mauritius in una settimana
Nonostante la distanza dall’Italia (9000 km circa da Malpensa) e relativa lunghezza del viaggio (11 ore di volo – che possono aumentare se vengono inseriti degli scali -), vale la pena di programmare anche una sola settimana di vacanza a Mauritius (differenza oraria + 2 ore in estate, +4 in inverno).
L’isola è incantevole e il suo variegato paesaggio viene ora acceso dalla luce del sole tropicale, ora reso misterioso dal rapido passaggio delle nuvole, ora luccicante dopo brevi rovesci.
Magnifico l’alternarsi delle spiagge bianche di origine corallina con le affioranti rocce scure vulcaniche e l’andamento montuoso dell’entroterra ricoperto dalle innumerevoli varietà vegetali.
La questione meteorologica spesso condiziona la scelta della destinazione.
In questo caso, più che considerare una stagione migliore, va accettata l’estrema variabilità del tempo che rende ardua ogni previsione.
Nel nostro caso abbiamo trovato una settimana nel complesso buona a fine agosto (inverno australe) con 3 giorni belli, 3 variabili, uno brutto e temperature tra i 16 e i 26 gradi dell’aria con umidità limitata, 20-22 gradi dell’acqua.
Più volte sollecitato un consiglio presso la popolazione locale sul periodo migliore per collocare una settimana di vacanza, non abbiamo ricevuto risposte univoche…Segno della estrema variabilità meteorologica.
In conclusione, il consiglio è di partire comunque e sperare nella buona sorte: in ogni periodo dell’anno si può trovare bel tempo e ogni stagione può riservare fasi piovose considerato che parliamo di una piccola isola tropicale (58 km x 47) nel mezzo dell’oceano Indiano! L’inverno è nel complesso caratterizzato da temperature più basse e vento, l’estate da umidità e cicloni: consigliamo altre mete ai meteoropatici… Organizzare la vacanza in Italia tramite agenzia è una buona idea per non perdere tempo alla ricerca di una sistemazione in loco, pagando lo scotto ad un iniziale e inevitabile disorientamento.
L’isola ha comunque una vocazione decisamente turistica e offre sistemazione per ogni tasca e ogni esigenza; la popolazione è abituata alle migliaia di sbarchi quotidiani come si può notare già all’aeroporto, affollato di “operatori” più o meno ufficiali…
In poche parole risulta facile realizzare i propri programmi anche improvvisando al momento dell’arrivo; tra l’ altro, la gente del posto parla inglese e francese (oltre alla lingua locale: il creolo) e chi ha a che fare con i turisti mastica spesso un italiano colorito anche se limitato.
Il metodo migliore per spostarsi sull’isola è il taxi, mezzo pratico ed economico (il costo del viaggio va adeguatamente contrattato, non esistendo tassametri…), le strade sono buone anche se spesso strette, con curve e dossi presi in pieno dai tassisti (consigliamo di comunicarlo se si soffre di mal d’auto). Noleggiare un’auto richiede l’adattamento alla guida a destra e un certo senso dell’orientamento.
La visita delle coste è consentita da motoscafi (anche super veloci), catamarani e barche a vela.
Ben segnalati sono infatti i centri attrezzati che propongono, oltre a gite, vari sport acquatici dal parasailing, alla canoa, alla pesca d’altura, dallo snorkeling alle immersioni: ricordiamo che l’accesso alla spiaggia è assolutamente libero sia in quelle pubbliche che in quelle dei resort! A proposito delle immersioni, chi scrive le ha trovate simili a quelle che si svolgono in altre zone dell’oceano indiano (es. Maldive): i fondali sono ricchi di pesce (abbiamo avuto la fortuna di imbatterci persino in delfini e balene!), meno eclatanti i coralli rispetto ad altri mari, mentre riferiamo di frequenti situazioni di forte corrente e mare grosso fuori dalla barriera corallina.
Quest’ultima è una costante dell’isola che insieme a piccole isole vicine costituisce una sorta di atollo; si creano eccezionali effetti cromatici dalla superficie che, associati all’acqua cristallina, rendono eccezionali bagni e snorkeling.
NB Indispensabile attrezzarsi con pinne o calzari per evitare di tagliarsi in mare o come semplice protezione sulle spiagge che, pur bianchissime, nascondono insidie nei frammenti di corallo, pietre e vetri.
Non riteniamo che ci siano differenze eclatanti tra le varie zone costiere come fondale, tuttavia segnaliamo che la costa orientale è spesso ventosa e più piovosa in quanto battuta dai venti, ma riteniamo, nel complesso, più varia e spettacolare.
Su questo lato consigliamo la visita all’Isola dei Cervi o alle più selvagge Isole del faro o delle sabbie (una vera “chicca”). Spettacolari la spiaggia di Belle Mare e Blue Bay Sono invece sulla più protetta costa occidentale le famose spiagge di Flic en Flac e Tamarin.
La costa sud è meno turistica e consente di osservare la popolazione più verace.
Maheburg, non lontano dall’aeroporto, con il suo porto antico, rappresenta la sede del primo insediamento europeo (per la precisione olandese) nell’isola. Molti i punti di partenza per la pesca d’altura come Le Morne e Rivière Noire.
Ma è la costa nord , con il suggestivo punto panoramico su Gunner’s Coin da cap Malhereux, l’insediamento turistico più importante e lussuoso nell’isola; in particolare Gran Baie (definita la Portofino mauriziana) catapulta violentemente il turista in una realtà occidentale, ma è, a nostro avviso, meno rappresentativa del carattere selvaggio di Mauritius.
Esclusive le spiagge che s’incontrano percorrendo la strada verso Port Louis dove il traffico diventa caotico.
All’interno dell’isola abbiamo visitato i Giardini Botanici di Pamplemousses che ci hanno impressionati per la loro rigogliosa bellezza: a discrezione del turista optare per una rilassante passeggiata per i suoi ombreggiati viali o per un approfondimento con l’ausilio di una guida.
Lasciamo ad un eventuale prossimo soggiorno la visita della città di Curepipe (del cratere e lago vulcanico: Mauritius ha origine vulcanica, con monti di forma bizzarra che degradano verso nord, ovunque coltivazioni di canna da zucchero), della città di Moka, della capitale Port Louis, dei molti parchi naturali dove osservare uccelli e rettili e di altre mete che richiederebbero una permanenza di almeno due settimane.
Mauritius è in conclusione un paradiso naturalistico.
Le sue foreste, i corsi d’acqua, le cascate, le baie, le spiagge, le piccole isole gratificano appieno la sensibilità degli osservatori più esigenti.
La flora comprende varietà autoctone quali palme, banani, casuarina e il tipico Flamboyant e quelle importate come pino e eucalipto.
Impressionanti per numero le specie dei volatili: dai passeri, ai colombi, ai pappagalli, agli uccelli marini passando per i pipistrelli giganti che abbiamo osservato alle cascate del Grand River.
Il dodo, uccello simbolo di Mauritius, è ovunque raffigurato nell’isola, ma estinto da anni.
Ci hanno impressionato anche le tartarughe giganti di terra che abitano le riserve naturali, presenti anche alligatori, maiali selvatici, cervi, manguste e macachi visibili nei parchi.
Abbiamo già detto inoltre delle specie marine quali pesci tropicali, dentici, cernie, king fish, barracuda, murene, mante,tonni, delfini, squali e persino balene che è possibile osservare a pochi metri dalla riva o subito fuori dal Reef.
Ci è sembrato vantaggioso cambiare in aeroporto Euro in Rupie (1:44) per gli acquisti nei negozi; vengono comunque facilmente accettati gli Euro. Consigliamo di trattare sempre sui prezzi con rispetto ma anche con decisione: a fronte di un costo della vita molto basso, i mauriziani mettono perfettamente a fuoco il concetto Euro-Bussiness! Lo shopping in Mauritius può svolgersi in centri commerciali e boutiques del tutto simili ai nostri (Port Louis e Gran Baie) oppure nei negozi dei piccoli centri attraversati durante i tour.
La proposta va dai capi di abbigliamento, al the e spezie, ai liquori.
Abbiamo fatto man bassa su promozioni di T-shirt e felpe firmate, provenienti da fabbriche (produzione di famosi marchi europei) che liquidavano la merce, venduta in spiaggia da personaggi con cui abbiamo concluso positivamente trattative estenuanti ma divertenti.
Il rhum locale, aromatizzato con le più disparate spezie e aromi fruttati, è ottimo e a buon mercato ma con il limite di 1 L a persona alla dogana. Profumatissime le miscele di the e spezie.
Mauritius è inoltre conosciuta per il cashmere (non ne abbiamo trovato conveniente l’acquisto pur non discutendo la qualità) e i modellini di velieri (una delizia per gli amanti del genere).
Pur non condividendo il commercio di coralli e conchiglie, mettiamo sull’avviso del rischio di sequestri e multe nonostante l’assicurazione dei venditori che sia sufficiente una ricevuta di acquisto; pur tuttavia ribadiamo la nostra idea del non senso del souvenir che danneggi o depauperi il luogo di provenienza! La mondanità e la vita notturna è limitata all’interno dei “resort” o nei locali della costa nord.
Il buio in questa stagione (inverno- primavera) è repentino tra le 18 e 1830 e le strade non si prestano in alcun modo al traffico notturno per stato di illuminazione, ma soprattutto per il pericolo costituito dall’alto numero di cani randagi che scorazzano tra le città e le spiagge in cerca di cibo e in mezzo alla popolazione noncurante.
Consideriamo questo il particolare che più ci ha colpito negativamente a Mauritius.
Un piccolo cenno merita anche la cucina Mauritiana.
Eccezionali sono qualità e quantità di frutta e verdura: i vegetariani godranno.
Noci di cocco, banane, ananas, meloni, anguria, papaya, guava hanno sapori unici. Verdure e legumi come zucca, melanzane, zucchine, fagioli, lenticchie e molte “varianti orto-frutta” locali sono prelibate.
Il pesce è diffuso, ma non è facile trovarlo fresco. Si tratta di pesce tropicale quale Marlin e Dorado che affianca quello a noi più noto (tonno, cernia, crostacei).
Difficile trovare nei ristoranti di livello una cena prelibata a prezzi competitivi e consigliamo di avvalersi delle informazioni dei locali per non avere sorprese.
La carne più consumata è quella di pollo.
Le preparazioni risentono spesso delle diverse tradizioni dei popoli dell’isola con prevalenza di ricette indiane e creole: imperano spezie (curry e cumino) e cipolla.
Con il popolo mauritiano abbiamo avuto, in generale, un ottimo rapporto. Molte etnie importate dal colonialismo: indiana (prevalente), creola, cinese, araba con relative abitudini, usi, costumi e religioni convivono serenamente nel rispetto reciproco.
Molti vivono di turismo e offrono servizi adeguati per ogni tipo di richiesta arricchendoli di spontanea cordialità.
I creoli sono fieri di uno standard socio-economico ben più alto di quello medio africano e nel complesso trasmettono un’innata simpatia al di là della coinvolgente abitudine alla ritmica danza detta Segà.
Ci siamo inoltre trovati nel mezzo di alcune feste induiste, vivendo attimi di forte curiosità per una religiosità allegra e variopinta nei templi e nel culto delle divinità venerate sottoforma di piccole statue. Esse vengono, nei momenti di festa, affidate al mare perché allontani, lavandole,”l’impuro” dalla quotidianità delle famiglie.
Può capitare di scorgere casualmente, esplorando i bassi e limpidi fondali sotto costa, l’immagine scolpita di un dio multiforme e sorridente.
Suggestivo ricordo di una splendida ed intensa settimana di vacanza a Mauritius.