Marocco Dakhla on the road

Più di 4300 km, vissuti con allegria e spensieratezza e con una curiosità insaziabile ed emozionante e con la consapevolezza che staccando dai ritmi frenetici delle nostre vite godiamo a pieno dell’energia che questo Paese ci sa dare.
Scritto da: Mara Agostini
marocco dakhla on the road
Partenza il: 09/06/2019
Ritorno il: 19/06/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Dopo tre giorni di viaggio intensi, trascorsi fra soste con i pescatori sulle scogliere dell’oceano Atlantico, sognando “Il Piccolo Principe” a Tarfaya, gustando le sardine nel porto di Masra, ammirando le antiche case a cupola di Layoune, tra mandrie di dromedari e strade orlate da sabbia del deserto, arriviamo a Dakhla, la meta del nostro viaggio. Incontriamo Cristina che ci attende all’aeroporto e iniziamo la nostra avventura, durante la quale scopriamo l’abbagliante Dune Blanche, che si erge in mezzo ad una laguna popolata da colorati surfisti, i laghetti salati a Imilili e la bontà delle freschissime ostriche locali, che mangiamo a go go! Visitiamo il villaggio di Bir Anzarane, presidiato da militari che ci sconsigliano di proseguire in quella direzione, risaliamo i monti della Valle Incantata tra piste impervie, villaggi nascosti, greti di torrenti, oleandri e veloci scoiattolini, assaporiamo l’allegra accoglienza dei bambini e delle donne che chiacchierano con noi mente fanno il bucato nelle acque delle oasi.Torniamo indietro nel tempo dormendo in una vera Maison Traditionelle a Oumesnat, raggiungendo poi a 1600mt. slm una piscina naturale alle grotte di Wintimdouine e imbattendoci in un villaggio di soli uomini a Souq Tlata Tankerte. Arriviamo a Imsouane, un’ altra spiaggia mitica per gli amanti del surf dove gustiamo un prelibato pranzo di pesce. Ma la città di Essaouira ci sta già aspettando per il gran finale. Più di 4300 km, vissuti con allegria e spensieratezza e con una curiosità insaziabile ed emozionante. Grazie Mohamed !

1° giorno (9/06-Marrakech/Mirlef – 374km)

Arrivo a Marrakech primo pomeriggio, incontro Cristina, la mia compagna di viaggio che era già arrivata un giorno prima e che ci raggiungerà a Dakhla con un volo interno il giorno 12/06. Faccio un po di commissioni come cambiare la moneta alla solita agenzia sotto l’hotel Ali (via pedonale a Jamaa El Fna a fianco le carrozze) e acquistare la SIM locale, conviene soprattutto quando si fanno viaggi lunghi e un po estremi, il Marocco è ben fornito di locali con Wi-fi gratuito. Alle 18.30 appuntamento con Mohamed la guida, partiamo subito per Mirleft. Viaggio tranquillo poco traffico, un paio di soste caffè e verso le 23 arriviamo a destinazione dove Luisa, una amica mi stava aspettando con una succulenta cena, un po di chiacchere, una doccia e un buon letto.

2° giorno (10/06 – Mirlef/Tarfaya – 470km)

Mi sveglio con un cielo un po’ nuvoloso ma con un buon profumo di caffè , Luisa stava già preparando la colazione. Andiamo a fare una passeggiata in centro ma era troppo presto, troviamo quasi tutto chiuso e pochissima gente in Marocco le attività iniziano in tarda mattinata. Lungo la Costa Atlantica facciamo tappa a Sidi Ifni il piccolo villaggio di pescatori stile Andaluso con il suo mercato allegro, animato e piacevole e la spiaggia particolarmente bella. Lasciamo la strada N12 a Guelmin e prendiamo la N1, poco prima di Tan Tan facciamo una deviazione per ammirare la laguna di Cap Draa dalla parte opposta da cui l’avevamo vista lo scorso novembre. Nella piazzetta di Ouatia ci fermiamo a gustare un ottimo pranzo di pesce. Lungo la costa frastagliata da scogliere alte più di 40mt notiamo diverse capanne di pescatori, ci fermiamo in una di queste dove ci accoglie un simpatico ometto tutto contento di scambiare due parole con qualcuno e ci offre pure un fantastico thè nella sua fatiscente “dimora”. Arriviamo a Tarfaya poco prima del tramonto e troviamo alloggio all’ hotel CASAMAR vicino al porto. Era in ristrutturazione in vista dell’aperura della stagione estiva ma le camere erano pulite e confortevoli e abbiamo pure usufruito di un’ottima cena. Tarfaya è stata la prima città liberata dalla dominazione Spagnola dalla famosa “Marcia verde” nel 1975 , si possono vedere ancora alcune costruzioni.

3° giorno (11/06 – Tarfaya/Boujdour – 280km)

Il mattino ci accoglie con una pioggerellina sottile che fortunatamente non dura molto e ci lascia il tempo di visitare il museo Antoine de Saint-Exupéry, scrittore, aviatore militare francese che visse in questa città per due anni e qui trovò ispirazione per gran parte delle sue opere. Breve giro panoramico di questa tranquilla cittadina circondata da un paesaggio suggestivo con una bella spiaggia dove si può ammirare la famosa fortezza “Casa Mar” semi-sommersa dalle onde a seconda della marea. Siamo entrati nel Sahara Occidentale e si nota subito il territorio desertico, la strada è costeggiata da piccole dune e a tratti è sommersa dalla sabbia trasportata dal vento dove vediamo anche alcune ruspe al lavoro di sgombero. Vicino a Tah troviamo un imponente impianto oleolitico che ci dicono che è uno dei più grandi dell’Africa. Arriviamo a Laâyoune, non abbiamo molto tempo per approfondire la visita ma da quello che ho potuto vedere non mi è piaciuta molto, a parte la zona dei quartieri spagnoli dove si notano le case di colore rosso/ocra a forma di cupola costruite così per dar modo alla sabbia di scivolare giù senza appesantire il tetto. Molto bella per la sua vastità la Place El Mchawar di fronte al Palazzo dei Congressi. Ci dirigiamo verso la costa fino alla spiaggia di Foum El Oued, spiaggia di sabbia immensa praticamente deserta, ci facciamo una foto con un simpatico “bagnino” del luogo. Proseguendo per l’ Avenue Ennahda oltrepassiamo il Porto di Laâyoune fino alla città di Marsa. Ora di pranzo, affamati, sentiamo un profumino di pesce alla griglia e scopriamo il chiosco proprio li vicino. Sosta e grande mangiata di sardine! Dopo altre piccole tappe lungo la strada e attraverso scorci incredibili arriviamo a Boujdour. Andiamo subito alla ricerca di un albergo, da queste parti non ce ne sono molti, soprattutto in buono stato. Troviamo proprio nella piazza principale l’hotel Manarat Boujdour ( 250DH), anche se il prezzo era un po sopra la media visto il posto e senza colazione. Scaricati i bagagli e dopo una doccia rigenerante scendo nella piazza e vado a fare una passeggiata ammirando il coloratissimo mercato, ho trovato la popolazione un po’ schiva al contrario delle grandi città del Nord, avevo riguardo anche a scattare una foto. Mi sono avventurata fino alla spiaggia ma il mare era troppo lontano e essendo da sola ho preferito ritornare in centro. Appuntamento con Mohamed per la cena che come sempre è risultata ottima dopo che ha fatto grigliare il pesce scelto in un banchetto di pescatori. Nottata un po disturbata dai rumori della piazza, traffico e vociare della gente, si sa li i marocchini vivono di notte per assaporare il fresco.

4° giorno (12-06 – Boujdour/Dakhla – 345km)

Ci svegliamo di buonora oggi i km sono tanti non vogliamo arrivare in ritardo all’aeroporto di Dakhla dove Cristina ci raggiungerà con il volo da Marrakech. L’unico bar aperto per la colazione è quello della CTM la società che gestisce il servizio di trasporto pubblico in quasi tutto il Marocco. Colazione al top! Proseguiamo il viaggio, il paesaggio si fa sempre più desertico solo qualche cespuglio spinoso qua e la, la strada è dritta senza una curva per km e km sulla ‘destra l’azzurro dell’oceano, si potrebbe definire monotona ma non per me curiosa di ammirare anche il nulla. Incontriamo persino una enorme mandria di dromedari sbucati da chissà dove. Facciamo una sosta in una specie di autogril dove Mohamed ci prepara un buon caffè con la moka che abbiamo appresso. La laguna di Dakhla si presenta dopo una curva come una distesa di sabbia bianca tagliata in due dall’asfalto nero della strada e il turchese dell’Oceano. Arriviamo all’aeroporto proprio nel momento in cui vediamo atterrare l’aereo in cui c’è Cristina. Scendiamo dall’auto, pensavo di essere assalita dal forte vento di cui tutti ne parlano, invece resto stupita nel sentire solo una piacevole brezza. Recuperata Cristina andiamo a mangiare dell’ottimo pesce in un ristorantino vicino al mare e decidiamo di andare in albergo per riposare un po’. L’albergo prenotato su booking dall’Italia (uno dei pochi prenotati) è l’Imperial Playa Hotel (85€ x2notti), proprio frontemare con una bella passeggiata che porta al centro dove più tardi decidiamo di andare in esplorazione. La città di Dakhla non offre quasi nulla, è frequentata soprattutto da surfisti, però è una città tranquilla! Troviamo un carinissimo locale davanti al mare con un bellissimo giardino di bouganville dove assaporare un gustoso cocktail all’avocado. Ci facciamo pure un paio di foto in una buffa e gigantesca tejera che non ho capito il significato. Verso sera Mohamed ci viene a prendere e ci porta dall’altra parte della città per assistere ad un suggestivo tramonto sull’oceano dove spicca un solitario e bellissimo faro. Troviamo un grazioso localino per la cena e soddisfatti andiamo a dormire.

5°giorno (13/06 – Dakhla e dintorni)

Al mattino ci svegliamo con lo spettacolo del sole che sorge proprio dal mare di fronte a noi. Dopo colazione decidiamo di andare alla famosa Duna Blanche. C’era la bassa marea quindi siamo potuti arrivare con l’auto molto vicino, che spettacolo! Una duna enorme di sabbia bianchissima che si tuffa nel blu dell’oceano, ci arrampichiamo fino in cima per godere lo spettacolo, al ritorno rischiamo di restare intrappolati dall’alta marea, l’acqua era ormai arrivata vicinissima all’auto, tanto che abbiamo dovuto toglierci le scarpe per attraversare. Ripartiamo alla volta di Imlili, mi avevano parlato di questo luogo a circa 60km , purtroppo ci siamo persi (colpa di un uomo che ha confuso la dx con la sx)macinando km e km nel nulla, pure un po’ preoccupati ma alla fine ci siamo arrivati. Questo piccolo sebkha (una depressione con fondo salato) è caratterizzato da pozze permanenti di acqua salata con pesci che esistono solo qui. Le piscine sono piccole, ma uniche e meravigliosamente colorate circondate da cespugli e piante. Il Sebkha di Imili è un ecosistema unico e fragile che deve essere visitato con rispetto e cura , è vietato gettare pane o altri tipi di cibo nelle piscine per “nutrire il pesce”, né per fare il bagno o fare “pedicure di pesce” come talvolta pubblicizzato. Rientriamo verso Dakhla e ci fermiamo un attimo nella laguna ad ammirare i volteggi dei surfisti sopra l’oceano che con le loro vele variopinte dipingono il cielo di mille colori. In località Boutalha, sempre sull’unica strada che costeggia la penisola ci fermiamo da “Tahlamar” dove direttamente in riva alla baia facciamo una scorpacciata di queste prelibatezze a un prezzo davvero modico. Fine di una giornata fantastica.

6° giorno (14/06 – Dakhla/Boujdour- 345+130)

Il viaggio prosegue verso la via del ritorno, tentiamo di prendere una strada verso l’interno e a circa 130km arriviamo a Bir Anzarane, un villaggio fatiscente composto da un albergo/bar fornito di generi alimentari, frutta e verdura e macelleria. Qui ci fermiamo per una sosta, Mohamed chiede informazioni sulla strada per proseguire, dopo alcuni pareri contrastanti arrivano dei militari i quali ci sconsigliano di proseguire perché è tutta zona militare e pericolosa (se fossimo stati con più auto probabilmente non ci sarebbero stati problemi) e ci hanno tenuti d’occhio affinché tornassimo indietro. Per forza maggiore dobbiamo ritornare a Boujdour in quanto non ci sono altre strade possibili. Immancabili le soste lungo la costa a trovare i pescatori, fare due chiacchiere ovviamente con Mohamed e fare finta qualche volta di bere il loro thè in bicchieri inguardabili!

Arriviamo a Boujdou e ritorniamo all’albergo dove ero stata all’andata, visto che è l’unico decente. Bella passeggiata con Cristina, il mercato è animato da moltissima gente questa volta, i bambini ci inseguono per chiedere qualche moneta, diamo loro dei dolcetti e tutti contenti ci concedono una foto ricordo. Verso sera andiamo alla spiaggia ad assistere al tramonto, è quasi buio quando pensiamo alla cena quindi decidiamo di comprare del pesce, ce lo facciamo cuocere in un grazioso chiosco e mangiamo così, cullati dal rumore del mare.

7° giorno (15/06 – Boujdour/El Ouatia- 474km)

Sveglia presto e colazione al solito bar della CTM. Guardandomi attorno noto in una via laterale un dromedario disteso proprio in mezzo alla strada, stupita chiedo come mai e Mohamed mi dice che probabilmente è un regalo per gli sposi, questi quando apriranno la porta si troveranno il “regalo”, idea originale! Riprendiamo il viaggio nella stessa strada fino a che troviamo un grazioso posticino proprio in cima alla scogliera dove ci prepariamo ad un pic nic a base di pane, pomodoro,cipolla,tonno, formaggio e frutta. Mohamed tira fuori la moka e ci prepara un fantastico caffè. Non ci facciamo mancare nulla! Ad Akfennir facciamo un’altra pausa per sgranchirci le gambe, poi direzione El Aaiune dove facciamo un giro panoramico della città per Cristina e compriamo pure degli ottimi fichi. A circa 30 km da El Ouatia al Pont Sur Oued Chbika si trova una bellissima oasi,una destinazione unica in cui la bellezza dell’oceano, le montagne e la sabbia coesistono in perfetta armonia: la sua architettura riflette l’ambiente circostante, fondendosi perfettamente con l’ambiente naturale. Arriviamo a destinazione nel tardo pomeriggio troviamo l’hotel Hagounia frontemare (200DH) , dignitoso e pulito con una doccia favolosa e andiamo a fare una passeggiata lungo la spiaggia, troviamo tanti bambini che giocano a pallone, c’è bassa marea e l’impressione è che sembra essere una spiaggia vastissima. Assistiamo ancora una volta ad un tenue tramonto con la consapevolezza che i tramonti sul mare hanno un tocco di magìa. Ceniamo in centro in un ristorantino quasi al chiaro di luna tanto era luminosa quella sera.

8° giorno (16/06 – El Ouatia/Tafraout- 500km circa)

Impossibile da ora calcolare i km sulle mappe, abbiamo fatto strade e stradine che non sono nemmeno segnate, le conosce solo la nostra guida. Il mattino ci sorprende con un cielo nuvoloso e una leggera pioggerellina che fortunatamente si dissolve lungo la strada. Dopo una scadente colazione prendiamo la N.1 in direzione Guelmine a Sidi-Sabi poco prima della deviazione a DX in direzione Assa facciamo una sosta caffè in un ristorante sulla strada dove molti uomini sorseggiavano la famosa zuppa, a parte l’immancabile moschea non c’era nulla. Arriviamo a Aouint Ighoman, un antico villaggio ancora abitato, facciamo una breve visita al suo bellissimo ksar, proseguiamo fino a Tiglite . Il paesaggio cambia a vista d’occhio, pianure immense popolate da dromedari su terreno arido, splendide vallate dipinte di verde o montagne rocciose a formare dei magnifici canyon. Arriviamo ad Assa nell’ora di pranzo dove in un ristorantino sulla strada il gentile e simpatico proprietario ci prepara un’ottima tajine. A fine pranzo andiamo a visitare l’antico Ksar oggi disabitato immerso in un rigoglioso palmeto con la sua Zaouia dove silenziosamente entriamo anche in una tomba. Ad Assa prendiamo la R105 fino a Tagannt e poi la R102 x Timoulaye fino a Taghijicht. Qui prendiamo una serie di piste fino a Tafraoute, non ci fermiamo in quanto già vista diverse volte, proseguiamo per la bellissima valle di Oumesnat dove cerchiamo un albergo per la notte. Su consiglio di un locale proviamo l’emozione di dormire in una Maison Traditionelle. Non è un semplice Riad, è un vero recupero di una casa tradizionale tipica del luogo. Forse l’unica possibilità di dormire all’interno di uno dei villaggi della valle Ameln. Trattandosi di una vecchia casa in terra e paglia, non aspettatevi tutto lindo e perfetto, i tappeti sono “vissuti” e tutto è semplice. Fortemente consigliabile a chi ha un minimo di spirito di adattamento e non vuole perdersi l’occasione di entrare nello spirito vero del Marocco. Unico inconveniente è che bisogna lasciare l’auto, e proseguire a piedi lungo un sentiero sassoso per alcune centinaia di metri, attraversare il greto di un torrente (fortunatamente è quasi sempre asciutto e per i bagagli ci pensa un mulo messo a disposizione dal proprietario. La luce abbagliante del pomeriggio lascia il posto alla penombra e a uno splendido tramonto nella vallata dalla terrazza panoramica regalandoci una atmosfera surreale.

9°giorno (17/06 – Tafraoute/Taroudant)

Al mattino dopo una colazione nell’aria fresca della terrazza partiamo alla volta di Tafraoute prossima tappa. Prendiamo la R106 e ci inoltriamo nella catena montuosa dell’Anti Atlante che porta alla fantastica Valle Incantata. E siamo nella provincia di Tata. Qui troviamo ancora gli antichi villaggi di pietra berberi arrocati sulle pendici dove il trascorrere del tempo non ha modificato l’aspetto medioevale, dove gli abitanti coltivano con cura piccoli orti rubando lo spazio al letto del fiume creando un paesaggio unico e vario. Prendiamo una pista sul greto di un torrente in secca , un po difficoltosa ma veniamo ripagati perchè abbiamo fatto splendidi incontri; piccoli villaggi dove i bambini ci correvano incontro festosi, donne intente a fare il bucato, rigorosamente con il volto coperto che volentieri si intrattenevano a parlare con noi, miriadi di scoiattoli saltellanti, cespugli di oleandri rosa e da contorno le montagne color ocra che sembravano pettinate dal vento. Villaggi di Tazalarhite e Tazegzaoute su piste. Prendiamo la R109 fino al villaggio di Tafoukt, vista l’ora tarda ci fermiamo per il pranzo al Cafè Ristorante Issafen . Attraversando paesaggi mozzafiato arriviamo al grazioso villaggio di Igherm per una sosta caffè, proseguiamo sempre per la R109 e arriviamo a Taroudant nel tardo pomeriggio. Ah Taroudant! , chiamata anche “la piccola Marrakech” con le sue magnifiche mura merlate, che sorgono come un’oasi in mezzo al deserto! Lunghe 6 km, sono molto imponenti e di un bel colore giallo ocra. Da non perdere una passeggiata nelle Medina e nel suk pieno di prodotti tipici locali. Tutt’intorno alla città, la regione è molto fertile e lussureggiante. Taroudant mi è piaciuta molto e consiglio a tutti i viaggiatori di passare da questa città durante un tour in Marocco. Spulciando booking troviamo un bellissimo Riad appena fuori dalle mura ma vicinissimo al centro. Un po’ caro (985DH), di solito ci accontentiamo di alberghi un po’ più economici , in questo caso abbiamo fatto uno strappo alla regola , ce ne siamo innamorate solo guardando le foto, in effetti il DarTourkia ci ha conquistato all’istante, bellissima piscina ovviamente provata, grande giardino ben tenuto, sale interne arredate con cura, camera spaziosa vista piscina, terrazza panoramica a ridosso delle antiche mura…cosa volere di più ! Al tramonto siamo andate a goderci lo spettacolo in cima alle mura della Medina sbizzarrendoci con foto di meravigliosi tramonti.

Ceniamo allo snack Azzarda proprio di fronte alla centrale Place Assareg…quando è ormai buio ci incamminiamo soddisfatte al Riad.

10° giorno (18/06 – Taroudant/Essaouira)

Colazione abbondante e raffinata al Riad Tourkia! Il viaggio volge quasi al termine ma siamo eccitate all’idea di arrivare a Essaouira e cerchiamo di assaporare ogni momento di questa giornata. La guida ci propone un itinerario un po insolito verso le montagne piuttosto che prendere la strada principale, ovviamente siamo d’accordo! Entriamo nella provincia di Agadir percorriamo la P 1400 e raggiungiamo, lasciato il piccolo villaggio di Tizgui In Chorfa, le famose Cave Wintimdouine a circa 1300mt slm (si lascia l’auto in un parcheggio gestito da un signore e si percorre un piccolo sentiero a piedi). La grotta è una delle più grandi dell’Africa e la più grande riserva idrica sotterranea del mondo. Il sito è purtroppo chiuso al pubblico ma offre splendide viste panoramiche, momenti di relax nella splendida piscina naturale dalle acque cristalline, bere un thè o mangiare un tajine in compagnia di un gentile signore che tutti i giorni si fa a piedi il cammino dal suo villaggio a fondo valle. Ancora forti emozioni da questo Paese speciale.

Prendiamo la P1000 chiamata anche Route du Barrage Prince Moulay Abdellah fino a Imouzzer des Ida ou Tanae , questa zona è anche chiamata la Valle del Paradiso, per le sue oasi e palmeti, piccoli villaggi seminascosti e torrenti che formano dei laghetti molto ambiti d’estate. Proprio sulla strada raggiungiamo lo strano villaggio di Souk Tlata Tankerte che incuriositi andiamo a visitare, scopriamo che ci sono solo uomini e animali, donne manco l’ombra sembrava infatti più un mercato fisso che un villaggio, ci hanno accolto con allegria invitandoci a bere il thè e insistendo per farsi delle foto con noi.

Compriamo un melone e del pane, giusto per contribuire all’economia.

Saliamo attraverso questa bellissima vallata fino a costeggiare il barrage Prince Moulay Abdellah con le sue acque color turchese, al bivio deviamo verso Assaka e finalmente dall’alto vediamo la costa Atlantica, l’oceano in tutto il suo splendore e il villaggio di Imsouane situato in un promontorio a picco sul mare. È un piccolo villaggio di pescatori, un posto in cui il tempo sembra essersi fermato a tanti anni fa, in cui si viveva di pesca… e di onde. Abitato da pochi locali e frequentato da tantissimi Surfisti che arrivano da tutto il mondo, è il posto ideale per chi vuole dedicarsi al Surf. Temperatura ideale per un pranzo a base di pesce appena pescato! Decidiamo di proseguire per un tratto di costa prendendo la P2201 per poi rientrare dalla P2236 e immetterci sulla N1 per accorciare i tempi, ad un certo punto riprendiamo la P2201 a 3km da Essaouira passiamo per Diabat piccolo villaggio con spiaggia sabbiosa affianacata da dune. Jimi Hendrix si innamorò di questo posto tanto che, secondo quanto si racconta rimase giorni interi, ci fermiamo a bere un pessimo caffè al Jimi Hendrix Cafè, posto carino semplice e colorato con murales raffiguranti il musicista.

Finalmente intriamo a Essaouira, giornata fantastica senza vento, cielo azzurrissimo, temperatura ideale! Originariamente chiamata Mogador è famosa soprattutto per a sua sensazionale Medina sul mare iscritta nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La fortezza, i muri bianchi e cangianti, la rilassatezza dei suoi abitanti, la Kasbah, le botteghe artigiane, rendono questa città unica e dal sapore europeo riuscendo a coniugare perfettamente la cultura arabo-musulmana con quella d’oltre mare. Le coste di Essaouria sono spazzate durante quasi tutto l’anno dalle brezze oceaniche e molti sono i surfisti e gli amanti del windsurf che la raggiungono per volteggiare sul pelo dell’acqua a largo della costa. Troviamo il Bab Essaouira, un Riad molto carino ma un po scomodo, sia per raggiungerlo sia per le sale molto ripide per raggiungere le camere, però aveva una bellissima terrazza panoramica a 360° sulla Medina e il mare. In quei giorni c’erano i preparativi per l’allestimento del Festival di Musica Gnaoua che si tiene tutti gli anni e la città era popolata da molti turisti, soprattutto giovani. Ce la godiamo tutta questa città fino a sera tarda quando i negozi stanno ormai chiudendo le loro botteghe.

11° giorno (19/06 – Essaouira/Marrakech)

Al mattino ancora una bellissima giornata , dopo colazione altra visita alla citta. Il suo famoso porto con la miriade di barchette blu è stato recentemente ristrutturato e per me ha perso un po’ del suo fascino. Andiamo a visitare La Scala (bastione) (60DH) dove dall’alto ammiriamo un fantastico panorama. Consiglio di andare a mangiare al Sam’s Restaurant (267DH) comodo perché vicino al parcheggio e alla Place Moulay Hassan, locale raffinato con ottimi piatti. Nel primo pomeriggio appuntamento con il nostro driver per il rientro a Marrakech, il viaggio volge al termine. Lungo la strada ci fermiamo un attimo ad ammirare le caprette sugli alberi di argan, altra sosta caffè ed ecco arrivare alle porte della città rossa, come un pugno allo stomaco ci assalgono i rumori del traffico e il chiasso come è solito in questa caotica città ma questo sarà un altro aspetto del nostro viaggio. Concludo con la consapevolezza che staccando dai ritmi frenetici delle nostre vite godiamo a pieno dell’energia che questo Paese ci sa dare.

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