Marocco, una settimana vissuta intensamente

Un impegnativo tour tra città imperiali e deserto
Scritto da: Dagh
Partenza il: 20/09/2014
Ritorno il: 27/09/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Ecco i nostri quattro “cinquantini” (come direbbe Andrea Camilleri…) nuovamente in partenza, questa volta attesi da un impegnativo tour del Marocco che prevede città imperiali e deserto!

Questa la formazione-tipo:

– Mimmo: capo spedizione e assistenza medica

– Giuli: interprete e collegamenti informatici

– Carla: contabilità e gestione cassa

– Dario (che vi scrive): fotoreporter.

Prima di iniziare con il diario di viaggio mi permetto di inserire un piccolo glossario di termini molto ricorrenti in Marocco, che magari non tutti conoscono:

    Bab = porta
    Erg = dune
    Hammam = luogo pubblico nel quale si può fare bagno turco, massaggi, ecc.
    Kasbah = casa fortificata
    Ksar = villaggio fortificato in pisé
    Madrasa o Medersa = scuola islamica con dormitorio per studenti
    Medina = città vecchia
    Mellah = quartiere ebraico
    Pisé = mistura di fango e argilla cotta al sole
    Riad = letteralmente giardino di un patio, è oggi anche usato per indicare una pensione di lusso.
    Souk (o suq) = mercato.

20.9.2014 sabato

Un volo EasyJet da Malpensa – puntualissimo e confortevole – ci porta a Marrakech di primo mattino. Ad attenderci all’aeroporto troviamo Hassan, della Morocco Key Travel, che sarà il nostro autista e guida per tutta la settimana. La giornata trascorre visitando Marrakech, detta la “città rossa”, prima a bordo del fuoristrada del nostro autista, poi a piedi insieme alla guida locale Sharif. La città ci colpisce per la grande vivacità e i forti contrasti. Marrakech ha una medina in cui il tempo sembra essersi fermato, costituita da un dedalo di piccole viuzze affollate da una moltitudine di piccoli commercianti di ogni tipo, qualche moschea e alcuni hammam.

Viavai di gente dappertutto: a piedi, in bici, motorini e…asini. Tutti che urlano “balek!, balek!” per chiedere strada… insomma: un gran caos!

Al di fuori di queste “medine” le città si sono invece sviluppate in modo decisamente più moderno, con ampi viali e moderni edifici. Scopriremo poi che questa caratteristica è comune anche alle altre città cosiddette “imperiali”.

Il minareto della famosa moschea Koutoubia (alto circa 70 metri) è visibile ovunque e diventa un importante punto di riferimento per potersi orientare nella città.

Visitiamo il Jardin Majorelle, al cui interno si trova il Mémorial Yves Saint Laurent, la cattolica Eglise des Saints-Martyrs, le tombe Saadiane, il palazzo della Bahia (sede del Gran Visir Ba Ahmed, risalente alla fine del XIX secolo) e, ovviamente, la famosissima piazza Jemaa el Fna.

Dopo alcuni acquisti in erboristeria, ci ritiriamo nel nostro riad “Princess du desert”, proprio all’interno della medina, il cui personale ci accoglie molto cordialmente offrendoci il classico tè alla menta.

Dopo la cena al ristorante Terraces des Epices – a base di cous cous e tajine – ci concediamo un’ultima passeggiata nella pittoresca piazza Jemaa el Fna, in cui sono allestiti banchetti di varie specialità culinarie quali lumache, uova, spiedini, ecc. e dove i gestori tentano in tutti i modi di “accalappiarci”. Non si arrendono neanche dopo aver appreso che abbiamo già cenato: “ma siete magri, potete mangiare ancora!”, ci viene detto per convincerci.

21.9.2014 domenica

Partiamo per la capitale Rabat percorrendo una comoda autostrada. Durante il tragitto affianchiamo una vivace comitiva di tifosi di una squadra di calcio stipati all’inverosimile su alcuni furgoncini.

A Rabat ammiriamo il grande piazzale in cui si trova l’imponente Torre di Hassan e il Mausoleo Mohamed V dove, finalmente, l’ingresso è consentito anche ai non musulmani. La visita prosegue poi alla Kasbah degli Oudaia e alla necropoli Chellah.

Nel pomeriggio percorriamo 130 km. arrivando a Meknes, dove ci attende la simpatica guida locale Saed proprio davanti al grande portale Bab Mansour, attiguo alla piazza principale El Hedim.

Insieme alla nostra guida visitiamo il Mausoleo di Moulay Ismail (tra i pochi santuari del Marocco aperto ai visitatori non musulmani) e Heri es-Souani, immensi granai e magazzini sotterranei della città imperiale dove, si dice, venissero imprigionati gli schiavi.

Cena e pernottamento al Riad El-Ma, dove la sorridente Alina ci accoglie con la consueta cordialità marocchina.

22.9.2014 lunedì

Prima tappa a Volubilis, sito archeologico poco distante da Meknes, che ospita le rovine romane (tra cui alcuni bei mosaici) più estese e meglio conservate del Marocco. Si riparte con destinazione Fez, ultima città imperiale del nostro tour.

Vediamo il Palazzo Reale, purtroppo non visitabile all’interno, con le sue sette porte dorate. Anche qui siamo assistiti da una preparata guida locale che ci accompagna nell’intricatissima medina: vediamo Bab Boujeloud, il Museo del Batha (bell’edificio con stanze dedicate ai mestieri artigianali che si aprono su un giardino centrale) e la madrasa Attarine, riccamente decorata.

La Moschea Al Qaraouiyine è chiusa ai non musulmani, ma i turisti vengono tollerati sulla porta dove si può vedere il cortile centrale con la vasca per le abluzioni.

Immancabile, infine, la visita alle vasche multicolori per la conciatura delle pelli, nel quartiere di Chaouara, dove all’ingresso ci vengono consegnati alcuni mazzetti di menta profumata per contrastare l’odore sgradevole proveniente dalle vasche.

Alloggiamo nel riad “Fès Yamanda”, mentre per la cena al piccolo ristorante “Chez Rachid” usano un metodo molto convincente per poterci annoverare tra i loro clienti: “se il nostro cous cous non vi piace, non pagate!”, ma poi il piatto si rivelerà buonissimo e il costo irrisorio.

23.9.2014 martedì

Oggi lunga tappa di trasferimento (circa 430 km.) da Fez verso Merzouga.

La prima sosta è a Ifrane, una inaspettata cittadina di montagna del Marocco: siamo infatti a 1700 metri di altitudine e sembra di essere in Svizzera, sia per la pulizia che per la temperatura!

Poi, durante il lungo viaggio, ammiriamo i paesaggi marocchini: sempre mutevoli e molto spettacolari. Ma… un imprevisto ci attendeva nella parte finale del percorso, dopo Erfoud: le piogge avevano allagato alcune strade e siamo stati costretti a veri e propri guadi per raggiungere la nostra meta. Mitico il nostro autista con il suo fuoristrada Toyota Prado, sempre all’altezza della situazione.

Arriviamo infine all’Auberge du Sud (che si trova proprio di fronte alle dune dell’Erg Chebbi), dove arriviamo che è già calata l’oscurità, ma ancora in tempo per la cena e per ascoltare un gruppo musicale di ragazzi berberi.

24.9.2014 mercoledì

Il risveglio mattutino dinanzi alle dune del Sahara ci riserva una spiacevole sorpresa: cielo coperto e pioggia! Ma la nostra guida ci tranquillizza: “a mezzogiorno tornerà il sole” e, fortunatamente, aveva ragione.

Visitiamo una foresta di palme da dattero, il villaggio Gnawa (tribù di africani discendenti dagli schiavi neri) a Khamlya dove, insieme ad altri turisti assistiamo ad un piccolo concerto musicale.

E poi, finalmente, ci godiamo le dune di sabbia (alcune alte fino a 150 metri!) dell’Erg Chebbi in tutto il loro splendore: prima con un giro in fuoristrada, poi sui dromedari. E’ sicuramente la parte emotivamente più coinvolgente del nostro viaggio!

Cena e pernottamento in tenda in mezzo al deserto. Avevamo un po’ di timore su questo tipo di alloggiamento, invece le tende sono abbastanza confortevoli, dotate di servizi e l’atmosfera unica!

25.9.2014 giovedì

Di buon mattino siamo tutti già svegli: non capita tutti i giorni di poter ammirare l’alba nel deserto!

La giornata prevede una prima tappa a Rissani, dove è giorno di mercato, per poi proseguire verso le scenografiche Gole del Todra.

Altra sosta per fotografare il palmeto di Tinghir, poi percorriamo la magnifica valle di Dadès, nota anche come “valle delle kasbah”, dove ammiriamo le omonime Gole, uno dei canyon marocchini più spettacolari e vediamo delle curiose formazioni rocciose note che vengono abitualmente chiamate “dita delle scimmie”.

Dopo aver attraversato la zona di Skoura, dove c’è la grande kasbah Amridil, ci dirigiamo a Ouarzazate. Cena e pernottamento nel moderno riad Bouchedor.

26.9.2014 venerdì

Giro per la città di Ouarzazate: vediamo (ma solo esteriormente) la Kasbah di Taourirt, il Museo del Cinema e gli studi cinematografici Atlas e Cla Studios (molti film famosi sono stati girati da queste parti).

Hassan ci propone un ultimo fuori programma portandoci a vedere un piccolo villaggio con numerose kasbah che presentano tutte grossi nidi di cicogna su ogni torrione. Poi tappa obbligata allo ksar di Ait Benhaddou (patrimonio dell’umanità Unesco): un magnifico villaggio circondato da mura, di grande impatto visivo.

Quindi, dopo aver attraversato il passo di Tizi N’Tichka (metri 2260), ci concediamo una sosta per gustare l’ennesimo tè alla menta e per acquistare l’olio di argan in una cooperativa gestita da donne marocchine.

In un paesino regaliamo matite e caramelle ai bambini all’uscita da scuola, ma sia la maestra che le madri non sembrano gradire… Ultimi splendidi paesaggi marocchini, poi puntiamo su Marrakech dove trascorreremo l’ultima serata della nostra settimana.

Cena al ristorante Kui-Zin, una vera oasi di tranquillità nel cuore della caotica medica, dove abbiamo mangiato bene con una spesa modesta. Purtroppo anche qui, come in molti altri posti, non accettano carte di credito: ricordatevi quindi, nel caso non foste riforniti di contanti, di informarvi prima sui mezzi di pagamento accettati.

Domattina un volo ci riporterà in Italia, ma rimarrà sempre con noi il ricordo di questa settimana vissuta intensamente!

Infine, gli ultimi consigli di viaggio:

Bancomat

Gli sportelli bancomat sono molto diffusi nelle principali città, ma potrebbe essere necessario chiedere alla vostra banca un’apposita abilitazione, trattandosi di un Paese extra Europa.

Fotoamatori

Il Marocco susciterà in voi molti rimpianti per non aver potuto immortalare alcune situazioni fotografiche di grande interesse. Questo perché (a parte rare eccezioni) le persone non vogliono assolutamente essere fotografate. La nostra guida ci ha detto che puntare una macchina fotografica verso una persona è, per loro, come puntare un fucile! La causa è probabilmente dovuta a motivi religiosi, ma ultimamente si è aggiunto anche il timore di apparire sui social network.

Quindi: chiedere sempre prima il permesso oppure, come ho fatto io in molte occasioni, fotografare di nascosto…

Discorso a parte merita la piazza Jemaa el Fna di Marrakech: lì i vari acquaioli, incantatori di serpenti, di scimmie ammaestrate, ecc. sono disponibilissimi a farsi fotografare, ma sempre dietro lauto compenso che è bene concordare prima di scattare, altrimenti arriveranno anche a chiedervi con toni minacciosi 20 euro per una foto!



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