Massachusetts da scoprire: Boston e dintorni
Periodo: 21/06/2009 – 28/06/09 Spesa approssimativa volo + alloggio: 750 € a testa.
Secondo viaggio negli States.
Dopo New York, la nostra seconda visita decidiamo di farla ancora più a nord, in quello Stato culla dell’indipendenza Americana: il Massachusetts.
L’emozione di partire per gli Stati Uniti è sempre molto forte, e la felicità è sempre alle stelle.
Il 21 Giugno 2009 io ed Ale ci imbarchiamo su un boeing 747 Airfrance con destinanzione Boston, Logan International Airport.
Abbiamo acquistato il biglietto aereo direttamente sul sito dell’ Airfrance per 400 euro, scalo a Parigi CDG, dove a causa di un problema di OVERBOOKING! (mannaggia alle compagnie aeree!) rimaniamo fermi un paio di ore più del previsto per poi ripartire in direzione Stati Uniti.
In aereo trovo riconferma della gentilezza insita nel popolo americano (che io ormai tanto amo!): il mio vicino di posto, un bostoniano sulla cinquantina, inizia a parlarmi della sua città, di cosa vedere, di cosa non vedere, dove mangiare, dove andare, e ad un certo punto inizia a stilarmi una lista di posti nei quali poter andare a mangiare a poco prezzo, un certo numero di club nei quali poter andare a bere qualcosa la sera… Rimango nuovamente senza parole per la gentilezza e la disponibilità che gli americani hanno costantemente nei confronti degli stranieri. Li adoro! Atterriamo dopo poco più di 6 ore al Logan, dove purtroppo troviamo ad accoglierci un tempaccio freddo e piovoso! La così detta “shower”: una pioggerellina fine fine, fastidiosa fastidiosa, che quasi non la senti addosso, ma che ti lava completamente! Passati i rigidi controlli americani, usciamo dal Logan e ci dirigiamo verso il nostro hotel: il MILOTN HOTEL, 78 Charles Street South. Consiglio il Milton a tutti coloro che desiderino alloggiare nel centro della città (si trova nel quartiere dei teatri a 1 minuto dal Boston Common) a poco prezzo. Gli Hotel a Boston sono tutti piuttosto cari, al Milton 7 notti in camera doppia ci sono costate 700 € (a testa quindi 350). L’hotel l’abbiamo prenotato tramite il sito Hotels.Com, che rispetto ad Expedia aveva una tariffa più vantaggiosa.
La camera non è grandissima, ma è comunque pulita e graziosa, il bagno invece è veramente grande! E la cosa ci ha molto stupiti, in maniera positiva! Per lo spostamento aeroporto/hotel, consigliamo vivamente di prendere il taxi, in quanto, se provvisti di valige, la metro di Boston può risultare scomoda. Alcune linee sono fornite di tram con alti gradini e soltanto 2 vagoni, quindi si richia (come è successo a noi) di dover salire i gradini con la valigia comunque pesante e avere grosse difficoltà ad entrare perchè il posto è poco e la gente tanta. Una faticaccia! Ricordo a tutti di sottoscrivere una polizza assicurativa prima di partire per gli States, in quanto anche solo una visita per un semplice mal di pancia costerebbe un patrimonio (siamo tutti a conoscenza immagino della situazione sanitaria Americana). Noi ci siamo affidati per la seconda volta a viaggiaresicuri.Com. Le tariffe sono le più vantaggiose che abbiamo trovato sul web e non. Fortuntamente non ne abbiamo ancora avuto bisogno, e speriamo sinceramente di non averne neppure in futuro! Il sito da’ la possibilità di sottoscrivere tre tipi di polizze, con diverse coperture e massimali. Noi abbiamo scelto l’Argento, per un costo di 37 euro a testa, che offre oltre ai soliti servizi sanitari, copertura su perdita bagaglio, ritardo aereo, dirottamento con dei massimali notevoli.
Arrivati in Hotel lasciamo le valige e andiamo a fare cena. A causa del ritardo nella partenza da Parigi arriviamo a Boston intorno alle 19.00. Quindi il tempo di una doccia, cena al Legal Seafoods vicino all’albergo (una catena di risotranti a base di pesce di alta qualità, si mangia molto bene, ma i prezzi non sono tra i più economici), e dritti a letto. Domani ci aspetta una lunga giornata! A causa del fuso orario alle 3 siamo già con gli occhi sbarrati, ma con un pò di sforzo riusciamo a riposarci fino alle 8 del mattino. Il Milton offre la colazione ai suoi ospiti, ma noi preferiamo strafogarci di donuts e di caffè Sturbucks a pochi passi dall’albergo per entrare subito nell’atmosfera USA!! Passeggiamo per il Boston Common con le nostre tazzone di caffè alle 8.30 del mattino, ed è bellissimo vedere la città ancora un pò annuvolata mentre si sveglia. Ci dirigiamo verso la Massachusetts State House con la sua cupola dorata e passati i controlli iniziamo una visita da “autodidatti”. Un gentilissimo signore americano, vedendoci un pò spesati, si ferma e inizia a raccontarci la storia della State House e ci indica cosa vedere all’interno. Le varie statue, la stanza delle bandiere… Io, nuovamente, rimango senza parole. Lo ripeto: AMO GLI AMERICANI! Dopo aver passeggiato per i corridoi del Palazzo del Governo ci inoltriamo in Beacon Hill. Cosa dire su Beacon Hill? Assolutamente la zona residenziale più bella che ci sia! A neppure un isolato dal centro città, queste viette sono immerse nel verde, gli uccellini cantano, le casettine sono stupende, in mattoni rossi, una accanto all’altra… Louisburg Square, Mount Vernon Street, Acorn Street, rimmarrano per sempre nel mio cuore.
Iniziamo poi a seguire il famoso Freedom Trail: il percorso della libertà. Libertà che ha segnato la storia americana e di Boston, sua scenografia principale.
Ci fermiamo per una visita all’Old Granary Burying Ground, passeggiamo tra le tombe di Paul Revere, John Hancok, Samuel Adams, pietre fondamentali per l’indipendenza degli Stati Uniti.
Boston è una città piuttosto piccola. La si gira in fretta e facilmente. Sulla mappa tutto sembra distante, ma in realtà è tutto molto vicino. In pochissimo tempo arriviamo all’Old State House, sede del governo britannico dal 1713 al 1776, e dopo una vista veloce ci dirigiamo verso il Quincy Market, un mercato al coperto pieno di chioschetti nei quali poter mangiare. Si va dagli hot dog al cibo cinese alla pizza. E’ un mercato stracolmo di gente, particolare per la sua cupola in vetro. Difficile trovare posto per sedersi a mangiare un boccone in tranquillità, ma sicuramente è d’obbligo farci una visita.
I primi due giorni li passiamo dunque seguendo il freedom trail e visitando i vari siti storici. Boston mi ha regalato una strana sensazione, quella di essere circondata da mura pregne di storia, l’importante storia degli Stati Uniti d’America. Vedere il sito del Massacro di Boston, l’Old North Curch dalla quale Paul Revere iniziò la sua famosa cavalcata, vedere la tomba di John Hankock e Samuel Adams, firmatari della dichiarazione d’indipendenza (anche se non si è certi siano ancora nelle rispettive tombe), il sito del Boston Tea Party… Tanti dicono che gli Stati Uniti siano privi di storia, ma la loro storia la hanno eccome! Non sarà lontana come quella di Israele, di Atene e di Roma, ma è comunque una storia fondamentale per quello che è oggi il mondo, e vederla, toccarla con mano è sicuramente una bella ed importante esperienza.
Il martedì pomeriggio imbocchiamo la metro direzione Cambridge. Harvard mi sta aspettando! La cosa che più mi emozionava vedere era proprio lei: la Signora degli Stati Uniti d’America, la prima Università nata negli States e la più rinomata del mondo. Entrare nel suo campus è stata un’emozione unica! Appena usciti dalla metro un gruppo di ragazzi ci ha accolto suonando tamburi a tempo di musica. Mi sentivo entusiasta! Abbiamo passeggiato per il campus, abbiamo incrociato un sacco di ragazzi provenienti da diverse parti del mondo (molto con delle facce neppure tanto sveglie) e purtroppo non siamo potuti entrare alla magnifica Widener. Solo i possessori della Harvard Card possono entraci. Che tristezza! Dopo aver acquistato un paio di gadget (non potevo tornare in Italia senza felpa e cappellino) riprendiamo la metro e facciamo una sosta al MIT.
Non avrei mai creduto, ma forse il Massachusetts Institute of Technology mi emoziona più della Signora.
Visitiamo il Museo e camminiamo per i corridoi dell’Istituto, passando accanto a laboratori di ricerca di fama mondiale. Che sensazione!! Non ne sarei più uscita. Il campus del MIT è grande 10 volte quello di Harvard! E’ una città, grande quasi quanto il mio paese! Vediamo lo Stata Center, la pazzesca costruzione di Gehry. Che geometrie sensazionali! Fantastico trovarmi lì sotto…
Si è però fatto tardi, quindi torniamo verso il centro e ci fermiamo a fare cena in un Pub segnalato sulla nostra guida Mondadori (preferiamo sempre la Lonely, ma purtroppo in Italia non si trova quella dedicata al New England). Il pub è il Durgin Park, a Faneuil Hall, e lo scegliamo perchè è segnalato per i famosissimi BAKED BEANS di Boston!! Vogliamo assolutamente provarli!!… Non l’avessimo mai fatto!! Sono dei fagioli cotti con lo zucchero. Quasi dei fagioli al caramello. Volevamo tanto assaggiarli… Risultato: dopo una cucchiaiata, sono rimasti tutti lì nella loro ciotolina. Vedete un pò voi, se credete che il vostro stomaco possa sopportarli assaggiateli, se no lasciate perdere! La carne è comunque molto buona, ed i prezzi abbordabili.
Il mercoledì mattina andiamo a ritirare la macchina affittata su internet. Quando andiamo in qualche posto ci fa’ sempre piacere affittare l’auto per poterne vedere i dintorni, e in Massachusetts credo veramente sia d’obbligo. Boston la si vede in poco tempo, e lo stato merita di essere visitato. In una settimana purtroppo il New England intero non si può vedere tutto, e quindi decidiamo di farci la costa del Massachusetts: da Rockport a Cape Cod.
Affittiamo la macchina con Alamo. Tre giorni 122 dollari. Un prezzone! Purtroppo mercoledì è ancora brutto, piove a dirotto, e ci spiace andare sulla costa con la pioggia. Decidiamo quindi di dedicare la mattina al Museo Kennedy, alle porte della città.
Il museo è uno dei più belli che abbia mai visto a causa del coinvolgimento totale che ti dà. E’ interessante, bello, ti presenta un sacco di storie, momenti storici, fatti. Ci chiudiamo nel museo l’intera mattina e all’uscita ci dirigiamo verso l’ICA, l’Istituto d’Arte Contemporanea di Boston. Costa 16 dollari l’entrata, e scopriamo che il giovedì sera è gratuito, quindi decidiamo di tornarci prossimamente.
Il pranzo di oggi è un pranzo sensazionale. Mi raccomando, se andate a Boston, non potete perdere il mitico SOUTH STREET DINER 178 Kneeland St. Il Massachusetts è il paese nel quale i diners sono nati, e il South Street è il più antico di Boston. I prezzi sono ridicoli e il locale è tipico e particolare. Non si può perdere! Una sorta di “Pitch Pit”, per chi ricorda i vecchi tempi di “Beverly Hills 90210”. Una mega frittata con contorno di patate (il piatto è enorme) ci è costata 6 dollari! NON PERDETEVELO!! Aperto 24h su 24h! Dopo pranzo andiamo a fare una passeggiata in Newbury Street e Boylston Street, le via alla moda di Boston. Tantissimi negozi d’abiti, il famoso Apple Store, le casette in mattoni rossi. Ci spingiamo fino alla Trinity Church, una delle Chiese più importanti d’America, con il suo bellissimo riflesso sulla John Hancock Tower, il grattacielo più alto del New England.
Cena al famosissimo Hard Rock Cafè! Parcheggiare a Boston è un’impresa. In centro è impossibile, ed averla lasciata in un parcheggio custodito per un ora e mezza ci è costato 22 dollari! Girare in macchina a Boston è ugualmente impossibile! E’ piena di sali/scendi, sensi unici, e perfino Ale, che in macchina si sente a casa sua in qualsiasi parte del mondo, ogni tanto ha imprecato contro le vie e i sensi unici di questa città! Giovedì ci alziamo presto e partiamo alla volta di CAPE COD, questa lingua di terra affacciata sull’Oceano abitata da lunghe spiagge, fari, e tanto verde. Fortuntamente oggi il tempo ci è clemente! Un bellissimo sole brilla alto nel cielo! Prima tappa: PLYMOUTH, la piccola cittadina nella quale i primissimi pellegrini britannici sbarcarono a bardo della loro Mayflower. Facciamo quattro passi sul lungomare della città, buttiamo un occhio sulla Mayflower e via, di nuovo in pista! Avremmo voluto fermarci alla Plymouth Plantation, la ricostruzione di un villaggio di pellegrini, ma purtroppo il tempo stringe, e tiriamo dritto.
Il paesaggio che offre il Massachusetts è bellissimo. Ovunque troviamo casettine di legno con annesso giardinetto di qualsiasi colore, alberi, tanto verde, tante caserme dei vigili del fuoco.
La prima tappa in Cape Cod è CHATHAM, con la sua lunga spiaggia e il faro che spunta in cima alla collina. Dopo una breve sosta, una corsetta sulla spiaggia, e dopo aver ammirato le solite bellissime case (questa volta però non avvolte nel verde, ma a picco sul mare), risaliamo in macchina per proseguire il percorso lungo la costa. Ci fermiamo a MARCONI BEACH, dove i ranger sono pronti ad accoglierci… E a farci pagare l’entrata alla spiaggia di 15$! La vista della spiaggia dall’alto è bellissima. L’Oceano e le sue onde mosse dal vento creano uno spettacolo sensazionale. Per la prima volta vedo i surfisti americani dominare i cavalloni. Scendiamo i gradini fino ad arrivare sulla spiaggia. Ci riposiamo un pò. Il vento tira alla grande e smuove l’Oceano, creando una fitta nube di salsedine sulla spiaggia.
Passeggiamo fino a raggiungere la vetta dalla quale Marconi per la prima volta trasmise onde radio al mondo. Ci fermiamo ancora ad HIGHLAND per salire sul suo piccolo faro. Questo faro intorno al 1880 venne spostato più internamente sulla costa perchè la continua erosione delle rocce da lì a poco l’avrebbe fatto cadere in mare. Non ero mai entrata in un faro prima d’ora, è molto carino salire i piccolissimi gradini cercando di non sbattere la testa e guardare il paesaggio, il mare, da così in alto.
Proseguiamo in cerca del faro di RACE POINT, che però non riusciamo a raggiungere, ma ci godiamo il tramonto dalla sua bellissima spiaggia: la RACE POINT BEACH.
Dopodichè dritti verso PROVINCETOWN, la cittadina più attiva di Cape Cod. Provincetown è una cittadina molto pittoresca ed eccentrica all’estremo nord del capo, popolare località gay. Le casettine in legno piccole e colorate sono tutte ammassate sulla via principale, piena di gente e di vita.
Passiamo un pò di tempo a Provincetown, ma il giro di oggi ci ha veramente stremati nonstante la maggior parte del tempo sia stata passata in macchina. Intorno alle 19,00 ripartiamo verso Boston. Il pranzo e la cena oggi sono stati consumati “alla buona”. In mattinata abbiamo incrociato un piccolo market sulla strada e ci siamo fermati a comprare due cosette da mangiare, che ci hanno fatto risparmiare tempo sia a mezzogiorno che alla sera.
A Boston riusciamo a parcheggiare piuttosto vicino all’hotel, su Tremont Street (nel caso in cui prendiate la macchina, in Tremont Street è consentito il parcheggio, a pagamento dall 8 alle 19), dopodichè, dritti a letto!! In macchina passiamo la serata ascoltando la musica di Michael Jackson alla radio senza capire il perchè… Lo scopriremo solo la mattina seguente grazie al Boston Globe.
Venerdì mattina è invece la volta del Nord, direzione ROCKPORT. Arrivati alla macchina troviamo una bella sorpresa appiccicata al parabrezza: una simpatica multa! Erano le 8.45 e i policemen avevano già svolto il loro dovere lasciandoci un’ammenda-ricordo! Non ci abbattiamo! Saliamo in macchina e partiamo comunque entusiasti! La prima tappa di questa giornata è SALEM! La città delle streghe! Alla fine del 1600 in questa piccolissima città ebbe inizio la psicosi collettiva che portò alla morte ed alla condanna di diverse donne (e non, anche cani!) per stregoneria. Salem è anche la città di Nathaniel Hawthorne, ed è una piccola cittadina di mare, con un porticciolo tanto tranquillo. Visitiamo il museo delle streghe (nulla di eccezionale) e ripartiamo verso Rockport.
Se devo essere sincera la parte Nord l’ho apprezzata maggiormente rispetto a Cape Cod. Il verde è così fitto… Sembra davvero di essere in montagna. Ogni tanto si apre però uno squarcio di vista sul mare, sui faraglioni che abitano questa bellissima costa.
Arriviamo a Rockport per pranzo. Il piccolo paesino di pescatori è carinissimo, più di Provincetown. Ci fermiamo a mangiare la tipica aragosta (in Massachusetts si mangia aragosta in tutte le salse!) in un ristorantino sul mare (consiglio il LOBSTER POOL RESTAURANT, 329 Granite St. Rimane leggermente fuori dalla cittadina, ma la vista è bellissima e i prezzi abbordabilissimi) e dopo pranzo ci salta in mente la cattiva idea di prenderci il gelato artigianale in un chioschetto sul porto… Il cono più piccolo è grande quanto un pallone da calcio, e mangiarlo senza farselo sciogliere in mano è un’impresa veramente dura! Ci rimettiamo in pista con direzione Gloucester. Il viaggio verso Gloucester è stato interrotto solo da una piccola sosta vicino ad un campo da Baseball. Un gruppo di bambini è intento a disputare una partita, e io imploro Ale di accostare e di farmela guardare! Eravamo spersi in mezzo al verde, in un paesino non ben identificato, tutti presi dalla partita a fare il tifo insieme alle famiglie di questi bambini! Il viaggio a Boston mi ha fatto scoprire il Basball, le sue regole, e mi piace! (il tifo per i Red Socks è a diro poco smodato!) Alla fine della partita ci rimettiamo in macchina e raggiungiamo GLOUCESTER, dove si stava tenendo la festa di Sant’Agrippina. Giriamo per il LUNA PARK, passeggiamo sul lungomare, ed è ormai ora di tornare a casa…
Gli ultimi due giorni li passiamo ancora in giro per la città: LITTLE ITALY (consigliamo il ristorante La Famiglia Giorgio’s 112 Salem St. Per un pasto veloce, buono, ed economo, oppure l’ANTICO FORNO, sempre in Salem St. Al 93.) CHINA TOWN, ci spingiamo fino a CHARLESTOWN per visitare la USS CONSITUTION, la nave da guerra più antica degli Stati Uniti d’America, passeggiamo sul bellissimo lungomare di Back Bay, vistiamo la casa di PAUL REVERE in North End. Rivediamo Beacon Hill (e un pezzo di cuore lo lascio tra quelle vie), ripasseggiamo per la Newbury facendo un pò di convenientissimo shopping, e la domenica dopo pranzo ci dirigiamo verso il Logan (questa volta in taxi!!!), con la storia degli Stati Uniti nella testa e la voglia di ritornare in New England presto per scoprire gli altri suoi fantastici stati.