Marocco, città imperiali e deserto con bambini al seguito

Tre famiglie (con cinque ragazzini) in giro per il Marocco classico, le kasbah e il deserto
Scritto da: beplau
marocco, città imperiali e deserto con bambini al seguito
Partenza il: 25/08/2012
Ritorno il: 08/09/2012
Viaggiatori: 11
Spesa: 2000 €
Ciao, siamo una famiglia genovese e vorremmo raccontarvi la nostra esperienza di viaggio in Marocco fatta in autonomia e con ben cinque bambini (non tutti nostri, s’intende, nel viaggio eravamo in 11, tre famiglie con bambini di età compresa tra i 7 e i 13 anni). Prima di parlarvi del viaggio vorrei dire che tutto è andato a meraviglia e che il Marocco, oltre ad essere splendido, è un Paese assai più evoluto e organizzato di quello che si pensa. E, non è vero, neppure nei vicoli più stretti di Fes, che la gente vi assale e vi tampina ad ogni angolo di strada; certo, ove possibile, cercano di proporvi qualcosa o di presentarsi come guide, ma mai in modo veramente assillante.

Ovunque siamo stati non abbiamo mai avuto problemi (e giravamo con 5 ragazzini); i centri storici (medine) sono talvolta caotici, ma è sufficiente prestare un po’ di attenzione; si può girare liberamente tra suq e mercatini, ma si consiglia di portarsi dietro almeno una guida o una mappa, perchè in alcune città è facile perdersi. A Fes, e solo a Fes, abbiamo noleggiato una guida per un giorno, in quanto la medina è veramente un labirinto (ci è capitata la guida che di solito porta i turisti Francorosso, al modico prezzo di 150 dihram (15 eur) per l’intera giornata; alla sera ci ha persino accompagnati al ristorante.

In verità la nostra preoccupazione maggiore, visto il periodo scelto ed il caldo che c’era in Italia, era quella climatica; devo dire però che, ad eccezione forse di Marrakech, la temperatura si è rivelata assai più sopportabile del previsto e che nel deserto abbiamo utilizzato anche le felpe.

Per spostarci tra le città abbiamo preferito utilizzare i treni locali che mettono in comunicazione tutte le città imperiali, sono efficienti, moderni, puntuali e, ahimè, assai più puliti dei nostri (il costo in prima classe è circa un terzo del costo italiano).

Nei giri in città, ove necessario, abbiamo utilizzato i taxi, le cui corse raramente superano il costo di 15 dihram (circa un euro e mezzo).

Per scelta, in tutte le città abbiamo deciso di dormire nei riad, palazzi all’interno delle medine (centri storici), un tempo case di famiglie nobili e ora riadattati a bed and breakfast. Sono strutture molto confortevoli, dotate di aria condizionata e di bagni moderni, arredate con gusto orientale; spesso, essendo in 11, abbiamo occupato l’intera struttura. Il costo a camera raramente supera i 45-50 euro e sovente, quando si è in tanti, è possibile trattare sul prezzo. Un suggerimento; salvo rarissime eccezioni, in Marocco la carta di credito non viene accettata, per cui, ove possibile, suggeriamo di chiedere il pagamento anticipato o comunque di portarsi contanti. In ogni caso prelevare contanti è sempre stato agevole in ogni città.

Solo per organizzare il giro delle kasbah e nel deserto abbiamo preferito optare per un tour organizzato, proposto da un tour operator locale (http://www.radoin-saharaexpeditions.com). Anche in questo caso siamo stati molto fortunati; l’aver scelto una persona del posto (Radoin viene dal deserto ed è per metà touareg e per metà nomade) si è dimostrata la scelta vincente; il ragazzo si è dimostrato un giovane molto preparato, estremamente simpatico coi bambini e disponibile ad ogni variazione di itinerario; abbiamo viaggiato su un pulmino nuovo di zecca, abbiamo dormito in hotel con piscina, abbiamo effettuato uno splendido giro in dromedario al tramonto per raggiungere l’accampamento berbero nel deserto e, oltretutto, cosa che ci ha fatto molto piacere, abbiamo avuto l’onore di mangiare in casa della sua famiglia, che ci ha accolto con tutti gli onori ed un sontuoso piatto di cus-cus e carne. Anche il rapporto qualità prezzo era buono; in tre, con trasferimenti cene, hotel e guida per quattro giorni, abbiamo speso meno di 700 euro.

A proposito del cibo, in Marocco la cucina è buona, per nulla piccante e leggermente speziata e presenta due o tre piatti completi che si trovano ovunque; il cus-cus, le Tajines (pentole di terracotta) con carne e verdure, l’harira, una sorta di zuppa fatta in vari modi e il pane; quasi sempre però si trovano spiedini di manzo tritato o montone che spesso hanno soddisfatto i nostri pargoli.

Il viaggio

Cercheremo di essere stringati per evitare di essere noiosi e ripetitivi; nel sito ci sono resoconti estremamente completi.

Da non perdere in tutte le città: la Medina, la Medersa (sorta di università coranica) e i suq.

Fes – da girare assolutamente con una guida; la medina è quella più antica e presenta palazzi molto antichi ed una splendida università; il centro è veramente un dedalo pieno di viottoli e negozietti. Non perdere la visita alla zona dei conciatori delle pelli. Consiglio: precisare dall’inizio alla guida che non siete più di tanto interessati allo shopping, altrimenti finirete a fare il giro di tutti i suoi amici artigiani.

Meknes – città molto antica, estremamente bella, vivibile e piacevole da girare, la più tranquilla di tutte, molto ordinata e pulita; consigliatissima l’escursione alla città sacra di Moulay Idriss e soprattutto alle rovine della città romana di Volubilis e ai suoi mosaici, da visitare al tramonto.

Rabat – molto varia (è la capitale); consiglio di vedere la qasbah sul mare e di godersi una splendida vista assaporando pasticcini in mezzo a case dipinte di un azzurro vivace.

Marrakech – città molto particolare, più ricca e forse più caotica ed invasa dai turisti; ho detestato le migliaia di motorini che sfrecciano facendoti il pelo nei vicoli più stretti, ma ho anche amato l’animazione della piazza jamal fnaa al tramonto, un vero coacervo di giocolieri, incantatori di serpenti, chiromanti e chioschi all’aperto ove mangiare bene per pochi dihram.

Il tour – è forse la parte più emozionante perché ti espone a paesaggi estremamente vari ed inattesi; si oltrepassa la cordigliera dell’Atlante (si valica a 2700 metri, sfiorando vette che superano i 4000), per raggiungere la via della Kasbah, un posto veramente meraviglioso e sorprendentemente verde in cui si stagliano delle incredibili città fortificate costruite in terriccio rosso e impreziosite da merlature degne dei castelli medievali. Su tutte la splendida Ait Benhaddou, spesso palcoscenico di film storici come il Gesù di Nazareth o il Gladiatore), ma consiglio anche la visita di location come Taourirt o Amridil, meno nota, ma altrettanto particolare. Da lì si procede per le gole del Dadés (dove abbiamo pernottato) e si continua poi per le imponenti gole del Todra fino a raggiungere in serata Merzouga, dove, dopo un viaggio di un’ora e mezza a dorso di dromedario alla luce del tramonto, abbiamo attraversato magiche dune di sabbia rossa e impalpabile per raggiungere un accampamento berbero; abbiamo mangiato e dormito sotto le stelle (difficile vederne di più, via lattea compresa), abbiamo visto l’alba tra le dune mentre i ragazzi si divertivano ad arrampicarsi faticosamente su quelle montagne così fragili.

Eccetera, eccetera… molte cose potrebbero essere aggiunte, ma il nostro intento era solo quello di stuzzicare l’appetito e raccontarvi qualche nostra esperienza. Restiamo a disposizione per chi fosse interessato per fornirvi riferimenti e indirizzi dei Riad o del tour operator per il deserto o per altro che possa esservi utile.



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