Marrakech, take tour time

Colori, odori e sapori tra le vie di Marrakech
Scritto da: francitoti
marrakech, take tour time
Partenza il: 23/10/2011
Ritorno il: 29/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Appena uscito dall’aeroporto la prima cosa che ti colpirà della Città Rossa, non sarà il colore, bensì il caos. Un caos stratosferico nelle strade, un groviglio di auto, motorini, carretti, carrozze, biciclette che ti faranno pentire di aver preso un taxi e di non esserti incamminato a piedi. Ma non temere, l’allegria qui è contagiosa e presto, senza accorgertene, ti troverai a sorridere delle assurde manovre eseguite con motorini che portano tre o quattro persone senza casco. Arrivato in albergo non perdere troppo tempo, lascia le valigie e corri a mescolarti alla gente del posto.

Camminando verso le strade della Medina non ancora immerso nel mondo dei Suoq, verrai assalito dall’odore di piccione morto misto a pipì che aleggia in tutta Marrakech… all’inizio è quasi insopportabilie ma ti accorgerai, sorprendendotene, di essertene abituato e di non sentirlo più…

Camminando su Ave Mohammed V, lasciandoti i viali enormi di stampo francesce della Ville Nouvelle alle spalle, all’altezza della splendida Moschea Koutoubia col Minareto più alto della città, svolta a sinistra e dirigiti verso la piazza divenuta patrimonio immateriale dell’umanità per l’ Unesco, la Djemaa el Fna.

Quando ti si aprirà davanti agli occhi questo spettacolo di gente, colori, odori, musica crederai di essere finito in un set cinematografico. E’ la realtà, lasciati travolgere dal fiume di gente variegata, prenditi una spremuta d’arancia a 4 DH (40 centesimi!), cammina divincolandoti tra incantatori di serpenti, scimmie al guinzaglio, ragazzi in maschera che non aspettano altro che uno sguardo più interessato per chiedere una mancia… lasciagliela veloce e vieni via, te ne chiederanno ancora… sorridi, ridi e sorridi ancora godendoti lo spettacolo che ti stanno offrendo. Donne agguerritissime ti prenderanno la mano per farti un tatuaggio all’hennè, bambini saltellanti ti passeranno sui piedi senza lasciarti il tempo di vederli, Tuareg “autentici o meno” non si sa vendono uova di struzzo, olio d’argan e spezie berbere. Se tutto questo ti fa girar la testa siediti ad un caffè e goditi un espresso o un tradizionale e squisito tè alla menta, riposati, take your time, perchè non hai ancora visto niente.

Seduto al “Caffè”, meglio se su una terrazza con vista sulla piazza, regalati una sigaretta comprata sfusa da un vecchietto che passa scuotendo le monete che ha in mano per attirare la tua attenzione (1DH, 10 cent).

Lascia il “Caffè” salutando con una mancia il cameriere, è una prassi qui… e dirigiti a nord della piazza immergendoti nel magico labirinto dei Suoq… chiudi la mappa o la guida per due motivi: il primo è che se ti vedono con la mappa in mano tanti si improvviseranno guide e ti porteranno immancabilmente dal loro amico a comprare qualcosa, dopo ovviamente aver “pay him for the visit, pay him for the visit”, il secondo motivo è che è meraviglioso perdersi in mezzo a questi mecati, cercando di orientarsi a senso oppure seguendo gli odori… del cuoio, delle olive, della carne, delle spezie, dei tappeti, delle stoffe, di frutta e verdura.

Se senti un rumore sospetto o un grido “Balek!” spostati a lato perchè potrebbe essere un motorino che sfreccia velocissimo in questi carugi che ricordano la Vucciria di Palermo, o un carretto trainato da un asino carico di merce il cui autista non gradirà molto doversi fermare per far passare un turista.

All’interno dei souq (e in generale in tutta la Medina), metti da parte il giapponese che è in te e cerca di far poche foto (o per lo meno non farti beccare), per molti mussulmani la fotogarafia è un gesto di Hubris, un tentativo di rubare un raggio di dio, visto che secondo la loro religione ogni essere umano contiene un’immagine divina… per gli artigiani, molto più attaccati ai soldi che alle preghiere, è un tentativo di rubargli un’idea per una creazione… Comunque tutti si infastidiranno allo scatto di una foto, oppure ti chiederanno di pagare, di solito 20 DH (2 Euro).

Regalati una stola fatta quasi sul momento dall’artigiano di turno, innamorati dei colori delle stoffe. Compra qualcosa di pelle appena conciata e ancora molto puzzolente, amerai quell’odore all’inizio insopportabile, regala qualcosa in legno di cedro comprato da chi sta or ora lavorando, porta a casa della menta per il tè.

Se ti viene fame e sei all’interno dei suoq, il mio consiglio è quello di camminare verso nord con la Djemaa alle spalle e uscire verso destra in una piazzetta carinissima colma di spezie, camaleonti, e donne che si adoperano a creare bellissimi cappellini di lana colorati, in fonto a questa piazzetta, di fianco a un pescivendolo e all’ennesima erboristeria berbera, si trova un “ristorantino” che si chiama “cafe-snack Chez Maazouz”, li potrai gustare un buonissimo Couscous oppure una Tajine di pesce, carne o verdure, degli spiedini di pollo o tacchino e le immancabili patatine fritte (sembrano essere il piatto forte della città), contornato da un pane appena sfornato e olive locali… tutto questo per 6 euro… e in più, con grande sorpresa, troverai un bagno pulito e con la cassetta per tirare l’acqua, cosa molto rara, se non impossibile, in tutta la città.

A fine pasto concediti un bicchiere di tè e fai con calma, take your time, la città è frenetica ma per assurdo i tempi dei suoi abitanti sono molto dilatati, sono tutti molto tranquilli… è difficile a credersi quando sei immerso nel delirio travolgente dei suoq o della Djemaa, ma è così. Non esistono prezzi, gli acquisti si fanno, come dicono i negozianti, “col baratto”, con una contrattazione; le trattative nei negozi si fanno con calma e quasi sempre davanti ad una tazza di tè alla menta, e se per caso durante una contrattazione arriva un amico dell’artigiano potresti dover aspettare anche quasi un’ora prima di riprenderla.

Riimmergiti nei colori, odori travolgenti dei mercati e dirigiti verso la Djemaa el Fna, lasciatela nuovamente alle spalle ma questa volta prosegui in direzione sud-est. Scoprirai un’altra Marrakech, ancora diversa e ancora una volta sorprendente. Entra nella Casbah, il nucleo antico della città, sempre all’interno delle mura ma con un ingresso più maestoso tramite Bab AG-Nou, una porta lavoratissima che da un lato si affaccia sulla Casbah e dall’altro sul palazzo reale; o meglio sulle mura del palazzo reale, del quale infatti oltre le mura sono visibili solo le guardie e le palme gigantesche. All’interno di questo quartiere, vicoli minuscoli e miseria felice ti condurranno alla Place de Ferblantiers (i lattonieri), dove comodamente seduto ad un “Caffè” potrai ammirare artigiani al lavoro che creano lanterne lucenti e colorate e come musica il ritmo dei loro martelli; se alzerai lo sguardo verso le mura dell’antico palazzo “el Badì” o “Badia”, potrai ammirare gigantesche cicogne che sembrano essere le vere guardiane della Casbah.

Risalendo verso nord ti imbatterai nel suoq dei gioiellieri e nel palazzo Bahia, un palazzo, come dice la parola, splendido, pieno di mosaici colorati e oro, dove regna ancora l’atmosfera dell’ harem, dei banchetti e delle suntuose feste.

Verso sera ritorna nella Djemaa el Fna e scopri i nuovi colori e odori che la popolano, sali su una terrazza e goditi lo spettacolo che il tramonto del sole e i colori della città ti offrono; ascolta il canto del Muezzin che chiama i suoi alla preghiera e osserva come dolcemente le porte delle numerosissime moschee si aprono per accogliere un calmo torrente di fedeli. Per cena tuffati in mezzo ai banchi di cibo che dalle 5 del pomeriggio hanno cominciato a riempire il centro della piazza, fatti convincere da uno dei mille insistenti e simpatici camerieri a cenare nel suo banco… potrai scegliere tra banchetti che hanno solo zuppa di lumache, banchi di fritture di pesce, banchi con verdure, couscous e carne fresca cotta al momento e l’immancabile carretto di dolci. Scegli quello che più ti ispira, ma senza fretta, sappi che la fretta ce l’avranno loro nel mandarti via appena finito per far sedere qualcun’altro, mangia insieme agli abitanti del luogo che si mescolano ai turisti senza problemi, spenderai 5 euro per un secondo di carne contorno di patatine, olive, salsa di pomodoro e spezie, pane caldo e acqua.

Acqua, rigorosamente acqua o tè alla menta (oppure le bibite occidentali), ma non chiedere alcoolici. Entro le otto di sera potrai trovare nel supermercato della Ville Nouvelle un reparto fornitissimo e carissimo, di birra, vino e super alcoolcili, oppure dei banchetti a questo riservati nel mercato municipale sempre all’interno della città nuova, ma entro le otto di sera tassativamente e da consumare in un luogo chiuso e lontano dalle moschee. Dopo quell’ora farai fatica a trovare una birra, e se la tua sete sarà tanta dovrai spendere come minimo 50 DH (5 euro) per una beck’s da 33 cl in bottiglia oppure addirittura 10 DH per la stessa… Ma godersi la città rossa sino in fondo vuol dire anche questo.

Dopo cena fatti travolgere e ubriacare dal ritmo dei tamburi, dei flauti che suonano incessantemente da una parte all’altra della piazza, non aver paura a trovarti a danzare in mezzo alla gente che ride e suona. Inebriati di ritmi, odori e canti, risa e corse di bambini; ti sembrerà di viaggiare nel tempo e di essere al centro di una delle mille notti di Sherazade.

Risalito sull’aereo tante cose avrai in testa su Marrakech… ma portati a casa il tempo di un bicchiere di tè alla menta: prenditi il tuo tempo.



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