Marocco Orientale… autentico e incontaminato!

Dopo aver esplorato la costa Mediterranea e la costa Atlantica nel nord del Marocco, scesi fino a Ifrane e risaliti fino a Taza, riprendiamo da Taza la seconda parte di questo viaggio all'avventurosa scoperta del Marocco Orientale.
Scritto da: Mara Agostini
marocco orientale… autentico e incontaminato!
Partenza il: 20/06/2018
Ritorno il: 26/06/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Il Marocco l’ho visitato in lungo e in largo ed ero curiosa di esplorare la parte Sud/Orientale, su internet notizie quasi inesistenti però mi sono fidata di Mohamed Najah, fedele guida locale espertissima, e insieme a Cristina la mia compagna di viaggio decidiamo di intraprendere questa avventura! Dopo aver esplorato la costa Mediterranea e la costa Atlantica nel nord del Marocco, scesi fino a Ifrane e risaliti fino a Taza, riprendiamo da Taza la seconda parte di questo viaggio all’avventurosa scoperta del Marocco Orientale.

20 giugno Taza/Debdou

Si riparte da Taza. Ci svegliamo presto questa mattina perché dalla finestra della camera la luce del sole entra prepotente ma il bellissimo panorama visto dal quarto piano dell’hotel ci ha messo subito di buonumore. Colazione veloce, Mohamed ci dice che andremo a visitare il Parco Nazionale di Tazekka: una delle 10 aree protette in Marocco con una superficie di 12 mila ettari, natura selvaggia che include grotte, canyon, con querce e sughero, pini e cascate. Decidiamo di andare a vedere le famose Grotte di Friouato ma abbiamo avuto la brutta sorpresa di trovarle chiuse e non si sa fino a quando perché devono fare dei lavori di manutenzione per la sicurezza. Proseguiamo direzione Guercif quasi sempre evitando le strade principali, lungo la strada troviamo alcune donne che fanno il bucato, ci fermiamo e loro ci accolgono sorridendo lasciandoci scattare delle foto (è la prima volta che succede, di solito non vogliono e si arrabbiano pure!) poi con un sorriso ammiccante ci dicono “no facebook”! Ad un certo punto incrociamo delle persone con l’asinello carico di mercanzie e pensiamo che più avanti ci deve essere un villaggio in cui si sta svolgendo il mercato, infatti arriviamo nel piccolo villaggio di Maghraoua sperduto tra i monti. Il mercato era quasi al termine, volevamo comperare qualcosa da mangiare ma abbiamo trovato poco o niente, poca merce buttata qua e la, cassettine di patate e cipolle… Gli uomini a oziare sotto il portico di un bar, di donne neanche l’ombra e bambini che ci guardano incuriositi. Dopo pochi minuti è arrivata pure la polizia avvisata forse da qualcuno insospettito che molto gentilmente e anche scherzando un po hanno registrato i nostri passaporti, spiegandoci che il controllo è dovuto perché non passano mai turisti da quelle parti. Un po delusi per la mancanza di cibo riprendiamo la strada; fatti alcuni chilometri, dopo una curva si apre davanti a noi una vallata che è impossibile descrivere, è la valle di

Ras Laksar, sembra Marte, immensa con tanti cocuzzoli di roccia bianca e qualche macchia di verde, attraversata da un fiume che, dice la nostra guida avremmo dovuto attraversare per arrivare a Guercif e dove avremmo trovato da mangiare. Abbiamo iniziato a scendere lungo i tornanti e arrivati al fiume abbiamo dovuto attraversarlo a guado perché un ponte non esisteva proprio. Il bello del Marocco è anche questo! Troviamo persino una distilleria artigianale dove un uomo e un bambino estraevano l’olio dalle piante di rosmarino. Finalmente arriviamo a Guercif, l’orario era sfavorevole, visto il caldo infernale neanche un negozio aperto! Troviamo una piccola rivendita alimentare, compriamo pomodori, cipolle, olive, tonno, pane e della coca cola fresca ma non c’era neanche un posto all’ombra per fare pic nic, vediamo un piccolo bar fatiscente, la coppia all’interno stava facendo la siesta, gentilmente ci hanno offerto un tavolino sotto al portico dove ci siamo preparati dei mega panini!

Ci rimettiamo in strada ben rinfrancati e raggiungiamo la città di Taourirt, nella bella piazza c’è un bar con i tavolini all’aperto e ci concediamo il tanto agognato caffè, molto buono tra l’altro! Facciamo un piccolo tour in mezzo a prati verdi e mucche fino a raggiungere la Kasbah ormai ridotta a un rudere. Proseguiamo il viaggio e nel tardo pomeriggio arriviamo a Debdou. Debdou è una piccola città ai piedi delle montagne, famosa un tempo per essere stata il centro di cultura ebraica, il Mellah è ormai quasi disabitato ma noi abbiamo trovato li un grazioso riad, molto spartano ma piacevole, il proprietario non c’era, quindi il guardiano ci ha lasciato le chiavi, eravamo gli unici ospiti, il nostro Mohamed si è dato da fare in cucina e ci ha preparato una cena con i fiocchi. Appena arrivati abbiamo fatto una passeggiata tra vicoli dove qua e la da qualche porticina aperta si intravedeva, o una cucina o un divano, o qualcuno che ci guardava incuriosito, chiaramente delle abitazioni. Siamo scese fino al centro della piazza notando che è provvista anche di un pullman, gli uomini tutti radunati nell’unico bar intenti a guardare la partita dei mondiali. Mi è piaciuto molto questo villaggio, si respirava aria di autenticità.

Notte magica al chiaro di luna!

21 giugno Debdou/Figuig

Al mattino ci svegliamo sommersi dalla nebbia, il guardiano del riad ci prepara una abbondante colazione e decidiamo di partire di buonora. La strada è in salita e tra la nebbia e il profumo dei pini sembrava di essere in un paesaggio montano Europeo. Arrivati quasi in cima la nebbia sparisce e un sole accecante ci fa vedere un panorama di una nitidezza incredibile. Come cambiano spesso i paesaggi in Marocco! Scesi dai monti verdi e rigogliosi ci troviamo nella famosa piana del Plateau du Rekkam e qui inizia un panorama piatto, strade dritte infinite non si vede la fine un po’ noiose ma affascinanti, incontriamo si e no un paio di auto e qualche pastore con le capre. Questa estensione desertica è abitata da nomadi Beniguil che vivono in accampamenti molto particolari, infatti le tende sono molto gradi e basse, in uno di questi ci siamo fermati e abbiamo dato ai bambini dei giochi, il capofamiglia ci ha accolti con simpatia ma non ci ha permesso di entrare nella tenda perché c’erano le donne. Arriviamo alla città di Tendrara, finalmente vediamo esseri umani! Facciamo una sosta e proseguiamo, poco prima di Bouarfa troviamo la famosa stazione ferroviaria ormai abbandonata costruita negli anni 30 durante il Protettorato, a fianco uno dei tanti campi di lavoro diventato una prigione per i lavoratori che erano soprattutto prigionieri di guerra.

Nella graziosa città di Bouarfa facciamo sosta per il pranzo in uno dei pochi localini della piazza, ci accontentiamo di quello che troviamo! Il caldo si fa sentire alla grande ma siamo sempre entusiasti e carichi di gioia per questo viaggio che si sta rivelando a dir poco stupendo! Nel tardo pomeriggio arriviamo a Figuig, dalla strada in lontananza vediamo questo grande polmone verde in mezzo al deserto! Figuig è all’estremo Est del marocco ad un passo dall’Algeria dal confine chiuso. La più estesa oasi del Marocco, un mondo a parte, semi-sconosciuto, con i suoi 7 ksar (villaggi fortificati) che compongono la città, con i vicoli coperti e le donne completamente vestite di bianco. Avevamo il nome del riad che ci avevano consigliato “La Maison de Nana” e devo dire che è stata un’impresa non facile trovarlo all’interno dei vicoli dello Ksaz Znaga. Il Riad ci ha fatto subito una buona impressione sia per l’accoglienza sia per la pulizia, l’ordine e il bel arredamento. Favolosa la terrazza dove si domina tutta la città e i monti dell’Algeria. Depositati i bagagli siamo andati con la guida a esplorare il territorio; dai labirintici Ksar fatti di corridoi e sottopassaggi oscuri, ai canali che serpeggiano tra le palme, le grandi vasche di raccolta dell’acqua che sembrano piscine, i palmeti da cui spiccano i bianchi minareti… qui è diffusa la produzione di datteri e cous cous e la lavorazione del legno. Le donne invece si dedicano alla tessitura. Decidiamo poi di cenare al Riad con un buonissimo cous cous.

22 giugno Figuig/Bounid

Lasciamo Figuig e purtroppo l’unica strada ci fa ritornare a Bouarfa dove facciamo una tappa caffè e consultiamo la carta geografica per trovare piste alternative alla strada principale. Da Bouarfa la strada corre a fianco della frontiera Algerina, si vedono chiaramente i confini! Mohamed ci sconsiglia di fare foto perché zona militare e ci possono essere guardie nascoste nelle loro postazioni di mattoni rossi. (c’è un po si ansia, non si sa mai). A Ain ech Chair che è il villaggio più vicino al confine piccola sosta per visitare il mercato, i mercati sono un’attrazione autentica in questi villaggi. A Bouanane la guida decide di deviare a dx per la P6111 fino a Beni Tajjite, strada tranquilla con dei bellissimi paesaggi, qualche tappa nei villaggi a salutare gli abitanti del posto, soprattutto i bambini felici e sorridenti ai quali non mancavamo di regalare qualche giochino o dolcetto. Qui invece di proseguire per la P6111 Mohamed prende la pista per scendere a Bounid. Sembrava una pista tranquilla invece si è rivelata di una difficoltà estrema, Mohamed concentratissimo, Cristina muta e io un po preoccupata ma fiduciosa di Mohamed ero sicura che ce l’avremmo fatta! Dopo varie peripezie sulla piasta al Col De Belkassem finalmente arriviamo a Boudnib e ci mettiamo alla ricerca di un posto per dormire, la città era deserta, tutto attorno il nulla, vediamo un cartello “camping Rekkam”, seguiamo le indicazioni e troviamo il campeggio in mezzo a un palmento. Molto carino il posto, il campeggio tenuto un po male ma per una notte andava benissimo. La signora poi si è fatta in quattro per accontentarci con la cena.

23 giugno Bounid/Merzouga

Oggi lasciamo la parte più orientale del Marocco destinazione il deserto di Merzouga, un posto che amo particolarmente! Procediamo verso nord fino alla Valle dello Ziz per la strada principale poi scendiamo giù nel palmeto per proseguire verso sud costeggiando il fiume, attraversando piccoli villaggi dove gli abitanti intenti nelle faccende giornaliere ci salutano calorosamente, donne che lavano i tappeti in mezzo alla strada e ci fanno pure cenno di passare sopra con l’auto, uomini che aggiustano un attrezzo o il muro della casa o semplicemente seduti per terra a chiacchierare, il tempo qui si è fermato, scorre molto lentamente. Belli attimi di vita!

A Erfoud ci fermiamo a mangiare un’ottima tajine, temperatura all’ombra quasi 40°!!! Arriviamo a Merzouga e ci dirigiamo direttamente verso il deserto, abbiamo appuntamento con Ibrahim che ci aspetta per accompagnarci al Sahara Dream Camp dove passeremo 2 notti. Percorsi alcuni km con i fuoristrada arriviamo all’accampamento, che bella sorpresa!!! Tende di lusso, spaziose con bagno e la doccia. C’è un vento pazzesco non si riesce a stare fuori ci dobbiamo rifugiare nella tenda bevendo un buon thè che Paola ci ha gentilmente preparato, verso sera il sole che tramonta dipinge le dune di rosso regalandoci un spettacolo da brividi.

24 giugno Merzouga

Oggi stiamo tutto il giorno a Merzouga e dintorni. Il vento è cessato e ci godiamo una succulenta colazione all’aperto con vista dune! Più tardi partiamo con il nostro 4×4 in direzione Taouz alla ricerca di incisioni rupestri, questa è una zona molto ricca di reperti preistorici! Incuranti del sole cocente e della temperatura ci mettiamo alla ricerca tra pietraie bollenti dal sole (matti!) Ritorniamo in centro a Merzouga dove ci fermiamo a bere qualcosa di fresco. La giornata era programmata anche con una sosta pomeridiana al Riad Madu che gentilmente ci ha ospitate nella splendida piscina direttamente sulle dune fino all’ora della cammellata. Verso le 18.30 Mohamed ci accompagna dal cammelliere che ci avrebbe condotto attraverso il deserto fino all’accampamento. Un’ora e mezza di cammellata attraverso le dune che mano a mano che il sole si abbassava cambiavano di colore. Quando il sole tramonta nel deserto è un attimo che viene subito buio, infatti arriviamo all’accampamento all’imbrunire. L’accampamento è sapientemente illuminato con lanterne e candele trasmettendoci quel contesto romantico che solo il deserto sa dare. Dopo cena seduti fuori dalla tenda ammiriamo estasiati il cielo, poche stelle però una luna luminosissima!

25 giugno Merzouga/Boumalne Dades

Sveglia all’alba per ammirare lo spettacolo del sole che sorge. Super colazione! Salutiamo Ibramin e Paola ringraziandoli della gentile ospitalità. A Rissani ci fermiamo, purtroppo non c’è il mercato (solo martedì-giovedì-domenica) però adoro questa città, ci facciamo una bella passeggiata nel suq, compriamo i famosi datteri e spezie. Proseguiamo verso Alnif fino a Nkob dove ci fermiamo a mangiare alla Kasbah Ennakhile in una splendida terrazza con piscina che purtroppo non abbiamo potuto usufruire per il poco tempo a disposizione, in compenso la vista sul palmeto era a dir poco strabiliante. Da Nkob dovevamo andare alla Valle del Dades e allora abbiamo preso a dx una vecchia pista verso il passo del Tizi n’Tazazert che fortunatamente stanno asfaltando, l’avevo fatta un paio di anni fa ed era impegnativa e si poteva fare solo con il 4×4. Panorami mozzafiato lassù con il Jebel Saghro da sfondo sembra di essere nel Montana. Arriviamo Boumalne Dades nel tardo pomeriggio e ci inoltriamo nella vallata, la strada si snoda lungo il corso del fiume in un susseguirsi di scenari sempre più belli e molto fotogenici; c’è un forte contrasto tra il verde dei palmeti, le pareti delle montagne rocciose di pietra calcarea color ocra e di arenaria rossa, le numerose kasbah fortificate ed il blu del cielo. Colori che rendono il paesaggio uno spettacolo. Cena e notte nel bellissimo Riad Dar Essyaha, struttura posizionata nella bellissima vallata! Dopocena passato tranquillamente al fresco della terrazza in compagnia vecchi di amici che ci sono venuti a trovare.

26 giugno Dades/Marrakech

Al mattino dopo una abbondante ripartiamo in direzione Marrakech. Poco prima di raggiungere il bivio a Boumalne deviamo a dx (la pista è segnata sulle mappe). Ci accoglie un paesaggio lunare simile all’Arizzona, le montagne assumono dei colori pazzeschi, dal rosso all’oro. Saliamo fino al grazioso villaggio di terra a merletti di Bou Tharar dove la vita scorre tranquilla come un tempo e noi ci sentiamo degli intrusi nonostante i calorosi saluti che riceviamo. Scendiamo per la bellissima strada panoramica (asfaltata) della Valle delle Rose che costeggia il fiume M’Gouna e arriviamo a Kelaat Mgouna. La pista non è molto difficoltosa, prudenza nella prima parte. Tappa in una cooperativa per l’acquisto dei famosi prodotti alla rosa. Ormai il viaggio è al termine, prima d’intraprendere il Passo del Tichka ci fermiamo in un locale lungo la strada a mangiare le ormai classiche e saporite grigliate di carne. Noto che i lavori di ampliamento della strada vanno avanti, ruspe, camion e polvere ma il panorama dall’alto è strabiliante! Arriviamo a Marrakech nel tardo pomeriggio, il frastuono del traffico e dei rumori della città già mi fa rimpiangere i giorni passati nel quasi totale silenzio e a contatto con una natura ancora incontaminata. Salutiamo con le lacrime agli occhi il caro Mohamed anche se dentro di me sto già pensando al prossimo tour da fare con lui… inchallah. Io e Cristina ci dirigiamo spedite al Riad l’Harmattan dove dopo una doccia veloce co fiondiamo subito ad esplorare la città. Non mi dilungo su Marrakech e Essaouira che decidiamo di visitare il giorno successivo, sono posti noti e hanno scritto già in tanti, magari dedicherò un diario più approfondito più avanti.

Conclusione: ho respirato l’atmosfera unica del Marocco ancora vergine dal turismo di massa. Un paese ricco di bellezza e di storia, dove tutto emana un’aura di cultura marocchina con l’ospitalità e la grande dignità del suo popolo; un continuo susseguirsi d’emozioni. Ringrazio Mohamed per questo viaggio che è stato possibile realizzare soprattutto grazie a lui che ci ha portato negli angoli più sperduti del Marocco.

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Guercif

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Figuig

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Figuig

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Pianta pietra

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Ain Chair

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Figuig

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Tenda nomade

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Ras Laksar

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Figuig

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Bounid

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Bou Tharar

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Rissani

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Valle Dades

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Dromedario

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Parco Nazionale di Tazekka

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Valle delle rose

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Taouz

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Merzouga

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Tizi n’Tazazert



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