Marrakech e il deserto 2
Mia sorella ed io partiamo con un volo mattutino e alle 9 di mattina (10 in Italia perchè in Marocco non c’è l’ora legale)arriviamo a Marrakech. Alì di Adventure Morocco tours ci aspetta fuori dall’aeroporto, mai visti tanti tour operator in attesa! Piombiamo nel traffico di Marrakech.Allucinante. Siamo sopraffatte. Il nostro riad si trova nella medina, Alì si ferma precariamente,non ci sono parcheggi, il ragazzo del riad ci viene incontro e tra biciclette, scooter, carretti, asini, macchine, bus e gente, gente ovunque, arriviamo a destinazione. Il Riad de La Croix Berbere ci accoglie con una calma e un silenzio inaspettati! Talmente piacevole il luogo che ci vuole coraggio ad affrontare il delirio lì fuori! Però la voglia di scoprire Marrakech è tanta perciò senza esitare, dopo brevi informazioni del personale gentilissimo del riad, qualche indicazione sulla cartina, si va! cerchiamo punti di riferimento per poter poi ritrovare il nostro albergo. Le stradine sono strette, tutte simili, curve porte abitazioni…difficile orientarsi. In queste viuzze transitano biciclette scooter e carretti trainati da asini che ti sorprendono dietro qualche angolo e ti spaventano pure. Possibile che nessuno venga investito?
Raggiungiamo la Grande Piazza, la famosa Annexe Jamaa El-fna. Restiamo colpite dalla vitalità energia e il tutto che gravita in questo luogo, suoni colori odori, è bellissimo!
Prima ancora di avvicinarci ad un cambio per fornirci di Mad due tatuatrici ci catturano e in un minuto mia sorella si ritrova mano ed avambraccio disegnati con l’hennè, io una caviglia. Aiuto! Discutere il prezzo è piuttosto impegnativo, siamo spiazzate e ci facciamo un tantino buggerare…pazienza…
La visita guidata con Abdel ci porta ad ammirare la torre della moschea Kotoubia, la meraviglia delle Tombeaux Saadiens e lo stupendo palazzo Bahia. Una lunga passeggiata nel Souk. Rientriamo nel riad per un breve riposo/doccia e usciamo di nuovo per cenare. Valeria si rifiuta di cenare in uno dei numerosi stands che nel frattempo sono stati montati nella piazza. Gli inviti sono tantissimi, io accetterei volentieri ma assecondo mia sorella e ci troviamo nella terrazza del Cafè Restaurant Bab Ftouh. Ceniamo piacevolmente vegetariano con meno di 15 euro per due. Siamo stanche a sufficienza per rientrare!
Giovedì 4/4/2019
Le previsioni dicevano pioggia e calo della temperatura. Infatti piove che Dio la manda. Usciamo ugualmente, Valeria compra un ombrello. Decidiamo di prendere il bus turistico in modo da non bagnarci troppo. Costa 19 euro. Il piano superiore ha i sedili bagnati e tira un’aria per niente piacevole. Il giro si svolge nella parte nuova della città e all’esterno della medina. Nonostante il freddo il giro ci piace. Ci consoliamo fermandoci a pranzo in un grazioso ristorante marocchino, Al Fassia. Lo staff femminile sorridente e indaffarato ci accoglie e in un ambiente semplice ma elegante mangiamo molto bene e abbondante per nemmeno 30 euro per due. Ci torneremo. Con il bus turistico passiamo attraverso il Palmeto. Meriterebbe una passeggiata che purtroppo non possiamo fare.Quando finalmente cessa di piovere è pomeriggio e andiamo a visitare gli stupendi Jardins de Majorelle. Verso sera torniamo nella Medina, non ceniamo, ci basta un cappuccino in uno dei bar della piazza, punto di osservazione perfetto di questo luogo allucinante. La sera si anima ulteriormente e i suoni si amplificano, gruppi musicali con tamburi e strumenti tipici, i venditori sono un po’ più insistenti…sono felice di vedere tante donne in giro, a spasso fino a tardi, in piccoli gruppi, con o senza velo, con burka completo oppure vestite come me, con o senza bambini…bellissimo!
Venerdì 5/4/2019
Alì Bourki titolare di Adventure Morocco Tours, ci raggiunge al riad. Ci informa che dovremmo invertire il nostro tour perché a Imilchil nevica e fa molto freddo. Naturalmente accettiamo. Non mi dilungherò nelle descrizioni del tour perché potrei essere ripetitiva. Alì, uomo del deserto, ci ha presentato con garbo e amore il suo Paese, ci ha accompagnato in luoghi indimenticabili con l’intenzione di farci innamorare del Marocco. E ci è riuscito! I tanti chilometri non ci hanno stancato perché l’incanto dei paesaggi è stato tale da non essere mai stanchi. Ci allontaniamo dalla città e Alì sostituisce il giubbotto con una tunica pesante tessuta dalla sua nonna. Lui adora le tradizioni del popolo berbero che sono le sue origini e le fa convivere con un lavoro che guarda al progresso che gli da modo di mantenere se stesso e la sua famiglia. Così ci avviciniamo alla catena dell’Alto Atlante. Qualche sosta in punti panoramici.
Telouet. Il villaggio berbero, le viuzze, il muezzin chiama alla preghiera. Il villaggio sembra deserto, si anima, si dirigono alla moschea. Imparo a dire ‘shokrun’ grazie e ‘salam aleikum’ buongiorno, li distribuisco con un sorriso, sembrano apprezzati. C’è povertà ma non fame. Ci sono saluti e sorrisi. Siamo incantate. Nel negozio cooperativa Valeria acquista un tappeto berbero bellissimo e costoso. Mia sorella è generosa, non contratta più di tanto e ci incartano un tappeto meraviglioso. Ho un bel sacchetto di caramelle per i bimbi, lo affido alla guida sperando di donare un sorriso.
Ait Ben Haddou. Un ragazzo bellissimo ci fa da guida. Il suo sorriso e la sua gentilezza ci sono piaciute. C’è molto vento, lui compone un turbante per Valeria. Passiamo un ponte fatto di sacchi, il vento alza la sabbia.Questo sito è stato scenografia per molti films importanti. E si può capire perché. Mohammed ci accompagna lassù dove si vede un panorama impagabile, le foto non rendono la poesia e la meraviglia del luogo che trasuda storia e vita. Il muezzin chiama, no, non è il muezzin, si tratta di un capofamiglia che chiama a raccolta per la mattina successiva chi è disponibile per la pulizia dei canali di irrigazione. L’aiuto reciproco qui diventa dovere. Questa società berbera non lascia nessuno nella povertà assoluta, la comunità tutta si attiva nell’aiuto. Mohammed è anche musicista, un amico italiano giornalista lo ha invitato ad un festival a Pescara. Secondo anno che fa richiesta del visto per venire in Italia, l’anno scorso non lo ha ottenuto, forse quest’anno? Inshallah!
Miniera di sale.Alì lascia la strada asfaltata e intraprende un sentiero sconnesso che ci porta ad una miniera di sale. Qui restiamo esterefatte. Questa miniera è in concessione ad una famiglia che nel buio pesto, lampada sulla fronte, piccone e braccia. Estraggono sale in grossi cristalli grezzi dalla montagna. Sale bianco e sale rosso. Norme di sicurezza cosa sono?situazione allucinante, il guadagno è basso ma grazie a questo lavoro malsano e durissimo una famiglia sopravvive.
Ouarzazate. Raggiungiamo alla sera il riad Tama, elegante e silenzioso. Camera bella e accogliente ci consente di elaborare le immagini e di godere di ciò che durante il giorno abbiamo visto.
Sabato 6/4/2019
Valle delle rose. Melaat M’Gouna ospita un bellissimo festival quando le rose sono in piena fioritura, 1 e 2 Maggio qui deve essere un incanto. Cooperativa di donne che produce prodotti ricavati dalle rose.
Valle del Dades. Ci fermiamo in vari luoghi panoramici, da una collina si legge una grande scritta in arabo ‘ Il Sahara è nostro’. Una rivendicazione all’Algeria, una parte di deserto contesa. Tanti venditori si avvicinano, vendono minerali, foulard, ceramiche…
Gole del Toudra. Siamo in giorni di vacanze scolastiche. Qui davvero c’è tantissima gente, i bambini/venditori non ci danno tregua.Valeria li allontana severamente. Il luogo è anche bello. Fotografo un gruppo di ragazzini marocchini, rimprovero un bimbo che bastona un asinello, vedo uno che arrampica, questa è zona per scalatori.
Erg Chebbi. Paesaggio sempre più desertico e ipnotico. Meno traffico, incontriamo piccole cittadine, ci avviciniamo al deserto. Alì disdegna i grossi tour operator infatti ci accompagna tra le dune iniziali a scovare Josef, il cammelliere. I nostri due dromedari sono pronti. Lascio da parte le mie remore riguardo lo sfruttamento degli animali, questo deserto mi attira. Così ci lasciamo avvolgere da questa magia. Emozione, accarezzo il mio dromedario paziente, il sole le dune il silenzio il paesaggio calmo e grandioso. Penso a mio fratello.
Campo tendato. Due ragazzi giovani gestiscono questo campo tendato. Pulito e carino, ci preparano il thè. Siamo soli, il loro telefono prende lassù sulla duna. Il nostro non prende. Silenzio. Solitudine. Dune dorate. Arriva il tramonto. Arriva anche una famiglia marocchina di Tangeri. Nahil, 3 anni e mezzo, non si preoccupa della scarsa comunicazione, è simpatia reciproca! La mamma porta il velo e ci sono altri due figli. Sono assolutamente moderni e allegri. Sono in vacanza. Ridono e scherzano anche con noi per quanto possibile…è davvero piacevole!
E’ buio, le stelle sono lucenti sono tante e ci piovono addosso. E’ stupendo!
Domenica 7/4/2019
Mi sveglio presto. Valeria insonne non riesce ad alzarsi per vedere l’alba. Scalo una duna, c’è la famiglia di Tangeri che sta guardando l’alba. Non c’è il piccolo Nahil che sta ancora dormendo. Ammiriamo insieme il sole che sorge.
Loro sono in partenza. Li accompagno aiutandoli con i bagagli ai loro dromedari J. Ci salutiamo con un abbraccio, da amici, una breve intensa esperienza condivisa, non occorrono parole, i sorrisi e l’atteggiamento bastano per comunicare! Inshallah famiglia di Tangeri!
Partiamo anche noi, Josef è arrivato a prenderci con i due dromedari di ieri, ci aspettano fuori dal campo. Noi oggi vogliamo gustare il deserto camminando. Sotto un bellissimo sole ci incamminiamo fra le dune. Non sappiamo come faccia Josef ad orientarsi. Camminiamo per 4 ore, io sandali da trekking, Valeria scalza! Fa caldo, fatica,viene voglia di salire sul dromedario ma no….Si cammina…Josef ha l’occorrente per preparare il thè, accende un piccolo fuoco e seduti fra le dune, all’ombra di un cespuglio, beviamo questo aromatico thè.
Merzouga. Primo pomeriggio raggiungiamo Alì, ci aspetta nei pressi di Merzouga, non abbiamo appetito, una spremuta e ci si avvia.
Rissani. C’è il mercato a Rissani. Un brulicare di gente e animali. Il giorno di mercato è movimentato. Asini, pecore e datteri, tanti datteri. Compriamo un pane tipico, ancora caldo, molto buono. La confusione, il caldo, i colori ci frastornano. Valeria rompe gli occhiali da vista/da sole. Un ottico locale con abilità e poche attrezzature adatta le sue lenti su di una montatura nuova. Ci lavora a lungo poverino, orgoglioso del risultato chiede la bellezza di 10 euro (montatura e lavoro!). Povera gente che davvero non guadagna granchè.
Merzouga. Torniamo per pernottare ai margini del deserto, al riad Kanz Emmeral . Qui ci sono tanti camellieri in attesa dei turisti. I dromedari sellati attendono pazienti di scarozzare nel deserto turisti che arrivano da tante parti del mondo. Noi abbiamo una camera in una terrazza che guarda verso il deserto. Emozione! Ci rilassiamo in piscina, c’è il sole, scrivo il mio diario, assaporo il sole, l’aria, il deserto…Siamo estasiate…
La gioia negli occhi per tanta bellezza, ci sediamo sulle dune, un ragazzo dei dromedari mi rivolge la parola e ci diciamo ‘grazie’ in tutte le lingue che conosciamo, non so nemmeno come è iniziata la conversazione ma i grazie esplodono con un sorriso. Magia del deserto,magia di questa gente a cui mancano tante cose ma non manca il sorriso. Inshallah!
Cena vista deserto. Sono molto fortunata. Ci raggiunge Alì, pianifichiamo per domani, fumiamo il narghilè,ci spiegano come fare il bellissimo turbante berbero, sembra facile poi non ci si riesce mai. Nella buia terrazza due ombre, donne che pregano. E’ commovente. Arricchite negli occhi e nella mente diventa difficile dormire. Le stelle continuano a piovere in questa limpida notte marocchina.
Lunedì 8/4/2019
Oggi si sarebbe dovuto proseguire verso Imilchil purtroppo però anche se non nevica più la temperatura rimane bassa così Alì ci suggerisce di proseguire verso sud ovest.
Zagora e la Valle del Draa. Lasciamo con nostalgia Merzouga, la strada prosegue in un paesaggio lunare, desertico, poche macchine, il sole, l’orizzonte…ci fermiamo, fossili nelle rocce, c’è il venditore pronto a bagnare perché si vedano meglio. Qui c’era il mare milioni di anni fa, ora è lontano 700 km.
Jbel Lamdouar. Raggiungiamo Jbel rotondo e rosso, si eleva in una grande e piatta pianura. Raggiungiamo un belvedere naturale, è incredibile il paesaggio, manca il fiato. 8 motociclisti ci chiedono di far loro delle foto e ricambiano il favore. Tanto non rendono, nemmeno il mio super telefono può rendere le bellezze che vedono gli occhi.
Zagora. Videochiamata alla sorella rimasta a casa e rientro alla realtà. Tanta strada, tanti chilometri. Le palme da dattero della valle del Draa, ci sembra di correre dentro una grandissima oasi. Andiamo direttamente a Tamegroute a visitare la biblioteca coranica, molto importante contiene manoscritti di scienza, storia e poesia. L’anziano custode nella sedia a rotelle esibisce orgogliosamente qualche parola di italiano e si complimenta con gli occhi . Proseguiamo la visita della città sotterranea, abitazioni semi interrate per proteggersi dal caldo e dal freddo. Si visita un forno per la cottura della tradizionale ceramica , sembra un girone dantesco…Nel negozio dove sono esposti gli oggetti prodotti acquistiamo delle belle coppette.
Arriviamo finalmente al riad Soleil de Monde dopo una sosta in un hotel che serve birra (non la si trova facilmente, Alì sa dove trovarla. Questo governo religioso sconsiglia la vendita di alcolici e gli esercenti più ligi non li commerciano.)
Il riad sembra un’oasi nel palmeto. Uccellini, l’acqua che scorre nel giardino…la stanza è ampia, il bagno spartano ma carino.
La cena è ottima e abbondante. Ci sono altri turisti,bambini, ma si sta molto bene a cenare in giardino al lume di candela.
Martedì 9/4/2019
Amezrou. Appena fuori dal riad, a piedi guidate da Iassin ci dirigiamo in questo villaggio. Nello storico meloh (quartiere ebraico) convivono tradizioni africane, berbere, ebraiche e musulmane. Negli anni 60 gli ebrei se ne sono andati per stabilirsi in Israele e questo villaggio è ora abitato da immigrati del Mali o della Mauritania. Iassin li chiama black people. Sono poveri, lavorano nel palmeto. Vediamo la sinagoga. E’ chiusa. Alcuni bambini ci seguono. Non sono denutriti, di sicuro sono poveri. Molto bello girovagare tra le viuzze, visitiamo una bottega di artigianato, si entra da una porta e all’interno i locali sono grandissimi, stanze piene di oggetti stupendi, anfore tappeti…farebbe voglia di comprare tutto. Vedo un negozietto, compro un bel sacchetto di caramelle, 2 bambini diventano 20 e distribuisco caramelle e sorrisi anche a donne e uomini che incrocio, accettano volentieri!
Il giro è stato lungo e interessante. Alì ci aspetta. Lasciamo Zagora passando a fotografare la famosa targa dei 52 giorni a Timboctu.
Tamnougalt. La valle del Draa scorre in lunghi chilometri ricca di palme da dattero, Alì ci spiega la produzione e le qualità dei vari tipi di dattero. Pedro ci farà da guida in questa Kasbah diroccata. Lui ha lasciato Casablanca per il deserto. Ha in affitto una zona di questa kasbah e l’ha trasformata in una Guest House. Deve essere pazzesco stare qui una sera, una notte. Ci conduce in giro, 3 cuccioli di cane ci seguono. Alcune zone sono ristrutturate, stranieri impazziti per la zona hanno acquistato un angolo di kasbah per venire ogni tanto ad assaporare il silenzio, il deserto.
Ouarzazate. Arriviamo a sera. E’ una bella serata, il nostro riad si trova nei pressi di un grande giardino pubblico. La gente che passeggia è tanta, donne con bambini, famiglie, turisti. Il Riad Jardins de Ouarzazate è bello, ci ritiriamo in camera e alla cena ci prendiamo pure una bottiglia di vino rosso visto che ci viene proposto. Tanti bambini in questo riad dove il personale, come del resto ovunque, è gentilissimo.
Mercoledì 10/4/2019
Sentiamo già aria di nostalgia. Oggi giornata di rientro a Marrakech, domani abbiamo il volo per tornare a casa. Tanti chilometri per scavalcare l’Alto Atlante. I panorami sono stupendi, ci fermiamo strada facendo, un’oasi vista dall’alto. Pura magia!
Valeria desidera comprare una tovaglia così Alì ci accompagna in un laboratorio. Tre ragazze ricamano, ogni tovaglia è diversa. Sono bellissime, costano. Valeria non contratta più di tanto e ne compra due. Ne vorrei anch’io una! Costano più di 100 euro (meritati).
E poi Alì corre veloce su strade di montagna piuttosto trafficate, curve, grandi salite e discese. Ci fermiamo a pranzare lungo la strada, un ristorantino semplice, mangiamo in una terrazza al sole, due tavoli di persone marocchine, 8 euro in 3, ci fanno il prezzo per i marocchini non per i turisti.
Arriviamo a Marrakech verso le 17, torniamo al riad Las Croix berbere quello delle prime due sere. Ci tuffiamo nelle stradine della medina, da una terrazza sulla piazza guardiamo già tutto con nostalgia. Spettacolo unico e incredibile. Abbiamo deciso di cenare nel ristorante Al Fassia. Come raggiungerlo? Il delirio di gente riempie gli autobus, i taxi….bene, andiamo a piedi, abbiamo tempo e sono circa 5 chilometri. Ci fermiamo incerte in un incrocio e ci avvicina Halima, una bella ragazza marocchina, ci chiede dove dobbiamo andare, ci indica la strada, ci offre un passaggio. Fantastica la sua gentilezza! Lei ha appena finito il suo turno di lavoro in un hotel, si occupa di turismo per gruppi. Nel caotico traffico si accerta della nostra prenotazione e ci accompagna davanti al ristorante. Noi siamo senza parole, il mio inglese non mi consente di esprimermi come vorrei, lo facciamo in italiano anche se lei può solo intuire. La lingua degli occhi è universale, credo..
Halima un valore aggiunto a questo magnfico viaggio, ti ho scritto una mail di grazie!
Il nostro ristorante è affollato, nonostante la prenotazione aspettiamo il tavolo per mezz’ora. La cena in questo ristorante gestito da donne materne e sorridenti è molto buona. Con 23 euro mangiamo ottimo e abbondante. L’usciere ci chiama il taxi che ci riporta nella medina. Il traffico ancora caotico si è un pochino ridotto. La cosa che mi stupisce è che nonostante il caos non ho visto incidenti, pedoni o biciclette a terra, nessuno viene investito, gli scooter sfiorano persone e macchine…ma c’è tolleranza anche delle infrazioni…
Sono le 23,30, la piazza è ancora fremente di vita. Malvolentieri rientriamo a casa.
Giovedì 11/4/2019
Ultime ore a Marrakech. Abbiamo finito i Mad, giriamo per il souk. Qualche euro di elemosina, acquisto un euro di aglio e uno di pepe ed è ora di andare in aeroporto.
Alì non riesce ad accompagnarci in aeroporto, ci siamo abbracciati ieri.
Si torna a casa con la visione di un paese meraviglioso di gente gentile e sorridente.
Grazie Marocco, arrivederci, tornerò.