Marrakech e Essaouira

Città dal fascino diverso. Spazi segreti dietro le mura...
marrakech e essaouira
Partenza il: 02/01/2011
Ritorno il: 09/01/2011
Viaggiatori: due
Spesa: 2000 €
Ho utilizzato così tante volte i diari di viaggio di “Turisti per caso” che mi sembra giusto restituire un po’ qualcosa.

Ecco quindi alcune impressioni, corredate in fondo da qualche nota pratica, degli otto giorni passati tra Marrakech ed Essaouira all’inizio di gennaio. Partono tutte dalla constatazione che, con un’eccezione importante data dalla immensa e fantasmagorica piazza Djema el Fna, il bello, lo stupefacente, l’inaspettato lo si trova sempre dietro qualche porta, dietro qualche muro che lo tiene gelosamente nascosto.

Per questo non sono città che si possono vedere di corsa, che possono essere messe nel carrello in poche ore per fare “tutto il Marocco in quattro giorni”. Non sono città che si concedono facilmente: né la rossa Marrakech, violentata in tante sue parti da gruppi frettolosi dietro un ombrellino, ma ancora ricca di segreti e di sorprese; né la bianca e azzurra Essaouira, raffinata nelle sue gallerie d’arte e nella sua musica e sguaiata nel verso dei voraci gabbiani che contendono il pesce ai pescatori sulle mura del porto. E allora vorrei raccontarvele omettendo le cose più note, quelle che trovate su tutte le guide anche sommarie, quelle che vi faranno vedere anche se, poveri voi, doveste scendere in sciame da sudati autobus, ma aprendo invece qualche porta meno nota.

A Marrakech cinque sono le porte che vi propongo di aprire. Dopo aver visto le tombe sadiane, il Jardin Majorelle (anche questo rigorosamente nascosto dietro una porta) e il palazzo El Bahia, dopo aver fatto ottimi o pessimi affari nel suq, dopo aver preso la mattina una spremuta d’arancio e la sera una tajine sulle bancarelle della piazza Djema El Fna fotografando incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmiette, cavadenti e mercanti d’acqua, solo dopo aver svolto così i vostri compiti di turista, incamminatevi con calma verso il nord ovest del grande suq dove ci aspettano due porte.

La prima è quella del Caffè letterario Dar Cherifa e non è proprio facilissima da trovare, ma se avete un po’ di pazienza e costeggiate il muro sinistro della Moschea Mouassine non la mancherete. Suonate e vi si aprirà uno scrigno dove, serviti da una gentilissima signora, potrete prendere un tè alla menta o un caffè in uno dei più bei cortili di Marrakech, tra stucchi mirabili e una decorazione in legno delle cornici da capogiro. Mostre d’arte (quando ci sono andato io era una mostra fotografica) aggiungono interesse alle pareti, una terrazza che dà sul cortile e sui tetti del suq vale la fatica degli scalini.

La seconda porta è lì vicino, ma è necessaria una guida (basta che giriate gli occhi e la trovate) che vi chiederà forse cinquanta dirham (meno di cinque euro), ma da soli non ci arrivate. E’ la porta di qualche tintore che lavora ancora a mano la lana nel Suq des teinturiers colorandola con il giallo dello zafferano e il rosso dei papaveri. Non è necessario che compriate qualcosa, potete fotografare tutto e tutti, chiedendo però sempre il permesso con un sorriso e tenendo sempre per ciascuno una moneta da 10 dirham . Potete così avvicinarvi ai calderoni fumanti, alla lana stesa al sole, ai balconi da cui il panorama dei colori è ancora più incredibile. E poi ancora agli artigiani che infeltriscono la lana con il sapone e la forza delle braccia, a quelli che tessono le sciarpe, a quelli che cuciono le babbucce.

Da lì, attraversando il Suq in diagonale verso l’uscita di Nord-Est (verso la Porta Bab Debbagh), dopo un po’, già fuori del mercato, posto che a Marrakech si possa mai uscire da un onnipresente mercato, cominciate ad arricciare il naso per una puzza crescente, meno male che avrete preso in una delle bancarelle dei rametti di menta e li starete tenendo sotto il naso. Ci stiamo avvicinando alla terza porta: quella di una conceria nel quartiere delle Tanneries. Sono le famiglie berbere, raggruppate in cooperative, che conciano la pelle di montone, capra e dromedario con un procedimento tradizionale che prevede calce, cacca di piccioni, orzo e foglie di quercia. Anche qui la mancia è d’obbligo, ma lo sapete: se volete essere tirchi nelle mance a Marrakech vi conviene restare a prendere il sole sulla terrazza del vostro Riad. La guida sarà loquace e poi vi proporrà di compare qualcosa in pelle: io non ho saputo resistere, anche se era uguale a tutti gli altri zainetti del Suq quello che ho preso mi ricorderà la sapienza delle mani che ho visto all’opera.

La quarta porta è invece pura arte: non ci sono tanti turisti solo perché è un po’ fuori circuito per chi deve vedere tutto in una manciata di ore. Parlo della Medersa Ben Youssef. Entrate nel cortile a occhi chiusi: quando li aprirete vedrete un merletto di decorazioni, un equlibrio di forme per quella che era una affollata scuola coranica.

Per l’ultima porta torniamo indietro, quasi al confine sud della Medina, non lontano dal visitatissimo palazzo El Bahia ecco il Museo Dar Si Said, il più antico museo di tutto il nord-Africa, con la sua collezione, i suoi soffitti di legno intarsiato e intagliato. Se siete fortunati come me e date una mancia (sì, ancora una mancia) al custode, forse vi farà vedere anche il cortile dell’harem di questo che era un palazzo di una ricchissima famiglia. Un sogno.

Due ore e mezzo di una strada ottima e dritta (ma non superate i limiti di velocità se no sono guai) portano al mare, alla famosa Essaouira, rifugio di Jimi Hendrix e Frank Zappa. Qui, dopo un aperitivo nel caffè sul porto, una grigliata di pesce scelto direttamente dalla cassetta del pescatore, una passeggiata sulla spiaggia battuta dagli alisei, la visita al piccolo fortino e un giro nel suq (così calmo dopo quello di Marrakech) per comprare cosmetici all’argan, se avete avuto buon naso e avete deciso di passare almeno due giorni lì, avrete il tempo per altre due porte.

La prima è quella della galleria d’arte Damgaart (sì il nome è danese, di quello che l’ha messa su più di vent’anni fa) dove troverete lavori di autori tutti nati ad Essaouira o negli immediati dintorni che vanno dalle tele più raffinate a opere e sculture potenti e naif di chi di mestiere fa il pescatore o il contadino.

La seconda è in realtà un portico: quello della piazzetta della Joutia. Arrivateci all’imbrunire, quando sono stati tolti gli ombrelloni dei mercanti di roba usata, quando si accendono le luci dei negozi sui quattro lati dei portici, quando vien voglia di sedersi e rimanere lì per sempre. Poi tornateci la mattina, quando è piena di folla vociante e di mille colori. Vale il viaggio.

NOTE PRATICHE:

A Marrakech siamo stati al Riad Carina (c’è su internet) dove abbiamo preso una bella suite a circa 100 euro a notte, si può spendere meno, ma questa soluzione ha un ottimo rapporto qualità/prezzo in una struttura oltretutto curata nei più minimi particolari.

A Essaouira potete arrivarci in macchina guidando da soli, è facile e così vi fermate quando ne avete voglia. Io ho noleggiato tramite il Riad una Ford Fiesta a 34 euro al giorno.

A Essaouira abbiamo dormito in un Riad da mille e una notte: Riad Chbanate (anche questo lo trovate in rete). Costa un po’ di più (150 euro a notte), ma solo la vasca del bagno vale la differenza. Noi ci abbiamo anche cenato, non costa moltissimo, ma non vale la pena: meglio le bancarelle sul porto. Comunque c’è di tutto: a mio parere però evitate gli alberghi. Sono fuori della Medina, sono internazionali e quindi un po’ anonimi.



  • loredana_bz loredana_bz
    Sono stata più volte a Marrakech e a Essaouira e ho già aperto quasi tutte le porte consigliate da Carlo ... quelle che mi mancano le aprirò al mio prossimo viaggio ... sono rimasta stregata dal Marocco e non posso fare a meno di tornarci."
  • loredana_bz loredana_bz
    Sono stata più volte a Marrakech e a Essaouira e ho già aperto quasi tutte le porte consigliate da Carlo ... quelle che mi mancano le aprirò al mio prossimo viaggio ... sono rimasta stregata dal Marocco e non posso fare a meno di tornarci."
  • loredana_bz loredana_bz
    Sono stata più volte a Marrakech e a Essaouira e ho già aperto quasi tutte le porte consigliate da Carlo ... quelle che mi mancano le aprirò al mio prossimo viaggio ... sono rimasta stregata dal Marocco e non posso fare a meno di tornarci."
  • alberico daniel alberico daniel
    che bella descrizione! grazie......"
  • alberico daniel alberico daniel
    che bella descrizione! grazie......"
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