Marocco imperiale

In giro per Marrakesh, Rabat e Fez: un viaggio intenso che rimane nel cuore
Scritto da: GiuliaSeme
marocco imperiale
Partenza il: 29/03/2015
Ritorno il: 04/04/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Prima di partire con il diario di viaggio, vorrei scrivere alcune considerazioni e suggerimenti:

– per vivere a pieno l’ospitalità e l’accoglienza marocchina consiglio di prenotare le notti nei Riad (praticamente i nostri B&B) a gestione familiare, lasciandosi magari consigliare dalle recensioni che si possono trovare nei siti più famosi di prenotazione;

– il Marocco è un paese che ha tanto da dare e che negli ultimi anni si è davvero impegnato per garantire servizi turistici con standard occidentali (soprattutto Marrakesh), ma occorre comunque un po’ più di spirito di adattamento che in un viaggio in Europa: la cultura è comunque diversa, come anche lo stile di vita, il cibo e l’atteggiamento della gente, ma è questo il suo bello;

la vita costa davvero poco anche nelle grandi città e si può visitare praticamente qualsiasi monumento o attrazione pagando solo 1 euro (10 dirham) e mangiare tanto anche a 3 euro nei punti ristoro più popolari, mentre i menu turistici variano dai 5 ai 10 euro (con i classici cous cous, tajine, spiedini di pollo o agnello, kebab e dolci marocchini). Quindi si può affermare che il Marocco sia una meta low cost. Noi abbiamo speso 450 euro a testa TUTTO incluso.

– a noi non è capitato nessun inconveniente, ci siamo sempre sentiti a nostro agio e sicuri, rispondendo “La Shukran” (no grazie) ai venditori più insistenti o a chi ci fermava per strada per offrirsi da guida a pagamento. Certo, come in qualsiasi altro viaggio occorre fare attenzione alla propria borsa e ai propri soldi;

– il cambio soldi l’abbiamo effettuato una volta arrivati all’aeroporto di Marrakesh, e si è rivelato molto comodo perché i soldi cambiati avanzati ce li hanno ricambiati al ritorno con anche uno sconto;

– i trasporti pubblici sono molto accessibili, economici e comodi per viaggiare per il paese anche per proprio conto.

Ma ecco il DIARIO DI VIAGGIO:

Dopo 5 anni dalla mia prima bellissima esperienza in Marocco, in particolare a Marrakesh, finalmente sono riuscita a tornarci per una settimana intera e in compagnia del mio ragazzo.

Con un volo di andata Bergamo-Marrakesh e uno di ritorno Fez-Bergamo (80 euro a/r con Ryanair, viva la bassa stagione!) decidiamo quindi di visitare tre delle quattro città imperiali del Marocco, nell’ordine Marrakesh, Rabat e Fez.

Arriviamo a Marrakesh all’ora di pranzo dopo un viaggio tranquillo di 3 ore e al bellissimo aeroporto Menara c’è ad aspettarci un collega di Omar, il proprietario del Riad Sidi Omar presso cui abbiamo prenotato le prime 3 notti e dove ero stata già 5 anni prima (25 euro a testa a notte). E’ un Riad a gestione familiare ben tenuto e molto accogliente dove si può realmente vivere la gentilezza e la disponibilità marrocchina… non vedevo davvero l’ora di tornarci e rivedere Omar e la sua famiglia! Una volta sistemati al Riad, con una rinfrescata sulle strade da prendere per raggiungere la piazza principale, in 5 minuti arriviamo quindi a Jemaa el Fna che si trova ancora nella sua veste pomeridiana, ovvero più tranquilla. Facciamo quindi un giro a vedere la bellissima Moschea della Koutoubia da fuori (tranne la Moschea di Casablanca, le altre non sono visitabili ai non musulmani) per poi tornare alla piazza verso l’ora di cena. Piazzandoci sulla terrazza di un ristorante dove mangiamo un discreto ma abbondante cous cous a soli 4 euro (40 dirham) assistiamo ad un bellissimo tramonto e alla trasformazione della piazza che con il calar del sole diventa brulicante e piena di vita. Dall’alto lo spettacolo è davvero unico e prima di tornare al Riad ci lasciamo avvolgere da tutta l’animazione che tanto caratterizza Marrakesh e specialmente Jemaa el Fna.

Il secondo giorno decidiamo di visitare le attrazioni principali presenti nel centro città. Ci perdiamo quindi un po’ nel Souk mentre proviamo a cercare la Medersa Ben Youssef, in assoluto la scuola coranica più bella delle tre città visitate, con il suo patio meravigliosamente decorato e le stanze degli studenti visitabili. Dopo decidiamo di andare a visitare Palazzo El Badi, di cui rimane poco ma si presenta comunque in maniera suggestiva grazie alla sua vastità, vale la pena farci un salto. Dopo ci dirigiamo verso le Tombe Saadiane, che visitiamo velocemente non rimanendone particolarmente colpiti. Infine visitiamo Palazzo Bahia, molto bello e ben tenuto, con stanze e soffitti riccamente decorati, alberi d’arancio nel patio principale, una visita molto tranquilla e piacevole lontano dal caos della medina.

Il terzo giorno decidiamo di andare a visitare i Jardins Majorelle, dove passiamo una mattinata tra tantissimi tipi di piante, vivaci colori e il museo Berbero dove si possono ammirare interessanti testimonianze e oggetti di questo popolo.

Per pranzo ci dirigiamo al centro artigianale vicino al Cyber Park, dove dopo un altro buonissimo cous cous andiamo a riposare all’ombra degli alberi di questo giardino ben tenuto dove il wifi è accessibile gratuitamente per tutti ed è diventato quindi un punto d’incontro delle nuove generazioni di marocchini e i loro smartphones.

Nel pomeriggio ci lasciamo di nuovo perdere nel Souk, dove tentiamo con l’arte della contrattazione di comprare dei souvenir a buon prezzo e dopo due ore ne usciamo non proprio convinti di aver avuto un prezzo vantaggioso. I marocchini sono decisamente più esperti ed allenati!

Dopo aver riposato al Riad per passare un ultimo momento con Omar e la sua famiglia, torniamo per cena in piazza dove in un impeto di coraggio decidiamo di mangiare nei tantissimi stand allestiti in piazza dove si possono mangiare tante specialità marocchine nella piena vitalità di Jemaa el Fna… una bellissima esperienza anche se la qualità del cibo si farà sentire due giorni dopo con qualche problema intestinale risolto poi con qualche pastiglia portata prontamente dietro.

La mattina del quarto giorno prendiamo un taxi e andiamo a prendere il treno che in 5 ore ci porterà a Rabat. Il treno è quasi puntuale, pulito, comodo e molto economico (Marrakesh-Rabat 12 euro, biglietto acquistato direttamente in stazione, sul sito delle ferrovie marocchine ONCF si possono vedere gli orari) e il viaggio anche se lungo permette di vedere dei bellissimi scorci della vita contadina nei luoghi più isolati tra le due città. Una volta arrivati a Rabat e trovato il Riad grazie alle indicazioni del proprietario sempre molto gentile, lasciamo le valigie e andiamo subito a visitare il Mausoleo di Mohammed V e la Torre di Hassan (che purtroppo era sotto ristrutturazione e quindi incartata) dove si può ammirare una bella vista sul fiume e capire la maestosità che avrebbe dovuto avere la grande moschea mai compiuta.

Dopo proseguiamo verso la Necropoli di Chellah, costituita delle interessanti rovine romane circondate da bellissime mura e da cui la vista spazia verso la campagna interna. L’abbiamo trovato un posto molto magico in cui passare un po’ di tempo in tranquillità, tra il canto delle tante cicogne che nidificano sugli alberi intorno. La sera facciamo un giro per la medina che ci delude un po’ in quanto il mercato è piuttosto commerciale e risulta meno caratteristico. Rabat è una città meno turistica di Marrakesh e Fes e quindi, se da un lato ci sono meno servizi come ristoranti od oggetti di artigianato, dall’altra si respira più un’aria cittadina e occidentale che risulta comunque interessante, d’altronde è la capitale politica del Marocco. Dal punto di vista estetico invece la medina non ha molto da offrire.

Dopo una bella dormita nel Riad piccolo ma elegante presso cui abbiamo prenotato due notti (23 euro a notte) andiamo a visitare la vicina Kasbah des Oudaias, che circondata dalla nebbia proveniente dall’oceano ci appare molto affascinante già dall’esterno delle sue mura. Una volta entrati il colore ocra delle pareti lascia il posto al blu e al bianco delle vie labirintiche che tanto rendono unico questo luogo. E allora noi ci lasciamo perdere in questo labirinto fino a raggiungere la terrazza da cui si vede l’oceano e la spiaggia di Rabat, che con la nebbia appare più triste e misteriosa che attraente, quindi evitiamo di andarci.

Il pomeriggio lo passiamo a riposare sorseggiando parecchi bicchieri di buonissimo tè alla menta e mangiando dei deliziosi dolci che servono nell’unico punto ristoro presente dentro la Kasbah, che lasciamo dopo aver visitato i bei Giardini Andalusi sempre presenti al suo interno.

La mattina del sesto giorno prendiamo il treno che in due ore e mezza ci porta fino a Fez (per 8 euro), dove cerchiamo di raggiungere subito il nostro Riad, anch’esso molto bello e a gestione familiare dove abbiamo prenotato l’ultima notte del viaggio (17 euro a testa). Il gestore è molto giovane e intraprendente e si offre di organizzarci un tour della parte esterna della medina per il pomeriggio, e un tour di 7 ore per visitare il centro il giorno dopo. Visto il poco tempo e il senso di perdizione avvertito non appena entrati nella immensa e antichissima medina di Fes accettiamo.

Così nel pomeriggio con un autista tutto per noi (15 euro a testa) per più di due ore visitiamo le colline che circondano la città di Fez dove da alcuni punti panoramici si può ammirare l’estensione della medina. Dopo veniamo portati a vedere da fuori la residenza reale e il quartiere ebraico Mellah, con le sue case caratteristiche. Alla fine andiamo a visitare anche una cooperativa dove vengono fabbricate le famose ceramiche; ovviamente la visita si rivela un tentativo di vendita ma la spiegazione del lavoro è stata comunque interessante. Dopo essere tornati al Riad e dopo un attento studio della mappa della medina decidiamo di addentrarci da soli alla ricerca di un ristorante dove cenare e in 20 minuti riusciamo a raggiungere la piazza più viva della medina dove su una classica terrazza ceniamo con il nostro ultimo cous cous.

Il giorno dopo la guida viene a prelevarci al Riad alle 10 in punto per intrattenerci fino alle 16 e condurci in tutti i luoghi più interessanti di Fes (per 20 euro a testa). Così visitiamo la Medersa el Attarine (molto bella anche se piccola), le concerie (molto caratteristiche e affascinati, odore sgradevole a parte), la Grande Moschea (sbirciando dalla porta), il Museo del Legno (struttura molto bella, interessante per chi ama oggettistica in legno) e molti quartieri e scorci di Fez che mai avremmo visto senza il tour organizzato a cui ha partecipato anche un’altra coppia di italiani, quindi siamo rimasti molto soddisfatti della nostra guida preparata e instancabile.

Alle 17, dopo degli ultimi acquisti, torniamo a prendere le valigie al Riad e prendiamo un taxi che ci porta all’aeroporto, da cui salutiamo per l’ultima volta il Marocco con la voglia di tornare per visitare ciò che non siamo riusciti ad inserire nell’itinerario di viaggio, ossia Meknes, Volubilis, Essaouira, Agadir e passare una notte nel deserto.

Che dire: abbiamo ben più di un motivo per tornarci!

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Medersa Ben Youssef

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Palazzo el Badi

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Jemaa el Fna

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Fez

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Concerie

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Necropoli di Chellah

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Kasbah



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