Marocco del nord: da Chefchaouen al Medio Atlante fino al deserto
Dopo il primo bellissimo viaggio in Marocco del marzo 2023 tra Marrakech, Alto Alante ed Essaouira, organizziamo un secondo viaggio nel Paese con un fidato gruppo di amici. Stavolta, il tour del Marocco del nord in 7 giorni ha toccato le seguenti tappe: Fes, Valle del fiume Ziz, Erg Chebbi, Midelt, Volubilis, Fes, Chefchaouen. Come per il primo viaggio ci muoviamo in autonomia, ci piace l’idea di poterci fermare dove e quanto vogliamo, di fare deviazioni dai tracciati standard (e ne faremo tante!), di essere indipendenti negli orari. Il noleggio di due auto grandi con il noleggiatore locale AirCar, compresa l’assicurazione di annullamento della franchigia, ci è costato circa 50 € a testa. Alla fine percorreremo un totale di 1580 km.
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In questo viaggio, a differenza dello scorso, abbiamo fatto nei primi due giorni il pieno di multe: due per eccesso di velocità (assolutamente contestabili perché gli autisti erano molto attenti a non superare i limiti) e una per non avere allacciato le cinture sui sedili posteriori (fatto non contestato prima). I posti di blocco sono ovunque, i poliziotti si mimetizzano dietro cespugli, pietre o alberi e (così ci hanno detto) i telelaser sono settati per registrare velocità superiori a quelle effettive. Alla prima contestazione abbiamo pagato senza obiettare, alla seconda ci siamo un po’ arrabbiati perché la velocità registrata non era quella reale, alla terza ci siamo rassegnati. In definitiva, bisogna essere assolutamente rispettosi dei limiti di velocità e considerare tempi di percorrenza superiori a quelli indicati da Google Maps. Nei giorni successivi siamo diventati bravissimi a scovare gli agenti nascosti e non siamo mai più stati multati. Le strade principali sono ben tenute, quelle secondarie un po’ meno comunque ci si muove facilmente e senza grandi problemi. Non abbiamo mai guidato di notte e non consiglierei di farlo, le strade non sono illuminate e può capitare di trovare animali sulla carreggiata.
Marocco del nord. Diario di viaggio
Giorno 1 – Arrivo a Fes
Le mura di cinta che circondano Fes
Atterriamo a Fes il 15 marzo alle 19.30, cambiamo un po’ di soldi e compriamo due SIM marocchine da 50 Giga l’una per circa 15€ che useremo per il navigatore e per comunicare con casa, molto comode e prendono dappertutto, anche nei posti più insoliti e in mezzo al nulla (consumeremo poco meno della metà dei Giga disponibili in tutto il nostro viaggio). Dormiamo vicino all’aeroporto in modo da potere partire il giorno successivo in direzione sud attraverso il Medio Atlante. Scegliamo un Riad molto carino e tranquillo a circa 15 minuti dal terminal (Ayor Fes), la proprietaria ci prepara una ottima cena e assaggiamo il primo di una lunga serie di tajine.
Come per lo scorso anno, il periodo del nostro viaggio coincide con il Ramadan, la cosa non comporta grandi problemi nei centri principali, si trova tutto sia per mangiare che per le visite, mentre al di fuori delle città può essere difficile trovare ad esempio un caffè aperto lungo la strada dove fermarsi a bere qualcosa o un ristorante. Abbiamo quindi prediletto ove possibile strutture con il ristorante annesso.
Giorno 2: Fes-Ifrane-Miblanden-Valle dello Ziz
Il mattino successivo dopo una ottima colazione partiamo verso la foresta dei Cedri, non senza esserci fermati a Ifrane una stranissima cittadina costruita dai francesi negli anni ’20 che sembra essere saltata fuori da una cartolina svizzera. Case dai tetti a punta sulle quali tutti i comignoli sono occupati da coppie di cicogne che stanno nidificando, strade pulitissime, viali e giardinetti pieni di piante in fiore, insomma davvero un posto particolare e rilassante.
Dopo Ifrane inizia la distesa della Foresta dei Cedri, una pianta endemica del Marocco che vive tra i 1600 e i 2400 metri di quota. Come avevamo letto, ci sono aree dove si può parcheggiare da cui si dipartono sentieri sterrati che attraversano la foresta, subito siamo circondati dalle famose scimmiette che senza paura si avvicinano per capire se qualcuno ha intenzione di dare loro qualcosa da mangiare. Facciamo una passeggiata e ci rilassiamo in questo bosco bellissimo, poi torniamo alle auto e ripartiamo.
La sosta successiva avviene nei pressi di Midelt, dove facciamo una deviazione lungo una strada secondaria per andare a vedere le miniere di Mibladen distanti circa 15 km dalla strada principale. L’animo geologico di alcuni di noi emerge e non potevamo lasciarci scappare di dare un’occhiata al distretto minerario più importante del Marocco per l’estrazione della vanadinite, ma anche di barite, galena e di altri minerali. Le miniere sono state chiuse negli anni ’70, tuttavia troviamo alcuni uomini che continuano a scavare in condizioni di sicurezza assai precarie per cercare belle geodi di minerali da vendere ai collezionisti. L’area in cui si aprono le miniere è molto scenografica, tutto è di colore rosso e grandi cumuli di detriti di escavazione costeggiano la strada. Ovviamente tutti cercano di venderci qualche pezzo, alla fine ci lasceremo convincere a fare qualche piccolo acquisto prima di ripartire verso Midelt.
Proseguendo verso sud, la strada diventa sempre più panoramica, iniziamo ad attraversare le montagne del Medio Atlante lungo le gole del fiume Ziz, un vero e proprio canyon con pareti alte fino a 300 metri di spettacolari colori rossastri. Passeremo la notte proprio in mezzo alle gole nel Kasbah Jurassique Camping, inconfondibile per avere al suo ingresso la riproduzione di un triceratopo. Oltre alle piazzole di sosta del campeggio, in una dependance si trovano delle camerette molto semplici ma pulite, dipinte da improponibili colori pastello. Il balcone si apre su una vista spettacolare delle gole, la cena è ottima e la notte silenziosissima.
Giorno 3: Valle dello Ziz-Erg Chebbi
Il deserto dell’Erg Chebbi
Ripartiamo il mattino dopo e ci fermiamo dopo un paio di ore per visitare il Tahiri museum of fossils, una esposizione di fossili ritrovati in Marocco che meriterebbero di stare in un museo più importante e non entro vetrinette impolverate in mezzo al nulla. C’è anche uno reparto in cui si possono comprare souvenir di vario tipo.
Dopo una sosta al mercato di Rissani per comprare della frutta per pranzo, dove veniamo assaliti da persone che vogliono farci visitare la città (evidentemente non vedono molti turisti qui…) e una meritata sosta per pranzare con la frutta appena comprata, arriviamo al parcheggio fuori da Merzouga dove abbiamo appuntamento con i ragazzi del campo che abbiamo scelto per la notte nel deserto. La notte nell’Erg Chebbi è uno dei must per chi viaggia in Marocco e stavolta non possiamo certamente non fare questa esperienza.
Puntualissimo alle 17, Hassan ci raggiunge con una jeep nella quale ci carica tutti, alcuni dentro e altri sul cassone. Tutti i bagagli si lasciano sulle auto al parcheggio, si portano solo zainetti con l’occorrente per una o due notti (noi ne faremo una). Il campo si chiama Krick Camp e devo dire che è stata un’ottima scelta. Tende molto confortevoli e pulite, tutte con bagno privato, alcuni di noi si lasciano tentare dalle tende sky view che hanno un intero lato finestrato e una parte del tetto oscurato con tende che si possono aprire per ammirare il cielo stellato di notte. Costano di più delle tende normali, ma una volta nella vita si può fare!
Dal parcheggio al campo impieghiamo circa 20 minuti, ci accolgono offrendoci l’immancabile tè alla menta e si riparte subito per andare a vedere il tramonto sulle dune. Hassan ci lascia ai piedi delle dune più alte, dove se ho ben capito non esistono campi per salvaguardare le dune stesse. Si va a piedi, affondando nella sabbia, qua e là ci sono gruppetti di persone, ma c’è una gran calma e tranquillità. Il sole tramonta infuocando di rosso il cielo e mi trovo a guardare lo spettacolo con una sorta di riverenza per la bellezza della natura che ci circonda. Mentre cala la sera, iniziamo il ritorno verso la jeep e poi via di nuovo verso il campo.
Dopo una bella doccia, si cena in una sala dove ci preparano un ricco buffet di piatti tipici. Dopo cena, si accende un falò e si tirano fuori gli strumenti musicali per un po’ di musica sotto il cielo stellato… ci divertiamo a cercare di imparare a suonare i vari tipi di tamburi, qualcuno si lancia in un ballo, siamo solo noi ed una coppia di ragazzi che si divertono molto alle nostre prodezze musicali.
Consiglio nella ricerca del campo di scegliere strutture piccole, dove è più facile ammirare il cielo stellato in tranquillità piuttosto che trovarsi con gruppi scatenati di turisti a cui interessa solo fare baldoria. Nel deserto si va per ammirare il cielo, per spaziare con lo sguardo verso l’orizzonte, per stupirsi della bellezza delle dune, magari anche un po’ per ritrovare la pace interiore.
Giorno 4: Erg Chebbi-Gara Medouar-Midelt
Il sito di Gara Medouar, o “montagna rotonda”
Al mattino successivo un paio di nostri amici vogliono provare l’esperienza della spedizione a dorso di cammello per vedere l’alba (partenza un po’ prima delle 6). Ci ritroviamo a colazione per i racconti, subito dopo veniamo caricati di nuovo sulla jeep e riportati al parcheggio.
In definitiva l’esperienza del deserto è certamente turistica, ma la consiglio ugualmente!
Ripartiamo lungo la stessa strada che abbiamo percorso in senso opposto, ma prima facciamo una deviazione da Rissani sulla strada che porta ad Alnif e dopo pochi chilometri prendiamo uno sterrato per andare a vedere la Gara Medouar, conosciuta anche come Jebel Mudawwar (“montagna rotonda”). Si tratta di una formazione geologica a forma di ferro di cavallo che spicca su una pianura deserta e spettrale, apparsa anche in qualche film come ad esempio Spectre della serie di James Bond o La mummia. Il lato aperto è stato fortificato probabilmente dalla dinastia berbera degli Almoravidi intorno al XI secolo con la costruzione di un muro di cinta alto fino a 12 metri, ancora oggi visibile. Il massiccio è costituto da rocce calcaree ricche di fossili e trascorriamo un po’ di tempo a fare a gara a chi trova l’ammonite più bella e grande. Tutto intorno una pianura brulla e spettrale, neanche una pianta, il vento soffia e sembra di essere su un altro pianeta. Davvero una sosta interessante!
Ripartiamo dopo un ricco reportage fotografico e ci dirigiamo nuovamente verso Rissani e poi verso nord, ci fermiamo per la notte dopo Midelt al Ksar Timnay Hotel dove ci offrono camere molto pulite e con il riscaldamento acceso e una cena molto gustosa e per la prima volta possiamo anche pasteggiare bevendo una bottiglia di vino marocchino!
Giorno 5: Midelt-Azrou-Volubilis-Fes
Il sito romano di Volubilis
Al mattino successivo dopo una abbondante colazione si riparte in direzione del sito romano di Volubilis. Al momento di stendere il programma del nostro viaggio abbiamo deciso di saltare (per stavolta) la visita di Meknes, visto che è ancora ampiamente in ristrutturazione e abbiamo letto che la maggior parte dei monumenti è ricoperta da impalcature.
Ci fermiamo per comprare della frutta ad Azrou, per ammirare i tetti verdi delle sue case (ricoperti da tegole in ceramica) e i glicini in fiore che abbelliscono le sue piazze.
Arriviamo quindi a Volubilis, compriamo i biglietti di ingresso (70 dirham a testa) e assoldiamo su due piedi un gentile signore che si propone in italiano di farci da guida (circa 1 ora e mezza, 200 dirham). Il sito, inserito nell’elenco del Patrimonio Unesco dal 1997, purtroppo è stato grandemente rovinato dal terribile terremoto che colpì Lisbona nel 1755, ma comunque si resta stupiti dalla bellezza di queste rovine. Si passeggia lungo il cardo e il decumano, si ammira il grande arco di Caracalla e le ville decorate da bellissimi mosaici. Il sito è immerso in una conca in questo periodo verdissima e coperta di fiori circondata da colline e in lontananza si vedono le case bianche della città santa di Moulay Idriss, che purtroppo non abbiamo tempo di visitare.
Nel tardo pomeriggio ci rimettiamo in auto alla volta di Fes, dove arriveremo all’imbrunire e dove trascorreremo le successive due notti nel piccolo Riad Dar Alma Fes che occuperemo completamente (non è interno alla medina, ma molto comodo perché vicino ad una piazza in cui possiamo parcheggiare le due auto pagando una piccola cifra, ci assicurano che il parcheggio è custodito e in effetti le ritroveremo senza un graffio).
Giorno 6: Fes
Le concerie di Fes viste dall’alto
Il mattino successivo viene a bussare alla nostra porta Mohamed, la guida che abbiamo contattato dall’Italia e che parla davvero un ottimo italiano. La cifra pattuita è di 1000 dirham per l’intera giornata, la visita si svolge attraversando tutti i quartieri di Fes, iniziando con uno sguardo esterno alle mura che cingono la città per poi passare alla medina e al famoso quartiere delle concerie.
Una visita sicuramente forte quella delle concerie, non tanto per l’odore che si cerca di sopportare annusando il rametto di menta che viene dato all’ingresso, quanto per le condizioni di lavoro dei conciatori, immersi in grandi vasche rotonde multicolori nelle quali trattano le pelli in lavorazione. Ci dicono che i coloranti nelle vasche sono vegetali naturali, ad esempio per il rosso si usa il fiore di papavero, l’indaco per il blu, l’hennè per l’arancione, legno di cedro per il marrone, la menta per il verde e lo zafferano per il giallo. Tutta la lavorazione è fatta rigorosamente a mano, le pelli vengono poi appese a terrazzi e balconi per asciugare al sole. La pelle finita è poi trasportata su asini e venduta ad altri artigiani per la produzione di pantofole, portafogli, borse, giacche. Anche le concerie di Fes sono state inserite nel Patrimonio Unesco.
Lasciamo la guida quasi al tramonto dopo avere girovagato per più di 10 km, molto soddisfatti della giornata.
Prima di andare a cena, vogliamo provare l’esperienza dell’hammam tradizionale marocchino. Sembra una cosa per donne, ma in realtà anche tre ometti del nostro gruppo vogliono cimentarsi… ci vengono a prendere al riad e ci accompagnano in un hammam poco lontano, le donne vengono divise dagli uomini e ci fanno entrare in un piccolo spogliatoio dove ci danno un grande accappatoio, delle pantofole e un microtanga in carta (agli uomini dei boxer usa e getta). Proibiti costumi da bagno e biancheria.
Ci fanno entrare in un locale molto caldo con tre lettini (in marmo!) sui quali ci fanno sdraiare. Il rituale prevede una prima spugnatura con acque freddina, poi uno scrub fatto con grande energia, un nuovo risciacquo, poi una spalmata di argilla e un ultimo lavaggio. Si passa allo shampoo, infine ci portano in una seconda stanza dove inizia il massaggio. Mezz’ora di puro relax con musica di sottofondo, ambiente buio dove tutti sussurrano (a parte i nostri amici che sentiamo ridacchiare nel locale a fianco…). Infine veniamo condotte in un locale diverso con sedie a sdraio su cui stendersi, ci raggiungono anche gli uomini e ancora tutti in accappatoio ci viene offerto un tè alla menta con dei dolcetti. Devo dire che dopo questo trattamento, ci siamo sentiti un po’ spossati, quella notte abbiamo dormito come bambini…. Esperienza molto rilassante, da provare almeno una volta nella vita (costo 40€ a testa, durata un’ora e mezza).
Domani ci aspetta l’ultima tappa di questo viaggio, la notissima città blu di Chefchaouen.
Giorni 7 e 8: Fes-Chefchaouen-Fes
Chefchaouen, la città blu del Marocco
Partiamo al mattino presto verso nord, la strada è lunga (impiegheremo più di 3 ore per arrivare) ma i paesaggi fantastici, campi verdissimi alternati a distese gialle di colza, arancioni di calendula e viola di malva, un tripudio di colori che fa dimenticare quasi di essere in Marocco. Anche in questa tratta abbondano i posti di blocco della polizia.
I coloratissimi campi di colza
Arriviamo a Chefchaouen, prediamo possesso delle nostre camere all’Hotel Torre Hadra e usciamo subito per fare la prima immersione in tutte le tonalità di blu e azzurro che esistono al mondo. La cittadina si trova tra le montagne del Rif, la catena montuosa più settentrionale del Marocco e anche la più verde grazie alla elevata piovosità che consente la formazione di vegetazione tipicamente mediterranea.
Certamente si tratta di una città turistica, ma ha grande fascino, ogni stradina merita di essere fotografata e ci perdiamo nei vicoletti fino ad arrivare al termine dell’abitato dove inizia la parete rocciosa. Dato che siamo arrivati al pomeriggio, non troviamo moltissimi turisti, ci hanno detto che molti fanno una toccata e fuga da Fes o da Tangeri con tour organizzati ed effettivamente non c’è una gran folla. Alla sera facciamo l’ultima cena in un ottimo ristorante dove ci imbandiscono una tavolata piena di portate per 150 dirham tutto compreso. E già ci dispiace che il tempo a nostra disposizione sia finito. A meno di un’ora ci sarebbe la costa mediterranea marocchina con le sue belle spiagge, ma purtroppo il giorno successivo ci aspetta il volo di ritorno per l’Italia.
Consigli utili per un viaggio nel Marocco del nord
Come conclusione di un viaggio davvero bellissimo, mi permetto di dare qualche consiglio a chi volesse fare un viaggio in Marocco del nord.
- Se ve la sentite, noleggiate una auto e siate indipendenti, a parte i limiti di velocità non ci sono grandi problemi nel guidare. Le strade principali sono ben tenute, qualcuna di quelle minori un po’ meno, ma comunque percorribili. Meglio non guidare di notte, perché le strade non sono sempre bene illuminate e potrebbe capitare di trovarsi qualche animale sulla carreggiata.
- Prendetevi i vostri tempi, non pensate di potere vedere tutto in pochi giorni e non stendete itinerari forzati con troppe tappe perché sareste sempre in macchina. Come ho detto, la velocità consentita è quasi sempre bassa e i tempi di percorrenza di Google Maps vanno sempre aumentati, la polizia multa appena ne ha la possibilità. Meglio fare più viaggi e vedere ogni volta una zona piuttosto che volere vedere tutto il paese in una volta sola.
- Oltre alle famose città imperiali, il Marocco offre paesaggi spettacolari che meritano davvero. La valle dello Ziz, la valle delle Rose o le gole di Todra e di Dades, il deserto con le sue dune oltre ai tanti ksar e kasbah che costellano le zone interne delle catene montuose sono affascinanti e magari meno conosciuti da chi si appresta ad organizzare un viaggio in questo paese.
- L’esperienza nel deserto è certamente molto turistica, ma consiglio di farla ugualmente. Meglio prevedere almeno un pernottamento in un campo tendato piuttosto che una toccata e via, in tal caso scegliete un campo piccolo e lontano dalla strada principale così la notte sarà più buia e tranquilla e il cielo più stellato.
- Viaggiare durante il Ramadan non causa grandi problemi se si resta nelle zone turistiche, al di fuori può essere difficile trovare un locale aperto per bere o mangiare qualcosa. Però i mercati sono aperti e si trova sempre da comprare frutta o altro per fare uno spuntino.
E… buon viaggio a tutti, il Marocco vi stupirà certamente! Per finire un grande ringraziamento va ai miei compagni Umberto, Emanuele, Fabio, Federico, Francesca, Laura, Gianluigi e Umberto, senza di voi non sarebbe stato lo stesso viaggio!
Lasciatevi andare, guardate, respirate i molteplici profumi, gli odori di cucina, ascoltate le musiche popolari, i canti della montagna…
Tahar Ben Jelloun (scrittore e poeta marocchino)