Mauritius e La Reunion: due settimane nell’Oceano Indiano alla scoperta di isole meravigliose

Dopo aver visitato i territori francesi d’oltremare nei Caraibi (Martinica e Guadalupa) a Natale, pianifichiamo un viaggio nell’isola francese che più ci attrae e affascina: La Reunion. Agosto dovrebbe essere il momento migliore per visitarla, lontano da cicloni e piogge torrenziali che invece sono frequenti nel periodo invernale (da gennaio a marzo). Dato che abbiamo più di 2 settimane, decidiamo di includere anche un veloce passaggio nella vicina Mauritius, che offre migliori opportunità per la vita di mare. Scopriremo che entrambe le isole sono legate alle dominazioni francese (e inglese) e alla storia degli immigrati arrivati qui soprattutto da India e Africa, come manodopera per le piantagioni di canna da zucchero, anche a seguito della fine della schiavitù.
Indice dei contenuti
Informazioni utili su Mauritius e La Reunion
Alcune informazioni pratiche prima del racconto del nostro itinerario:
Trasporti
Voli da e per l’Italia acquistati a fine gennaio 2025 direttamente sul sito di AirFrance con il seguente itinerario: volo di andata Linate – Mauritius con partenza 8/8 (scalo a Parigi, operato da Air Mauritius); volo da Mauritius a La Reunion del 15/8 (operato da Air Mauritius); volo di rientro La Reunion – Linate del 25/8. Dato che abbiamo un po’ di cose in ballo (cambio di lavoro recente e acquisto di casa), prenotiamo tutto con la tariffa rimborsabile e spendiamo € 1.570 a testa per le 3 tratte incluso bagaglio (e ci omaggiano della priority che scopriremo in fase di boarding). Fila tutto liscio con i voli intercontinentali (qualche mese prima della partenza ci arriva un cambio di orario sul volo di rientro che però non fa alcuna differenza per noi). Per quanto riguarda invece il volo “interno”, purtroppo 36 ore prima della partenza Air Mauritius ci comunica il posticipo di 4 ore (dalle 8.30 alle 12.30), che ci fa perdere una mezza giornata di escursioni a La Reunion. In aeroporto scopriremo poi che alla fine siamo pure stati fortunati perchè altri viaggiatori hanno avuto un posticipo del volo di 24 ore…
Auto a noleggio: abbiamo noleggiato l’auto su entrambe le isole (è assolutamente necessario perchè i trasporti pubblici non permettono di raggiungere le varie località da visitare).
- Mauritius: prenotazione tramite Discovercars con Aceride, € 140 (senza franchigia!) per una Suzuki Celerio (piccola utilitaria) in buone condizioni seppur un po’ ammaccata, con copertura standard. Il prezzo della benzina è molto conveniente: circa € 1/litro. La guida è a sinistra, come in UK. Se non vi è mai capitato di guidare al contrario, tranquilli, ci si abitua abbastanza facilmente, basta prestare un po’ di attenzione. La cosa più pericolosa sono le strade strette, con molte curve e con dei fossati ai lati (credo per raccogliere l’acqua piovana) molto profondi e a tratti impressionanti. Ci è capitato di vedere l’auto di alcuni turisti che ci è finita dentro rimanendo sospesa su un lato e semi capovolta con 2 ruote sulla strada e le altre due nel vuoto. Anche le strade di La Reunion hanno le stesse voragini ai lati.
- La Reunion: prenotazione tramite Autoeurope con Tropicar, € 199 per una Dacia Sandero Stepway in buone condizioni seppur un po’ ammaccata, con copertura standard. Al bancone scopriamo che la pulizia non è inclusa e quindi, per evitare di pagare 75€ di penale alla riconsegna oppure di dover gestire noi il lavaggio dell’auto, paghiamo subito altri € 25 in fase di ritiro. Il prezzo della benzina è leggermente più basso che da noi (€ 1,5 al litro). Una informazione utile: molti dei benzinai non permettono di fare rifornimento H24, ma solo quando sono aperti con presenza di personale. Tenetene conto per la domenica, la sera o le festività.
Pernottamenti
Come al solito, abbiamo prenotato appartamenti/ville con cucina tramite Booking a gennaio. Entrambe le isole sono grandi e i tempi per gli spostamenti sono lunghi, quindi meglio suddividere le notti tra zone diverse per risparmiare un po’ di tempo e riuscire ad arrivare nelle varie località presto: a Mauritius abbiamo fatto 3 notti nella zona sud-ovest (scelta come base per la zona più interessante dell’isola a nostro avviso: sud ovest), seguite da altre 3 notti, ognuna in un posto diverso man mano che abbiamo completato il giro dell’isola in senso orario. A La Reunion, abbiamo optato per 3 notti sul versante est (zona Saint Benoit), 6 notti sul versante ovest (Ravine de Cabris) e l’ultima notte vicino all’aeroporto, visto il volo in partenza alle 8.45. Di media abbiamo speso 100€ a notte per strutture mediamente carine e dotate di cucina e lavatrice.
Clima
ad agosto la temperatura è ottima di giorno (20 – 25 gradi) e cala un po’ di notte. Abbiamo avuto molte giornate ventose, spessissimo le nuvole (il cielo non è mai stato completamente azzurro) e anche qualche giornata di pioggia forte e nebbia. Un’informazione importante su La Reunion, di cui non eravamo così coscienti prima di sperimentarla in loco: tutti i giorni, puntualmente e indipendentemente se ci sia bello o brutto tempo, a partire da metà mattina un fronte di nuvole basse avanza dal lato est dell’isola e copre gradualmente tutto l’entroterra, immergendolo nella nebbia → questa informazione è importante per pianificare i trekking, le varie escursioni e le visite ai viewpoint, che vanno necessariamente concluse entro le 11, massimo 12 se siete fortunati, per avere una buona visibilità su cascate, panorami, ecc. Nei 10 giorni passati lì, questo fenomeno puntualmente è accaduto tutti i giorni, con una minima variazione di orario (a volte la nebbia arriva prima, a volte un po’ più tardi ma sicuramente verso la 1 è tutto coperto o immerso nelle basse nuvole).
L’acqua del mare è freddina (alla fine è il loro inverno) ma il bagno è assolutamente fattibile. A Mauritius tutte le spiagge sono le classiche da barriera corallina e quindi balneabili (alcune molto belle). A La Reunion solo una manciata di spiagge è protetta dalla barriera corallina (sono tutte concentrate sulla costa ovest da Saint Pierre verso nord); tutto il resto della costa non è balneabile sia per gli scogli e le onde pericolose, sia per la presenza degli squali. Anche nelle poche spiagge balneabili, sono montate delle reti antisqualo che delimitano la zona in cui poter fare il bagno in sicurezza. Oggettivamente non ha senso visitare La Reunion per il mare (che però è una meta eccezionale per tutto il resto), che è molto più bello e vivibile a Mauritius.
Cibo e costo della vita
I prezzi a Mauritius sono abbordabili; molto più cara La Reunion, dove i ristoranti ma soprattutto i supermercati hanno dei prezzi ben più alti che in Italia. Da ex colonia francese, non ci siamo mai fatti mancare le baguettes acquistate nelle numerose boulangerie che si trovano facilmente ovunque.
Lingua
Su entrambe le isole il francese è la lingua predominante parlata colloquialmente con i turisti. Probabilmente è molto parlato anche il creolo locale, ma noi non siamo riusciti a distinguerlo chiaramente dal francese. Parlando solo inglese siamo comunque riusciti a gestire tutto su entrambe le isole.
Visti d’ingresso
Per Mauritius serve il passaporto. Prima della partenza abbiamo anche compilato il modulo di preregistrazione online sul sito del ministero degli esteri (ci hanno chiesto di mostrarlo all’arrivo, ma non saprei dire se è obbligatorio). La Reunion è un dipartimento d’oltremare francese, quindi tecnicamente si è in Europa, ma non rientra nella zona di applicazione dell’accordo di Schengen, quindi si può viaggiare con la carta d’identità ma comunque vengono controllati i documenti in partenza e arrivo.
Mauritius e La Reunion. Diario di viaggio
Giorno 1 – Arrivo a Mauritius
Decolliamo da Linate alle 12:30, facciamo scalo a Parigi Charles De Gaulle e ripartiamo per Mauritius nel tardo pomeriggio, dove atterreremo la mattina del giorno successivo, con +2 ore di fuso orario.
Giorno 2 – Alexandra Falls, Grand Bassin, Flic and Flac
Alle 5.30 atterriamo a Mauritius ancora con il buio. Facciamo il controllo documenti abbastanza velocemente, ritiriamo i bagagli altrettanto velocemente e alle 7 ci colleghiamo al Wifi gratuito dell’aeroporto per contattare il noleggiatore che ci porta l’auto nel parcheggio. Effettuiamo il pagamento con un POS seduti in auto, nel frattempo inizia a piovere, e poi partiamo per il primo giorno di esplorazione dell’isola. La prima sosta è a Saint Aubin, dove visitiamo velocemente la Maison Colonial (è un ristorante già allestito per il pranzo), dato che è molto presto la casa della vaniglia e lo zoo non sono ancora aperti e noi decidiamo di non aspettare. Riusciamo comunque a vedere le tartarughe giganti facendo una passeggiata a piedi nel giardino. Da lì ci spostiamo alla spiaggia Gris Gris, una bella baia a forma di mezzaluna con la sabbia chiara e circondata dalle scogliere. Facciamo una breve passeggiata fino alla roccia che piange, da cui abbiamo una bella visuale della spiaggia dall’alto. Ci rendiamo conto da subito dei colori azzurri e celesti dell’acqua del mare e della sua incredibile limpidezza. Facciamo un’altra sosta alla successiva spiaggia di Saint Felix, molto ampia, con sabbia fine e chiara. Invoglia a fare il bagno, ma è ancora troppo presto e le temperature sono ancora fresche. Anche qui la spiaggia è tutta per noi (e per i cani randagi, che troveremo praticamente ovunque, sia nelle spiagge che per la strada). Iniziamo a salire verso l’entroterra, in direzione Alexandra Falls. Sulla strada ci fermiamo a LaVallè, un parco a pagamento che offre varie attività nella foresta: non siamo interessati alla loro offerta ma abbiamo bisogno di un caffè e quindi chiediamo di entrare nel loro bar, essendo l’unico posto in cui possiamo trovarlo. Riprendiamo la strada verso il viewpoint della cascata, facciamo una mini sosta al bassin blanc (visibile dall’auto da una piazzola di sosta sulla strada). Arrivati al parcheggio, ci mettiamo in tenuta da trekking e partiamo sul sentiero che, dal viewpoint sulle cascate Alexandra, arriva fino al salto della cascata 500 piedi. E’ un sentiero semplice ma molto fangoso che in un’ora circa termina ad un viewpoint in cui è possibile ammirare il salto delle cascate dall’alto immerse in uno scenario che spazia fino alla costa. Proseguendo sul sentiero si può arrivare alla base delle cascate per fare il bagno nelle pozze. Visto il tempo piovoso, noi non lo abbiamo fatto. Vale comunque la pena arrivare fino a qui per il panorama e la visione delle cascate, se non soffrite di vertigini (per vederle bisogna sporgersi un po’).
Ritornati al parcheggio, con l’auto ci dirigiamo al complesso religioso che si sviluppa sulle rive del Grand Bassin. Arrivando in auto, si incontrano 2 statue giganti di divinità induiste, seguite poi dal complesso del tempio vero e proprio, con una passeggiata lungo lago. Quando ci siamo stati noi, l’acqua era molto alta e la passeggiata chiusa con sbarre causa allagamenti. Nel frattempo si mette di nuovo a piovere (stavolta in modo molto forte) e visitiamo velocemente il sito tra uno scroscio e l’altro di pioggia. Le tappe per oggi sono concluse e quindi ci dirigiamo a Flic and Flac, che sarà la nostra base per i prossimi 3 giorni. Abbiamo prenotato un appartamento vicinissimo alla spiaggia, in centro al paese. Facciamo la spesa e, prima di prendere possesso dell’appartamento, ci fermiamo in spiaggia per il tramonto (intorno alle 17,45): si rivelerà il tramonto più infuocato e bello di tutto il viaggio.
Giorno 3 – Tamarin Bay
Ci svegliamo e il tempo è ancora incerto (purtroppo le previsioni non sono migliori per i prossimi giorni). Andiamo a visitare velocemente la spiaggia Tamarin Bay e poi proseguiamo fino a sud, fino alla partenza del sentiero che sale al monte Morne. Lasciamo la strada asfaltata e prendiamo l’ultimo tratto sterrato, pieno di buche probabilmente a causa delle piogge recenti. Lasciamo l’auto al parcheggio all’inizio del sentiero (non è particolarmente pieno quando arriviamo noi) e alle 9 partiamo per la salita. Alla partenza c’è una guardia che verifica gli accessi ed è obbligatorio registrarsi su un quaderno, in cui segneremo poi l’orario di rientro. La prima parte del percorso è molto semplice e segue sostanzialmente una strada, già in questo tratto ci sono dei bei viewpoint sulla costa che permettono di ammirare l’effetto “cascata marina”. Noi decidiamo comunque di proseguire fino alla croce in cima al monte. Questo tratto più difficile parte da un cancello, preceduto da vari cartelli di pericolo, che cercano di dissuadere i meno esperti ad intraprendere questa parte del percorso. Pochi metri dopo il cancellino in effetti inizia subito un tratto roccioso molto pendente che va affrontato con passi di arrampicata difficoltà 1° grado. Dato che ha piovuto, quel giorno era anche molto scivoloso e bagnato. Incontriamo un folto gruppo di persone ferme in questo punto, probabilmente in fase di valutazione e decisione sul da farsi. Noi ne approfittiamo per superarli e partire agevolmente con la salita senza avere nessuno davanti. In meno di 1 ora raggiungiamo la croce di vetta da soli ma siamo immersi nella nebbia. Attendiamo pazientemente che le nuvole ci diano tregua mangiando qualcosa e finalmente, per qualche minuto il panorama si apre, mostrandoci i colori magnifici della costa a picco sotto di noi. Rimaniamo quasi 1 ora in cima, godendoci questi sprazzi di visibilità. Nel frattempo veniamo raggiunti da poche altre persone. Verso le 11,30 scendiamo facendo molta attenzione visto il terreno scivoloso. La nostra raccomandazione è di affrontare questa salita solo se siete escursionisti esperti e se le condizioni meteo lo permettono (il sentiero viene comunque chiuso nel caso di pioggia forte). La salita è oggettivamente pericolosa e difatti, nei giorni successivi alla nostra salita, un ragazzo tedesco ha perso la vita scivolando su questo tratto. Nel rientro facciamo sosta al viewpoint nord, che ci regala un’altra bella vista sulla costa e i colori variegati del mare.
Ripresa l’auto e tornati al sole al di sotto delle nuvole, proseguiamo lungo la via sterrata facendo il giro della penisola, passiamo dal tratto di costa sotto il Morne, molto frequentata dai surfisti e ci fermiamo poco dopo aver circumnavigato la penisola, dove la spiaggia è una lunga striscia di sabbia chiara. Dopo un bagno e un po’ di relax, ripartiamo in direzione delle Cascate Chamarel. Sulla strada di accesso ci sono dei chioschi in cui pagare l’ingresso (€ 25 in 2): con un unico biglietto si ha accesso sia alle cascate che alla terra dei 7 colori. Probabilmente per le abbondanti piogge, le cascate hanno molta acqua e sono marroni, in ogni caso molto belle e assolutamente da vedere. Da lì proseguiamo il circuito a pagamento e arriviamo alle Terre dei 7 colori. Facciamo la passeggiata circolare che permette di vedere questo pezzo di terra da varie angolazioni e di apprezzarne le sfumature di colore. È interessante e sicuramente scenografico, peccato che da entrambi i lati abbiano costruito una piattaforma e un bar, che rovinano lo scenario naturale. In ogni caso vale la pena visitarle. Sul posto è possibile vedere numerose tartarughe di terra giganti tenute in un recinto. Chiudiamo così la giornata e torniamo a casa, vedendo il tramonto sempre dalla spiaggia di Flic and Flac, che però non è altrettanto bello.
Giorno 4 – Macchabée Forest Trail and Viewpoint
La mattina è dedicata al Macchabée Forest trail: lasciamo la macchina al parcheggio e partiamo. Fa freddo e c’è la nebbia. Man mano che procediamo il cielo si apre e vediamo l’azzurro e la temperatura migliora. Arriviamo al Macchabée Viewpoint, da cui si ammira la valle sottostante e poi proseguiamo facendo il giro ad anello che passa nella vegetazione. Dopo una discesa in mezzo alla fitta vegetazione, arriviamo al salto di una cascata che si apre sulle montagne circostanti, proseguiamo in salita per poi tornare al punto di partenza. Il giro è carino, permette di ammirare l’entroterra e la foresta tipica. Riprendiamo l’auto al parcheggio (qui fa ancora freddo e c’è la nebbia) e ci dirigiamo al Gorges viewpoint. Arriviamo in un momento in cui ci sono tantissime auto, parcheggiate anche in modo fantasioso, riusciamo comunque a parcheggiare e ad esplorare il viewpoint. Qui ci imbattiamo nei macachi, abbarbicati sugli alberi e sul muretto. La tappa successiva sono le Tamarind Falls, assolutamente meritevoli e probabilmente una delle attrazioni naturalistiche migliori di Mauritius. Parcheggiamo in fondo alla strada, senza farci distrarre da alcuni ragazzi locali che cercano di dirottarci altrove e nel primo pomeriggio partiamo per il giro. Il percorso parte dall’alto delle cascate e permette di vederle una dopo l’altra (tutte diverse e belle), abbassandosi. In alcune è possibile fare il bagno. Purtroppo noi siamo arrivati troppo tardi e non abbiamo avuto il tempo di fare tutto il percorso: arrivati alla quinta cascata intorno alle 16.30 decidiamo di uscire, per evitare di fare la risalita al buio. Finiamo la giornata e osserviamo il tramonto dalla spiaggia pubblica di Wolmar, a sud di Flic and Flac, nel tratto di costa occupato dai vari resorts. È possibile parcheggiare e accedervi a metà.
Giorno 5 – Trou aux Biches
Oggi lasciamo Flic and Flac e iniziamo il giro dell’isola in senso orario, spostandoci sulla costa ovest verso nord. La prima sosta è alla Maison Eureka, dove arriviamo verso le 9.30, paghiamo l’ingresso (€ 15 in due). Siamo i primi visitatori della giornata. Visitiamo subito le cascate (carine ma l’acqua non pulita non invoglia a fare il bagno…), facendo una breve passeggiata dal giardino della casa, e poi la casa stessa, dove ci fermiamo nel portico a fare la merenda. La tappa successiva è Port Louis. Parcheggiamo l’auto nel silos della zona del Waterfront e a piedi raggiungiamo il centro. Attraversiamo il waterfront, che è un centro commerciale pieno di negozi, visitiamo il museo Aapravasi Ghat World Heritage Site (molto interessante, ingresso gratuito), facciamo un giro al vicino mercato evitando la parte della carne (che non mangiamo), facciamo un giro per le strade del centro lì vicino e verso le 2 riprendiamo l’auto. L’ultima tappa della giornata è il giardino botanico Pamplemousses. Rimaniamo meno di 2 ore perché la visita risulta deludente: il giardino non è molto vario ed è anche abbastanza trascurato (per noi si può evitare!). Alle 16 arriviamo alla spiaggia Trou aux Biches con un sole pazzesco. Facciamo un bagno e poi decidiamo di partire a piedi per qualche chilometro verso nord lungo la costa fino alla spiaggia di Mont Choisy. Attraversiamo giardini privati di innumerevoli ville, una più bella dell’altra, vari resort con i villeggianti sdraiati sui loro lettini, e arriviamo poco prima del tramonto alla spiaggia di Mont Choisy. Torniamo indietro man mano che fa buio e osserviamo anche la vita dei resort che si anima e si prepara per la serata. Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo al nostro appartamento di Pereybere, che ci ospiterà per una notte.
Giorno 6 – Pereybere, Trou d’Eau Douce
Prima di lasciare la cittadina, andiamo a visitare la piccola ma carina spiaggia di Pereybere. La troviamo ancora vuota ad eccezione di un branco di una decina di cani, che stanno ancora sonnecchiando prima che il sole diventi troppo caldo. Riprendiamo il giro dell’isola e la prima sosta è al Cap Malheureux. Parcheggiamo poco dopo la chiesa Notre-Dame Auxiliatrice de Cap Malheureux sul ciglio della strada ed esploriamo a piedi la zona di mare davanti e a ovest della chiesa. Il mare è bellissimo e anche qui camminando un po’ notiamo le numerose ville con affaccio diretto sulla spiaggia. La sosta successiva è la spiaggia di Poste La Fayette Public Beach. Qui troviamo molto vento e difatti la spiaggia è frequentata solo da Kiters che fanno avanti e indietro nell’ampia baia. Rimaniamo un po’ ad osservarli, coprendoci dal vento. Qui il mio compagno viene morso ad una mano da un cane randagio mentre va in bagno. Per fortuna una signora è intervenuta con il bastone per difenderlo e allontanare il branco. Quando ne abbiamo abbastanza, ripartiamo in direzione del Bras D’Eau National Park, in cui facciamo una piacevole e rilassante passeggiata di 2 ore, seguendo il circuito pianeggiante che attraversa la foresta e passa da alcune pozze d’acqua. Per fortuna avevamo con noi il repellente antizanzare, per non farci divorare. La giornata si conclude alla Palmar Beach. Qui osserviamo un idrovolante partire e rientrare regolarmente per portare i turisti in volo, qualche cavallo passare, fino a che arriva il buio e ce ne andiamo. Stasera dormiremo a Trou d’Eau Douce.
Giorno 7 – Lion Mountain
Oggi per noi sarà l’ultima giornata mauriziana. Proseguiamo il nostro giro dell’isola, muovendoci verso sud sulla costa est. La prima tappa della giornata è la salita alla Lion Mountain. Lasciamo l’auto nel centro del paese di Vieux Grand Port e partiamo attraversando dei campi di canna da zucchero. Poco dopo parte la salita attraverso la foresta che in poco più di 1 ora ci porta sulla vetta. Da lì non si riesce ad ammirare la vista sul mare, che però si gode durante l’ascesa da vari punti. Dalla cima si vede l’interno dell’isola. Scendiamo poi dalla parte opposta, passando da un altro viewpoint sul mare. L’effetto del mare con tutte le sfumature dell’acqua è molto simile a quello del monte Morne: noi abbiamo avuto più sole e bel tempo oggi, e quindi ci è piaciuto anche di più. La salita è meno difficile rispetto al Morne, ma bisogna comunque avere un passo sicuro, per evitare di scivolare in alcuni tratti più ostici. Sicuramente è molto meno turistica e difatti siamo stati da soli per tutto il tempo. In tarda mattinata torniamo all’auto e decidiamo di passare dalla vicina valle di Ferney per valutare se fare una escursione. Ci rendiamo subito conto dall’accoglienza che è un’esperienza un po’ più turistica di quello a cui siamo abituati (la maggior parte delle attività non sono gestibili in modo indipendente) e che comunque è troppo tardi per entrare, non avendo il tempo di fare l’escursione di circa 14 km che permette di arrivare ad alcuni viewpoints. Lasciamo quindi perdere e la meta successiva per noi è la spiaggia di Pointe D’Esny. Parcheggiamo l’auto nella spianata di cemento pochi metri prima dell’ingresso, osserviamo già da qui il colore pazzesco dell’acqua del mare illuminato dal sole. Andiamo in spiaggia (si accede camminando sulla strada e poi attraverso un vialetto tra i muretti che dividono le case), facciamo subito un bagno, mangiamo qualcosa e partiamo per una passeggiata sul lungomare fino alla Blue Bay beach. Anche qui attraversiamo tratti di costa magnifici con decine e decine di ville, villette e case che danno direttamente sulla spiaggia, di ogni forma e dimensione. Ci sono tratti di sabbia alternati a scogli bassi e scuri. Dopo più di 1 ora arriviamo alla Blue Bay e, non appena giriamo l’angolo, veniamo travolti dal casino e l’affollamento della spiaggia. Dopo aver camminato con il solo rumore del mare e tutta la spiaggia sempre per noi, arrivare in mezzo al casino di altoparlanti con musica alta, bambini e adulti urlanti, ogni centimetro di prato o sabbia occupato da asciugamani, ombrelloni, tende da campeggio, ecc. ci fa decidere di tornare indietro senza fermarci. La laguna è uno specchio d’acqua senza onde talmente tranquillo da fare dei bellissimi riflessi. Quando torniamo all’auto è quasi il tramonto, il sole però scende dalla parte opposta. Riusciamo comunque a vedere le nuvole rossastre nel cielo, mentre ci fermiamo a mangiare le patatine al Mc Donald’s del vicino centro commerciale di Beau Vallon. La nostra ultima notte la facciamo proprio alla Blue Bay, in un hotel a 5 metri dalla baia.
Giorno 8 – Arrivo a Reunion
Ci svegliamo ben prima della sveglia e andiamo quindi a vedere l’alba in riva al mare. Dal nostro hotel un minuto a piedi e siamo nella laguna della Blue bay, camminiamo sul lungomare fino alle 7 e poi torniamo in hotel per la colazione. Alle 9 siamo in aeroporto e dopo aver consegnato l’auto imbarchiamo le valigie e attendiamo la partenza del volo alle 12.30 per la vicina isola di Reunion. In poco più di un’ora arriviamo a destinazione e in poco tempo ritiriamo bagagli e auto a noleggio. Per prima cosa andiamo a fare la spesa perché essendo ferragosto non vogliamo rischiare di trovare i negozi chiusi. Subito dopo vorremmo fare la visita alla Vanillerie molto vicina che però troviamo chiusa per la festività. Il resto del pomeriggio lo dedichiamo a vedere delle cascatelle di facile accesso ma di poca soddisfazione: la cascata Delice, l’Arche du Paradis e il Bassin Boeuf. Alle 18 andiamo a prendere possesso della villetta che ci ospiterà per le prossime tre notti.
Giorno 9 – Col des Boeufs
Sveglia alle 5.45 e dopo una veloce colazione partiamo in auto diretti al parcheggio del Col des Boeufs per il lungo trekking di giornata (23 km e 1300 mt D+). La strada termina ad un ampio parcheggio dove non abbiamo potuto parcheggiare perché avremmo sostato solo per la giornata e il parcheggiatore fa accedere solo chi rimane per la notte. Siamo riusciti a parcheggiare comunque lungo la strada più in basso in un piccolo parcheggio incustodito. Alle 8 siamo in cammino e in breve si raggiunge il colle da cui si accede al Cirque de Mafate. Si procede in discesa fino al Plaine de Tamarins, dove al bivio imbocchiamo il sentiero per Marla. Raggiungiamo il paese e da qui proseguiamo in discesa fino ad un bivio dove risaliamo faticosamente fino a La Nouvelle, un altro paese dalla parte opposta del cirque. Facciamo una sosta veloce e poi ripartiamo per il rientro alla macchina completando un bel giro ad anello. Sulla strada del rientro facciamo sosta al view point alla cascata Voile de la Mariée.
Giorno 10 – Pas de Bellecombe
Per sfruttare la finestra di bel tempo prevista per oggi ci alziamo alle 4 e in pochi minuti siamo in auto diretti al Pas de Bellecombe (2365 m s.l.m.) per esplorare la zona del vulcano Piton de la Fournaise. Alle 6 arriviamo a destinazione e attendiamo l’arrivo dell’alba sorseggiando thè caldo dal thermos dal bordo della falesia, poco dopo il viewpoint principale! Appena il sole è sorto imbocchiamo il sentiero che scende sul campo di lava e iniziamo a camminare seguendo i numerosi bolli bianchi diretti al Balcon de Dolomieu che si affaccia sul profondo cratere del vulcano, passando prima per il Cratere Formica Leo. La giornata è spettacolare con cielo azzurro e senza nuvole e ci godiamo gli stupendi panorami. Alle 12 rientriamo alla macchina dopo aver camminato per una dozzina di chilometri e coperto un dislivello di 600 mt D+. Rientrando dalla strada fatta al mattino con il buio possiamo ora fermarci ai numerosi viewpoint che riusciamo a vedere giusto in tempo prima che le nuvole li avvolgano: Plaine des Sables e Cratere Commerson. Nel primo pomeriggio ci spostiamo alla Gite de Belouve dove parte il sentiero per il Trou de Fer. La camminata è molto facile e attraversa la fitta vegetazione, però arrivati alla piattaforma panoramica la fitta nebbia non ci fa vedere nulla. Rientriamo a casa alle 19 con pioggia e vento che imperverseranno per tutta la notte.
Giorno 11 – Anse des Cascades
Questa mattina ce la prendiamo comoda perché il tempo continua a essere pessimo. Prepariamo le valigie perché oggi lasciamo questa casa a St. Benoit e iniziamo a percorrere la costa verso sud. Facciamo una prima sosta alla Anse des Cascades; c’è una veloce passeggiata da fare che porta sotto a tante cascatelle che scendono dalla bastionata verdeggiante. Proseguendo in auto si attraversano i campi di lava delle eruzioni del vulcano degli anni passati (Grand Brulè). Poco più avanti si arriva a Puits Arabe da cui parte una passeggiata di un’oretta lungo la scogliera lavica, piante di vaniglia e un piccolo tunnel di lava. Altra sosta al Cap Méchant dove un mare impetuoso scaglia possenti onde sulla scogliera; questa zona ci è piaciuta molto. Abbandoniamo la strada costiera per risalire in auto fino alla Cascade de Grand Galet. Piove a dirotto ma il viewpoint sulla cascata è proprio sulla strada e non dobbiamo faticare per godere della vista stupenda sui molteplici salti d’acqua. A nostro avviso questa è una cascata imperdibile e probabilmente la più bella dell’isola, tra quelle che abbiamo visto. Ultima tappa di giornata è la spiaggia de la Grande Anse; saliamo al Piton che domina la spiaggia da un lato e la scogliera dall’altro e poi ci godiamo un inaspettato tramonto rosato. Alle 19.30 prendiamo possesso della nuova casa vicino a Saint Pierre (Ravine des Cabris).
Giorno 12 – Grand Bassin
Sveglia alle 6 e dopo colazione partiamo in auto diretti a Bois Court. Arriviamo alle 8 e c’è un bel arcobaleno ad accoglierci. Iniziamo il trekking sul sentiero che scende giù alla cascata del Grand Bassin. Alle 10.30 siamo ai piedi della cascata e ce la godiamo in solitudine. Ora dobbiamo ripercorrere il sentiero in salita per ritornare alla macchina; in totale abbiamo camminato per una dozzina di chilometri con un dislivello di 800 mt. Nel pomeriggio scendiamo sulla costa per una breve passeggiata sulla scogliera a La Gouffre de l’Etang Salé e poi alle 16.30 andiamo a riposarci ed attendere il tramonto all’omonima spiaggia.
Giorno 13 – Saint Pierre
Sveglia alle 6 e dopo colazione partiamo in auto diretti a Cilaos. Arriviamo alle 8.30 dopo aver percorso una strada piena di curve, e saliamo al belvedere de la Roche Merveilleuse da dove si può godere di un’ottima vista su tutto il Cirque de Cilaos e sul paese sottostante. Andiamo poi a parcheggiare in centro e prendiamo pane fresco ad una boulangerie. Alle 9.30 siamo in cammino per il trekking che ci porterà a La Chapelle, un anfratto roccioso dove scorre un torrente con cascata nascosta sul fondo della grotta. Per giungere a destinazione bisogna guadare più volte il torrente quindi è consigliabile portarsi un paio di sandali o le scarpette da scogliera per l’ultima parte del percorso. Per arrivare a vedere la cascata è necessario attraversare a nuoto una pozza lunga una ventina di metri; in questa stagione l’acqua è decisamente fredda ma ne vale veramente la pena! Il trekking è molto frequentato, però partendo presto si riesce ad evitare l’affollamento (lunghezza 10 km e dislivello 600 mt). Alle 11.30 iniziamo il rientro verso Cilaos e quando manca un chilometro a destinazione inizia a piovere copiosamente. Nel pomeriggio scendiamo giù alla città di Saint Pierre per una visita del centro che ci lascia abbastanza delusi. Per il tramonto ci imbattiamo in un parcheggio vista mare alla fine della città, che ci regala una piacevole esperienza.
Giorno 13 – Plage de le Trou d’eau
Le previsioni del tempo per oggi sono brutte per fare trekking e avere chance di vedere bei panorami e così ci dedichiamo al relax girovagando per le spiagge della costa ovest dell’isola. Con tutta calma andiamo alla Plage de la pointe des 3 Roches che è frequentata da surfisti. Restiamo una mezz’oretta a vedere le loro evoluzioni mentre sorseggiamo il nostro caffè! Un paio di chilometri più a nord c’è la Plage de le Trou d’eau ma dopo una mezz’oretta inizia a piovere copiosamente e siamo costretti a ripararci in macchina. Saliamo ancora di qualche chilometro e arriviamo alla Plage de l’Ermitage les Bains; qui non ha piovuto e ci possiamo piazzare per una bella pennichella e qualche bagnetto rinfrescante. A nostro avviso questa è la spiaggia più bella di tutte quelle viste qui a La Reunion. Alle 16 andiamo a fare un salto anche alla spiaggia di Boucan Canot e poi per il tramonto torniamo alla Plage de le Trou d’eau che ci sembrava la più adatta. Ottima scelta perchè bellissimi colori e riflessi concludono questa giornata dedicata al riposo.
Giorno 14 – Grand Etang
Oggi sveglia alle 6 e dopo colazione partiamo in auto diretti al Grand Etang. Lungo la strada facciamo una deviazione per salire al viewpoint del Nez de Boeuf dove, al mattino presto, si ha un’ottima vista sull’entroterra dell’isola fino alla vetta del Piton de Neige (la montagna più alta dell’isola e di tutto l’Oceano Indiano con i suoi 3070 mt di altezza). Alle 9.30 siamo in cammino e percorriamo il facile sentiero che costeggia la sponda nord del lago e dopo un guado (necessario togliere le scarpe!) saliamo fino ai piedi della bella cascata del Bras d’Annette. Rientriamo alla macchina percorrendo il sentiero che passa sulla sponda opposta del lago. Alle 15 rientriamo a casa e prepariamo gli zaini per la giornata di domani (saliremo al Piton de Neige in notturna per arrivare in vetta a vedere l’alba). Alle 18 ceniamo e alle 18.30 andiamo a dormire! Alle 23.15 suona la sveglia e in pochi minuti siamo in auto diretti a Cilaos.
Giorno 15 – Piton de Neige
Arriviamo al parcheggio di Le Bloc (1400 mt slm) alle 0.45 (è già pieno con un bel viavai di auto in arrivo) e dopo aver fatto colazione in macchina all’una partiamo con la luce delle pile frontali lungo il sentiero. Nonostante l’orario inconsueto c’è parecchia gente che si appresta a partire. Saliamo con passo regolare e facciamo brevi soste per bere e mangiare ogni oretta. Alle 5.30 arriviamo sulla vetta del Piton des Neiges, ci copriamo per bene visto che la temperatura è di pochi gradi sotto lo zero, e attendiamo il sorgere del sole. Nonostante la folla (si, c’è un botto di gente che oggettivamente guasta l’atmosfera tra droni, cellulari in posizione, ecc), ne vale la pena! Alle 7.30 con il sole che finalmente ci riscalda iniziamo la discesa, dopo essere saliti anche alla vicina cima nord del Piton che regala altri bei panorami. A quota 2400 mt alla Capanna Dufour facciamo sosta per mettere abiti più leggeri e mangiare un panino. Decidiamo di allungare il rientro e non scendiamo dallo stesso sentiero fatto in salita, ma percorriamo la costa Kerveguen e il sentiero omonimo. Alle 13 siamo alla macchina, stanchi ma felici (la discesa è più faticosa della salita) e scendiamo sulla costa per andare alla spiaggia de l’Etang Salè e goderci un po’ di meritato riposo. Restiamo fino al tramonto alle 18.30 e poi rientriamo a casa.
Giorno 16 – Le Maido
Oggi è l’ultimo giorno che trascorreremo a La Reunion; ci alziamo con calma alle 7.30 e dopo colazione facciamo i bagagli perché passeremo l’ultima notte a Saint Denis in un appartamento vicinissimo all’aeroporto. Alle 9.30 siamo in auto e saliamo al villaggio di Le Tevelave; da qui parte un bella strada montana che attraversa le foreste di tamarindi. A mezzogiorno arriviamo al termine della strada a Le Maido (2100 m s.l.m.) e, colpo di fortuna, le nebbie non sono ancora arrivate. In un’oretta girovaghiamo per i vari view point che si affacciano sul Cirque de Mafate e rimpiangiamo di non aver programmato un trekking anche in questa zona (soprattutto nella foresta di tamarindi). Riusciamo a goderci il panorama fino alle 13, quando veniamo inghiottiti dalle solite nuvole. Ora non ci resta che goderci un altro pomeriggio di relax in spiaggia per concludere il nostro viaggio. Oggi però è domenica e tutte le spiagge sono affollatissime. Dopo un paio d’ore a la Plage de l’Ermitage les Bains non ne possiamo più del caos e ci spostiamo in auto al Etang di Saint Paul. Facciamo una breve passeggiata nella bella pineta e poi attendiamo il tramonto in una spiaggia sassosa. Alle 18.30 partiamo diretti per Saint Denis, percorrendo il cavalcavia di vari chilometri nel mare (lo avevamo notato dall’aereo), e trascorriamo anche l’ultima sera in casa.
Giorno 17 – Rientro in Italia
Sveglia alle 5.30 per andare al vicino aeroporto a riconsegnare l’auto e attendere la partenza del lungo volo di rientro a casa. Arriveremo a Linate alle 22.30.











