Marocco da scoprire

Sono Pierangela, assidua frequentatrice del sito e questa primavera insieme al mio compagno Pietro abbiamo scelto il Marocco come meta del nostro viaggio. Cosa ci abbia spinti in questo Paese non so, forse la sua storia, la sua posizione geografica o forse il mal d’Africa. Come facciamo sempre per i nostri viaggi, servendoci del nostro fidato...
Scritto da: pierangela
Partenza il: 09/05/2009
Ritorno il: 22/05/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Sono Pierangela, assidua frequentatrice del sito e questa primavera insieme al mio compagno Pietro abbiamo scelto il Marocco come meta del nostro viaggio. Cosa ci abbia spinti in questo Paese non so, forse la sua storia, la sua posizione geografica o forse il mal d’Africa.

Come facciamo sempre per i nostri viaggi, servendoci del nostro fidato computer, pianifichiamo tutto e con molto anticipo, non ci piacciono gli imprevisti.. E Pietro questo lo sa fare bene, tanto che riesce a contenere i costi al massimo pur garantendoci ogni tipo di comfort e divertimento. Il nostro tour, oltre a toccare le città imperiali, ha riguardato anche la zona desertica con le sue oasi.

Questo il nostro itinerario: Sabato 9/05/09 Partenza alle 15:00 da Palermo via Milano per Casablanca, dove arriviamo all’una del mattino del 10 maggio.

Domenica 10/05/09 ore 8:30, siamo già per strada e con un petit taxi, per la modica cifra di 0,50 €, ci rechiamo alla moschea di Hassan II che si affaccia sul mare. La moschea è un imponente edificio religioso, il secondo nel mondo per dimensioni dopo la moschea della Mecca, il complesso copre 9 ettari, la sala delle preghiere è in grado di ospitare 25.000 persone ed è dotata di un soffitto rimuovibile. Ricca di stucchi, piastrelle zelif, marmi e rivestimenti in cedro dipinto. Si possono visitare due bellissimi bagni turchi con annessa la sala delle abluzioni costituita da 41 fontane. E’ l’unica moschea in Marocco a cui è consentito l’accesso ai non musulmani.

Con un petit taxi facciamo il giro della città ed il tassista ci lascia scendere ogni qual volta che vogliamo, visitiamo così: la zona del porto peschereccio, la nuova medina, i giardini della lega araba, tutto con una spesa di 10 euro per un’ora e mezza di tour.

Verso le 18:00, con il solito mezzo, raggiungiamo La Corniche d’Ain Diab, una strada litoranea su cui si affacciano diversi istituti di talassoterapia, piscine naturali, alberghi, ristoranti e locali notturni e centinaia di persone che passeggiano sul lungo mare ed altre che sulla larga e lunga spiaggia sottostante si attardano a prendere il sole od a giocare al pallone sulla battigia. Rimaniamo sino al tramonto per vedere il sole tuffarsi nell’oceano Atlantico.

Per cenare raggiungiamo il ristorante Le Port de Peche nel cuore del porto dove viene servito ogni tipo di piatti di pesce fresco e ben preparato. Lunedì 11/05/09 Alle 8:00 del mattino prendiamo il treno per Rabat, per un tragitto di 100 km paghiamo solo 3,00 € a persona, il viaggio dura 50 minuti ed il nostro albergo Balima si trova proprio vicino la stazione.

Depositati i bagagli in hotel usciamo subito ed a piedi raggiungiamo il Mausoleo di Mohammed V, quindi la Kasbah Oudaia, che visitiamo percorrendo i numerosi vicoli azzurri che si intrecciano tra loro. Scendiamo dalla Kasba sino alla Vecchia Medina tagliata da una lunga via piena di negozi dal nome Rue des Consuls.

Qui veniamo attratti da un piccolo banchetto dove si vendono peperoni arrostiti e sarde fritte, proprio come si usa farle da noi in Sicilia “allinguate”, non resistiamo alla gola e compriamo due panini farciti con sarde, peperoni, cipolla, spezie: una vera goduria.

Di sera passeggiamo al centro Boulevard Moammed V e cena al ristorante Zerba con piatti tipici marocchini a base di carne molto speziati.

Martedì 12/05/09 km 200 Di buon mattino ritiriamo l’auto noleggiata dall’Italia, una Picanto bianca.

Dopo aver superato tutti i preliminari per la consegna, inizia l’avventura: usciamo dalla città e prendiamo l’autostrada per Fes. A metà strada facciamo una puntatina a Khemisset, tipica città rurale marocchina con il suo caratteristico Suk di campagna, quindi proseguiamo per Fes. Qui l’albergo Wassim, dove alloggiamo, si trova sulla via principale Hassan II ed è veramente carino, pulito e con personale gentile. Usciamo subito per mettere qualcosa sotto i denti, sono già le 14:00 e l’odore di carne grigliata ci porta in un piccolissimo bistrot dove vengono arrostiti spiedini di carne, pollo, rognoni, fegatini, ecc. E gustiamo due buonissimi panini farciti delle loro specialità.

Nel pomeriggio visita della Medina El-Jedid e del Palazzo Reale.

Torniamo alla ville nouvelle e andiamo a cenare in un ristorante consigliatoci dal portiere dell’albergo che si chiama Isla Bianca dove ordiniamo piatti tipici marocchini: la” harira “ una zuppa di verdure con carne riso e spezie, il “ tajine” piatto nazionale ed il couscous d’agnello alle sette verdure, rimaniamo soddisfatti il servizio è impeccabile ed il cibo è squisito.

Mercoledì 13/05/09 km 200 La giornata sarà dedicata ad un’escursione per visitare Volubilis, Moulay Idriss e Meknes.

Volubilis è un sito archeologico che testimonia la dominazione romana in Marocco, si possono apprezzare oltre ai pavimenti in mosaico anche i resti degli edifici romani, sulle cui colonne nidificano le cicogne. A 4 km da Volubilis, percorrendo una strada panoramica, si arriva a Moulay Idriss città dal bianco brillante abbarbicata a due speroni rocciosi.

Ultima tappa Meknes una delle città imperiali del Marocco e come tale si possono ammirare la Medina, il Suk, la Moschea, il Palazzo imperiale.

Incontriamo Aziz, un ragazzo del luogo che parla italiano e che si offre di farci da guida per visitare la Medina. Noi accettiamo, ma sappiamo che oltre a seguirlo nel giro turistico, dobbiamo subire le visite dei vari negozi a cui la guida è collegata. Nel suk scopriamo alcune attività per noi ormai arcaiche tra cui il forno pubblico: un unico forno dove le donne portano ad infornare i loro cibi, e tra le tante curiosità scopriamo il lavoro di fuochista, di un uomo che, in un sotterraneo buio e polveroso, alimenta il fuoco che riscalda l’acqua del bagno turco sovrastante, rimaniamo di stucco, si tratta di un lavoro svolto in condizioni disumane.

Aziz ci accompagna attraverso i vari negozi del Suk per fare shopping, ma forti della nostra esperienza non abbocchiamo, infatti in un negozio di tappeti, subiamo una vera tortura, tra tante chiacchiere ed un te alla menta ci propongono un tappeto kilim il cui prezzo iniziale di € 1.200 scende, alla fine, a 150 € che noi evidentemente non acquistiamo.

Giovedì 14/05/09 Stamane visita della Medina El Bali e delle concerie.

Qui le pelli di pecora, capra, mucca e cammello vengono sottoposte a diversi procedimenti: si levano peli e carne, le si immerge in vasche, si fanno asciugare e si puliscono, poi vengono colorate e sono pronte per essere lavorate. Le vasche servono per impregnare le pelli con delle soluzioni ottenute dalla corteccia del melograno o della mimosa. Poi vengono messe ad essiccare sulle terrazze della medina, quindi vengono sciacquate abbondantemente e ammorbidite con una soluzione grassa ed in ultimo colorate. Ma la visita non è facile, l’odore intenso è sgradevole, misto tra gas ed escrementi, è insopportabile, tanto che ci viene dato un rametto di menta fresca che terremo sotto il naso per tutta la visita.

Continuiamo con la moschea, la Medersa (scuola coranica), il Fondaco e il Suk.

Venerdì 15/05/09 km 530 Oggi partenza di buon mattino per Erfoud e dopo una decina di km ci troviamo già a 1900 m di altezza con una fitta nebbia ed una visibilità di non più di 50 m , siamo preoccupati che la nebbia ci accompagni per buona parte del viaggio, fortunatamente non appena scendiamo di quota si dirada ed all’improvviso ci appare un paesaggio svizzero, infatti siamo ad Ifrane una cittadina a 1650 m di altezza, dall’aria tipicamente europea e non marocchina, ricca di prati verdi, laghetti e abeti. Scendendo di quota ci inoltriamo finalmente nel deserto roccioso da cui possiamo ammirare anche alla nostra sinistra la catena montuosa dell’Atlante con le cime ancora innevate. Continuando il nostro viaggio incontriamo un lago, lo spettacolo è da mozzafiato, il contrasto tra le azzurre acque ed i colori del deserto ci spinge a fermarci per fare alcune foto e riprese. Sembra che non ci sia anima viva, ma d’improvviso, dalle pietre e sabbia dell’antideserto, sbucano fuori una decina di bambini che ci attorniano e ci chiedono “bon bon, stilo, dirham”, prendo la mia scorta di doni portati dall’Italia ma le loro mani su di me non mi permettono di distribuirli, chiedo aiuto a Pietro che a sua volta non riuscendo a gestire la situazione si rivolge ad un passante, che parlando loro in arabo riesce a calmarli ed a distribuire i regali. Tante mani tese verso di noi e basta qualche caramella per fare felice dei bambini.

Riprendiamo la strada ed incontriamo per la prima volta un palmeto lungo decine di chilometri che costeggia il fiume Ziz, rimaniamo incantati nell’ammirare questo interminabile tappeto verde steso sul deserto roccioso. Finalmente arriviamo ad Erfoud alla Kasba Tizini, un albergo color ocra perfettamente mimetizzato con l’ambiente. Sistemati i bagagli riprendiamo la strada per Merzouga, altri 55 km di deserto per poi arrivare finalmente alle dune. Non eravamo mai saliti su una duna, è difficoltoso, si sprofonda come se si fosse sulla neve. Come consuetudine due ragazzi ci fanno da guida indicandoci un passaggio dove la sabbia è più dura, saliamo in cima e lo spettacolo è fantastico ed il sole sta per tramontare. Come compenso dell’aiuto, compriamo qualche souvenir dai nostri accompagnatori, la croce del deserto ed un fossile. La croce del deserto è un monile usato dalle carovane per individuare il nord ed un fossile di millepiedi; constateremo più avanti che le principali strade delle città sono disseminate di ‘Minerale Shop’ e in alcune zone basta chiedere che ci si ritrova a visitare una serie infinita di cantine piene di vari tipi di minerali (una quantità infinita di geodi di calcite, di quarzo, ecc.).

Oggi è stata una giornata molto dura specialmente per Pietro che ha guidato per 530 km su una strada difficile.

Sabato 16/05/09 km 300 Partiamo da Erfoud direzione Zagora, ci addentriamo ancora di più nel deserto roccioso e lo percorriamo da est verso ovest per più di 200 km in un ambiente quasi lunare, non si incontra anima viva se non qualche branco di dromedari che brucano quel che resta dei cespugli inariditi. Arrivati a Tansikht giriamo verso sud costeggiando la Valle del Dra ricca di grandi palmeti ed insediamenti rurali costruiti con mattoni di fango e paglia.

Arriviamo a Zagora, fa molto caldo e non si respira; ci fermiamo sulla strada centrale in un ristorante carino Le dromedarid goured dove mangiamo dei buoni piatti a base di carne e per la prima volta le arance alla cannella.

Nel pomeriggio, dopo aver visitato altre dune a Tamegroute, famosa anche per le tipiche ceramiche laccate di verde prodotte dai membri di sette famiglie, ci fermiamo in un negozio di vasellame e nel suo interno, in una zona seminascosta, si trova un gran bazar dove sono esposti centinaia di oggetti e monili provenienti dalle tribù tuareg e berbere.

Ma la sorpresa viene quando il commesso apre un grande scrigno contenente decine di collane di diverse fatture e di diverse pietre. Gli oggetti più interessanti sono i monili appartenuti alle tribù dei tuareg: grandi collane, cinture, bracciali di diverse pietre ambra, onice, coralli e turchese. Un vero tesoro! Il commesso del bazar ci consiglia di cenare alla Petit Kasba dove un simpatico ragazzo di nome Brail insieme alla moglie gestiste un piccolo riad di 5 camere con annesso ristorante. Siamo gli unici ospiti ed il couscous che mangiamo è ottimo.

Domenica 17/05/09 km 200 Oggi trasferimento da Zagora a Ouarzazate, il percorso si snoda attraverso montagne rocciose alte fino a 1900 m e con tornanti stretti e pericolosi. Alla vista dei canyon vengo assalita dal panico, ho paura di cadere giù nel precipizio che è sempre dal mio lato, e non c’è il guardrail. Scoppio a piangere e prego Pietro di fermarsi al prossimo slargo. Per fortuna è passata subito, ma che paura! Nel pomeriggio visitiamo la Kasba di Taourirt, ceniamo nel migliore ristorante della città Che Dimitri ed infatti gustiamo in assoluto il migliore tajine d’agnello alle prugne da quando siamo in Marocco.

Lunedì 18/05/09 km 350 Oggi tappa alle Gole di Todra, uno stretto corridoio di scoscesi dirupi alti fino a 300 m che formano le pareti delle Gole e attraverso cui scorre il fiume Wadi Todra. Spettacolo molto suggestivo. Lungo il percorso attraversiamo la cittadina di El-Kelaa M’Gouna a 1450 m, famosa per le sue piantagioni di rose e nei cui negozi si possono acquistate tutti prodotti riguardanti la lavorazione di questo fiore e non manca di incontrare lungo lo stradale ragazzini che vendono collane di rose.

Martedì 19/05/09 km 200 Oggi ci attende la tappa più difficile del nostro viaggio, da Ouarzazate a Marrakech, dobbiamo attraversare la catena dell’Atlante lungo il passo di Tizi-n-Tichka ad una quota di 2260 m, il passo più alto del Marocco. Prima sosta del percorso lo Ksar di Ait Benhaddon, pittoresco villaggio sulla riva del fiume Wadi Mellah. Lo ksar è un villaggio fortificato circondato da solide mura, ai cui angoli sorgono torri difensive. Il sito è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il fiume è quasi in secca e lo guadiamo camminando su sacchi di sabbia e pietra depositati sul fondo, per fortuna il livello dell’acqua è basso. In questo posto sono state girate alcune scene dei film il Gladiatore, il tè nel deserto, Laurence d’Arabia, ecc.

Incontriamo la solita guida, questa volta è un ragazzo molto simpatico ed osa chiedere a Pietro di scambiarmi per 50 cammelli… Per strada ci fermiamo a pranzare a Tizi-n-Test in una poco raccomandabile locanda frequentata da camionisti, dove insieme a centinaia di mosche e qualche turista, abbiamo mangiato le più buone brouchette d’ agnello del Marocco.

Nel pomeriggio arriviamo a Marrakech ed in pieno centro, nel traffico caotico della città, mentre siamo fermi lungo il marciapiede per fare il punto della situazione, veniamo tamponati da un’auto, ma per fortuna l’impatto è avvenuto sulla parte posteriore già danneggia e segnalata al momento del noleggio; qui ci affianca un signore in motocicletta che si offre di accompagnarci all’agenzia di rent a car per consegnare l’auto che per 2200 km ci ha portati in giro per il Paese senza abbandonarci mai. Prendiamo un taxi per raggiungere il Riad prenotato, ma il tassista non conosce la strada e dopo aver chiesto informazioni ad alcuni colleghi ci lascia nelle vicinanze. Sono preoccupata, il Riad si trova nel cuore della Medina in un labirinto di stradine tutte uguali. Con l’aiuto di un ragazzino finalmente arriviamo al Riad Amira Victoria. E’ meraviglioso arredato elegantemente in stile arabo e veniamo accolti con te e pasticcini. Usciamo presto per raggiungere la famosa Place Jemaa-el-Fna, il cuore della città e centro di tutte le attività, anch’essa dichiarata Patrimonio dell’umanità. Ma come fare? Sempre con l’aiuto di un ragazzino percorriamo parte del Suk, ma ci lascia per dare la staffetta ad un altro ragazzo che ci accompagna sino alla piazza. Una bolgia infernale. Colori, odori, rumori diversi, molteplici, da stordire e poi quanta gente, centinaia e centinaia di persone che mangiano, bevono, cantano, suonano, giocano, parlano, ed ancora cartomanti, giocolieri e tanti, tanti bambini che chiedono l’elemosina o ti vogliono vendere un pacchetto di fazzolettini. Dopo un giro di ricognizione ci sediamo in una bancarella per mangiare degli ottimi escargot. Passiamo poi in una delle tante altre fornite di lunghi tavoli dell’amicizia dove insieme ad altri turisti e gente del luogo puoi gustare piatti tipici locali. Il primo impatto stordisce, ma in seguito, sera dopo sera, riusciremo ad apprezzare la particolarità di questa piazza unica nel suo genere.

Mercoledì 20/05/09 Stamane, dopo una tipica colazione marocchina, proviamo ad uscire da soli dalla Medina. Esito positivo. Visitiamo il palazzo reale, la moschea di Koutoubia adiacente alla piazza Elf-na e ci fermiamo a pranzare a Les Terrasses de l’Albambra dalla cui terrazza si domina tutta la piazza. Raggiungiamo poi i giardini Majorelle situati nella Ville Nouvelle. Lo splendido giardino appartenne al pittore francese Majorelle poi acquistato da Yves Saint-Laurent, ospita oltre 400 varietà di palme e 1800 specie di cactus, sembra di stare in paradiso.

Giovedì 21/05/09 Visita e shopping ai Suk della Medina. Questi sono sistemati secondo i beni che vi vengono venduti, tessuti, gioielli, accessori in pelle e le tipiche babbucce, attorno al centro dell’area commerciale ci sono le attività artigianali, fabbri ferrai, sellai, intrecciatori di canestri, sarti.

Pomeriggio al Palazzo Baja e cena nel vicino ristorante El Bahia.

Venerdì 22/05/09 Con un volo all’alba inizia il viaggio di ritorno che ci porterà a casa.

Curiosità e consigli: il Marocco è un Paese unico, all’interno del mondo musulmano, con solide radici nel continente nero ma attratto dal vicino mondo europeo il popolo: i marocchini sono gente molto cortese ed ospitale ed è difficile rifiutare loro un te, potrebbe essere interpretato come un’offesa. Incontrerete sempre qualcuno che si offrirà per fare da guida turistica o per trovare la strada smarrita, perché dentro la Medina succede frequentemente, di giorno ti sembra tutto chiaro, fissi dei punti di riferimento: il negozio, l’insegna, la moschea, ecc., ma nella penombra della sera tutto riesce più difficile, ma nessun problema, sarete sicuramente avvicinati da un ragazzo o uomo che per pochi dirham vi indicherà la strada giusta.

paesaggio: è molto vario, si passa dalla vegetazione mediterranea del nord del Paese ai palmeti delle oasi lungo i fiumi del sud, dai palazzi di stile europeo delle grandi città alle costruzioni rosse di fango e paglia delle zone rurali.

la Medina corrisponde alla città vecchia entro cui si trovano i suk, la kasbah, il quartiere ebraico e dove l’unico mezzo di trasporto è l’asino, decine e decine di asini che percorrono carichi le mille viuzze affollate di gente.

il Paese delle cicogne: ovunque si possono vedere nidi di cicogne anche nei posti più strani quali per esempio su una colonna romana.

petit taxi: il modo più pratico e molto economico per girare nelle grandi città è l’uso dei petit taxi, sono auto di piccola cilindrata individuabili grazie al colore che varia in ogni città ed alla scritta petit taxi, abbiamo annotato quali sono i colori: rosso/Casablanca, blu/Rabat, rosso/ Fes, celeste/ Meknes, giallo canarino/ Midelt, blu/Ar-Rachidia, bianco/Erfoud, giallo senape/Zagora, avorio/Ouarzazate i migliori piatti: lenticchie verdi (con cipollotto, peperoncino e prezzemolo), olive verdi (con paprica, peperoncino, prezzemolo), couscous di carne alle sette verdure(condito con salsa al peperoncino), tajine di agnello/carne/pollo, tutti i tipi di pesce dell’atlantico, la harira (densa zuppa di verdure, riso e spezie), arance alla cannella e kesra (ottimo pane fatto in casa) moneta: 11 dirham equivalgono ad 1 euro acquisti: impossibile esimersi al rito della contrattazione che dai commercianti viene considerato un gioco e pertanto bisogna sorridere sempre.

viaggiare in auto: è il mezzo ideale per apprezzare le bellezze naturali del Marocco, alcune strade, nelle zone del deserto, non sono bene asfaltate ma non rendono indispensabile l’uso di un fuoristrada. Nelle città il traffico è caotico e lo stile di guida è preoccupante, ma ci si abitua subito. Più difficile sulle strade di montagna dove i tornanti sono sforniti di guardrail. Nei pressi delle grandi città la polizia è molto severa e si incontrano molti posti di controllo della velocità che obbligano a rispettare i limiti di velocità.

segnali stradali: sono scritti in arabo ed in francese, ma uno in particolare ha attratto la nostra attenzione: un’auto che scivola sull’acqua “pericolo di guado”, ma non capiamo cosa voglia dire, non vediamo altro che sabbia e la temperatura è di 35 gradi, poi capiamo, quando anche a noi ci tocca guadare un fiume, che in inverno l’acqua inonda la strada.



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