Marocco del Sud 3
Alla scoperta del Sahara e dei suoi nomadi
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Al momento dell’atterraggio a Marrakech tiro un sospiro di sollievo: sono arrivata sana e salva e, soprattutto, sono di nuovo in questo meraviglioso paese, pronta per una nuova avventura! Durante tutto il 2008 ho collaborato a un progetto naturalistico in un oasi in mezzo al Sahara, a 45 km di pista da M’hamid, l’ultimo villaggio alle porte del deserto. La lunga permanenza mi ha permesso di imparare a conoscere le persone del posto, la loro vita quotidiana, i loro costumi e le loro tradizioni. Dopo l’esperienza all’Oasis Sacrée sono tornata più volte a M’hamid, ospite di una delle tante famiglie nomadi diventate sedentarie negli anni ’80 a causa della siccità. Questa volta mi attendevano due esperienze straordinarie: un matrimonio tradizionale e la nascita di una bellissima bambina in famiglia! Il matrimonio saharawi (=gente del Sahara) dura ben tre giorni e si svolge secondo riti antichissimi ed arcaici. Le donne e gli uomini festeggiano in tende rigorosamente separate e seguono riti diversi. Le donne siedono attorno un ampio cerchio, e, cantando e chiacchierando, bevono il tè tradizionale, accompagnato da arachidi e datteri pestati con il cumino. Poi, finalmente, si mangia! Il matrimonio è una rara occasione per riempirsi la pancia del cibo più prezioso: la carne. Viene servita in grandi piatti, attorno ai quali si formano piccoli cerchi di donne che, come d’abitudine, mangiano senza posate, prendendo i pezzetti di stufato con la mano aiutandosi con del pane. Peccato che non sono riuscita a capire il significato di tanti gesti e riti durante i tre giorni di festeggiamenti: è difficile trovare delle donne che sanno il francese e che così avrebbero potuto fornirmi delle spiegazioni. Dopo le fatiche dei festeggiamenti, ci voleva proprio un bel ritiro nel silenzio del deserto! Proprio il giorno prima della partenza, è nata Maryam, la figlia di Ghia. Per fortuna tutto è andato bene ed il parto è stato facile. In luoghi come M’hamid ogni nascita è una vittoria della vita; in caso di complicazioni la morte è dietro l’angolo, in quanto non esiste un presidio medico e il prossimo ospedale si trova a quasi 2 ore di strada! Alla fine l’agognata escursione nel deserto è durata solo due giorni, a causa delle forti tempeste di sabbia che iniziavano verso le 10 del mattino e duravano fino alle 19 della sera! Per fortuna le notti erano tranquille, silenziose e con una volta celeste mozzafiato! (Quando ero all’Oasis Sacrée ho vissuto una tempesta di sabbia che è durata una settimana senza interruzione – un’esperienza indescrivibile!) Il tempo in Africa scorre lentamente, ma anche lì prima o poi svolge alla fine. Così, dopo tre settimane in immersione totale nella vita quotidiana di M’hamid, ho preso la strada del rientro. La corriera di linea parte alle 06.00 del mattino e arriva a Marrakech verso le 16.00, passando prima per i piccoli villaggi ancora addormentati, poi Zagora, cittadina in via di forte sviluppo, Agdz, pit stop per la colazione e visita veloce al grande mercato dei datteri, l’Anti-Atlante pieno di tornanti per arrivare a Ouarzazate, la “Bollywood” marocchina, e poi l’Alto Atlante con altri tornanti e il passo Tichka n’Tiznit a oltre 2100 metri, per arrivare a Marrakech con la sua piazza più folle del mondo. È un tragitto faticoso se lo si fa in un solo giorno, ma che offre ogni volta una tavolozza nuova di paesaggi che vanno dal deserto sabbioso e roccioso, alle ricche oasi e palmeti della lussureggiante valle del Dràa, dalle formazioni rocciose tondeggianti e multicolore delle montagne alle pianure coltivate, dai villaggi in argilla dell’Alto Atlante alle modernissime costruzioni di Marrakech.
Per chi è curioso di scoprire la diversità, imparare a conoscere altre culture, differenti abitudini, la semplicità della vita condividere la vita quotidiana dei nomadi questo viaggio è un must!
Troverete altre informazioni o curiosità su: www.kaleidoscopeproject.eu