Marocco… dove lasciarci il cuore
Sono tornata dal Marocco o meglio dal sud del Marocco e posso solo affermare una cosa:
È meraviglioso, stupendo….
Agadir è una città nuova perchè il 29 febbraio 1960 un terremoto l’ha rasa al suolo salvando solo la kasba che è comunque diroccata, pertanto la città è stata ricostruita.
È una città molto bella, con una moschea stupenda, bellissimi decori nei palazzi, molto pulita, dove ficus beniamini cescono sui grandi marciapiedi creando viali alberati e dove le buganville dai colori sgargianti colorano ovunque si posi lo sguardo.
Il lungomare è immenso e bellissimo e si affaccia su una spiaggia dove la sabbia è finissima e l’oceano l’abbraccia dolcemente. La persone sono solari, educate, gentili e rispettose. Aperte di mentalità, con le quali è bellissimo colloquiare. Ho trovato simpatia, generosità, rispetto, gentilezza, altruismo …in poche parole un popolo affascinante. Posso dire che mi sono innamorata di questo paese e della sua gente? Sì, lo posso dire…lo posso affermare a gran voce. I posti sono molto belli, affascinanti, hanno quel qualcosa che cattura i sensi e che trasmette sensazioni che avvolgono l’anima, che ti fanno sentire in un luogo speciale. La mattina ti alzi e affacciandoti scopri la “brume” quella lieve foschia che il sole dissolve dopo poche ore per irrompere coi suoi raggi e la sua luce e riempirti la giornata di calore.
Poi quel vento che ti accarezza la pelle, che ti scompiglia i capelli.
E la sera, con le sue luci che rendono magico ogni angolo volgi lo sguardo. Cammini curiosando e finisci nei souk, i tipici mercati, dove ti sembra di entrare in un mondo a sè, le urla dei venditori che parlottano tra loro, che trattano coi clienti, trovi l’uomo che vende la menta e subito ti torna in mente l’aroma ed il profumo del te marocchino, guardi poco più avanti e il venditore di olive mette in bella mostre le innumerevoli quantità di olive che sono di colori diversi, rosa, nere, verde, gialline …e una più dolce dell’altra.
Poco più avanti le bancarelle delle spezie dove ti perdi nei colori, nei profuni, negli aromi …ma poi c’è il venditore di frutta essiccata e quello che vende la pashmine tinte a mano, quello che vende i tappeti tessuti coi loro telai …e ancora molto altro…
E ti fermi ovunque, tutti vogliono farti vedere le loro gioie e la cosa che ti coinvolge è quando vuoi acquistare, non puoi pagare e basta, devi trattare e allora scopri quanto è bello avere a che fare con queste persone che nella loro semplicità sono degli ottimi mercanti …e ti senti coinvolto in questo mercanteggiare che cominci al rilancio del prezzo e …non ci sono parole, sono vicende da vivere.
Basta sedersi ad un tavolo e rivivere altre sensazioni, che si assaggi un’orata, o un harira, o un tajine o una delle loro meravigliose salade ….ogni piatto è una sensazione e non solo per il palato, prima ti catturano gli occhi, non c’è piatto che non sembri un’opera d’arte, ogni piccola cosa è curata nell’aspetto ma poi è quando il palato scopre il resto che ti cattura completamente, i sapori molto speziati ma non forti ne piccanti, deliziano il palato …e questi aromi sono accompagnati da un buonissimo pane leggermente insipido che regalano il giusto equilibrio.
E finita questa delizia non rimane che gustarsi un buon te marocchino, questo te servito in teiere d’acciaio dal lungo beccuccio in piccoli bicchieri di vetro trasparente.
Il rituale con cui viene servito è molto scenografico ma è anche un modo per esaltare una bevanda che in marocco significa amicizia, convivialità …. Nella teiera viene messa una miscela di te e foglie di menta fresca che profumano anche l’aria circostante, viene inserita una zolletta di zucchero. Poi tenendo alta la teiera si versa nel bicchiere il te, si prende il bicchiere e lo si riversa nella teiera, questa “mossa” serve per mescolare il tutto, quindi poi lo si versa nel bicchiere e lo si gusta in tutti i sensi, il profumo, il colore, il calore…
Ma il Marocco non è solo questo…. Basta muoversi di pochi chilometri per scoprire un paesaggio diverso, ancor più travolgente e misterioso … La mattina presto, con un 4×4, ci siamo mossi verso sud …dopo una mezzora ci siamo trovati su una scogliera a picco sull’oceano, guardando giù …meraviglia … Le onde s’infrangono su scogli e sabbia levigata che crea strane forme. E i pescatori sugli scogli che pescano incuranti del vento gelido che sferza il loro volto, un vento che incessante li accompagna sino alla sera, quando al riparo di una grotta naturale riposano attendendo il nuovo giorno.
Questo vento freddo che ci avvolge insieme alla brume, sembra un paesaggio autunnale ma se ci guardiamo intorno ci rendiamo conto dell’irrealtà della situazione: da un lato l’oceano che s’infrange e dall’altra il deserto e in mezzo noi, che camminiamo su di una spiaggia formata da conchiglie spezzate ….e tutto questo avvolto da una nebbiolina fresca.
Ma questo paesaggio cambia in poco tempo, nel giro di poche ore il sole riscalda l’aria e la brume svanisce come d’incanto, lasciando posto al sole caldo, ai caldi colori della sabbia e all’azzurro del cielo …. E poi come d’incanto appare il deserto con le sue dune colore dell’oro e dell’ambra e il sole caldo che ti avvolge, il deserto con le sue piante di argan che produce un tesoro racchiuso nei suoi frutti, un olio ricco di moltissime proprietà viene utilizzato nella cosmesi e non solo. Questo deserto dove vivono persone che sembrano isolate dal mondo, ma che sono loro stesse e ciò che le circonda un mondo.
…dove insetti piccoli convivono con animali più grandi, dove trovi delle tende disperse nel nulla, in un nulla dove c’è un mondo…
I berberi un popolo meraviglioso, che nella loro semplicità ed ospitalità ti fanno sentire come a casa tua ….persone che non hanno nulla ma hanno tutto. Persone che sono ricche dentro, persone che ti trasmettono la loro ricchezza con una stretta di mano.
Poi prosegui e vedi piccoli paesi che sono mondi a sè….piccoli mondi dispersi nel grande Marocco.
Cosa posso dire ancora?
Che sono stata fortunata, ho incontrato gente che mi è rimasta nel cuore e un po’ del mio cuore è rimasto a loro ed alla loro terra