Marocco misteriorso

Alla scoperta di Marrakech e dintorni
Scritto da: MARISOL
marocco misteriorso
Partenza il: 07/10/2017
Ritorno il: 14/10/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Le valigie sono pronte, si parte per una nuova avventura ed è proprio di questo che si tratta, dato che andiamo in Marocco, una terra decisamente affascinante e ricca di misteri!

Già la partenza si è rivelata in dubbio: ci siamo trovati nel bel mezzo di agitazioni della compagnia Ryanair, con tanti voli cancellati, ma per il nostro nessun problema e quindi si parte. Ci vediamo alle 3.30 del mattino con una coppia di amici che viaggiano con noi. Dobbiamo raggiungere l’aeroporto di Ciampino in questo sabato 7 ottobre. L’aereo è puntuale ed alle 7.30 si decolla, con arrivo previsto dopo circa tre ore all’aeroporto di Marrakech. Quando atterriamo, il fuso orario ci porta indietro di un’ora; ci mettiamo in fila per il disbrigo delle formalità e per fortuna la lunga fila scorre abbastanza velocemente. Ad attenderci, c’è il cugino di un conoscente marocchino: avendo lui sposato una nostra amica ben 15 anni fa, ci ha organizzato il viaggio e le escursioni. Conosciamo quindi Abdel che ci sta attendendo fuori l’aeroporto Menara e che in poco tempo ci porta all’hotel Diwane, dove alloggeremo. Alle 17.30 tornerà a prenderci per accompagnarci da un’altra guida che ci attende per il pomeriggio: Amir, un altro parente del nostro amico in Italia Mohamed. Fa abbastanza caldo, ma il cielo è coperto, quindi non c’è l’afa terribile dei 50° che si raggiungono in agosto. Un breve riposino è necessario, siamo un po’ assonnati, ma siamo puntuali all’appuntamento con Abdel per immergerci nel traffico caotico della città. E’ incredibile il numero di taxi che corre lungo le vie, sono veramente tanti a caccia di clienti. L’autista ci lascia a Piazza El Fna, da dove notiamo la moschea della Kotubiyya con il suo alto minareto.

Ci sono tante carrozze con cavalli allineate a disposizione dei turisti per fare il giro della città. Mentre ci camminiamo vicino, l’odore che arriva non è molto piacevole: i cavalli sono trascurati e soprattutto piuttosto magri… siamo un po’ disorientati da questa incuria per gli animali, ma è vero che in queste zone la mentalità è diversa dalla nostra e sono sicura che gli animalisti non sono ancora giunti sin qui. Ed ecco l’altra nostra guida Hamir, col suo tipico indumento grigio molto ampio che viene indossato sopra i pantaloni. Inizia così il primo pomeriggio di full immersion nella cultura marocchina: usi e tradizioni ci vengono svelati dalla brava guida, mentre attorno a noi la piazza è gremita di gente variopinta: giocolieri, incantatori con i loro serpenti, suonatori e domatori di scimmiette. Il tutto è ben organizzato per attirare i turisti ed è veramente difficile sottrarsi alla bonaria invadenza di queste persone. Quindi dobbiamo arrenderci e farci fotografare, anche se ad essere sinceri ci fa anche piacere! Da questa piazza si può godere la vista di un tramonto spettacolare: quando il sole si abbassa,si riflette sugli edifici e li indora creando quasi un’atmosfera magica!

La guida ci lascia e noi curiosiamo ancora un po’ ed è così che, pensando al modo di tornare in hotel, ci accorgiamo che ci sono i famosi “tuk tuk” e quindi decidiamo di tentare l’avventura. Ci accordiamo per 10 euro, forse un po’ tanto, ma vogliamo divertirci e per una volta non badiamo a spese. Saliamo a bordo e la vetturetta comincia a sfrecciare tra la gente della piazza per poi immettersi nel caos del traffico cittadino. L’adrenalina è a mille, ridiamo divertiti, anche se ogni tanto ci sembra di sfiorare un po’ troppo le macchine e ci manca il fiato per la paura. Ad ogni semaforo il nostro guidatore spegne il motore, per poi riaccenderlo al segnale verde…. già, siamo a corto di benzina ed infatti si ferma al distributore per fare rifornimento! Ed eccoci pronti a sfrecciare di nuovo nel traffico… e sani e salvi raggiungiamo l’hotel. Ci siamo proprio divertiti! Una rinfrescata ci vuole per poi andare a cena. Ci troviamo in una zona piuttosto centrale, piena di locali per cui c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ceniamo in un localino che espone pesce fresco; ci fanno scegliere ciò che vogliamo per poi cucinarlo alla griglia. Ottima scelta! Il pesce è buono e fresco.

La mattina successiva ci rilassiamo tranquillamente in hotel per poi uscire con più comodo. Una bella passeggiata a piedi curiosando qui e là è quello che ci vuole, la cultura è decisamente diversa, ci si accorge di essere fuori l’Europa da tante cose: l’abbigliamento di alcune donne e il diffondersi della preghiera dai minareti, sono le cose più evidenti che balzano agli occhi. Quando è ora di pregare, alcuni si inchinano sui tappeti volti verso la Mecca e si uniscono nella preghiera del muezzin che si diffonde nell’aria anche al di sopra del rumore del traffico. Camminando, siamo continuamente avvicinati da venditori di occhiali e orologi, che spacciano per autentici ed anche questo è folklore. Ed eccoci al lunedì mattina: oggi la nostra meta è il Souk.

Ci incamminiamo e lungo la strada ci fermiamo a vedere le mura che racchiudono la Medina e che cingono la città per 19 chilometri intervallate da più di 200 torri e numerose porte di accesso. Arriviamo a Piazza Jamaa el Fna e ci dirigiamo al Cafè Glacier, dalla cui terrazza si apre un panorama a 180 gradi su questa importante piazza. Ecco un carrettino trainato da un asinello e poi motorette che sfrecciano tra la gente, meno numerosa rispetto il tardo pomeriggio. Gustiamo un buon caffè e quindi siamo pronti per penetrare nel Souk misterioso. All’entrata c’è un angolo dove ci sono i ritratti della famiglia reale e quindi si comincia subito con tanti negozietti uno attaccato all’altro. C’è un rutilare di colori e odori di spezie e di profumi che ci stordiscono piacevolmente. Non si sa dove guardare, ma basta appena una piccola esitazione per essere subito braccati dal negoziante che illustra la sua mercanzia. C’è di tutto, pellami, tappeti, oggetti in ottone e soprattutto tante sciarpine colorate. È divertente camminare nel Souk, ma bisogna stare molto attenti alle motorette che percorrono rombando questi vicoletti. Siamo letteralmente circondati dai venditori che fanno di tutto per attirare la nostra attenzione, offrendoci la loro merce inizialmente a prezzi piuttosto alti… ma tanto si contratta, e si può arrivare ad un prezzo irrisorio che comunque soddisfa sia il venditore che il compratore. Per pranzo ci concediamo una buona frittura mista di pesce, molto leggera e saporita ed un buon caffè seduti al bar, proprio ad un passo dal nostro hotel. Ma è ora di incamminarci nuovamente: tante belle cose da vedere ci aspettano. Nel distretto di Gueliz, dove alloggiamo, proprio davanti alla moschea, c’è la chiesa cattolica dei Santi Martiri, risalente al 1930. Ecco un perfetto connubio che dovrebbe farci riflettere: si può tranquillamente convivere nel rispetto reciproco, ognuno con le proprie credenze. Domani ci attende una giornata impegnativa, infatti andremo fuori città verso la Valle di Ourika.

Partiamo presto con il nostro autista. Lungo la strada si aprono scorci di vita marocchina: paesini che si confondono con il colore della sabbia e dromedari lungo la strada ci introducono alla prossima visita, cioè quella di un villaggio berbero. L’autista ci fa da guida in questa insolita visita: ci arrampichiamo lungo una stradina sterrata circondata da piccole casette ed è in una di queste che siamo attesi. Naturalmente è tutto combinato, tutto preparato per i noi turisti, assetati di curiosità. La casetta è disposta su due piani: il piano terra è destinato agli animali che sono rintanati in fondo a queste stanze al buio, ma anche alla latrina…. e si sente! Certo gli odori non sono piacevoli, ma cerchiamo di sopportare, chiedendoci come facciano queste persone a vivere qui. Saliamo una scala scavata nella roccia ed al primo piano ci sono le camere che danno su un ballatoio dove ci si riunisce per mangiare. La cucina è a vista, con pentolame vario. Ci colpisce vedere un televisore! Dunque un po’ di civiltà arriva anche qui. La padrona di casa ci fa accomodare su dei banchetti intorno ad un tavolo e ci offre un buon tè aromatizzato, pizzette e miele. Accettiamo con piacere e poi lasciamo il villaggio berbero per riprendere la strada. Nella Valle di Ourika si fanno strani incontri: dromedari che attendono turisti per fare foto.

La guida si ferma e subito siamo attorniati dai proprietari degli animali per cui non possiamo fare altro che arrenderci ed accettare di buon grado di farci fotografare. Si riparte quasi un po’ a fatica, perché sembra non vogliano lasciarci andare, ma finalmente andiamo e percorriamo l’ultimo tratto di strada prima di arrivare finalmente a destinazione, il villaggio di Setti Fatma, da cui si dipartono vari sentieri che portano alle famose cascate. Qui ci sono tanti punti di ristoro insoliti, infatti i tavoli e le sedie sono adagiati nel bagnasciuga del fiume. L’autista ci lascia con una guida locale e cominciamo a salire dapprima molto tranquillamente, ma ecco che il sentiero si fa sempre più impervio e faticoso. Stiamo facendo una vera e propria arrampicata! Sono molto tentata di fermarmi, ma poi proseguo… niente di più sbagliato! Quando arriviamo alla cascatella, mi prende una gran paura e non voglio proseguire, ma anche scendere mi terrorizza, vorrei non essere qui…. pian piano scendiamo, anche con l’aiuto della guida e finalmente mi sento al sicuro quando vedo le casette del villaggio. Pranziamo in uno dei ristori, ma qui non mangiamo affatto bene e pensiamo di rifarci in serata con del buon pesce. Riprendiamo la strada del ritorno e finalmente siamo in hotel, stanchissimi; il bilancio di questa giornata è positivo a metà. Speriamo che domani sia migliore, dato che ci recheremo a Essaouira, paesino affacciato sull’Atlantico.

Partiamo molto presto, c’è un po’ di strada da fare, così alle 8 siamo già pronti. Poco fuori Marrakech ci troviamo all’improvviso bloccati nel traffico, si procede molto lentamente ed infine ecco spiegato il motivo: c’è stato un brutto incidente, con un camion ed una macchina rovesciati! Questo imprevisto ci turba un po’ ma poi cerchiamo di riprendere il buon umore ed assaporare la giornata che ci si presenta. Una breve sosta a Chichaoua per un frullato e quindi si riparte, ed ecco una bella sorpresa: all’improvviso, davanti a noi, alcuni alberi di argan e sopra arrampicate, come addobbi natalizi, delle capre! Siamo senza parole, mai vista una cosa simile! Questi simpatici animaletti si arrampicano da soli e stanno lì come un ornamento, mentre mangiano le bacche di questi alberi che abbondano in Marocco. Naturalmente l’autista si ferma per farci fare tante simpatiche fotografie a questo strano ed insolito spettacolo! Divertentissimo!

Ripartiamo ancora con gli occhi sgranati, fino alla prossima fermata. Siamo poco fuori Essaouira e qui c’è una piccola fabbrica di sole donne che lavorano l’olio di argan. Questa cooperativa è nata per dare la possibilità alle donne vedove o separate di lavorare e produrre tante cose. Assistiamo ad una breve illustrazione del processo di fabbricazione ed è ovvio fare qualche acquisto: anche questa tappa è studiata per farci spendere! Finalmente, poco più avanti, sotto di noi si apre il panorama verso il paese marino. È tutto bianco, con le basse casette che si protendono verso l’oceano. Quando arriviamo, l’autista ci lascia liberi di girare e ci dà appuntamento dopo 6 ore circa. Ci troviamo al porto, dove in realtà c’è un odore decisamente terribile: ci sono varie bancarelle che espongono pesce e qualche gatto che gira furtivo. Ci addentriamo nel cuore della città attraverso una delle antiche porte di accesso. Ci sono molti turisti in giro tra i negozietti colorati della Medina ed infine sbuchiamo in una piazzetta con dei ristorantini. Indecisi fino all’ultimo, optiamo infine per un piccolo ristorante e la scelta non poteva essere delle migliori: gustiamo dei gamberoni grigliati veramente ottimi ed anche qui la spesa e veramente contenuta. Abbiamo ancora altro tempo a disposizione e quindi continuiamo a girare ammirando il castello reale di Mogador, l’antico nome di Essaouira, e la torre dell’orologio, punto di riferimento per gli abitanti. È ormai ora di incontrare il nostro autista che ci riporterà a Marrakech e quindi ci avviamo all’appuntamento. Oggi è stata una giornata interessante e rientriamo in hotel contenti e stanchi, ma di nuovo pronti per uscire a cena. Siamo arrivati a giovedì: questa mattina andiamo a visitare le tombe sadiane dei principi Sadiani della fine del 1500 ed inizio 1600. Le tombe, ora restaurate, sono una delle principali attrattive della città, ed infatti c’è molta gente e un po’ di fila. Entriamo in questo bel giardino dove sono le tombe dei soldati e dei servi, mentre quelle dei principi sono nei mausolei arricchiti di marmi di Carrara. La stanza delle 12 colonne è quella che attira più turisti per il suo splendore e la ricchezza dei mosaici: un po’ di fila per affacciarsi appena, dato che non si può entrare, qualche foto e quindi si deve lasciare il posto agli altri dietro di noi. Ora ci dirigiamo verso il palazzo El-Badi, che venne costruito nel 1593 per ricevimenti, banchetti e udienze. Oggi rimangono solo le mura spoglie color ocra che abbracciano un grande cortile interno di 135 metri per 110, che attraversiamo sotto un sole cocente che ci fa pensare a come si potrebbe stare nel deserto! Il suo nome significa “palazzo incomparabile”, ma ormai non c’è più nulla dell’antico splendore. È invece molto bello salire fino alla terrazza, da cui si gode un panorama a 360 gradi sulla città e si vedono da vicino gli enormi nidi delle cicogne….. già, qui a Marrakech ci sono le cicogne! Sono veramente un gran bello spettacolo assieme a quello che ci offre la città da quassù, anche se fa veramente tanto caldo e quindi ci sbrighiamo a tornare all’ombra. Ci rifocilliamo dentro Mac Donald dove pranziamo, dato che con l’aria condizionata si sta veramente bene! Il resto della giornata scorre tranquillamente con un po’ di relax in hotel per prepararci poi per una tipica serata marocchina. Ci viene a prendere un pullmino che fa il giro anche di altri hotel per poi portarci da “Chez Alì”, dove all’entrata sono schierati dei cavalieri a cavallo nei tipici costumi berberi. Pian piano entriamo e curiosiamo in giro, per poi trovare il nostro tavolo che dividiamo con una coppia inglese. Ci vengono servite pietanze tipiche come il cous cous ed il tajine: questi piatti sono particolarmente speziati ed i sapori sono particolari. Dopo cena prendiamo posto attorno ad un’arena grandisima per assistere allo spettacolo. C’è un mare di gente, ma c’è posto per tutti. Ed ecco avvicinarsi i berberi a cavallo che con le loro evoluzioni ci fanno rimanere a bocca aperta, segue poi la danza del ventre ed ancora esercizio impressionanti. Ci sono tanti applausi mentre lo spettacolo si conclude con dei bellissimi fuochi d’artificio. Rientriamo in hotel piuttosto tardi, ma è stata una bella ed insolita serata. Ed eccoci arrivati a venerdì, ultimo giorno di vacanza dato che domani mattina dovremo recarci in aeroporto molto presto. Oggi cercheremo di fare tante cose e quindi cominciamo presto subito dopo una buona colazione. Per prima cosa andremo a visitare i famosi giardini Majorelle: negli anni venti l’artista francese Majorelle venne a Marrakech e si innamorò di questa città. Comprò un palmeto e cominciò a riempirlo di tante varietà di piante attorno alla sua splendida villa di color “blu Majorelle”, una particolare sfumatura di blu. Alla morte dell’artista il giardinò fu abbandonato per tantissimi anni fino all’arrivo in città di Yves Saint Laurent negli anni 60. se ne innamorò, ma fu solo nel 1980 che riacquistò il suo splendore condiviso anche dal pubblico. Ora le ceneri dello stilista riposano in un angolo del giardino, contornate dalle infinite varietà di piante cui fanno da cornice costruzioni blu Majorelle. Qui c’è un distacco completo dal caos cittadino, sembra di entrare in un altro mondo, che non ha nulla a che fare con la Marrakech ed è una bella cosa che queste piante rigogliose possano essere ammirate da tutti, mentre si ode il canto di tanti uccelli che qui hanno trovato un habitat perfetto. E così termina anche questa giornata, mentre ci concediamo ancora del buon pesce per cena. Le valige sono pronte: domani mattina il nostro autista verrà a prenderci alle 7 per andare in aeroporto, dopo esserci assicurati che il nostro volo è in orario. In questa settimana abbiamo fatto delle belle esperienze in questo paese dalle tradizioni ed usanze diverse dalle nostre, ma proprio per questo così attraente e misterioso!

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