Marsa Mathrou
Volo. Parcheggiamo l’auto al Park and fly (www.parkandfly.it) di Fiumicino per € 40 tutta la settimana e spicchiamo il volo delle 7,05 (posti 21) con la compagnia Blue Panorama facendo scalo (ma questa è una novità che tutti apprendiamo al momento) a Napoli. Alle 12,10, ora locale e ora italiana (non dobbiamo spostare le lancette dell’orologio), atterriamo all’aeroporto militare di Mersa Matruh.
Il volo del ritorno è previsto con partenza alle 21,30. Dobbiamo lasciare le stanze alle 12 e il villaggio alle 18. Ci mettono a disposizione delle camere di cortesia ma, se si vorrà restare nelle proprie, si dovranno pagare € 25 a stanza. Bellissime le frasi scritte sulla salvietta rinfrescante e che… faccio un po’ mie: “Il popolo egiziano ti offre il suo bene più prezioso: il sole. Con i suoi raggi esalta l’importanza e la maestà delle piramidi. Ammanta di luce riflessa le illustri città del Nilo. Accarezza le magnifiche spiagge del Mar Rosso e del Mediterraneo. E apre alla vista il fondo marino con i suoi ricchi colori. Per questo non ti sorprenderà scoprire il sole anche nei sorrisi e nell’accoglienza del popolo egiziano. Benvenuto nella terra del Dio Sole”. Valigia. Il peso massimo per ogni valigia è di kg 15 e ogni chilo in più costa € 10. A Fiumicino alcuni passeggeri al check in avevano già fatto avvolgere nel cellofan il proprio bagaglio pagando, magari per soli 3 kg in più, il corrispettivo di € 30. Anche al rientro fate attenzione al peso delle valigie! Saranno ancor più fiscali, considereranno nel conteggio dei chili anche i bagagli a mano e ogni kg in più potrà essere imbarcato pagando € 10 o lire egiziane 75. Pena: lasciare il peso in eccesso in Egitto. Ovviamente non si potranno portare nel bagaglio a mano liquidi e se avrete per caso acquistato dei palloni da calcio ve li vedrete sgonfiare uno per uno! I voli sono stati sempre in perfetto orario. Abbiamo percorso i circa km 2.500 di distanza alla velocità di 800 kmh e a 9.500 mt di altezza. Nonostante all’andata fosse l’ora della colazione e al ritorno quella di cena vi vedrete servire, in entrambi i casi, due biscottini, un pacchetto di taralli salati e una mousse di mela oltre a qualche drink. Transfert. All’aeroporto ci aspettavano tre pullman per condurci, insieme agli altri 150 circa passeggeri, in una mezz’oretta scarsa, percorrendo circa 15 km, al resort. Eravamo scortati dalla polizia, ma ci rassicuravano sulla tranquillità degli egiziani e sulla buona considerazione dei turisti. Paesaggio. Il tragitto aeroporto-villaggio è un susseguirsi di case basse color sabbia costruite in mezzo ad aree sterrate dove qualche cespuglio dà un tocco di colore. Ogni tanto spuntano palme, poca gente che si affaccia curiosa o fa capolino da dietro una saracinesca sgangherata. Dei bambini corrono lungo il ciglio della strada (non vi è un vero e proprio marciapiede) e ci salutano mentre fanno lo slalom tra cumuli di macerie di edifici in costruzione e di immondizia. Di colpo, però, lo scenario cambia, ci ritroviamo a costeggiare un mare turchese che illumina i nostri occhi e improvvisamente fa passare la stanchezza e un minimo di sconforto iniziale. La costa alterna bacini lagunari a tratti di scogli e rocce. Non vi è la barriera corallina ma le sfumature di celeste sono eccezionali! Trasporti. Pochi sono i taxi che vediamo sulle strade, a volte sono irriconoscibili (comunque tendenzialmente bianchi con la parte centrale celeste) e ancora non molto abituati a fermarsi su richiesta dei turisti causa il problema della lingua: molti non ne comprendono una differente dalla loro. Parecchi mezzi di trasporto locali sono le carette: grosse carriole trainate da asini. Clima. In linea d’aria ci troviamo più a nord del Mar Rosso e più a sud della nostra penisola per cui il clima è molto mite: una sorta di primavera inoltrata, siamo sui 25°C e le previsioni sono ottime. In realtà il nostro villaggio è l’unico aperto per un “esperimento” in quanto le altre strutture turistiche aprono durante il periodo migliore per villeggiare che va da maggio a inizio ottobre. Io consiglio giugno-primi di luglio. Spiagge. Le più belle si trovano proprio nei dintorni della città: Agiba/Aghiba che significa splendida con le sue grotte naturali, le sue baie d’acqua trasparente; Rommel che attornia l’isola di Rommel alla quale si accede con l’auto di fronte al porticciolo; Alam el Rom; quelle sul lungomare di Marsa Matrouh dove sorgono gli “stabilimenti” accessibili solo agli egiziani (non è consentito a noi turisti metterci in costume) e che sono Lovers, Mubarak… E El Obayed/Abyad, la nostra, dalla quale, in una mezz’oretta di passeggiata tranquillissima, tra tratti sabbiosi, scogli dalle sfumature rosa modellati dal vento, rocce da paesaggio lunare, si raggiunge una duna di sabbia bianchissima dalla consistenza della cipria. Villaggio. Il Carols Swan Club (o Carols Beau Rivale: www.carolshotels.com) si estende su una area di 40.000 mq, si trova direttamente sulla fantastica spiaggia di El Obayed, lambita da acque cristalline e attrezzata con lettini, ombrelloni e teli mare (non dimenticate alla fine del soggiorno di restituire la relativa tesserina altrimenti vi verranno addebitati € 10 a telo!). E’ la meta ideale per vivere la vacanza all’insegna del relax, del mare, in coppia e insieme alla famiglia: sono numerosissimi i bimbi presenti! C’è qualche single o gruppo di amici/amiche, ma considerate che il villaggio è in mezzo al nulla e quindi si ha la possibilità di socializzare “solo” con gli altri massimo 500 clienti e/o con lo staff! Camera. Alloggiamo in una delle 300 stanze, la pulitissima 3309, grande una 40a di mq, con aria condizionata, telefono, TV satellitare (vediamo chiaramente tutti i canali RAI e Mediaset), asciugacapelli, cassetta di sicurezza, frigorifero (con due bottigliette d’acqua di benvenuto), con un bagno altrettanto enorme fornito addirittura di bilancia e specchio basculante, un largo balconcino e affaccio fronte piscina e mare! Non c’è nessun problema ad usare l’acqua corrente per lavarsi i denti, acqua che esce sempre calda e in abbondanza. L’addetto alle pulizie della stanza ogni giorno si diverte a farci trovare gli asciugamani piegati nelle più differenti forme, dal cigno, al coccodrillo, al bambino, al fiore. Mangiare. Diversi sono i bar e ristoranti che ci offrono un servizio all inclusive. Presso il ristorante principale La Veranda la cucina è internazionale e propone una vasta scelta di verdure cotte e crude consigliatissime perché lavate accuratamente, pesce (assaggiate il Buri) o carne alla brace e cotti in altre maniere, pasta preparata al momento (certo, non stiamo in Italia), frutta di tutti i tipi (mele, arance, mandarini, pompelmi, pesche… ) tra cui, assolutamente da non perdere, i guava (esteticamente simili a limoni, da tagliare trasversalmente e mangiare con il cucchiaino come si fa con i kiwi dal sapore dolciastro, molto profumati e ricchi di vitamine), i cantalop dei meloncini tondi verdi, gli arancash aspri ma sfiziosi frutti dalle dimensioni di olive e dal colore arancione, le commethra le loro pere dal sapore tra la nostra pera e la mela, ma meno consistenti e più succose, le banane dolci e dalla polpa di un ocra tendente al rosa e gli immancabili energetici datteri al naturale, molto carnosi e non stucchevoli (anche se il 60% è costituito da glucosio oltre che da ferro, magnesio). Certo, alla fine della settimana le tante proposte si ripeteranno quotidianamente e vi risulteranno un po’ monotone, ma la qualità è buona e volendo si può alternare il pasto del ristorante principale con quello servito presso il bar della piscina, il Siwa Pool Bar, con magnifica vista sul mare, dove in tarda mattinata e nel primo pomeriggio sforneranno pizza, prepareranno hot dog, kebab tutto sempre accompagnato da bevande analcoliche, succhi, te, infusi vari. In tarda serata, invece, sarà presso lo Yanni Lobby Bar che potrete sorseggiare, a pagamento, cocktails esotici. Una serata sarà a tema per cui preparatevi a gustare il cous cous ma soprattutto i tanti dolci locali, ricchi di miele e frutta secca. Sappiate che il caffè espresso italiano lo pagherete come se foste seduti a piazza Navona. Centro benessere. La struttura dispone di un Centro Spa con piscina interna riscaldata, possibilità di fare differenti massaggi (dagli € 30 in su per una mezz’ora di trattamento) e bagno turco-sauna-vasche idromassaggio (utilizzarle un’ora complessivamente costa € 10). Personalmente non ho fruito di questo servizio, ma chi lo ha fatto non se ne è pentito, anzi, lo ha replicato! Attività sportive. Vi è una piscina enorme per adulti e una per bambini; la possibilità di praticare sport acquatici (ma ad aprile l’acqua è troppo fredda), beach volley, calcio brasiliano. E’ presente, vista sul mare, anche una piccola palestra con due tapis roulants e altri attrezzi nuovi di zecca. Animazione. L’intrattenimento sia diurno che serale è fortunatamente molto soft e discreto composto da giovanissimi alle prime esperienze, che coinvolgono (debolmente o cercano di farlo) in tornei di freccette, partite di pallavolo in spiaggia o lezioni di balli latino americani. Appena fuori, ma sempre all’interno della struttura, in prima serata organizzano dei giochi di gruppo presso la Cha Cha Disco dove ci si potrà anche “scatenare” fino alle 2 massimo. Durante la serata egiziana si potranno vedere spettacolini caratteristici presentati dai locali: una donna prosperosa per la danza del ventre, una sorta di derviscio danzante… Altri servizi. Vi è il medico h24, la lavanderia, il miniclub. Fumo. In Egitto non vi è il divieto di fumo nei luoghi pubblici o comunque nei locali chiusi per cui anche all’interno del ristorante o mentre vi rilassate presso uno dei bar o la hall del villaggio preparatevi ad una boccata di fumo passivo! Sigh, solo in queste occasioni si comprende bene il grande risultato che abbiamo ottenuto in Italia con la legge che tutela la salute di noi non fumatori! Escursioni. Non si possono fare in piena libertà. Ancora non si può stabilire, a meno che non parliate arabo, ma sarà ugualmente difficile, un contatto con i locali per farsi portare a destra e a manca. I tassisti non sono abituati a sostare davanti l’hotel come succede normalmente e alla reception, per non prendersi responsabilità, non offrono il servizio di chiamarli. Per muoversi bisogna fare riferimento al corrispondente locale del tour operator, nel nostro caso alla Swan che, a sua volta, si appoggia alla National Travel Service. · Ci si può immergere nell’atmosfera del deserto, degustare un te sotto la tenda beduina dopo una cammellata per € 25 con partenza alle 15,30 e rientro alle 20. · Grazie a una motorata si possono attraversare le piantagioni locali, fermarsi per un te presso un accampamento per € 60/70 con partenza alle 15,30 e rientro alle 20. · Ci troviamo presso l’ultima città prima della frontiera con la Libia nella località dove il maresciallo tedesco Rommel vi insediò il suo quartier generale conducendo la battaglia decisiva di El-Alamein nel 1942. Volendo si può visitare il museo a lui dedicato. · El-Alamein dista 170 km e per vedere il cimitero si spendono € 40, si parte alle 7 e rientra alle 14. Personalmente ero interessata al museo con i reperti della seconda guerra mondiale e soprattutto al monumento ai 4800 connazionali morti lontano da casa in un’area così inospitale. Immagino sarebbe stato emozionante pregare sul luogo i caduti di qualsiasi nazionalità, ma su 300 ospiti del villaggio io e il mio boy eravamo gli unici a voler effettuare l’escursione per cui… Niente numero minimo raggiunto per effettuarla e nessun altra possibilità per recarci lì (uffa!). · Alessandria la si può raggiungere dopo 290 km pagando € 90 con partenza alle 6 e rientrando alle 20. · Molto impegnativa è la gita, perché dista 450 km, a Il Cairo sborsando € 110 con partenza alle 3,30 e rientro alle 23,30. · Decidiamo di andare all’Oasi di Siwa a 306 km dal villaggio, pagando la non economica cifra di € 100 a persona. Ci preparano una colazione al sacco perché partiamo alle 6. Conosciamo il preparatissimo e simpatico Omar, un musulmano de Il Cairo che parla un italiano perfetto. Prima sosta presso un autogrill, se così si può chiamare un bar sperduto in mezzo al deserto. Durante le tre ore di viaggio, la guida ci spiega un po’ il deserto del Sahara dove Sahara significa vuoto e deserto=abbandonato perché deriva dal verbo latino deserére=abbandonare. Il paesaggio mostra distese terre aride sulle quali spiccano delle dune con alla base una pietra dura e la cresta piena di sabbia che cambia a seconda del vento che la modella. Molti sono i cammelli – che campano fino a 25 anni e possono vivere anche 2-3 settimane senza acqua – che pascolano tutto il giorno in ampie aree e tornano da soli presso l’area della tribù alla quale appartengono. Sono i beduini, ossia coloro che vivono allo stato naturale, nella terra primitiva (beduino non è una razza, ma un aggettivo) che si dividono queste ampie e desertiche zone e sono spesso di religione musulmana. Stiamo raggiungendo un’oasi vicina alla parte del deserto libico, nel territorio del Governatorato di Matrouh, quasi al confine con la Libia. Situata nella profonda depressione di Qattara, a mt 18 sotto il livello del mare, estesa 1.000 kmq, Siwa grazie alla ricchezza delle sue acque (ci sono quasi 300 sorgenti) ha un’abbondante produzione di datteri, quasi 800.000 palme di ottima qualità, di olive, di carcadé, di menta…, acque che vengono anche sfruttate da un’impresa italo-egiziana che le imbottiglia e commercializza in gran parte dell’Egitto. In questa area viene parlata la lingua berbera e i circa 15.000 gli abitanti risiedono ai piedi dell’antica cittadella di Shali, dall’architettura molto suggestiva, costruita quasi tutta con materiali salini presi sul luogo. Con l’umidità queste costruzioni tendono a sciogliersi, per cui ogni pioggia richiede lunghi restauri. Fortunatamente piove poco, ogni 20 anni, ma è pur vero che, quando ogni 100 anni circa viene giù il diluvio, può sciogliere anche una fortezza, come accadde nel 1925. Inizialmente queste persone si sentivano libiche, ma negli anni ’60 il Governo impose a tutti la carta d’identità, rendendoli legalmente egiziani. Dopo essere stata per tanti anni una località poco raggiungibile oggi Siwa si sta aprendo al turismo, con ottime prospettive, potendo offrire la sua vegetazione rigogliosa, numerose vasche di acqua dolce sorgiva a diverse temperature per i bagni e anche sabbie particolarmente indicate per la cura delle ossa, dei reumatismi. La nostra prima destinazione è il Monte dei Morti (Tombs of the Deads Mountain – lire egiziane 25) nato come tomba a forma di piramide con le tre punte che rappresentano i raggi del sole dove gli egizi seppellivano i nobili, conserva ancora affreschi del 500 a.C.. Successivamente, durante l’epoca greco-romana, fu utilizzato per seppellirvi i sindaci mentre durante le guerre servì come bunker. Lasciamo il pullman per salire, a gruppi da cinque, su quelli che saranno i nostri mezzi fino alla fine della giornata: delle imponenti jeep. Siamo in una paesaggio da presepe! E’ poi la volta del tempio dell’Oracolo di Zeus Amon (dio sole per gli egizi, assimilato dai Greci a Zeus) presso il quale si recò, tra gli altri, Alessandro Magno nel 331 a.C. Per consultarlo prima di farsi proclamare figlio del dio. Per i grandi vincoli che univano il conquistatore macedone all’oracolo, molti sostengono che egli abbia scelto di farsi seppellire proprio nell’oasi e non ad Alessandria, come comunemente si ritiene. Ultima tappa della mattina alla sorgente termale detta Bagni di Cleopatra perché da queste parti pare che Cleopatra sia venuta ad immergersi nelle calde acque utilizzate poi dalle future spose. Pranziamo presso l’hotel Shali Siwa dove ci forniscono anche delle camere di cortesia e ci danno in dotazione degli asciugamani. Sembra il villaggio dei Flinstones dal momento in cui è tutto ecologico e sembra di vivere all’età della pietra. Peccato la tanta presenza di mosche e l’odore onnipresente di acqua sulfurea. Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita di un’altra sorgente termale dove alcuni di noi fanno il bagno in un’acqua dai minimo 37°C per poi sciacquarsi in un freddo lago di acqua dolce in mezzo al gran mare di sabbia. Noi preferiamo rilassarci un po’ mangiando una “fetta di ciambellone” e sorseggiando un te rosso gentilmente preparato al momento dai beduini del luogo. La gita continua, dopo aver visto sgonfiare le ruote delle jeep, su e giù per le dune del deserto: delle distese infinite che commuovono con le loro forme, i loro colori. Con degli snowboard i più temerari provano a “surfarle” divertendosi e stando attenti a non farsi male. E’ bellissimo camminare creando “slavine” di sabbia, impanarsi, scalare e poi scivolare… Ripassiamo in hotel per cambiarci, una visita veloce alla parte vecchia della città fortificata di Shali dove distribuiamo qualche cappellino tra i tanti ragazzi che guidano i carretti e rientriamo in poco più di tre ore in villaggio dove i camerieri ci aspettano sorridenti, nonostante la tarda ora, sono quasi le 23, per la cena. Stanchi, ma neanche tanto e soprattutto contenti, andiamo a nanna. Sport. Il calcio è quello nazionale e due sono le squadre prime in classifica da sempre: la El Ahly dove giocano o hanno giocato i “famosi” Mido (un ex giocatore romanista, oggi attaccante nel West Ham), Abu Treka, Emad Meteb, Amr Zaki e la Zamalek. I colori delle rispettive divise sono rosso e bianco e bianco e rosso (che fantasia!) ed io, per la collezione di mio fratello, acquisto, per € 5, una sciarpetta non originale dell’El Ahly. Computer. L’unico problema è stato ricaricare il pc portatile che ha una presa a tre spine. Nessuno (reception o animazione) possiede un adattatore che però si può acquistare, per soli € 2, presso uno dei negozietti del villaggio. Vi è il wireless, ma ad internet ci si può connettere solo se si ha un pc personale e si pagano € 5 per ottenere la parola-chiave, che cambia quotidianamente. Diario quotidiani 3 aprile 2010. Arriviamo in villaggio alle 13, diamo uno sguardo d’insieme e nel primo pomeriggio facciamo una bellissima passeggiata lungomare fino alla duna che ci divertiamo a scalare cancellando, con le nostre impronte, le perfette ondine che il vento aveva creato. 4 aprile 2010, S. Pasqua. Completo relax. Conosciamo, in un negozio di abbigliamento sportivo, nell’area della struttura, Jam, il medico del villaggio che lo gestisce pagando un affitto di € 1.000 al mese! Specializzato in pediatria, nativo de Il Cairo, parla perfettamente l’italiano dal momento in cui ha lavorato con tanti turisti a Marsa Alam fino a due anni fa. Qui, per fortuna, ci dice che ha poco da fare… nessuna maledizione del Faraone… grazie alla pulizia della struttura, dell’acqua… 5 aprile 2010, Pasquetta. Festività sentita dai cristiani ortodossi presenti in quest’area che ci fan trovare pure una scritta, realizzata con della segatura coloratissima: Buona Pasqua – Sham al-Naseem. Tutto il giorno, dall’alba al tramonto, abbiamo assistito a dei veri e propri sconvolgimenti della struttura. Svegliati dal canto di un gallo, a colazione, tutta trasferita a bordo piscina, tra le altre bontà abbiamo trovato, caratteristici dolci e pane all’interno del quale erano incastonate uova sode. Per il pranzo anche il ristorante principale aveva traslocato a bordo piscina con tutti i tavoli e tre bracieri che in continuazione arrostivano pollo, manzo, pesce. Delle bancarelle allestite mostravano frutta, verdura, cereali del luogo. Presso una di esse una donna per diverse ore (da sola o con l’ausilio di bambini) decorava centinaia di uova sode. 6 aprile 2010. Noleggiamo, tramite il corrispondente Swan, una macchina con autista e per € 30 totali, da dividere in quattro persone, ci facciamo trasportare, dalle 10 alle 14, in giro per Marsa Matrouh dove Marsa significa porto e Matrouh pianura (porto della pianura del deserto) alla scoperta della spiaggia di Agiba, di quella di Rommel, dei bagni di Cleopatra – in una baia di acqua chiara delimitata da scogli, simile ad un grande bacino quadrato – e del mercatino libico dove riusciamo a comprare solo due scatole di datteri, ma dove rimaniamo stupiti dalla quantità e qualità di cipolle rosse: ognuna delle quali dal peso minimo di kg 1,50! 7 aprile 2010. Giornata interamente dedicata alla scoperta dell’Oasi di Siwa. 8 aprile 2010. Completo relax e serata egiziana. Finalmente si gusta il cous cous e si assiste ad uno spettacolo di danza del ventre, di un ballo in maschera e di un derviscio danzante che, per venti minuti consecutivi, ruotava su se stesso andando in una sorta di trance! 9 aprile 2010. Desideravamo tanto andare a El Alamein ma… Su 300 ospiti eravamo i soli a voler effettuare questa escursione che, quindi, non si è potuta realizzare! Sigh! Relax, passeggiata per le dune, regalo i miei vestiti ad un egiziano dello staff che li porterà a dei bambini in una scuola e… Con quel poco che mi rimane preparo le valigie! 10 aprile 2010. Acquistiamo per € 15 una stecca di sigarette Marlboro con tabacco egiziano (le altre importate costano € 25) presso un negozietto del villaggio, cartoline per un € 1 l’una comprensiva di francobollo e alle 18 tutti sul pullman direzione aeroporto militare. Il duty free è piccolo e caro! Buon viaggio, Luna Lecci