Marocco dai mille volti! 2
Partiamo per Marrakech dove giungiamo alle 16.00. Dopo aver parcheggiato l’auto entriamo nel centro pedonale e cerchiamo alloggio al comodissimo Hotel Central Palace nelle vicinanze della grande e famosa piazza Jemaa el-Fna. Non è la fine del mondo ma è un riad (tipica casa marocchina con cortile interno, ricca di mosaici e colori) semplice, carina anche se la camera da 4 non è poi eccezionale; la cosa bella di questo paese è che gli hotel fanno sempre vedere la camera prima della prenotazione. Giro per le vie ovviamente stracolme di oggetti che inducono all’acquisto e al tramonto bibita fresca (perché la birra qua è cosa assai rara…Ahi ahi a questo Corano che non concede alcool..) sul terrazzo del Caffè Glacier dove si ha un’ottima veduta della piazza e del suo brulicolare…Pazzesco!!! Dalle 17 in poi si anima in maniera incredibile: giocolieri, incantatori di serpenti, scimmie (a due zampe intendo), cantastorie, curatori, vecchietti che leggono le carte o ti fanno un disegno con l’hennè…Per non dire poi delle bancarelle che preparano cibi in maniera molto spartana e…Discutibile!!! Eliminata ogni remissione…E non è facile…Ci sediamo ad assaggiare qualcosa: melanzane, peperoni, spiedini di montone, piccole gustose salsicce e non so cos’altro…Tutto buono ma non guardiamo la pulizia perché altrimenti…Il tutto per la modica cifra di 180 diram (circa 18,00 euro tanto per capirci in quattro!). Andiamo alla ricerca di una birretta che, finalmente, troviamo all’Hotel Tafi dove Paolo tenta un brevissimo pisolo sul divano.
Cadiamo subito in un sonno profondo, risveglio presto, colazione vicino alla piazza dove assaggiamo le crepes col miele…Non eccezionali direi! Segue visita alla moschea , al minareto, alle tombe saadiane, al palazzo della Baia (cioè della moglie preferita del sultano).
Un ultima spremuta prima di partire (ne abbiamo bevute davvero parecchie, costano solo 3 diram, ossia neanche 30 centesimi, le fanno al momento e…Oh Dio il bicchiere, rigorosamente di vetro, non viene di certo lavato né in lavastoviglie né a mano con un detersivo…Comunque non abbiamo avuto nessun problema fisiologico nell’immediato…Per fortuna..Solo Ermes al rientro in Italia deve fare qualche visita in più del normale al bagno). Partiamo per Ouarzazate in un paesaggio verdeggiante di ulivi, pastori, pecore e qualche asino. Gente che gira veramente “in folle” (da noi si dice così quando uno gira a vuoto tutto il santo giorno), sbucano poi da ogni parte; da uno di questi acquistiamo degli ottimi meloni, gesto che verrà ripetuto quotidianamente nei prossimi giorni. Sul fondo la Catena dell’Atlante che a tratti sembra cartapesta da modellare, a tratti ci si potrebbe scolpire le teste dei presidenti come in America (dice Paolo) Entriamo nella valle del Draa che sarebbe il fiume più grande del Marocco se dopo 200 km non si esaurisse per poi riaffiorare prima del deserto. E’ la famosa via delle kasbe, che agglomerate formano i ksour (più kasbe con i granai , detti agadir), paesetti tutti costruiti in fango e paglia che tengono fresco d’estate e caldo d’inverno. In alcune zone si vedono delle vere e proprie casette (tipo 4×4) che si mimetizzano con la terra rossiccia delle rocce.
Dopo cento (si fa per dire…Erano molto meno) tornanti arriviamo al Passo di Tizi n’Tichka cioè Passo dei pascoli che con i suoi 2260 mt ci permette una bella visuale sull’intera valle, gesto peraltro immediatamente disturbato da un vecchietto che ci chiede un’aspirina e porta me e Laura nel suo spartano negozio dove alla fine dobbiamo acquistare due catenine. Paolo ed Ermes che pensavano di averla fatta franca e di poter fare due foto in santa pace vengono letteralmente “avvinghiati” da due marocchini e indotti o meglio costretti all’acquisto pur di scappare (e per far comprare qualche “monata” a Ermes devono esser stati davvero bravi). Partiamo veloci dopo i numerosi inviti del vecchietto che ci propone cena, pernottamento a casa sua e altro ancora …
Imbocchiamo a sinistra una stradina non eccezionale che dopo 20 km porta a Telouet dove c’è una kasba in discreto stato ma non ci fermiamo e proseguiamo dopo aver (io e Laura) studiato sulla misera cartina che si poteva arrivare a Ait Benhaddou senza tornare sulla, si fa per dire, strada statale! Nel mentre che ci fermiamo per la pausa melone, un gentile autista di una corrierina si ferma premuroso per dirci di tornare indietro perché la strada che volevamo intraprendere e solo per le jeep (“Bene Laura!!!So che non devo darti retta” esclama Ermes). Così giriamo la Peugeut, ripercorriamo al contrario i non semplici 20 e più km e ritorniamo sulla Route principale in direzione di Ouarzazate dove giungiamo stanchi verso le 21 con solo due ore di ritardo sulla tabella di marcia (si poteva veramente evitare la deviazione per Telouet). Chiediamo un po’ in giro e tra alberghi dai prezzi veramente stracciati e qualcuno di lusso, peraltro a buon prezzo, scegliamo la seconda soluzione: “Hotel Perla del Sud”, dove si sta veramente come signori alla modica cifra di 250 diram (23 euro a testa) per dormire e 200 per la cena in un graziosissimo salone con vista sulla piscina. Siamo un po’ cotti e dopo una breve passeggiata una dolce dormita in un bellissimo letto…Con risveglio alle 7 per bagno in piscina prima di far colazione e partire verso il deserto. Fa caldo ma l’acqua della piscina non lo è altrettanto ma sicuramente, vinto il primo impatto, si sta bene e partiamo rigenerati verso Ait Benhaddou dove si trova la kasba più bella e ben conservata del Marocco dove hanno girato alcuni famosi film come “il gladiatore “ e “Lawrence d’Arabia”. Non facciamo in tempo a parcheggiare che veniamo tallonati da un tizio che ci fa da accompagnatore (volenti o dolenti), attraversiamo un ruscelletto accompagnati dai bimbetti che ci scroccano le caramelle e le penne e più o meno “casualmente” attraversiamo il vicolo dei negozietti e ancora più “casualmente” entriamo per una dimostrazione di tappetti dove…Abbiamo un “gaf” (espressione che dal friulano può essere tradotta così: “un bel daffare”) ad uscirne! Sotto un sole cocente saliamo fino in cima al colle, la kasba, in parte ancora abitata, è davvero splendida e ben conservata. Discendendo ovviamente il tizio ci porta a casa di suo figlio (chissà se è poi suo figlio…Qua son tutti famiglia secondo quanto ti raccontano),di nuovo tappeti e offerte per gita nel deserto, classico thè alla menta e …Fatica ad uscire…È ovunque così in questo paese!!! Dopo lauta mancia ripartiamo con direzione Zagorà. L’alternativa era Merzouga per affrontare la mia sospirata notte nel deserto ma sicuramente Zagorà è meno distante…E valutato che non ci sono le strade italiane…Preferiamo la via più breve… Dopo non so quanti km di strada direi decente ci imbattiamo in un’auto in panne e …Educatamente ci fermiamo visto il gran gesticolare di un marocchino mentre altri due erano dentro l’auto che ci chiede di portarlo fino al prossimo paese, forse per acquistare un pezzo di ricambio..Come negarglielo! Così carichiamo Omar e lo portiamo ad Agdz dove si ferma a far una telefonata ed insiste per invitarci a casa sua a bere il the, per ricambiare la nostra gentilezza ovviamente! Ci presenta agli zii, ci spiega che lo zio fa il mercante praticamente all’ingrosso e dopo il solito thè alla menta, la foto con il velo (o come diavolo si chiama), così casualmente, ci propone di andare nel deserto dove ha un cugino che ospita turisti. Ci guardiamo un attimo sbalorditi per chiederci se è fortuna, casualità aver fatto questo incontro e…Vabbè fidiamoci tanto uno dobbiamo “ragonarlo” (espressione friulana per dire “tirar su”) per andare nel deserto! Lui va a mettersi la “gabana” (espressione friulana che vuol dire: “lungo abito”) e partiamo verso Zagorà! Paesaggio semi desertico, caldo afoso, a Paolo viene il dubbio se qualcuno si sarà preoccupato di andare a recuperare quei due poveri cristi lasciati sotto il sole cocente dentro quella macchina in panne! A breve il dubbio di essere stati tratti “in inganno” e che l’incontro con Omar fosse una messinscena raggiunge prima Ermes e me e poi anche Paolo…Laura rimarrà nella sua buona fede fino al rientro. Una bibita veloce a Zagorà e proseguiamo per Tagoumite, abbandonando la strada principale ed asfaltata veniamo subito incrociati da una mitica Renault 4 bianca (lo “scorpione del deserto”) guidata da suo, chiamiamolo, cugino sulla quale saliamo io e Paolo per bilanciare il peso della nostra povera Peugeut non di certo adatta alla sabbia…Ermes è bravissimo e giungiamo indenni alla tenda… mi consola nel vedere che ci sono altre tende nei dintorni perché…Non si sa mai…Poco più in là delle tende comincia il deserto con le sue incantevoli dune! Oltre al cugino ci sono altri 4 personaggi che, così pare e dicono, vivono ai margini del deserto tra cui un francese che, stregato dal fascino di questi luoghi, ha deciso di fermarsi un periodo dal “cugino”. Il nostro albergo cioè una graziosa tenda è veramente incantevole e ci sono pure i quattro lettini pronti…C’è poi la tenda-cucina dove accediamo per la cena consistente in un ottimo “tagjn” di carne e verdure davvero il migliore cha abbiamo mangiato in Marocco! Ah dimenticavo prima della cena tipica passeggiata a dorso del dromedario al calare del sole. Questi sciocchi animali non vanno nemmeno sulle dune e quello di Paolo fa i capricci anche per camminare in piano!!!certo che il tramonto andava visto dalle dune porca menta!!!! Dopo l’ottima cena (il prezzo complessivo concordato per tutto è 300 diram…Onesto direi anche se la “cammellata” 150 diram non li valeva proprio ed è un esagerazione rispetto ai 150 chiesti per l’alloggio e il pasto…Compresa la colazione ovviamente). Dopo la cena ci sediamo tutti assieme attorno alle candele per il classico thè alla menta…Loro intonano dei canti e suonano certi…Chiamiamoli strumenti musicali (per dire una latta funge da tamburo)… per partecipare noi impariamo ad accompagnarli con le mani..Il tutto sotto un bellissimo cielo stellato, lontano da ogni rumore e al lume di candela…Proprio bello!!!! Il “cugino” di Omar ci spiega il significato delle canzoni e poi ci invita a cantare una in italiano…Dopo varie indecisioni intoniamo un classico “io vagabondo” dei Nomadi che sta sempre bene e si intona anche con l’ambiente direi…Con il capo (il cugino) e Omar ci incamminiamo verso le dune…È bellissimo camminare a piedi nudi su questa finissima sabbia per non dire di quello che facciamo dopo: tuffarsi e rotolarsi nel deserto al chiaro di luna non ha confronti! Una sensazione da provare! (con la speranza che non ci siano serpenti, ragni e altri insetti come mi ha rassicurata il “cugino” …Chissà se è vero…). Io e Laura siamo letteralmente estasiate da questa sensazione di libertà..Troppo bello!!!! Ermes che non si lascia andare ai rotolamenti ci guarda perplesso..Ma ormai sa con chi ha a che fare, chiede solamente a Paolo di non perdersi via anche lui perché teme di non riuscire a controllarne tre!!!! Verso mezzanotte ci ritiriamo nella nostra splendida suite e crolliamo dal sonno! Il richiamo del “cugino” giunge subito per invitarci ad alzarsi per vedere l’alba (mi pare verso le 5 e mezza…Non ho sonno..Neanche un po’…Si fa per dire eh)…Che non è poi granchè..E neanche al tramonto si son visti quei colori che ci aspettavamo di vedere…Comunque!!!!!Saluti e baci partiamo..In 5 sulla Peugeut e Ermes chiede alla nostra guida improvvisata: “Omar sai la strada per uscire dal deserto?”. Omar risponde: “Certamente, la mia strada è il deserto!!!!”. Non fa in tempo a finire la frase che ci troviamo con l’auto insabbiata !!!Cose da matti!!!Penso che Ermes l’avrebbe strozzato volentieri!!!! Bloccati cosa facciamo? Omar chiede i cellulari per avvertire il cugino ma sbaglia per ben due volte il numero di telefono!! Per fortuna vediamo arrivare due jeep…La prima passa dritta senza neanche considerarci ma la seconda si ferma e ci viene in aiuto! Nel frattempo arriva anche il cugino e un suo amico, che, nota bene, lascia l’auto un bel pezzo prima della nostra a dimostrazione che eravamo fuori dalla, per così dire, pista (e per fortuna che il caro Omar sapeva la strada). Con corda, jeep e braccia la nostra peugeutina esce indenne e a breve ci rimettiamo sulla strada asfaltata. Alle 8 ci sono già 32 gradi…Caldino!!!Arrivando a Zagorà vogliamo far la foto davanti al mitico cartello “Timbuctou 52 giorni” di cammello ovviamente, ci fermiamo ma…Mio Dio…Il cartello non c’è dice Omar, lui è convinto che fosse lì..Invece…L’hanno spostato…Anche la guardia che passa di lì sembra non darci risposta…Invece cinque metri più in là c’è un gruppetto di gente..Magari è forse là??!!ma certo che è là!!!!Non sanno neanche dove vivono questi marocchini! Foto e via di nuovo verso casa sua! Pattuglia della polizia..Stop… ci dicono per eccesso di velocità…Ma il radar dov’è?? Scende la “mente” (Omar) del gruppo a parlare con uno dei due poliziotti mentre Ermes chiacchiera con l’altro…Alla fine sta per chiedergli 60 diram per la multa. Nel frattempo Omar sale in auto e ci dice di ripartire velocemente…Facciamo come dice lui e dopo poco ci dice che ha dovuto dagli 100 diram perché ci lasciassero andare…Quota che ovviamente sarà da aggiungere al compenso che ovviamente gli dobbiamo per averci accompagnato nel deserto…Io e Ermes non gli crediamo..Questi sono troppo furbi…Bisogna essere sempre vigili!!! Giriamo a destra per la strada delle carovane che sicuramente non è tanto comoda ma ci permette di attraversare dei caratteristici paesini dispersi, con delle kasbe più o meno ben conservate. Insoliti cimiteri consistenti in 3 o 2 sassi sovrapposti (tre per le donne e 2 per gli uomini) senza nome ne nient’altro. Ovunque bambini in giro che ti rincorrono per avere una caramella o una penna…Qua non hanno veramente niente…Fanno veramente tenerezza e vorresti accontentarli tutti ma ce ne sono davvero troppi… L’Anas marocchina davvero non fa molto secondo Paolo, anzi, in questa zona fa davvero pochissimo..Poveri ammortizzatori Peugeut! E ci meravigliamo anche del fatto che si è accesa una spia rossa sul cruscotto che non capiamo bene cosa sia..Sembra una pompa…Ovviamente il manuale d’istruzioni è un’utopia!! Incrociamo anche un vecchietto in panne..Si è rovesciato il suo carico di grano dal mulo!!!e naturalmente,come buona abitudine insegna, ci fermiamo ad aiutarlo! Il paesaggio si fa più arido e brullo, con sassi neri e rari arbusti; solita gente che gira in folle! Qua e là qualche pozzo per l’acqua che viene presa con dei secchi ricavati dai copertoni delle ruote…Pazzesco!!!! Visitiamo Ait Amu Said con la kasba che cade quasi a pezzi e…Ci fidiamo anche ad entrarci (certo che un po’ di incoscienza ci vuole per andare in giro per il Marocco…). In compenso c’è una bella veduta sul fiume Dra dove le donne lavano i panni!!! Ripartiamo e ..Incrociamo un furgone dalla parte opposta (Ermes”une bote di cul: a saran 3 furgons in dut il Maroc e un al pasa cumò” traduzione: “Una vera fortuna ci saranno tre furgoni in tutto il Marocco e uno passa proprio ora”). Passando i villaggi ci accorgiamo che cambiano il colore dei vestiti delle donne, il velo pare sia facoltativo diventato, dipende dalla clemenza del marito se concede o meno, ma la maggior parte hanno almeno il fazzoletto in testa e non sopportano essere fotografate…Si arrabbiano proprio!!!La kasba di Ait El Caid è molto bella, ben conservata e ci vivono ancora dentro; pagando 10 misere diram un baldo giovane ci conduce alla visita…Le stanze sono spoglie e senza niente, a parte qualche tappeto, hanno però luce e tv, e ci dicono pure che un uomo può avere fino a 4 donne…Però!!!!! perché non si può proporre una legge contraria in Italia??!!! Ultimo thè con Omar a Agdz…Nel negozio di un altro suo cugino che ovviamente tenta di venderci qualcosa (strano in Marocco!)…Ma gli va male…Basta soldi a Omar e alla “famiglia allargata”. Ringraziamo ancora la venuta della provvidenziale jeep che ci ha tolto dalla sabbia altrimenti eravamo ancora lì a quest’ora (Ermes)..Si poteva sempre tentare con i dromedari per trainare la macchina sempre che non fossero incazzati come quello di Paolo di ieri!!! Nel mentre sentiamo chiamare il munlà!!! Qua pregano 5 volte al giorno, il venerdì è obbligatorio per tutti, gli altri giorni sono giustificati se lavorano! Alle 14,30 siamo a Tazenawhit dove facciamo benzina , prendiamo una coca, cerchiamo dei meloni ma invano…Solo tappeti!!!! La spia rossa sul cruscotto continua a lampeggiare e la nostra povera auto comincia anche a borbottare…Sarà mica qualcosa di grave???ci fermiamo da un benzinaio che parrebbe anche essere meccanico e tentiamo di spiegargli il problema… guarda la spia accesa e ci indica le cinture di sicurezza…”robas di sbacanagli in musa” (espressione friulana che vuol dire: “roba da ridergli in faccia”). Ermes e Paolo tentano di pulire il filtro che, in effetti, è sporco ma, la luce rossa permane!!! Un po’ preoccupati ripartiamo con direzione Agadir per una strada indicataci dal “buon” Omar. Entriamo nella provincia di Taraudaut…Ogni provincia è segnalata con una porta d’ingresso e, a lato, ovviamente due o tre persone sdraiate che fanno il censimento Anas aggiunge Laura. Il prossimo marocchino da cui compro i fazzoletti in Italia, interviene Ermes, gli dico” Tu ses stupit parcè chi soi stat a laiù di te e nisun a lavora!” (espressione friulana che vuol dire: “Tu sei stupido a lavorare laggiù da te (in Marocco) nessuno lavora).
Tra variegati paesaggi arriviamo a Talouine e poi nella città di Taraondaut, cittadina cinta di bellissime mura. Laura suggerisce di comprare ancora due meloni perché non si sa mai se mangeremo stasera dato che la costa è ancora lontana! Ma Ermes risponde prontamente “non esiste proprio, magari dormire in macchina ma sulla cena non si discute”! Arriviamo finalmente ad Agadir verso le 19 e un quarto, la temperatura è di 22 gradi e decidiamo di proseguire per Essauira. Agadir è una città moderna, ricostruita dopo il disastroso terremoto del…Non mi ricordo…E non merita la nostra visita! Arriviamo quasi alle dieci alla meta! Essauira è una bellissima cittadina portoghese, fortificata, con una bella (anche se non molto pulita) spiaggetta e tante viuzze pittoresche, unico neo tira un vento pazzesco…Direi proprio che fa freddo! Ci fermiamo subito all’hotel Mogador di cui abbiamo visto i dettagli sull’opuscolo della Francorosso che mi ero portata dietro…Peccato che lì non veniva indicato il costo del pernottamento che è di soli 2380 diram ..Direi un po’ troppo!!! Leggendo i racconti dei “turisti per caso” io e Laura andiamo verso il centro alla ricerca dell’hotel Sahara…Direi quasi uguale al Mogador…Si fa per dire!!!Già per trovarlo abbiamo chiesto in giro e un tipo “strafuori” ci ha seguite fino all’hotel; direi che l’ambiente è un po’ spartano ma, data l’ora, per stasera va anche bene! Un francese (un po’ fuori di testa anche lui) seduto alla reception mi garantisce che domani non ci sarà questo stupendo vento…Speriamo sia vero! Stiamo già rimpiangendo il caldo del deserto, anzi, dice Ermes che se domani fa così freddo, si torna a Marrakech. La cena, come da pronostico, stavamo per saltarla perché tutti chiudono la cucina abbastanza presto e l’unico locale ancor attivo era stracolmo…Ma alla seconda visita la signora impietosita ci ha dato un bel tavolino e abbiamo finalmente mangiato e …Bevuto una sana bevanda al luppolo e malto…Almeno una ogni tanto se ne trova! Alla fine siamo andati a dormire verso le 2, sveglia alle 10 e mega colazione in piazza con baguette, burro e marmellata con caffè e spremuta alla modica cifra di 20 diram a testa!!!Giro al porto, al mercato del pesce (buttato letteralmente per terra), visita del centro e poi il lungomare! Il vento si è un po’ calmato (come ha detto il mio amico francese ieri sera) ma non fa caldissimo…Comunque decidiamo di rimanere, come da programma, due giorni al mare a “cragnarla” (espressione friulana che vuol dire: “a rilassarci”), in un hotel sul “fin” (espressione friulana che vuol dire: “carino”) però. Sul lungomare visitiamo qualche hotel e ci appollaiamo all’incantevole Zahra, proprio bello, una riad veramente ben tenuta, con una graziosissima e gentilissima ragazza alla reception! Pomeriggio in spiaggia ma tira un vento porca menta da non poter star neanche distesi! Io e Laura, prese dalla disperazione, andiamo a fare una passeggiata. La spiaggia si riduce a causa delle maree e per non farci bagnare un vecchietto ci invita a salire sul suo dromedario..Ok lo facciamo contento e gli diamo un euro naturalmente…Ci distendiamo dietro una duna dove sembra non tiri tanto vento…Beh qui staremo in santa pace ma, in men che non si dica, ci troviamo con due marocchini veramente appicicatticci che ci scrolliamo solo dicendo che i nostri mariti ci aspettavano poco più in là (e pensa la sfiga ce li siamo poi ritrovati proprietari di un negozio in centro, ci hanno anche riconosciute e abbiamo dovuto anche baciarli nuovamente)! Preoccupati della famigerata spia rossa chiamiamo anzi facciamo chiamare alla ragazza delle reception l’assistenza, e dopo mille telefonate un pseudomeccanico viene a recuperare la macchina.Dopo la doccia camminata in riva al mare dove, una serie di bancarelle, quasi come di quelle di Marrakech, igienicamente parlando, passano alla griglia il pesce fresco…Alcuni crostacei si muovono ancora poverini!!!!però che buoni!!!una mangiata incredibile (seppie, rombo, cernia, gamberetti, ecc) con bibita e verdure per 400 diram in 4..Non so se rendo!!! Giretto obbligatorio per le viuzze e poi ci lasciamo tentare da una bellissima vetrina di pasticcini e ..Ne compriamo un vassoio da mangiucchiare per strada. La colazione è spettacolare al Zahra: ci sono anche le famose crepes al miele ..Davvero ottime!!!! Anche oggi giornata ventosa quindi ci diamo ad uno shopping sfrenato e verso le 14 rientriamo in hotel e tentiamo la tintarella in piscina che, essendo cinta da alte mura, pensiamo al riparo dal vento… Ma, anche questa teoria verrà presto sfatata e, vinti dalla sfiga ci ritiriamo!! La sera aragosta ai chioschetti in riva al mare e poi un tagjn in centro. Prima di addormentarci io, Paolo e Laura abbozziamo qualche canzoncina (tipo Montagne Verdi e altro anni 60/70) finchè Ermes, che già pisolava, esclama “fasjn un biel tagjn”! (espressione friulana che vuol dire: “Facciamo un bel… silenzio”). Altre mille telefonate per riavere solo alle 4 di pomeriggio la nostra mitica peugeut e il tipo che ce la consegna vuole pure la mancia sto… Partiamo e siamo subito in una verdissima pineta e andiamo dritti fino a Safi senza incontrare alcun paese, qualche baracca qua e là, alcuni pastori magari a dorso di un asino e qualche individuo che sbuca da dietro qualche cespuglio o semplicemente che è fermo ai lati della strada (Paolo “vorrei proprio sapere esattamente quelli che son fermi lì cosa aspettano”). Stiamo facendo la costiera, il mare è mosso, ma ha sempre il suo fascino, peccato che si stia annuvolando! Safi è un gran centro, era il maggior porto per la pesca di sardine ed è carina con il suo fortificato castello sul mare.
Ovviamente anche qua mercatini a pieno..La caratteristica del Marocco è proprio il souk (mercato)..E …La “cragna” (Ermes… Espressione friulana che vuol dire:”sporcizia”). Continuiamo la strada senza trovare paesi, solo campi che, prima erano delimitati da sassi, ora da “sterps” (cioè “cespugli”). Arriviamo stanchi a El Jadida dove in un traffico bestiale e un pullulare di gente troviamo un banale, anzi squallido dice Paolo, hotel…Ma va bene quasi tutto alle 20!!!! Andiamo a cenare in un altrettanto squallidino ristorante che non ha un gran menù ma la fame avanza e non c’è granchè di aperto…A nanna dopo un caffè! L’ultimo giorno ci diamo alle spese pazze ..Tanto per finire i soldi…Qua è davvero più economico di tutti gli altri mercatini che abbiamo visto in giro..Tanto per dire l’origano costa dieci volte meno di quanto pagato a Marrakech…Conclusione: qua ti fregano da ogni parte!!! Riprendiamo la strada per Casablanca stando bene attenti a non entrare in città perché già all’arrivo abbiamo impiegato due ore per uscirne…Una vera e propria impresa! Restituiamo la mitica Peugent con circa 2000 km fatti!!! E si rientra in Italy!!!!Marocco davvero dai mille volti!!!