, è l’insieme di due elementi che caratterizzano questo paesaggio: il profumo inebriante di un’ex piantagione di vaniglia e il fascino di un allevamento di coccodrilli del Madagascar, che rappresenta la risorsa più importante del parco. Ma i protagonisti non sono solo i coccodrilli: scimmie, tartarughe giganti, iguane, conigli, cervi e pipistrelli fanno mostra di loro in mezzo ad una vegetazione rigogliosa confusi con la quale, seguendo un itinerario segnato, possiamo ammirare anche fiori tropicali dalle accese sfumature e piante pluviali dal colore smeraldo. Un piccolo temporale che ci coglie di sorpresa rende più affascinante il nostro tour enfatizzando i profumi già forti della foresta. Per fortuna dura poco e una guida locale ci indica allora un itinerario tra banani, palme e bambù per conoscere Domino, la mascotte della riserva, che con i sui 90 anni e 270kg è una delle tartarughe più grandi mai conosciute. Pur in mezzo a tanti turisti riusciamo uno alla volta a montare sulla sua corazza per farci scattare alcune belle fotografie. Prima di riprendere la via per l’hotel ci fermiamo ad un chiosco all’uscita del parco dove una bella barista mauriziana ci fa assaggiare il succo estratto schiacciando una canna da zucchero; dolcissimo ma decisamente buono!.

Con lo stesso tassista che ci aveva piacevolmente fatto girare il nord dell’isola, concordiamo per lo stesso prezzo un altro tour di una giornata, questa volta nel sud delle Mauritius. Partiamo presto il venerdì mattina dopo una notte di pioggia incessante. Adesso non piove più ma dopo alcuni chilometri in direzione sud cominciamo a trovare strade allagate che rallentano non poco la circolazione. L’autista ci rassicura dicendo che la cosa non è inusuale qui alle Mauritius ma, via via che andiamo avanti, la situazione peggiora ulteriormente con l’acqua che arriva quasi a coprire le ruote. Nonostante le colonne delle macchine e l’acqua che in certi punti si fa sempre più minacciosa, riusciamo con un po’ di ansia a passare e raggiungere dopo diversi chilometri prima l’affascinante ed emozionante vulcano spento di Trou aux Cerfs e le cascate di Tamarin, e poi il lago Grand Bassin, il più grande luogo di preghiera indù fuori dall’India. Nella spianata antistante il lago si erge una gigantesca statua di Shiva. Il tassista ci spiega che nel lago è stata importata acqua del Gange ed è ritenuto un luogo sacro dagli induisti. Il lago non è molto grande ed è immerso fra la natura verdeggiante e il tempio di preghiera. Dopo aver ammirato le bellezze del lago ci dirigiamo verso il centro di culto; le nostre signore si fanno convincere da un “santone” indù a farsi disegnare sulla fronte il “bindi”, tipico segno fra le sopracciglia nella tradizione delle donne indiane. A piedi scalzi entriamo nel tempio: l’interno è bianco e profumato ed è composto da tre stanze che racchiudono le statue sacre agli indù. Davanti alle statue ci sono vari piatti per le offerte e vasellame mentre all’esterno si trova la mucca sacra. A fine mattinata decidiamo di muoverci verso l’ultima tappa del sud: le cascate e le terre colorate di Chamarel. Durante il tragitto ogni tanto il tassista si sofferma per farci ammirare piantagioni di ananas e di caffè, alberi di papaya e alberi del pane. Arriviamo a destinazione nel primo pomeriggio e ci accorgiamo di essere entrati in un altro luogo paradisiaco; facciamo pochi passi in un sentiero circondato da una natura rigogliosa e improvvisamente ci appaiono davanti, sul lato opposto del costone, le splendide cascate di Chamarel, le più alte dell’isola, con un salto di 90 metri. Procediamo nella foresta e raggiungiamo le terre colorate. Si tratta di una serie di dune fatte di roccia e di sabbia che, in uno spazio limitato, hanno colorazioni diverse, che vanno dal giallo al viola, passando per il rosa e il blu, con una serie molteplice di gradazioni e di sfumature. A seconda dell’esposizione ai raggi solari, queste dune offrono una miriade affascinante di colori. Lo spettacolo migliore, visto che è uscito anche uno splendido sole, è poco prima del tramonto. Il viaggio di ritorno è più tranquillo rispetto al mattino anche perché ad occhi semichiusi riviviamo le immagini della splendida giornata trascorsa.

E’ sabato mattina e oggi la spiaggia di Belle Mare è frequentata anche da tanta gente del posto: donne mauriziane che entrano in acqua vestite per far fare il bagno ai loro bambini; uomini che, con i pantaloni arrotolati al ginocchio, pescano grossi pesci con canne a dir poco rudimentali; adolescenti che, su una vecchia barca sgangherata, richiamano la nostra attenzione tuffandosi spericolatamente nello splendido mare cristallino. Nel pomeriggio decidiamo di fare un breve giro nel villaggio di Belle Mare dove, oltre ad un grosso supermercato, proliferano tanti negozietti che vendono artigianato locale e dove acquistiamo gli ultimi pensierini per parenti e amici. Intanto i nostri animatori stanno preparando per noi, nel forno a legna del giardino, delle gustosissime pizze che letteralmente “divoriamo” con grande appetito. Il tempo di goderci dopo cena uno splendido spettacolo con musiche e danzatori indiani che già pensiamo a domani: purtroppo la nostra splendida vacanza è finita e domani mattina presto un volo Eurofly ci riporterà in Italia.

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Grand Riviere

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Pamplemousses

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Isola dei Cervi

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Grand Bassin

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Chamarel - Terre colorate

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Chiesa Rossa

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Alluvione



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