Marocco on the road 4
Il mattino seguente torniamo in aereoporto per affittare una macchina: destinazione Sahara. Il tragitto è qualcosa di stupendo: la strada da fuori la città si arrampica tra villaggi sperduti e tornanti panoramici fino ai 2260 metri del Tichka, sull’Atlane, dove un bar un po’ improbabile serve le migliori omelette che abbia mai mangiato!! Durante la discesa tappa obbligatoria è stata la visita alla kasba di Ait Ben Haddou : Patrimonio dell’Unesco, sembra di vivere indietro di 200 anni, indimenticabile! Proseguiamo verso la nostra prossima tappa, ossia Ouarzazate, che si rivela essere una città talmente carina da farci ripromettere di fermarci qui anche al ritorno. Al mattino ripartiamo verso sud, seguendo la verde vallata del Draa, con le sue palmeraie a perdita d’occhio. Lungo la strada diamo un passaggio ad un ragazzo rimasto a piedi col suo furgone: durante il viaggio facciamo conoscenza, e decidiamo di accettare il suo invito a prendere il thè una volta arrivati a casa sua: scopriamo che l’ospitalità marocchina e il loro whisky berbero sono entrambi strepitosi. A casa di Aziz compriamo due tappeti da un suo zio (in Marocco è tutto un commercio…) che per ringraziarci ci propone una notte nel deserto, in un vero accampamento berbero, dove il figlio Jamal sta per recarsi…
La notte nel deserto era nei nostri programmi già dalla partenza, quindi decidiamo di andare con entusiasmo! Il viaggio è stato lungo, e solo al primo calar della notte raggiungiamo l’accampamento dopo un’ora di fuori pista, che si trova a soli 50 km dal confine con l’Algeria ( che farlo con una Fiat Palio non è da tutti i giorni…): una tenda principale dove Jamal e i suoi amici cucinano e dormono, e a 20 metri più in là la nostra suite! Una tenda fatta di tappeti, tanto semplice quanto affascinante:è qui che dopo un pasto con i nostri amici marocchini passiamo la fredda notte nel Sahara. Nei miei occhi ci sono ancora quelle stelle che nel buio del deserto sembrano enormi lampioni, e quei fuochi di accampamenti lontani di altri berberi…un’esperienza straordinaria. La sveglia suona di buon’ora, perché decidiamo di fare un giro sul cammello per vedere il sole sorgere tra le dune e scattare un po’ di foto: tutto meraviglioso. Quindi poco prima di pranzo ripartiamo per Ouarzazate, facendo tappa per mangiare un boccone a Tamegroute: sosta veramente azzeccata, perché oltre ad aver mangiato benissimo scopriamo un po’ del modo di vivere di queste zone. A Tamegroute la maggior parte delle persone vivono nei piani interrati delle loro case, lasciando a vivere al livello del terreno solo il bestiame, questo per combattere il caldo pazzesco che qui ai bordi del Sahara si fa sentire. Sottoterra vivono e lavorano, e ci imbattiamo in un negozietto tipico che vende piatti e ceramiche del posto, col loro colore verde scuro molto particolare. Verso sera arriviamo a destinazione e scegliamo di trattarci bene dopo una notte sulla sabbia: Hotel “le Jardin”, provatelo, costa il giusto ma qua da noi sarebbe un… 6 stelle deluxe, e servono anche la cena, davvero buona.
Il giorno seguente ci dedichiamo alla visita della kasba (davvero magnifica) e degli studios cinematografici , che qui hanno la sede (interessante), prima di dirigerci ad est per raggiungere la nostra prossima tappa, cioè Mguna. Mguna l’abbiamo scelta perché da qui si diramano due gole che la guida descrive estremamente affascinanti, ovvero Todra e Dades. Fare queste gole è veramente una bella esperienza, passi in posti che sembrano dimenticati dalla civiltà, con case ancora scavate nel terreno, villaggi remoti e contadini che lavorano la terra come neanche ancora i miei nonni lo facevano. E poi panorami mozzafiato e strade davvero belle da guidare.
Successivamente ritorniamo sui nostri passi, verso il Tichka, per fare ritorno a Marrakesh, dove abbiamo deciso di passare l’ultimo giorno della nostra vacanza: lungo la strada, prima della vetta facciamo una sosta per visitare la kasba Taourit, che si rivela veramente una bella visita, in un luogo magico che riporta indietro nel tempo. In serata arriviamo a destinazione, e alloggiamo in un albergo appena fuori le mura della cittadella. Prima della partenza ci lasciamo coinvolgere e contagiare dalla magia del suq ( il mercato di Marrakesh) che rapisce per la sua vivacità, i suoi mercanti indaffarati, le sue stradine strette e zeppe di mercanzie… è impossibile non fare incetta di prodotti artigianali e non scattare centinaia di foto! In serata rientriamo a Bergamo, dove giustamente siamo accolti da temperature polari, che dopo il caldo del Sahara aumentano i rimpianti di non esserci fermati ancora un po’.
Il Marocco, dal mio punto di vista, è veramente un viaggio che merita, sotto tutti i punti di vista: è conveniente per il turista, il clima è ottimo, la gente disponibile (almeno quella che abbiamo incontrato) e i posti da vedere sono tanti e lasciano nella memoria un segno profondo. Insomma, consigliatissimo, soprattutto in fly&drive.