Marrakech… Che sorpresa!
La mattina seguente ci svegliamo con calma verso le 09:30, e decidiamo di girarci tutti i siti più importanti della antica città imperiale, così andiamo prima alle tombe dei saaditi, antica necropoli dove sono sepolti 66 saaditi, tutte le tombe sono inserite in tre piccole sale di superba maestria artistica, gioielli dell’antica arte marocchina-andalusa. Finita la visita alle tombe andiamo al Palais de la Bahia, una costruzione irregolare con fontane, sale complesse, appartamenti, bellissimi giardini con piccoli cortili appartati. In seguito ci dirigiamo verso Dar Si Said, ma è già chiuso, così giriamo un pochino per i vicoli della Medina e ci troviamo in Place Djemaa el-Fna, ci immergiamo ancora nei vicoli del souq fino a che non incontriamo un ragazzo (Abdul) che parla un pochino italiano…Gli chiediamo dove si va per il museo di Marrakech, e lui si offre di accompagnarci ma a metà strada inizia a parlare delle concerie…Così capiamo che è una faux-guide, infatti il “così sembrava vicino” museo di Marrakech diventa lontano e si trasforma in conceria, lì di fronte naturalmente ci aspetta un amico di Abdul con la menta in mano (per attutire il malodore all’interno delle concerie, frutto di animali scuoiati e puzza di guano di piccione, contenente ammoniaca) che ci fa fare un giro per le concerie arabe e berbere, che lavorano le pelli di cammello, montone e pecora…Mamma mia che puzza, nauseabonda! Finita la gitarella di una ventina di minuti in cui ci spiega tutta la fase di lavorazione delle pelli, finiamo per inerzia in un negozio…Di un loro amico naturalmente (Ahrun)! Qui ci sfiniamo a contrattare e ce ne andiamo via con un bellissimo tappeto berbero ed un puff (i cuscinoni in pelle) il tutto per la cifra di 50€…Dalle loro espressioni incazzate abbiamo capito che gliel’abbiamo combinata grossa, quasi si rifiutano di salutarci…Mi sa che il prezzo era veramente basso!!! Oramai si sono fatte le 14 e così torniamo in hotel per rifocillarci un pochino e riposare mezz’ora. Nel primo pomeriggio però ci rimettiamo in moto e ci dirigiamo verso Palais el-Badi, stupendo sito archeologico, in rovina perché smantellato da Moulay Ismail nel 1696 per ricavare il materiale da costruzione per la nuova capitale del Regno, Meknès. Ora rimane il Palazzo circondato da mura, con all’interno un aranceto, ed un bunker dove ci sono labirinti di corridoi sotterranei, magazzini e prigioni usate al tempo. Inoltre in una delle sale si può visitare, pagando prima di entrare un supplemento, il pulpito (minbar) usato dall’imam della Moschea Koutoubya, il più grande mai costruito, stupendamente conservato, favoloso reperto dell’architettura ed espressione artistica del tempo…Particolare che balza all’occhio è la presenza di centinaia di cicogne (e dei loro enormi nidi) tutt’attorno alle mura del Palazzo…
Finita questa visita, torniamo verso i vicoletti che ci portano al Dar Si Said, che non eravamo riusciti a vedere in mattinata, ora sede del museo delle Arti marocchine, bellissimo palazzo dove sono conservati i più disparati oggetti dell’epoca, dalle porte, alle armi, ai marmi, alle giostre panoramiche per bambini, gioielli ecc. Ecc. Nonostante fosse chiuso, una guardia del museo, ci accompagna al piano superiore dove possiamo ammirare una splendida sala perfettamente conservata, con mobili lavorati, uno splendido soffitto in cedro e centinaia di lavorazioni ornamentali in legno dipinto. Ringraziata la guardia (con mancia) ce ne usciamo e torniamo verso Place Djemaa el-Fna, dove sostiamo per un pochino per poi dirigerci verso l’hotel passando prima per uno dei tanti giardini che ci sono a Marrakech, quello che costeggia Avenue Mohammed V. Qui ci sono tantissime specie di piante ed alberi, tutti immersi in un immenso giardino di erba curatissima…Molto rilassante come visione e come luogo di incontro per la gente del luogo…In hotel ci riposiamo un pochino, doccia e poi scendiamo a fare due passi e fare la telefonata quotidiana ai nostri genitori dalla Teleboutique, dove peraltro acquistiamo per la modica cifra di 200 dirham a testa (20€) l’escursione per l’indomani mattina alle Cascades d’Ouzoud, così andiamo a dormire presto.
Sveglia alle 7 per il ritrovo e per la partenza delle 8, in compagnia di una simpatica 60enne di Birmingham e altre due francesi molto navigate in materia di Marocco. Il viaggio dura un 2 ore e mezza in un paesaggio montano, siamo sulle pendici della catena montuosa dell’Atlas (Alto). Arrivati a destinazione il nostro autista ci indica la strada e al pulmino si avvicina quella che pensavamo essere la nostra guida, ma subito capiamo che è uno che si adopera al ruolo di guida con tanto di cartellino di Trekking Guide ufficiale del Marocco. Molto esperto in materia ci accompagna a vedere le cascate e a fare un giro per la vegetazione circostante. Dopo un quaranta minuti di trekking su e giù per le terrazze coltivate ad ulivi, ci segnala ad un bivio, le due possibilità…O proseguire per la parte turistica oppure continuare per la parte naturalistica, la prima costa 100 Dh, la seconda 150 Dh…I tre babbi (io, mio fratello e la signora inglese) ci guardiamo allibiti e dopo un attimo di shock, un pochino incazzati dalla mancanza di correttezza da parte di Mustafa (non ci ha mai accennato ad un listino prezzi, era ovvio che gli dovessimo dare la mancia ma non una fortuna del genere!) decidiamo di fare il tour meno costoso (100 Dh=10€ a testa). La cosa però ci da molto fastidio e proseguiamo per i primi minuti in un’atmosfera un po’ meno rilassata anche per la presenza di tantissima gente in fondo alle cascate, tutti locali che si divertivano, la tipica gita fuori porta della domenica. Ma è il paesaggio spettacolare che ci fa tornare ad essere meno tesi anche dopo l’inconveniente…Fatto sta che risaliamo e anche grazie a Mustafa che ci porta in punti in cui la visuale era favolosa, abbiamo l’opportunità di scattare qualche foto ricordo della bella escursione. Poi stanchi per la scarpinata, ci sediamo per un paio d’ore ad un bar dove beviamo e mangiamo qualcosa in compagnia della simpatica dog sitter inglese, che ha vissuto per 16 anni in Sud Africa. Alle 15:30, una volta tornate le 2 francesi, ce ne torniamo verso Marrakech e scopriamo che le 2 francesi hanno pagato la loro guida 50 Dh in tutto per 4 ore (noi 300 Dh per 2 ore…). Vabbè, lasciamo perdere non è che ci ha fatto diventare poveri, però ci si aspettava un po’ più di correttezza anche perché era molto gentile…Tornati a Marrakech scendiamo con le francesi nei pressi di Place Djemaa el-Fna e ci facciamo l’ultimo giro per questa affascinante piazza, passando a salutare dei ragazzi molto simpatici dove avevamo già comprato alcune cose giorni prima. Così salutiamo la Place e prendiamo un taxi, e ci becchiamo un taxista troppo simpatico, del tutto fuori che ci fa morire dal ridere, parla un pochino l’italiano perché suo padre lavora sulle gru a Bergamo…Un pazzo! Salutato il taxista pazzo, paghiamo 1250 Dh per le tre notti in hotel e dopo la doccia e dopo aver finito di scrivere tutte le cartoline andiamo a mangiare una buona pizza all’hotel Diwane (un bellissimo 4 stelle di fronte al nostro, costo 670 Dh a notte, con piscina e architettura spettacolare ad un prezzo basso). Praticamente siamo arrivati alla conclusione della nostra permanenza nella bellissima Marrakech, giusto il tempo di andare a dormire e svegliarci alle 5:30 con le valigie già pronte. Così salutiamo il signore della reception sempre molto gentile e ci dirigiamo alla stazione della CTM per prendere il pullman che ci porterà a Casablanca. Partiamo alle 6:30, e su ci sono già alcune persone in quanto è un pullman che arriva da Laayoune, nel Sahara occidentale (è partito alle 15 del giorno prima!). Dopo esser passati per Benguérir, ci fermiamo per una sosta break a Settat, dove sono avvicinato da una ragazza marocchina seduta dietro di noi sul pullman, che mi aiuta a comprare acqua e plumcake al botteghino, diciamo che si intromette in quanto col mio arabo me la stavo cavando abbastanza bene, oltre ad essere gentile è più rendermi partecipe del fatto che lei parla un po’ di italiano…Così saliti sul pullman iniziamo a parlare con Suede (questo è il suo nome) e scopriamo che torna dopo un mese e mezzo in cui è stata a Laayoune per aiutare il fratello ad avviare un piccolo ristorante nella città sul mare a sud del Marocco. Parla italiano perché ha fatto una scuola di cucina italiana con un Circolo per Italiani a Casablanca e ha lavorato al Consolato italiano. Si rende subito disponibile e così ci organizza il trasferimento in taxi da Casablanca all’aeroporto (40 km fuori città) con un suo parente taxista. Così arrivati alle 10:35 alla stazione CTM, aspettiamo una mezz’oretta prima che arrivi il taxista, sale anche Suede, che dall’alto della sua gentilezza si offre, dopo un viaggio di sole 20 ore circa, di accompagnarci in aeroporto in compagnia del taxista, così da non lasciarlo solo al ritorno. Paghiamo il taxista (200 Dh, tariffa per marocchini…) e per ringraziare Suede, le do 20 Dh ma lei rifiuta e ringrazia per la compagnia…Altro mondo veramente. Così partiamo alla volta dell’Italia e dopo 5 giorni sentiamo parlare italiano! La cosa subito ci fa effetto, perché le prime persone che sentiamo parlare dicono solo stronzate, erano un gruppo di vecchi con guida…E così già ci sentiamo a casa…Au revoir Morocco! Il viaggio è stato molto belle ed affascinante soprattutto per quel che riguarda Marrakech, il fatto di esser stato a Casablanca è stato dettato solo dal fatto che Alitalia vola su quella città. Merita una visita breve anche perché offre poco di interessante, ma questo si sapeva già dall’inizio. Bello anche il fatto di aver vissuto letteralmente tutto il tempo in Marocco, di turisti ce ne erano pochissimi, il 95% erano francesi…Abbiamo incontrato giusto due romani (nel souq di Marrakech) con cui abbiamo scambiato giusto 2 parole, poi tutto il tempo a scambiare opinioni con la gente del luogo in moltitudini di lingue. In sti giorni ho parlato di tutto…Arabo, francese e spagnolo a livello elementare ma sufficiente a farmi capire…Per il resto inglese ed italiano non lo sa praticamente nessuno! Però nonostante le difficoltà, con tutti ci siamo capiti e siamo stati bene, e soprattutto siamo stati trattati bene dovunque ed in qualsiasi situazione…