Marrakech in cinque giorni
Marrakech in 5 giorni
Quest’anno mi sono presa tardi nell’organizzazione delle feste di Natale: troppo lavoro, qualche problemino familiare e un po’ di salute traballante mi hanno fatto arrivare a novembre senza niente in mano…a livello di voli aerei.
E’ bastata però una chiacchierata con una coppia di amici smaniosi di viaggi quanto me per decidere di organizzare, praticamente in una serata, un viaggetto a Marrakech, questa città così decantata e fascinosa.
Ancora una volta i rispettivi figli ventenni si sono premurati di farci sapere che ci avrebbero onorato della loro presenza, ma questo non ci ha fermato se non per il fatto che il ritorno per Capodanno era, ovviamente, tassativo.
Preso subito il volo, purtroppo con partenza da Milano Malpensa alle 7 del mattino, il vero “problema“ è stato trovare un Riad.
Problema per modo di dire, poiché i Riad (letteralmente “ casa con giardino “ ) sono talmente tanti e belli che non c’era che l’imbarazzo della scelta.
Abbiamo voluto trattarci bene e la scelta è caduta sul Riad L’Orangeraie il cui proprietario, Monsieur Cyril, ci ha telefonato da Marrakech 1 ora dopo l’invio della mail con la richiesta di informazioni!
Non si può dire che sia stata una scelta a buon mercato, ma posso assicurare che raramente in tutti i miei viaggi ho visto un “ alloggio “ così raffinato ed elegante ed una cortesia e disponibilità così presenti.
Il Riad è nel cuore della Medina, praticamente nel centro storico della città, che si visita a piedi senza alcun pericolo o disagio, a pochi passi dal souk, questa meraviglia di bancarelle e negozietti colorati e profumati che vendono oggetti di ogni tipo e fattura , gioielli, cosmetici, lampade,oggetti in pelle, pietra e legno, candele, tessuti, frutta secca e oggettistica varia.
Un reticolo di stradine, apparentemente tutte uguali, addobbate di oggetti, con i venditori che ci richiamavano in continuazione per mostrarci la loro merce e per una sonora contrattazione : a differenza di altri Paesi, tuttavia, devo sottolineare la discrezione dei venditori; dopo il primo richiamo, a seguito di un sorriso e un “ no merci “ non insistevano, a differenza ad esempio di quanto notato nei souk egiziani o nei mercati indiani dove è praticamente impossibile camminare senza essere perseguitati dai venditori che ti si attaccano letteralmente addosso.
Tutto ciò ha reso piacevolissime le nostre infinite peregrinazioni nel souk e ha fatto si che dovessimo comprare un trolley l’ultimo giorno per tutto quello che avevamo preso..
Quattro giorni sono sufficienti per vedere Marrakech con calma, senza fretta: il Mellah, quartiere ebraico, il bellissimo Palazzo la Bahia, realizzato nella seconda metà del XIX secolo dal Gran Visir Ahmed ben Moussa. Un vero capolavoro architettonico con soffitti a carena di nave in legno finemente intarsiato che , all’epoca, facevano pendant con i tappeti, cesellature in marmo , mosaici e lampadari scintillanti, con decine di stanze una dentro l’altra, circa 150 e porte riccamente decorate. Pare che l’ossessione del Gran Visir fosse di impedire che le 4 mogli si potessero incontrare con le 40 concubine..
Dopodichè, da vedere è il Palazzo El Badi : la struttura originaria aveva circa 360 stanze, un cortile lungo 135 metri e largo 110 ed una piscina all’interno lunga 90 metri e larga 20.
Anche questo palazzo era decorato con marmi italiani e grandi quantità d’oro e materiali pregiati, sculture e mosaici, ma, sfortunatamente, questo palazzo , costruito in circa 25 anni, fu distrutto dal sultano Moulay Ismail che ne usò i materiali per decorare il suo palazzo a Meknes.
Quel che ne resta è tuttavia interessante e suggestivo.
La Madrassa o Medersa Ben Yussef ( scuola coranica ) è altrettanto ricca ed elegante dei palazzi precedenti: scintillante e raffinata nelle parti comune, diventa spoglia e austera nelle piccole cellette che si affacciano sul patio interno e che erano gli alloggi degli studenti.
La Moschea Koutoubia è famosa per il suo minareto che si vede praticamente da ogni parte di Marrakech e, dall’alto dei suoi 69 metri, indica la via della preghiera.
Molto particolari i Giardini Majorelle, di proprietà di Yves Saint Laurent: il colore predominante è il blu ed il giallo e le varietà di piante grasse e tropicali contenute è veramente notevole.
Siamo arrivati ai Giardini Majorelle dopo una lunga passeggiate attraverso la Marrakech moderna che non ha assolutamente il fascino della vecchia Medina e siamo tornati a bordo di uno dei tanti caleche che stazionano davanti ai Giardini.
Una nota a parte deve essere fatta per la Piazza Jamaa El Fna.
E’ una piazza enorme dove di giorno si trova di tutto: incantatori di serpenti, venditori di ogni oggetto, berbere che offrono tatuaggi all’hennè, indovine che leggono la mano, scimmie ammaestrate, saltimbanchi. Ma verso il calar del sole tutto ciò sparisce come per incanto e la piazza si riempie di piccole bancarelle che preparano cibo il cui profumo si sparge per tutta l’ampiezza della piazza stessa e di gruppi che improvvisano concerti assordanti e suggestivi , il tutto illuminato dal tremolio delle lampade ad olio, delle candele e dei porta lumini traforati che danno una luminosità davvero suggestiva alla notte.
L’originalità e la bellezza degli spettacoli di Piazza Jamaa El Fna è tale che nel 2001 l’UNESCO l’ha inserita nel novero dei Patrimoni dell’Umanità.
Nei 5 giorni di viaggio abbiamo poi inserito una gita sull’Oceano ad Essaouira con un minivan procuratoci dal nostro efficientissimo Riad.
Abbiamo così potuto vedere un po’ di Marocco e visitare una cooperativa femminile che si occupa della produzione del famoso olio di Argan , con relativo tour informativo molto interessante.
Anche Essaouira è molto bella ed è patrimonio dell’UNESCO.: è una tipica cittadina berbera di mare pittoresca e colorata, soprattutto di blu. Importante scalo commerciale prima dell’occupazione francese, conserva ancora solide mura e fortificazioni, oltre a negozietti e vicoli suggestivi e colorati.
Io e la mia amica abbiamo anche trovato il tempo per un mini hamman nel Riad……
La prima cena a Marrakech l’abbiamo fatta nel nostro Riad .
Tutti i Riad che abbiamo visto su Internet erano belli ma l’Orangeraie è veramente fascinoso. 7 stanze di cui 2 suites ( le nostre ) tutte disposte attorno al patio o al primo piano e che si affacciano, a mezzo di balconcini di legno, sul patio stesso. Portone di ingresso in legno intarsiato, letti ricoperti di petali di rose rosse, lampade nella camera posizionate in maniera da riflettere tutte le luci e creare sulle pareti giochi scintillanti, oggetti di arredamento eleganti ed esclusivi, come il cofanetto in radica di noce porta cucito, le rose fresche sempre presenti in camera e in bagno, saponette e bagnoschiuma all’arancio, una bottiglia d’acqua in un raffinato contenitore, una tajina con dolci al nostro arrivo e cioccolatini il giorno di Natale; particolari raffinati ed eleganti che uniti alla cortesia ed alla disponibilità di tutto lo staff hanno reso il nostro soggiorno unico e speciale.
La cena e la colazione venivano servite in terrazza, dalla quale si dominava tutta Marrakech ed il cibo era sempre ottimo e gustoso e, a colazione, sempre diverso.
Come dicevo, abbiamo cenato al Riad solo la prima sera , dopodiché siamo andati in giro a cercare esperienze nuove..
La seconda sera abbiamo cenato al Dar Essalam , un magnifico ristorante storico ( ci hanno girato L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock ) situato in un antico palazzo della Medina. . Ci siamo sentiti trasportati in una favola di Sheèrazade, con ogni sala decorata in maniera lussuosa e scintillante, luci basse e colorate riflesse sui muri, decori in legno , mosaici e marmo come solo gli arabi sanno proporre. Mangiato un ottimo cous cous accompagnato da spettacoli vari tra cui la famosa danza del ventre che adoro.
La sera dopo siamo andati al Jardins Dar Mimoun; un esperienza simile alla precedente , a parte un suonatore un po’ insistente e rumoroso che ci ha praticamente impedito di parlare.
L’ultima sera siamo andati al Marrakchi. Un altro ristorante marocchino lussuosissimo all’ultimo piano di un palazzo che dà direttamente sulla mitica Jamaa El Fna.
Ottimo cous cous e dolcetti e un paio di danzatrici del ventre molto belle e sensuali che ci hanno allietato la serata (soprattutto quella dei maschietti).
Cinque giorni sono volati così, in un batter d’ali.
Per principio non torno quasi mai dove sono già stata, perché c’è troppo da vedere nel mondo.
Ma la voglia di un week end a Marrakech, nella Paprika Suite, con quel bagno enorme in marmo rosso mi ronza ancora in mente…