Marsa Alam – Abu Dabbab: Solymar Columbus
Ho letto molti pareri sull’Egitto, e sulle destinazioni classiche dei circuiti turistici e in merito vorrei dire la mia, prima di raccontare brevemente il mio viaggio.
Secondo me, il Mar Rosso è una meta per l’appassionato di natura e di mare: per divertimenti sfrenati o pantagrueliche mangiate abbiamo la riviera romagnola, che da questo punto di vista è sicuramente meglio. E’ anche per questo che ritengo ormai Sharm l’ultima meta da prendere in considerazione.
Tutte le attivita’ (escursioni) ormai sono ad uso e consumo del turista, anche i beduini nel deserto ormai usano il cellulari, i 4X4 e hanno la TV satellitare nell’accampamento: i cammelli li usano solo per le passeggiate dei turisti o come carne da macello. Con ciò non voglio scoraggiare nessuno: dico solo che bisogna essere consapevoli di ciò che ci si può aspettare dai pacchetti vacanza preconfezionati.
Inoltre penso che chi ama i tesori archeologici egiziani (piramidi, templi e quant’altro) faccia meglio a prendere in considerazione la Crociera sul Nilo: la visita al Cairo o a Luxor partendo dai villaggi permette di vedere molto poco, oltre ad essere estremamente stancante e costosa.
Ciò premesso, veniamo al mio viaggio: partenza da Napoli, compagnia Blu Panorama, con le canoniche due ore di ritardo (l’aereo è una “circolare” Marsa-Bari-Napoli-Marsa): la puntualità dipende dall’efficienza dell’aereoporto di Marsa Alam, che lascia molto a desiderare; aereo un pò strettino, pasto a bordo da metterci una pietra sopra. All’arrivo, solita trafila per bagagli e visto e accoglienza molto efficiente da parte dell’incaricato Columbus, che ci assiste nel disbrigo delle formalità e ci indica il pulmino. Durante il tragitto, ci da le prime indicazioni; dopo circa venti minuti, si profila all’orizzonte, illuminata contro il cielo buio la faraonica cupola del Sol Y Mar. Alla reception, ci danno la stanza, la tesserina per i teli da mare, e ci accompagnano al ristorante, tenuto aperto per noi: ovviamente, data l’ora tarda (circa mezzanotte) è rimasto ben poco, per cui preferisco andarmene in camera a disfare i bagagli e andare a letto.
La camera è molto bella, ampia con un bel bagno, pulita e dotata di tutto, anche di cassetta di sicurezza, l’aria condizionata, a regolazione individuale, è un pò rumorosa, per cui preferisco spegnerla.
Il mattino dopo, mi sveglio e, dal terrazzino della camera ho una impressione d’insieme del villaggio: molto grande, con molte aiuole fiorite. Un depliant nella stanza spiega come la struttura è concepita per la massima salvaguardia ambientale, specie per quanto riguarda il riciclo dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti, rigorosamente differenziati.
Mi reco al ristorante per la colazione, per la quale c’è una scelta vastissima di pani, dolci, frutta, crèpes e quant’altro, e poi mi avvio in spiaggia.
La spiaggia è il vero “plus” di questa struttura: di sabbia bianca, fine,che digrada dolcamente in un mare limpido anche se non proprio calmissimo, e al mattino decisamente freddino. La barriera, per gli amanti dello snorkeling come me, è facilissimamente accessibile anche senza essere grandi nuotatori: è disposta ai due lati della spiaggia: la parte destra, più ricca di pesci anche se un pò più esposta al vento e quindi con più onde, e la parte sinistra, più riparata, e più ricca di corallo, raggiungibile con una passeggiata di dieci minuti sul bagnasciuga; al centro un fondale sabbioso, lentamente degradante fino a circa dieci metri, con molte alghe tipo Posidonia, dove molte tartarughe e, quando gli va,anche il mitico Dugongo,vengono a pascolare.
La spiaggia di Abu Dabbab, che per gli ospiti del Solymar è la spiaggia dell’albergo, raprresenta un’escursione a pagamento per ospiti di altre strutture che la raggiungono con navette ad orari prestabiliti: verso le dieci infatti cominciano ad arrivare gruppi da altre strutture per fare snorkeling, che per la maggior parte si diriggono verso la parte sinistra, e non danno fastidio più di tanto.
Il primo giorno, arrivo in spiaggia verso le nove, e già molti lettini sono occupati, trovo comunque un posticino (in quarta fila).
Sulla spiaggla conosco Ibrahim,il bagnino, che si occupa della pulizia delle spiaggia, di distribuire i teli mare, e di richiamare a suon d fischietto gli incivili (ci sono sempre!) che camminano sulla barriera; l’indomani gli do una piccola mancia (cinque euro che ripeterò all’inizio della settimana successiva) e da allora vengo trattato come un re: al mio arrivo in spiaggia, mi indica subito un lettino in prima, massimo seconda fila, presso la sua postazione, già col telo pulito sopra! Per il resto, passo l’intera giornata sulla spiaggia, fra lunghe “snorkelate”, passate a fotografare i pesci, passeggiate sulla riva e qualche torneo di bocce o freccette, cedendo all’insistenza, sempre garbata degli ottimi animatori; anche il pranzo lo consumo al ristorantino della spiaggia.
Il vento purtroppo è stato una costante, sempre piuttosto sostenuto: due giorni decisamente impetuoso, tanto che mi sparava addosso la sabbia con tale violenza da darmi l’impressione di tante punture di spillo e facendomi optare per la piscina, immensa da occupare tutta la lunghezza della struttura, e rigorosamente semideserta, oltre che con l’acqua freddissima.
Il quinto giorno, la mia macchinetta fotografica (che avrebbe dovuto resistere senza alcuna custodia fino a dieci metri) è miseramente…Affogata in venti centimetri d’acqua, esalando l’ultimo lampetto di flash: per fortuna al ritorno mi riconosceranno la garanzia, dandomene una nuova, ma ormai la potrò usare il prossimo anno!! Come escursioni ho fatto solo il pomeriggio a Quseir, con visita alla locale Moschea (dall’esterno) a una fabbrica dismessa di fosfati (senza neanche scendere dal pulmino “tanto è tutto in rovina e dentro non c’è nulla da vedere), al caratteristico porticciolo. Per finire con un drink al buio in un localino in riva al mare, preceduto da una mezz’ora di shopping lungo l’unica strada del paesino con l’immancabile assalto dei venditori egiziani. Avevo prenotato anche l’escursione a Qulaan, ma è saltata per non aver raggiunto il numero dei partecipanti, così come l’uscita di snorkeling notturno.
Ho fatto una sola immersione col diving (ho il brevetto da sub) durante la quale ho visto una enorme tartaruga che brucava sul fondo: per quanto riguarda i pesci, niente di più di quanto ho visto facendo snorkeling.
Le altre escursioni proposte,(cammellate, motorate) le avevo fatte negli anni precedenti a Sharm, e non penso che sarebbero state diverse…Luxor, oltre che per costo notevole (105 euro)l’ho scartata per i motivi che ho esposto in precedenza.
Considerazioni finali: STRUTTURA: bella al primo impatto, poi si rivela dispersiva e poco razionale: reception e ristorante principale nella Cupola, molto distanti dal mare e da molte camere, piscina enorme e sempre deserta: una vera cattedrale nel deserto, oltre che uno spreco di spszio.
CIBO: punto dolente, non che si muoia di fame,qualcosa per sopravvivere si trova sempre, anche se l’assortimento è piuttosto ripetitivo, e la cucina lascia a desiderare. Ottimi come ovunque in Egitto i dolci ALL INCLUSIVE: non comprende vino birra e alcolici in genere, acqua e bibite in bottiglia a pagamento, caffè espresso(chiamiamolo così!!) incluso; inoltre i distributoru sono rivolti varso l’interno del bar, per cui bisogna chiedere; dopo il tramonto il bar della spiaggia e della piscino chiudono: bisogna rivolgersi al bar della reception, al secondo piano nella cupola.
ANIMAZIONE: molto validi gli animatori, simpatici coinvolgenti, mai insistenti e bravissimi anche nell’organizzare gli spettacoli serali: meno male, perchè la sera non c’è altro da fare, fuori dal villaggio solo deserto, e la cittadina più vicina (Quseir) è a circa 100 Km, molto dolci e brave anche le ragazze che intrattengono i bambini- L’assistenza Columbus è stata sempre efficiente; il volo di ritorno…Stessa storia dell’andata: un’ora e mezza di ritardo e aereo ancora più piccolo, con variante…Triller: forse per il vento il decollo è stato un susseguirsi di salite e ricadute, tanto da far emettere qualche strillo ad alcune passeggere.
Un ultimo consiglio per telefonare: acquistate nel negozietto del villaggio una SIM locale,(10 euro più 10 euro una ricarica da 50LE): parlerete dopo le 20 a 4,5 LE (circa 60 centesimi)al minuto, contro i 3 euro deli’operatore italiano o i 2 euro del centralino dell’albergo.
Resto disponibile per eventuali chiarimenti. Buone vacanze a tutti!