Marocco: emozioni da vivere
Il nostro albergo si trova a 5 minuti dall’aeroporto; è “l’Atlas Medina” in un bellissimo quartiere poco periferico, ricco di viali fioriti con roseti e palme.
Nemmeno il tempo di depositare le valigie nella stanza e subito scendiamo a vedere la Spa. Sauna, Hammam, massaggi e quant’altro ci aspettano e decidiamo dunque di rilassarci prima dell’inizio del tour dedicando 2 ore di tempo a Sauna e relax con tisana servita in un’atmosfera intima alla luce delle sole candele profumate.
La cena è alle 19:30, buffet poco ricco ma sicuramente meglio di quanto ci avrebbe atteso nei giorni successivi! Lunedì 22/05/2006 Sveglia alle 7:30, colazione alle 8:00 e alle 8:30 iniziamo la nostra prima visita di questa splendida città: Marrakech la “Città Rossa” così chiamata per l’unico colore che caratterizza le sue case, dalla Medina al quartiere residenziale. Una leggenda narra che un tempo il mondo era ricoperto da giardini lussureggianti, palmeti ombrosi e ruscelli d’acqua fresca. Un paradiso in terra nel quale gli uomini vivevano felicemente. Ma questo “Eden” non doveva durare. Gli uomini iniziarono a litigare e a raccontarsi bugie tra di loro; per punirli Allah prese a gettare un granello di sabbia per ogni menzogna pronunciata: fu così che si formò il deserto del Sahara. Un solo luogo rimase verde e fiorito come un tempo; è li che venne fondata Marrakech. La visita di questa città inizia dunque dagli splendidi giardini della Menara un luogo non solo per turisti ma angolo di verde in cui gli abitanti di Marrakech amano ritrovarsi per passare qualche ora all’ombra di palmeti a fare pic-nic. Dopo aver passeggiato per un’po’ ci dirigiamo verso il centro della città. Giungiamo al Museo Dar si Said, nel quale sono raccolti strumenti della tradizione popolare marocchina, passiamo attraverso strade pittoresche che raccontano la vita quotidiana di un popolo sicuramente lontano dal nostro modo di vivere. Curiosa ai nostri occhi la vista di una macelleria “tipica” presso la quale la gente della Medina si reca ad acquistare. Inimmaginabile poter pensare che per gli abitanti di Marrakech (ma scopriremo poi di tutto il Marocco) sia assolutamente normale comprare carne accompagnata da grosse mosche che la avvolgono come un’impanatura… Beh sempre di carne si tratta!!!! Non saremo noi troppo schizzinosi?. Percorriamo altri vicoli e giungiamo al palazzo Bahia; all’interno si trovano decori, fontane e giardini favolosi… Questo è il Marocco! La mattinata si conclude con la visita delle tombe saadiane. Riusciamo in tranquillità a vedere la prima stanza, ma davanti a quella piu’ caratteristica, raffigurata su tutte le riviste di viaggio, c’è una coda lunghissima… che fare? Ci mettiamo in coda per scattare una foto veloce e via…
Il pomeriggio ha inizio con la visita dei Giardini di Majorelle. Famosi in tutto il mondo per il numero considerevole di piante tropicali che vi sono contenute e per essere all’interno della proprietà privata dello stilista Ives. St Lorent. Finalmente è giunto per me il momento più atteso… i souk!!! La mia sfrenata passione per lo shopping sembra stia per essere finalmente soddisfatta… Macché, qui i souk sono veri, nulla di turistico, niente negozietti, solo “laboratori” (di 1 mq) dove si possono vedere marocchini intenti a battere il ferro, preparare calzature, lavorare la lana, il tutto attraversando vicoli bui, con motorini che sfrecciano ad alta velocità a destra e a manca. La mia curiosità per il Marocco, dopo aver visto documentari e letto qualche commento di viaggiatori è sicuramente quella di vedere la famosa Piazza Djemaa el Fna, da tutti definita “unica” e patrimonio dell’Unesco! Finalmente ce la troviamo di fronte. La guida ci lascia del tempo a disposizione per poterla girare in tutta tranquillità ammirandone i contenuti singolari che non si possono trovare in nessun’altra piazza al mondo.
Il primo incontro è con i famosi incantatori di serpenti! Off limits scattare foto senza sganciare qualche Dirham; abbiamo finito le monete e sinceramente l’idea di dare 5 o 10 euro a foto non mi sembra coerente con lo spirito d’avventura. Ecco dunque che sfidando l’insistenza dei marocchini decido di scattare foto “al buio” ma gli avvoltoi sono in agguato, distanti anche 100 mt ti puntano ed inizia la contrattazione e la richiesta di denaro.
Ci allontaniamo e continuiamo la visita pensando bene di avere una visuale dall’alto di uno dei tanti caffè che circondano la piazza. Sono quasi le 18:30 e tutto inizia ad animarsi sempre più. I venditori di spremute cercano di convincere qualche turista a bere qualcosa, i ristoranti ambulanti, allestiti al momento, iniziano a scaldare le piastre ti invitano per la cena, ti chiamano per assistere ad uno spettacolo dei tanti cantastorie, ti chiedono di voler scattare una foto con le scimiette, di volerti fare un henne, oppure… (scena che ci siamo persi) farsi levare un dente dal dentista di turno! Sicuramente pittoresca e da vedere, questa piazza ti resta dentro, anche a distanza continui a sentire il suono dei tamburi che ti accompagna per tutto il tempo in cui ti intrattieni e l’atmosfera è talmente coinvolgente da non farti sentire un turista tra di loro ma uno di loro! Rientriamo in albergo alle 19:00 e ci prepariamo per la cena prevista all’interno del palazzo di un Pasha nella Medina.
Per raggiungere il ristorante attraversiamo di nuovo piazza Djemaa el Fna che la sera si colora di un’atmosfera ancora piu’ singolare. Le bancarelle sono illuminate, c’è tantissima gente, il suono dei tamburi continua ininterrotto dal pomeriggio, magica e affascinante più che mai.
Il palazzo del Pasha è sicuramente caratteristico peccato però che io non stia particolarmente bene e soprattutto che, visto il menu a base di carne, non riesca a mangiare pressoché nulla. L’assistente insiste affinché mi portino qualcosa di commestibile ma le sue richieste cadono vane. La cena è a base di un “orribile” Cous Cous di verdure, Tajiine di agnello, dessert alle mandorle e immancabile the alla menta. Assistiamo agli spettacoli di musica e danza del ventre e rientriamo in albergo non senza aver attraversato nuovamente piazza Djemaa el Fna.
Martedì 23/05/2006 Secondo giorno a Marrakech. Oggi ci attende un’escursione facoltativa alla Valle dell’Ourika. Sveglia alle 8:00 e Partenza alle 9:00. Attraversiamo un paesaggio di montagna molto bello, diretti alla visita di villaggi berberi che si trovano all’interno di questa valle. Ogni volta che il nostro autobus si ferma veniamo circondati da venditori ambulanti che ci rincorrono con il motorino per chilometri conoscendo ogni tappa che facciamo. Per la strada Caffè tipici vendono il solito Tajiine avvisando il passante che il pranzo è pronto mettendo un pomodoro sopra il coperchio… Singolare!. Ci fermiamo a scattare delle foto in uno dei tanti villaggi, abbiamo il primo contatto con gli abitanti della valle, i bambini ci circondano chiedendoci dirham ed io, come sempre, estraggo dallo zaino biro e block-notes da regalare ai bambini. Torniamo sulla strada per Marrakech e ci fermiamo a visitare una casa berbera. La padrona ci accoglie offrendoci pane appena sfornato, burro e olio prodotti da loro. I nostri “Raffinati” compagni di viaggio si catapultano sul cibo ignorando “pur se medici” la possibilità di incorrere in conseguenze di natura intestinale pronte a svilupparsi proprio nel momento piu’ difficoltoso del viaggio… Il trasferimento di quasi 500 Km che avremmo dovuto affrontare l’indomani. Beh facciano come vogliono, io e il mio compagno abbiamo già tastato il terreno con la cena alla Medina e va bene essere cortesi e non rifiutare però…! Torniamo sul sentiero di casa per pranzare in albergo. Qualche ora di relax in piscina e giro pomeridiano delle mura della città, visitiamo la zona del palmeto, con immancabile foto con cammellieri appostati “casualmente” dove il nostro autobus si ferma e rientriamo in albergo. Per la sera è previsto uno spettacolo “Fantasia” con cena sotto le tende. A mezzora di distanza dal nostro hotel giungiamo intorno alle 21:00. Appena scendiamo dall’autobus troviamo ad attenderci, oltre ai soliti marocchini mascherati per l’occasione, un vento gelido proveniente probabilmente dall’Alaska! Inizia la solita cena a base di Cous Cous, montone e arance, intervallata da spettacoli di ballerini, cantanti e musicisti. Alle 23:00 finalmente si può tornare a casa, non prima però di essere costretti ad assistere allo spettacolo “Fantasia” con i cavalli e il rumore assordante degli spari al freddo e al gelo! Sarà perché non stavamo già particolarmente bene, però è stata veramente una serata pesante e credo che prima di assistere ancora a questi spettacoli durante i nostri viaggi ci penseremo due volte.
Rientriamo in albergo alle 23:45 Mercoledì 24/05/2006 Intera giornata dedicata al trasferimento a Fes. Sveglia alle ore 7:00 e partenza alle 8:00. Arrivo presso un ristorante alle 11:15 in località Beni Mellal, tempo libero a disposizione per prendere un’po di sole in piscina. Il pranzo è a buffet ma praticamente le uniche cose da mangiare sono delle verdure crude e poco piu’. Ripartiamo percorrendo la strada che sale lungo il medio atlante, con panorami bellissimi, rocce rosse circondate da oleandri rosa. Lungo il tragitto facciamo un’altra sosta per acquistare qualche souvenir (le mie solite tartarughe) e arriviamo in albergo “Zalagh Park Palace”alle 19:00. Cena alle 20:00 e subito a letto. E’ stato un trasferimento piuttosto pesante, non mi sento bene come per altro il resto del gruppo. Prendo ogni tipo di farmaco a disposizione sperando di essere in forma per la visita di Fes dell’indomani.
Giovedì 25/05/2006 Sveglia alle ore 7:45, partenza come sempre dopo un’ora. Il programma della giornata prevede la visita del Palazzo Reale (esterno), il quartiere Fes El Djedid, le Mederse di Bou Anaia e Attraine, il Museo Dar Batha, la moschea Karaouine (esterno) ma in particolare i souk con le caratteristiche concerie.
Non entro nel merito della bellezza del palazzo reale o delle tante Mederse che si trovano peraltro anche nel resto del Marocco, perché Fes va oltre tutto questo. E’ passeggiando tra i Souk che si puo’ assaporare il gusto vero del Marocco, entrare in contatto con la reale vita marocchina. La visita dei souk ha inizio alle 9:00 e termina alle 14:00. Una nuova guida ci attende e veniamo scortati avanti e dietro onde evitare che qualcuno si perda tra i vicoli rischiando di non uscirne vivo. Sono molte le storie che si raccontano di donne occidentali sparite tra la medina di Fes. Stiamo dunque con gli occhi ben aperti, attenti agli zaini propri e di chi ci precede. Il primo impatto è con il mercato dei polli che svolazzano per la strada in attesa di essere acquistati; ci fermiamo in un cortile ad osservare una donna che pulisce delle lumache, dei venditori di spezie e i tanti gatti (vivi o morti) che abitano la Medina. Inquietante è la vista di qualche felino lasciato sul tetto ad essiccare per non si sa quale motivo. Piu’ ci addentriamo nella Medina piu’ l’odore si fa forte. E’ un misto di spezie, pelli, escrementi di animali e chi piu’ ne ha piu’ ne metta! Una foglia di menta sarà la nostra gradita compagna per tutto il pomeriggio! Attraversiamo vicoli stretti dove l’unico mezzo di trasporto facilmente utilizzabile è l’asinello. Le stradine sono talmente strette che continuamente veniamo sbattuti ai lati. “Balek Balek” (attenzione-attenzione) continuano a urlare!!! Attraversiamo i vari souk fermandoci di tanto in tanto nei soliti negozi “questa volta allestiti per i turisti” per acquistare tappeti, seta o pelli. Un appunto particolare merita sicuramente il quartiere o meglio il souk dei conciatori. Entriamo in un negozio di articoli in pelle da dove si gode di una vista particolare sulla lavorazione delle pelli e quello che vediamo ha dell’incredibile!! Siamo nel 2006 e in un paese “occidentalizzato” come il Marocco c’è ancora gente che lavora l’intera giornata all’interno di vasche riempite con acqua colorata, calce ed escrementi di piccione che pare servano ad ammorbidire la pelle ( che siano questi ultimi a dare quel tocco di profumo ai nostri acquisti?); compro un paio di babouches arancio all’apparenza inodori, ma che con il tempo sveleranno il loro lato piu’ oscuro. Siamo veramente stanchi e nauseati da questi odori, speriamo nel pranzo per poter prendere un attimo di respiro, ma la sorpresa è in allerta. Si pranza all’interno della Medina tra quegli odori e quei sapori, nella speranza almeno che non ci venga servita quella carne vista al mercato!. Sono pochi questa volta quelli che riescono a mangiare, vuoi perché sono rimasti scottati già alla cena di Marrakech, vuoi perché si sono avventurati nel degustare quel pane fresco con burro e olio, fatto sta che zitti zitti, anche perché la stanchezza si fa sentire, attendiamo il momento in cui venga servito il solito the alla menta che preannuncia la fine del pranzo.
Finalmente ci si rincammina, direzione lavorazione della ceramica e anche qui le sorprese non mancano! Abbiamo già assistito altre volte alla tipica scena alla “Ghost” che quindi non ci emoziona piu’ di tanto, ma quello che veramente ci ha fatto restare a bocca aperta, e soprattutto a polmoni chiusi, è il metodo usato per cuocere la ceramica. D’improvviso siamo avvolti da una nube nera senza avere il tempo di rendercene conto. Niente di tossico a quanto sembra ma comunque poco piacevole a sentirsi. I forni vengono alimentati con gli scarti delle olive e non esistono camini che portino i fumi in alto, chi lavora all’interno del laboratorio deve quotidianamente convivere con questa nube nera. La giornata è stata pesantissima, forse ancor di piu’ del trasferimento, rientriamo in albergo, ceniamo, beviamo un caffè e andiamo a letto. Il mio compagno non sta bene, sente ancora l’odore dei vicoli, è fobico e arriva al punto di disinfettare qualsiasi cosa sia stata a contatto con i souk, scarpe comprese! Venerdì 26/05/2006 Si riparte, destinazione Rabat, la Capitale del Marocco, percorriamo 200 Km circa prima di giungere a Volubilis dove si trovano i resti di una città romana. Una “gentile ed affabile” guida locale ci accompagna. Un anomalo marocchino, con occhi azzurri che ci costringe a stare all’ombra, a tenere il suo ritmo, ad ascoltarlo anche quando si farebbe a meno, e soprattutto a lasciargli la mancia a fine “corsa”. Guida a parte il posto è meraviglioso, l’impronta italiana si vede come del resto italiano sembra il paesaggio che circonda il sito archeologico, sembra di essere immersi tra le colline toscane… Che i romani lo abbiano scelto per questo? A pochi chilometri da Volubilis si trova la città santa di Moulay Idriss. La religione islamica prevede che chi non può recarsi alla mecca venga in pellegrinaggio in questa città.
La prossima destinazione è Meknes, città pulita ordinata e presso la quale sostiamo per una visita della porta Bab el Mansour, le scuderie, la Moschea Moulay Ismall (l’unica che visiteremo durante il tour) e il bacino di Agdal. Pranziamo in un ristorante carino, all’insegna del solito Cous – Cous e pollo non prima però di entrare nell’’immancabile negozio di turno dove compro la mia solita tartaruga. Mancano ancora 200 Km alla destinazione odierna che è Rabat. Capitale del Marocco e città dove risiede il re, Rabat è sicuramente la più occidentale e pulita del Marocco. Il palazzo reale si trova all’interno di mura che ne fanno una città nella città. Si sta avvicinando un temporale il cielo è nero, i fulmini imperversano ed io estraggo alla meglio gli impermeabili usa e getta, comprati appositamente per queste occasioni. Pioggia permettendo visitiamo dunque l’esterno del palazzo reale, la Kasbah degli Oudaya, la Torre di Hassan e il mausoleo di Mohamed V.
Il nostro albergo è il “Tour Hassan” meraviglioso, con il buffet migliore di tutta la settimana. A cena conclusa andiamo al bar dell’Hotel per bere qualcosa in compagnia di alcuni del gruppo tra cui una coppia di toscani, simpaticissimi.
Sabato 27/05/2006 E’ quasi finita. Ultima città da visitare è Casablanca. Ci alziamo al solito orario, prendiamo l’autobus diretti alla capitale commerciale del Marocco, la piu’ ricca del paese. Giungiamo a Casablanca intorno alle 11:00. Visitiamo l’unico monumento che merita un ‘po d’interesse: La grande moschea di Hassan II. La visita è solamente esterna, la moschea è maestosa e imponente, non a caso è la 2° più grande al mondo con un minareto alto 200 mt. La posizione è invidiabile, si trova a strapiombo sull’oceano Atlantico. Passeggiamo nel cortile antistante la moschea per circa 1 ora dopodiché ci dirigiamo sulla Corniche, il lungo mare con locali decisamente piu’ alla moda di quelli di Fes. Dopo aver romanticamente percorso la via principale andiamo al ristorante dove ci attende finalmente un pranzo a base di pesce. Il ristorante è carino, con una piscina che si affaccia sull’oceano. Si riparte, ci aspettano ancora 2 ore di strada prima di intravedere nuovamente Marrakech; facciamo qualche sosta in presunti “Autogrill” e giungiamo a destinazione intorno alle 17:00. Essendo l’ultimo giorno decidiamo di approfittare ancora una volta della Spa. Questa volta niente sauna facciamo qualcosa di alternativo, un bel Hamman. Domenica 28/05/2006 La sveglia è alle 8:00 perché abbiamo tutto il tempo di lasciare la nostra stanza che abbiamo a disposizione sino alle 12:00. Colazione, passeggiata per via Mohammed V con i suoi giardini fioriti un ultimo sguardo alla piscina dell’albergo e salutiamo l’Hotel Atlas direzione aeroporto. Ci mettiamo in coda per il check-in aspettando pazientemente il nostro turno, ma molto pazientemente visto che a pochi minuti dall’imbarco siamo ancora al punto di partenza. Finalmente tocca a noi. Mostro come al solito i nostri documenti e come sempre guardano e riguardano in continuazione la mia carta d’identità… Ci risiamo ma cosa vorranno questi da me??? Ad un certo punto finalmente capisco! Il funzionario comunale non ha riportato la data di scadenza sul retro del mio documento. La signorina check-in si allontana furtivamente con la mia carta d’identità. Sono terrorizzata, la ragazza Francorosso è andata ad accogliere gli arrivi, ed io cosa faccio ora? Finalmente l’hostess ritorna e compare dal nulla anche un’altra assistente Francorosso che mi rassicura dicendo che è tutto apposto. Corriamo al controllo passaporti e bagagli e di corsa sull’aereo… Ma veramente di corsa e a piedi dato che siamo stati lasciati liberi di girovagare per la pista alla ricerca del nostro aereo! Si parte alle ore 15:45 e si giunge a Malpensa all’ora locale delle 20:45. Il disbrigo dei bagagli è piuttosto lungo e tra una cosa e l’altra riusciamo a partire solo intorno alle 22:00. Un colpo di telefono al nostro ristorante preferito piu’ vicino per gustare finalmente qualcosa di italiano e commestibile.