Marrakech express… e oltre
A Gennaio prenotiamo il volo con Ryanair A/R Pisa-Marrakech al costo di € 62 a persona con solo bagaglio a mano.
Successivamente tramite Booking scegliamo il pernottamento. Riad, senza se e senza ma. Non si può andare a Marrakech e non dormire in un riad. Ce ne sono un’nfinità, tutti con giudizi strapositivi a prezzi davvero ottimi. (Io per ovvi motivi viaggio low cost :-)). La scelta,per una concomitanza di giudizi positivi,posizione e costo,è ricaduta sul Riad L’arabesque.Scelta che rifarei senza dubbio. Costo per 2 persone per 4 notti 192€ comprensivi della tassa di soggiorno di €1,50 al giorno a persona. In pratica 86€ a testa. OTTIMO!
Acquisto poi la mini guida Incontri Marrakech della LP che però è del 2011,solo poco dopo è uscita quella nuova aarghhhhh!! Tutto sommato è stata molto affidabile,i prezzi coincidevano ancora,e gli aumenti che abbbiamo trovato erano counque poco importanti.
Finalmente arriva il giorno della partenza!
Decolliamo intorno alle 16,10 e arriviamo a destinazione verso le 18,15 ora locale (un’ora indietro), ma ahimè notiamo subito che nello stesso momento devono essere arrivati altri voli perchè la fila al controllo passaporti è infinita! Gli sportelli sono numerosi, la fila tutto sommato scorre,ma i controlli sono precisi e minuziosi quindi tra una cosa e l’altra perdiamo quasi un’ora. Tramite il nostro Riad avevamo prenotato il transfer privato dall’aeroporto al Riad (direi fondamentale almeno per l’andata. Trovare il proprio nella medina,con le valigie dietro, è praticamente impossibile!).
Superati i controlli decidiamo di cambiare subito i soldi. Il cambio sarà facile,basta dividere per 10 la cifra in dirham. Es:150 DHM=15€ circa.
All’uscita troviamo il nostro driver con il cartello ad attenderci che ci fa subito notare l’ora di ritardo…oops 🙂
Il primo impatto dal minivan è subito splendidi. E’ quasi il tramonto,la città è tutta rosa,piena di verde, cascate di coloratissime bouganvilles dappertutto,altissime palme sventatti e quel caos non caos tipico di una città araba. Anche se qui devo dire molto controllato. Di fatto la città conta circa 2 milioni di abitanti. Il driver è loquace, posso sfoggiare il mio francese arrugginito che qui parlano tutti e preferiscono, e ci spiega molto gentilmente i luoghi in cui stiamo passando. Arriviamo in una strada piuttosto trafficata che poi scopriremo essere poco dietro la mitica Djemaa e qui troviamo uno dei ragazzi dello staff del Riad che ci conduce alla nostra sistemazione passando per i vicoli stretti e super incasinati della Medina danndocene subito un primo assaggio!.Senza di lui forse saremmo finite non so dove, a Fez 🙂 Il Riad ci accoglie nella sua semplicità. Struttuta tipica in stile arabo andaluso,pulitissimo sia fuori che nelle stanze (9 in tutto), una splendida terrazza con tante piante, e sedute, camere non grandi ma confortevoli, bagno di giuste dimensioni, con maioliche colorate ovunque. Un bel patio pieno di piante dove si consuma la colazione e chi vuole anche pranzi o cene su ordinazione. Ce ne sono sicuramente di più affascinanti e lussuosi a prezzi non molto superiori,ma a noi è piaciuto molto. E lo staff è stato gentilissimo e simpatico.
Usciamo dopo una doccia e il punto di forza del Riad lo scopriamo subito. 5 minuti a piedi di una stradina della median piena di botteghe che vendono di tutto,dove noi compravamo l’acqua in bottiglia,e si è subito nel cuore della città,la mitica Djemaa el Fna,il “raduno dei morti”questo il suo significato.
Il primo impatto è stupendo,il sole quasi all’orizzonte, rumori, suoni, i venditori di arance e gli innumerevoli stand gastronomici che iniziano la loro attività tra fumi di brace e profumi inebrianti. Me la immaginavo più caotica, quella sera è stata un’eccezione, le sere successive lo sarà.
Diamo un’occhiata ai vari cafè per la cena e dopo averne valutati due o tre (tutti espongono menu e prezzi fuori) scegliamo uno che avevo segnato e di cui avevo letto bene il Chez Chegrouni,proprio accanto al Cafe de France. Sarà l’unica volta. Nei giorni a seguire sceglieremo solo in base al momento senza guida. Ci fiondiamo su un cous cous,il primo! E una tajina di pollo e prugne più una bottiglia d’acqua e finiamo con il primo di una serie infinita di the alla menta. Tutto ottimo e ottima la prima vista della piazza dall’alto illuminata. Spesa totale in 2 circa 15€.
E’ un nuovo giorno. La matttina colazione (brioches,pane burro e marmellata,miele di argan,focaccine fritte, latte, caffè e succo di arancia confezionato) e usciamo subito impazienti. La città sonnecchia ancora nonostante siano le 9 di mattina,ma qui i negozi chiudono alle 22 e tutto è posticipato. Vediamo le mamme che portano i bambini a scuola. L’idea è vedere la piazza nella veste matttutina,arrivare alla moschea principale poco distante e poi dirigerci subito alla Medersa Ben Yousseff. E’ incredibile come questa piazza cambi nelle varie ored el giorno.La mattina sembra una normale piazza del mercato,con i venditori di arance,i carretti con le tajine souvenir,i cafè che puliscono le sedie,normale insomma,ma bella. Percorriamo il viale e arriviamo alla Moschea della Koutubia,che assomiglia un po’ ad un nostro campanile,ha un color rosa suggestivo,circondata da aranceti pieni di arance,un giardino curatissimo e rigoglioso di fiori e palme. Sembra sia la copia della Giralda di Siviglia. Peccato davvero non poter entrare. Ad eccezione della moschea di Casablanca infatti,nessuna moschea del Marocco è accessibile ai non musulmani.
Facciamo diverse foto e poi ci mettiamo alla ricerca della medersa (In ogno caso la Koutubia sarà sempre un punto di riferimento,la si vedrà dappertutto,da qualunque parte,sia dall’alto che dal basso). Purtroppo o per fortuna capita l’inevitabile. Ci perdiamo nei vicoli del souq della medina. Ci affianca un signore che dicendoci che ci accompagnerà alla medersa ci dice che quella mattina ci sono le concerie berbere al lavoro,e non succede spesso. Insomma, finiamo là, visita interessante, ma quelle di Fez credo siano decisamente migliori. Anche se fotografare uomini al lavoro nelle vasche piene di cacca di piccione non è il massimo.Tu lì che fotografi e loro che lavorano pesantemente. Comunque la guida ci spilla la mancia,molto alta a dir la verità,ma non ci ricapiterà più. Pare sia un battesimo che tutti devono fare. E’ caldo e decidiamo di interrompere la ricerca della Medersa per un divino the alla menta al Cafè des Epices nell’omonima deliziosa piazzetta dove torneremo altre volte. In tutto questo girare abbiamo avuto un primo impatto con il souq le sue stradine e i suoi venditori. Assillanti? Diciamo a momenti, ma si difficilmente si riesce a guardare qualcosa senza essere invitati ad entrare e se dici no merci o no shukran e ti allontani sentirai il loro richiamo per metri e metri. Io amo questi contesti quindi rido e non mi pesa. Ma ho visto alcune persone un po’ scocciate. Il souq è questo. Sennò vai a Stoccolma 🙂 Finalmente troviamo la Medersa,biglietto 1€,che dire? splendida. L’esplosione dell’arte arabo andalusa nei decori,negli stucchi,lavorazioni, intarsi,tutto raffinato che colpisce immediatamente. Non ci sono mobili o altri arredamenti né qui né altrove. Solo stanze spoglie che fanno capire come vivevano gli studenti di questa scuola coranica. Imperdibile.
Per pranzo troveremo il cafè che poi diventerà il nostro preferito e dove torneremo varie volte anche solo per un the,l’ultimo proprio poco prima di dirigerci all’aeroporto.Il Cafè Kessabine,tenendosi il cafe de France sukla destra lo si trova proprio davanti,accanto all’imbocco del souq Kessabine. Una terrazza piccola ma deliziosa,con ombrelloni di paglia e seggiolini di paglia piccoli e un po’ traballanti, ma economico e buono. Già mi manca!
Il pomeriggio giro tranquillo nei vari souq dove entri pensando di fare una mezzora di passeggiata ma tra un vicolo e l’altro,una sosta per un altro the non ne esci che dopo ore. Ci siamo poi fermate in una delle varie agenzie di tour per prenotare la gita per il giorno successivo ad Essaouira. Due chiacchiere, due risate e abbiamo spuntato 18€ a testa anziché 20 in un minivan super moderno da 12 posti. Riposo al riad sulla terrazza e cena in un altro restaurant cafè,di cui però non ricordo il nome, ma sempre sulla piazza, è stata la terrazza più alta in cui siamo state. Porzioni però poco abbondanti.
La mattina seguente, giovedi, l’appuntamento è alle 8 davanti al Cafè de France dove dopo un po’ arriva il rappresentante dell’agenzia che ci accompagna al minivan. Raccogliamo gli altri turisti,quasi tutti francesi,più una coppia di ragazzi italiani e due arzille signore molto british. La strada per Essaouira è un rettilineo in mezzo a diveri paesaggi,prima brullo,poi verde con filari di menta ovunque, poi in unambiente che davvero ricorda un po’ i paesaggi di Umbria e Marche con colline verdeggianti e infine distesew e distese di alberi di argan. E’ questainfatti la zona di maggior produzione ed è patrimonio dell’Unesco. Si fa una sosta bagno cafè the in un “autogrill” e un’altra molto interessante al consorzio femminile per la produzione e vendita dell’olio e di altri prodotti derivati dall’argan. Certo MOLTO turistica. Con guida che spiega la lavorazione e zona acquisti. Prodotti piuttosto cari,diciamo un 50ml di olio sui 35€. Ma è quello puro biologico, quello che costa meno è diluito.
Arriviamo ad Essaouira intorno alle 11 e la differenza climatica con la calda e assolata Marrakech si nota subito. C’è il sole ma l’aria e il vento sono decisamente freschini tanto che per il pranzo preferiamo farci dare un tavolo al sole.La spiaggia è enorme, una distesa di sabbia sconfinata, molto dura, mare marrone e poco invitante. La cittadina è carina, sembra di essere in Portogallo (non a caso è stata fondata dai portoghesi e la sua torre è una brutta copia della torre di Belem di Lisbona) o anche in tunisia, ma piuttosto trasandata, muri scrostati, colori un po’ sbiaditi. E anch’essa molto molto turistica. Piena di turisti come noi da gita giornaliera. In realtà io non le deidcherei più di un giorno. Sufficiente a visitarne i suoi vicoli pieni di botteghe e il suo souq. Abbiamo pranzato in uno dei tanti ristornati prendendo una tajina di pesce ed una mega frittura di pescato del giorno più il solito the alla menta.Anche qui speso pochissimo. Alle 16 siamo ripartiti, lungo la strada si incontrano molti villaggi e piccoli agglomerati urbani con scene di vita interessanti, dai ragazzi che escono da scuola e si incamminanoper strade che ti chiedi: ma dove vanno? A mercati di tutto e di più,alle macellerie. Abbiamo notato una condizione sicuramente più povera rispetto a Marrakech.
Al rientro il caldo torrido ci accoglie, il proprietario del Riad ci ha detto che abbiamo fatto bene ad andare ad Essaouira visto che la giornata era stata lì molto calda. C’è da dire però che in questo periodo sia la mattina presto che la sera verso le 21,30 fa abbastanza fresco e una felpa è obbligatoria. Clima ideale insomma. Cena d nuovo al Kessabine e dolcetto nel souq.
Venerdi iniziamo con la visita alle tombe dei Saaditi. In realtà bello il contesto,solito giardino pieno di aranci,ma per il resto il tutto si risolve in 5 minuti. Costo €1. Dopo aver girato e rigirato alla ricerca del Palais de la Bahia scopriamo che si trovava a soli 7 minuti a piedi dal nostro Riad. No comment. Senso dell’orientamento questo sconosciuto 🙂
Questo è stato il luogo in assoluto più affollato di turisti,difficile riuscire a scattare qualche foto in pace e solitudine ed è stato un peccato perchè è sublime. Anche qui marmi, stucchi, decorazioni, intarsi, tutto fa esclamare wow! E anche qui nessun complemento di arredo. Peccato,sarebbe stato bello vedere nelle stanze dell’harem dove viveano nel lusso le varie mogli del visir,i mobili originali.Bellissimo e rigolgioso anche il giradino all’entrata pieno di aranci,bouganvilles,palme.Ingresso sempre €1, mi raccomando non perdetelo. Decidiamo di concederci un “lusso” e di prendere un the alla menta sulla terrazza del cafè proprio accanto al palazzo. Dico lusso perchè mentre finora abbiamo sempre speso 10DHM per un the qui ne chiedono 25. Terrazza elegante,bagno pulitissimo,cameriere in divisa,ma il the è stato il peggiore dell’intero soggiorno. Sarà un caso?
Per il pranzo invece seguiamo incuriosite il consiglio della LP e andiamo al cafe de la cigogne,un piccolo ristorantino accanto alla bellissima moschea della Kasba (una moschea che a me è piaciuta più della Koutubia) che si chiama cosi perchè dalla sua terrazza è possibile vedere a pochi metri, un bel nido di cicogna con tanto di cicogna che vi soggiorna 🙂 In più era venerdi e abbiamo assistito dall’alto all’uscita della preghiera, un fiume di uomini vestiti di bianco che ha invaso le stradine circostanti. Molto bello.
Il pomeriggio siamo andate a fare una passeggiata nel rinfrescante giardino della Koutubia, poi un the alla menta nella place des epices,e dopo una passeggiata nel caos della Djemaa immancabile. Abbiamo cenato in un cafè sempre della place des epices. Buonissima la tajina con manzo, prugne e il sesamo. Purtroppo siamo arrivate all’ultimo giorno e veniamo pervase dalla nostalgia. Abbiamo il volo la sera alle 19 quindi lasciamo i bagagli al Riad che ce li custodisce gentilmente e andiamo dirette al Palais Badi che ahinoi scopriamo essere chiuso già da una settimana in quanto scopriremo il figlio del presidente del Libano lo ha affittato per il suo matrimonio! Ma non poteva scegliere un altro periodo? Deluse prendiamo un taxi che per 2€ ci porta ai Jardin Majorelle, quelli famosi voluti dal pittore e dedicati allo stilista Yves Saint Laurent di cui vi è un memoriale all’interno. Sono un’oasi verde silenziosa e piena di piante tropicali, con all’interno anche il museo berbero, ma 5€ l’ingresso è totalmente fuori mercato come costo. Torniamo al nostro amato cafè Kessabine per l’ultimo cous cous e l’ultimo the alla menta con ultimo sguardo alla piazza indaffarata, al sole che colora la città e ne salta il suo rosa. Facciamo gli ultimi acquisti nel souq, tanti dolcetti e mestamente torniamo a prendere i bagagli, salutiamo il gentilissimo ragazzo del riad e con un taxi verso le 16 ci dirigiamo all’aeroporto, ma la tristezza già ci assale. In più in aeroporto troveremo l’inferno,sembra che debbano partire tutti in quel momento,e tutto il caos farà ritardare la partemza di un’ora. 4 ore lì dentro,averlo saputo restavamo ancora un po’ in giro!
Arriviamo a Pisa a mezzanotte, andiamo al parcheggio e ritiriamo l’auto per dirigerci in autostrada e tornare a casa.
Sognavo Marrakech da un bel po’ e ha soddisfatto tutte le mie aspettative,anzi è andata oltre. Aprile è senza dubbio il mese ideale per visitarla. Una città pulita (ebbene sì, anche nei souq) verde, colorata, calda, dal fascino indescrivibile che mi ha lasciato addosso molta nostalgia e una irrefrenabile voglia di tornarci presto, stavolta come porta per visitare il resto di questo splendido Paese.
INSHALLAH.