Marocco, le quattro città imperiali
Con un volo Ryan da Orio, io e Giulia atterriamo a Marrakech, città che dopo aver visto le altre tre, 30-40 anni fa deve essere stata una splendida realtà. Purtroppo ora c’è molto turismo, affascinante dal punto di vista urbanistico è però intrisa da quella sensazione del “fare affari su gli stranieri” che poco ci piace, ma iniziare dalla capitale del turismo non ha poi fatto cosi male; abbiamo capito sin da subito chi sono i marocchini, cosa vogliono fare del turismo, come si vogliono comportare per il loro futuro prossimo. Ho risposto a tante domande, di amici e parenti, ma quella più comune, che immagino sia anche nella vostra testa è: ma è vero che è un popolo appiccicoso, invadente e insistente? Si è verissimo, pazienza ci vuole pazienza, perché se l’avrete verrete ripagati a dovere, proprio da quelle persone che vi hanno rotto le scatole 5 minuti prima, chiedete cosa volete e l’avrete, al giusto prezzo s’intende; non sono mai stati violenti ne ci hanno mai importunati. Possiamo chiamarlo sesto senso se volete, chiamatelo come vi piace di più, guardate negli occhi chi vi sta di fronte, oppure guardate dentro il suo negozio o banco, prendete il più possibile da quella situazione, scrutate tutto quello che può portare beneficio a voi e alle vostre aspettative e poi buttatevi nella mischia rischiando con loro, è la popolazione più sfrontata che io abbia mai conosciuto e ricordatevi sempre che siete voi, nella loro casa. Appena arrivati a Marrakech, ci siamo fatti accompagnare al Riad da un taxi prenotato tramite la rete, e per la strada, abbiamo incrociato lo sguardo della prima bambina: in effetti il grande sorriso che ci ha regalato, lo ha fatto in risposta al nostro, stavamo bene, desideravamo questo viaggio, sorridete, siate felici di perdervi in tutta questa diversità, loro desiderano solo questo: rispetto, soldi e serenità, si vede, si percepisce, amano gli Italiani, perché raccontano essere il popolo più vicino a loro, hanno capito di avere una fortuna turistica tra le mani, e la vogliono sfruttare.
Prendiamo un treno per Rabat la capitale, bella, sicuramente da visitare, non la salterei mai, come ho letto in qualche diario, per fortuna ci siamo stati, una città che a confronto con le altre sfigura. Medina più piccola, poca voglia di turisti, tanto traffico ma assolutamente da vedere. L’energia sentita nei giorni successivi però non ha paragoni, il viaggio infatti, deve ancora trasmettere le emozioni più forti, si perché le ultime due città imperiali, sono le più autentiche.
Meknes, dimenticata dal governo Marocchino, meno turisti, più sporca per le strade, ma di uno splendore architettonico inimmaginabile, cruda, reale, viva, marocchina al massimo. Non ho voglia di fare taglia e incolla con nomi di monumenti, porte o Mederse da visitare assolutamente, per queste info potete aprire qualsiasi guida e trovarle. In Marocco dovete perdervi nei vicoli, non dovete sperare che non succeda mai, ci sarà sempre qualcuno che vi aiuterà a ritrovare la strada, consiglio vivamente di non girare al buio nel suq, ne a Meknes ne a Fes ne a Rabat, solo a Marrakech potete farlo, credetemi, se non volete cacciarvi nei guai cercate di stare nelle piazze quando cala la notte, perché le luci della medina di notte si devono assolutamente vedere ma con intelligenza, sono particolarmente affascinanti. Ne io ne Giulia le dimenticheremo mai, incredibili enormi porte sulla piazza principale a Meknes. La piccola città arroccata è la più autentica di tutte gli artigiani lavorano veramente ancora per le strade, dico veramente perché nelle altre città è solo finzione, corrono per arrivare prima del turista e mettersi nelle loro postazioni per venderti il solito olio d’argan, (comunque da comprare, ma consiglio non quello speziato per i turisti). A Meknes abbiamo visto persino un signore che a petto nudo era davanti alla bocca del forno di un Hamman, era li per tenere vivo il fuoco con della segatura, lo riforniva solo quando il campanello all’interno del bagno squillava, facendo capire all’uomo che era l’ora del calore, lui ovviamente era sulla strada ma noi eravamo gli unici sulla strada che lo guardavamo. Gli abbiamo chiesto una foto ma purtroppo non ci ha lasciato, la religione e il rispetto per loro è importante, chiedete prima, i giovani non hanno problemi ad essere immortalati, specialmente se possono abbracciare in foto una cosi bella ragazza come la mia compagna di viaggio Giulia.
Ma la più cattiva, la più pericolosa, la più bella, la più grande e incredibile medina e città imperiale Marocchina, quella dove ho lasciato veramente il cuore, si chiama Fes. L’ultima città imperiale è stata un esperienza più unica che rara. In febbraio se a Meknes eravamo praticamente gli unici viaggiatori a Fes eravamo effettivamente i soli in giro, perchè più grande ed estesa, andate ad informarvi di quanti vicoli abbia questa città e rimarrete sbalorditi, impossibile, dico impossibile girare soli. Non provateci nemmeno, se volete arrivare in qualche luogo, fate il giro delle mura in taxi o fatevi accompagnare da qualche ragazzo direttamente all’interno della medina, risparmierete tempo e pazienza, noi lo abbiamo fatto, ed è stato tutto perfetto, nessun problema, mai, con nessuno, tutti rispettosi, specialmente se riesci a comunicare tutto quello che vuoi, i due anni di Giulia a Parigi ci hanno aiutato molto con la lingua, insomma se volete contrattare, e vi toccherà contrattare, tirate fuori tutto quello che avete dentro, vi rispetteranno come rispettano i lori amici, ve lo assicuro, chiedete a Giulia cosa è successo nella casa dei tappeti 😉 e se per puro caso siete di troppo in quel vicolo, perché magari, all’avventura, senza metà capitate lì, gentilmente vi diranno che è chiuso in fondo la strada, prendete i vostri tacchi, girateli verso dove siete venuti, e prendere un altro vicolo, tanto c’è l’imbarazzo della scelta.
Potrei scrivere di questo viaggio all’infinito, avrei tantissimi spunti da raccontarvi, ma non ho voglia di assillarvi, l’unica cosa che vi dico, andate su i tetti, state in silenzio quando l’invito alla preghiera uscirà dai megafoni dei minareti, riposatevi con della frutta fresca sotto una palma, o su una panchina nei lori fantastici e tanti parchi cittadini, mangiate tutto, perché è tutto squisito. Scegliete bene i vostri Riad, ce ne sono di tutti i gusti e di tutte le tasche, consultate i commenti dei viaggiatori, ricordate di scegliere Riad con colazioni abbondanti e fatte bene, per noi è stato un “must”; desidero consigliarvi solo un Riad a Fes, non perché siano nostri parenti ma perché voglio che tutti i turisti per caso come noi vadano li, su quella terrazza, si aprano una bottiglia di vino bianco Marocchino (che ha poco del vino effettivamente ) ma che restiate lì, fermi con la vostra gente e vi godiate un panorama della medina che non ha paragoni, e ve lo assicuro, ho passato più tempo su i tetti verdi in Marocco che sull’asfalto grigio dei loro suq. Riad Dar Seffarine – Fes. Salutatemi i ragazzi, da parte del loro attore Italiano preferito 😉
Prego tutti quanti i quali volessero saperne di più, di scrivermi per farmi domande, perché voi siete stati fantastici con me, mi avete dato tanti spunti, per organizzare un viaggio che ricorderò per sempre. Fate l’account e scrivetemi, se posso rispondervi, cioè se saprò rispondervi, sarò felice di farlo.
Un ultima cosa, prima di partire un corso di lingua francese è d’obbligo, una volta in Marocco, prima di tornare in Italia, comprate uno Djellaba, non ve ne pentirete 😉