Mauritania e Senegal…emozioni contrastanti
Siamo partite un pò all’avventura per cominciare il 2004 in modo diverso. Della Mauritania mi aveva parlato un amico originario di lì che da tanto vive in Italia, promettendomi tutta l’accoglienza dei suoi parenti in loco.
Così è stato. Dovunque andassimo, qualcuno della sua allargatissima famiglia (fatta di cugini che sposano cugini di cugini) si offriva di prendersi cura di noi.
In modo magari poco organizzato, magari non strutturato e pienamente rispondente alle esigenze di 2 (su 3) occidentali un pò rigidine, ma di certo con slanci di disponibilità che ho potuto apprezzare in maniera spontanea e disinteressata solo nel “cosiddetto terzo mondo”.
Dunque, dopo un capodanno romano abbastanza morigerato piombiamo il 2 gennaio all’aeroporto di Tunisi.
Bello. Ci guardiamo in giro. Si fuma un pò dovunque. Però si beve anche del buon tè un pò dovunque. Par condicio, non sottilizziamo.
In serata arriviamo nella capitale, Nouakchott, accolte all’aeroporto dai familiari del mio amico che sbandierano i cartelloni coi nostri nomi…Un certo effetto familiare lo fa.
Nouakchott non è un gran che. La Mauritania è un paese islamico, e anche per lo più si tratta di un islam aperto e liberale, questo non permette particolari bagordi notturni.
Per lo più si cena fuori, si beve qualcosa, ma di certo non si va in giro da sole, un pò per rispetto dei costumi, un pò perchè proprio non ce n’è motivo.
Come tutte le città d’africa di notte è poco illuminata, le strade sono poco curate, sabbiose, che corrono fra palazzoni scarni tra cui ogni tanto si staglia un hotel, una moschea o un palazzo presidenziale…Poi non molto di più.
Di giorno, se aperte, vanno viste le moschee, i vari mercati artigianali, di cui alcuni hanno luogo in scheletri di palazzi mai terminati con corridoi e stanze che si susseguono e si intrecciano tra loro, pieni di stoffe colorate e sculture in legno.
Magari andateci con una guida. A Nouakchott non c’è un gran via vai di turisti, perciò tocca immergesi e si mescolarsi un pò tra la folla locale, poco abituata agli estranei.
Credo sia l’unico paese dell’Africa governato da gente di stirpe nomade, i cui clan si sono via via smembrati trasferendosi verso la città.
Da vedere il mercato del pesce, primaria risorsa di questa terra. Attenti al naso, col caldo che c’è il pesce marcisce in fretta…
Una caratteristica dell’africa è che fra europei/americani ci si conosce in fretta. Gli hotel, con i loro bei ristoranti, l’aria condizionata e la piscina, fungono da ritrovo per gli stranieri che ci vivono e per i loro ospiti di lavoro.
Incontriamo un gruppo di francesi in visita a Jacques, che vive a Nouakchott da anni ed ha girato l’africa per tutta una serie di motivi, e che oggi, tra le altre cose, organizza i bivacchi per la Paris-Dakar.
Da lì ci vuol poco per organizzare insieme una trasferta per le oasi, vere mete turistiche della Mauritania (in fondo è qui che Saint-Exauperì ha ambientato il Piccolo Principe).
Chinguetti è praticamente una città (credo la settima città santa dell’islam), che ospita la biblioteca islamica più antica del mondo. Ci si arriva in circa 6 ore, si dorme per terra, in un ostello in mezzo al deserto, antico crocevia di carovane.
Il silenzio, il tramonto, il nulla attorno, sono impagabili.
Poi Terjit, l’oasi con le palme che tutti ci immaginiamo, nata in mezzo alle sabbie del deserto grazie ad unico miracolo: un rivolo d’acqua.
Si pranza e si va via.
Perchè il giorno dopo si parte per il Senegal.
Dopo tanto deserto, l’obiettivo è uno solo: un pò di mare.
Ed i nostri amici della Paris-Dakar ci dicono che poco dopo il confine c’è una piccola oasi di paradiso, Saint-Louis, prima capitale delle colonie francesi in Africa Occidentale, ex capitale del Senegal-Mauritania fin quando i due paesi si divisero, paradiso del jazz (del resto, il nome…Saint-Louis), dove trascorrere qualche giorno in relax.
Nelle 7 ore di jeep che ci separano dalla frontiera, possiamo vedere la vegetazione cambiare, e diventare sempre più rigogliosa: passiamo dal deserto alla savana, dalle tende beduine ai villaggi in riva al fiume, lungo il parco naturale di Djoudj, una delle riserve ornitologiche più importanti al mondo…Un’aquila si è alzata in volo a 1 metro da me!! La frontiera del Senegal ha già dato l’idea del diverso carattere di questa terra, rispetto alla Mauritania: più rigogliosa, più vivace, meno islamica (anche se si dichiara tale) e più…Traffichina.
Insomma, passare la frontiera ha richiesto una serie di Dazi inattesa tipo libri al doganiere, qualche soldo in pù rispetto al previsto…Stremate arriviamo a Saint-Louis: INCREDIBILE! L’aspetto è ancora quello di una città coloniale, e si sviluppa sia sulla terraferma, su un’isola e in parte lungo la Penisola della Langue de Barbarie, alla foce del fiume Senegal.
L’isola si raggiunge attraverso il Pont Faidherbe, dicono costruito da Eiffel…Invece il quartiere situato sulla penisola (detta Guet N’Dar) è la zona più animata della città, e ospita oggi una comunità di pescatori…Barche coloratissime disseminate lungo tutta la costa che riportano i nomi dei proprietari, con simboli che rappresentano sia il clan che i miti locali.
Facciamo base all’Hotel Cap-Sant Louis, splendido resort sull’isola che si affaccia da un lato su fiume Senegal e dall’altro sul mare…Poi girovaghiamo per la città, visitando l’ufficio postale, la cattedrale, baretti in musica e ristorantini.
Personalmente, mi sono trovata con amici del posto anche in uno stadio gremito per un concerto di musica senegalese, o a tirar tardi in vivacissime discoteche in cui è frequente assistere a danze locali.
Mi sono comunque e sempre sentita di casa. A differenza di Nouakchott, Saint-Louis sa bene cosa sia il turismo…E come mettere a suo agio i visitatori.
Purtroppo non c’era più tempo per continuare la nostra visita del Senegal: raggiungere Dakar è stato l’ultimo spostamento possibile, per poi riprendere un aereo che ci riportasse, facendo scalo a Nouakchott, di nuovo a Tunisi e poi a Roma.
Pochi consigli per chi vuole visitare entrambe i paesi nello stesso tempo: – il visto per la Mauritania vale per una sola entrata (non per un determinato di arco di tempo), quindi se volete arrivare in Mauritania, allungarvi per un giro in Senegal e ritornare indietro, fatevene mettere almeno 2.
– partite con compagni di viaggio amanti dei lunghi spostamenti in automobile, e che non soffrano il mal di schiena – dotatevi di contanti – mischiatevi il più possibile con la bellissima realtà locale ma fate attenzione: in Mauritania rispettate l’introversione e i silenzi della gente del deserto, mentre considerate che il Senegal, a parte SaintLouis, è pericoloso perchè viene fuori ora da una schiavitù moooolto recente. – Organizzatevi bene da prima, altrimenti le comodità occidentali nel mondo africano costano (già il volo si aggirava sui 700 euro).
Buon viaggio! Paola