Marocco: dalla montagna al deserto, un viaggio indimenticabile
Volo Ryanair da Bruxelles a Fès (noi viviamo in Belgio), in 3 ore e un quarto atterriamo all’aeroporto di Fès. Prendiamo un taxi molto economico, smezzando il prezzo (30 dirham, all’incirca 3 euro), per arrivare fino alla stazione dei treni di Fès (nella cosiddetta parte nuova della città). Da lì prendiamo il treno notturno (partenza alle 2.30 del mattino) verso Marrakech, scegliendo la prima classe con compartimenti da 6 persone, confortevoli e neanche troppo affollati (costo del biglietto circa 30euro a testa). Il viaggio dura 8 ore, e ci rechiamo subito in hotel. Avevamo scelto un riad, tipica struttura marocchina (il nostro si chiama Mon Riad, molto carino e con ottima posizione, in quel momento ci lavorava una ragazza italiana). Iniziamo l’esplorazione di Marrakech, andando un po’ a zonzo e cercando di vedere il più possibile. Noi abbiamo usato la guida Lonely Planet, che consiglio a tutti di prendere. I giorni a Marrakech sono soltanto due, perché la vera avventura sta per iniziare. Per i cinque giorni centrali della settimana (da lunedì a venerdì) ci siamo rivolti ad un’agenzia marocchina per organizzare un trekking sulle montagne più un tour dell’entroterra fino al deserto del Sahara. La nostra guida ed organizzatrice si chiama Ibrahim (nome dell’agenzia “atlasjourney”) e ci ha accompagnato per tutti e cinque giorni alla scoperta del Marocco interno. Lui parla solo inglese (e francese e arabo ovviamente), ma non italiano.
I primi due giorni sono dedicati al trekking per raggiungere la cima del Monte Toubkal, il picco più alto del Nord-Africa (4167 metri). Non si tratta di una salita troppo impegnativa, c’era pochissima neve e può essere adatta a chiunque si tenga in forma facendo attività sportiva (livello amatoriale, tipo corsa/piscina/palestra). L’unico requisito è non soffrire troppo l’altitudine. Infatti, il lunedì mattina si arriva a Imlil (altitudine 1740 metri), cittadina ai piedi del complesso montano. Da lì si inizia subito a camminare ed in 6 ore complessive si raggiunge l’unico rifugio (a 3207 metri) presente sulla montagna. Il nostro tour comprendeva un mulo che ha portato su lo zaino con la maggior parte delle cose che ci servivano ed un cuoco, che ha cucinato per noi per tutti e due i giorni del trekking. La notte al rifugio è stata un po’ pesante, in quanto alcuni sintomi del mal d’altitudine si sono presentati. In ogni caso la notte è breve, dato che la sveglia suonava alle 4.
Colazione e partenza per la salita al cima, in quanto è consigliato farla al buio e non sotto al sole. Alla fine siamo comunque in Marocco, e per quanto le temperature siano basse (intorno ai 5/0 gradi al rifugio e -5 gradi sulla cima), appena il sole arriva, si inizia ad avere veramente caldo. La salita è stata faticosa, ma ne è valsa la pena. La vista è mozzafiato e la soddisfazione di avercela fatta è qualcosa di indescrivibile. Da lì in poi si inizia a scendere. Io ho sofferto particolarmente la discesa, dovuto al fatto che ho un ginocchio non molto in forma. Dopo un pranzo veloce al rifugio, si prosegue fino a valle, con un complessivo di più di 10 ore di camminata e quasi 33 km. Due giorni intensi ma indimenticabili. Per riprenderci dalla fatica, ci concediamo 3 giorni (sempre con la stessa guida) in giro con autista e macchina privata. Prima tappa valle di Dadès, con i suoi scenari mozzafiato, e la meravigliosa kasbah Ait-Ben-Haddou.
Giorno successivo Todra gorge e, dopo varie fermate, giungiamo a Erg Chebbi dove ci addentriamo nel Sahara grazie a dei bellissimi dromedari! Giunti nel campo berbero, ci aspetta una bella serata all’insegna di canti e balli e buon cibo! Ovviamente vedere il tramonto e poi l’alba seduti su una duna del deserto è uno spettacolo indescrivibile. Mi sento veramente di consigliare la nostra guida, se masticate un po’ d’inglese, lui è la guida migliore che possiate trovare. E’ riuscito a spronarci ma allo stesso tempo a darci il ritmo giusto per riuscire nel trekking, conosce benissimo la storia e i costumi del Marocco ed è semplicemente super simpatico! E’ stato come essere portati in giro da un amico, piuttosto che da una guida. A questo punto, bisogna tornare indietro per partire alla volta di Marrakech, dove ci aspetta un altro viaggio in treno per tornare a Fès. Il treno parte alle 4.45 del mattino, mettendoci quasi 7 ore. Sempre prima classe, questa volta il viaggio si rivela ancora più confortevole, con un treno ancora più nuovo e ancora meno affollato. Arrivati a Fès, veniamo accompagnati nel nostro riad, che consiglio vivamente. Si trova all’interno della Medina e si chiama Dar Finn. E’ assolutamente incantevole e il personale gentilissimo e disponibile. Per esempio, ho voluto provare un vero hammam come le donne marocchine, e la ragazza che lavora nell’hotel mi ci ha accompagnata e si è assicurata che vivessi una vera esperienza! Una signora marocchina mi ha lavata accuratamente, facendomi uno scrub e lavandomi pure i capelli. In più, mi ha fatto un massaggio con un prodotto all’olio d’oliva, naturale e poco costoso (100 dirham, quindi circa 10 euro).
Fès è molto carina, un po’ caotica ma è proprio da quello trae il suo fascino. Tra un po’ di shopping e una cena veramente eccezionale (presso il ristorante “The Ruined Garden” abbiamo mangiato più di un kg di carne d’agnello cotta per 7 ore. Si chiama mechoui e bisogna prenotarla un giorno in anticipo). Sfortunatamente il viaggio è finito e si torna a casa. Del Marocco sicuramente mi rimarranno impressi i paesaggi mozzafiato, completamente diversi ma racchiusi in questo piccolo ma grande paese.