Marocco: città imperiali e deserti

Da Marrakech a Fès passando per il deserto di Erg Chebbi
Scritto da: MonicaMò
marocco: città imperiali e deserti
Partenza il: 24/04/2017
Ritorno il: 30/04/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Diario del secondo viaggio in un Paese che entra sempre di più nel mio cuore.

Di ritorno dal mio secondo viaggio in Marocco, prima di iniziare a raccontare della mia esperienza, vorrei lasciare qualche consiglio a chi ha deciso di organizzare in questa meravigliosa Terra che porto nel cuore.

ALLOGGI

La scelta non può che ricadere nei riad, la più tipica nonché diffusa tipologia di alloggio turistico marocchino. Si tratta di ex abitazioni ristrutturate in cui è generalmente presente un patio (cortile centrale) sul quale si affacciano le stanze e -nella gran parte degli stessi – la terrazza che occupa l’ultimo piano della struttura. Ce n’è davvero per tutti i gusti e per tutte le tasche. Accertatevi che siano facilmente raggiungibili e relativamente comodi ai punti di vostro interesse.

TRASPORTI

Nelle città il mezzo più comodo per spostarsi, quando non potete farlo a piedi, sono sicuramente i “petit taxi” facilmente riconoscibili perchè in ogni città hanno un colore diverso e uguale per tutti. Nonostante le tariffe siano ben inferiori rispetto a quelle italiane, preparatevi comunque a contrattare fino allo sfinimento: in pochi usano il tassametro e vedendo che siete turisti partiranno sempre da tariffe doppie, triple o persino quadruple rispetto a quelle che proporrebbero ad un locale (me l’ha confermato proprio uno di loro). E se non riuscite ad ottenere un prezzo che riterrete (ragionevolmente) giusto non abbiate paura di restare a piedi: ci sarà subito un altro tassista pronto a contrattare con voi. Per quanto riguarda invece i grandi spostamenti, nonché i tragitti attraverso il Marocco del sud e le zone desertiche mi sento di dare lo stesso consiglio che è stato dato a me quando ho organizzato il mio primo viaggio: affidatevi ad un’agenzia locale (nel diario ho lasciato il link del sito di quella a cui mi sono rivolta entrambe le volte: consigliatissima!). Le guide conoscono bene i posti dove vi stanno portando in quanto spesso sono gli stessi luoghi dove sono cresciuti e avranno sempre qualche angolo nascosto da mostrarvi che nessun navigatore conosce. Segnalo infine che nel precedente viaggio ho utilizzato i treni per spostarmi da Fés a Meknes e da Rabat a Casablanca, mentre ho optato per i bus granturismo per raggiungere Essaoiura da El Jadida e per tornare a Marrakech partendo da Essaoiura: entrambi molto efficienti!

ITINERARI

Le città imperiali meritano sicuramente una visita e quello che mi sento di consigliare, in particolar modo per Fés, é di ingaggiare una guida (occhio che sia autorizzata, magari chiedete al riad o all’agenzia che vi organizza il tour) che vi porti nei punti di maggior interesse aggiungendo qualche informazione e curiosità. E una volta finita la visita guidata “perdetevi” nelle medine e nei souk! Nel corso del viaggio rendete però giustizia al Marocco del Sud, quello più vero, autentico e tradizionale, abitato dai berberi, i primi abitanti del Paese. Fatevi guidare su e giù per le montagne dell’Alto e Medio Atlante e godetevi il panorama offerto da queste catene montuose costellate di piccoli villaggi, provate il brivido di fare qualche pezzo di sterrato in jeep, passate per i paesi più tipici come Rissani per vedere come tutto sembra rimasto immutato nel corso degli anni, godetevi almeno una cena e una notte in uno dei due deserti marocchini… ma solo dopo aver fatto la passeggiata di rito a dorso dei dromedari.

Giorno 1 – 24 Aprile: Marrakech

Partenza da Padova direzione Aeroporto Orio al Serio di Bergamo da dove partirà (puntualissimo) il nostro volo Ryanair diretto a Marrakech. Sono quasi le 15 quando atterriamo nel bellissimo aeroporto di Marrakech Menara, peraltro nel nuovo terminal 2 da poco inaugurato. Ad attenderci fuori dall’aeroporto Alì, la mia fidata guida (www.adventuremoroccotours.com) che mi ha già accompagnata nel primo viaggio in Marocco. Questa volta ho messo nelle sue mani l’intera organizzazione del nostro viaggio e non potevo fare scelta migliore. Arriviamo al riad che ci ospiterà per le due notti di permanenza a Marrakech; sono ormai le 16 passate e dopo il tè alla menta di rito preso nel terrazzo del Riad decidiamo di tuffarci subito nell’atmosfera della celebre Piazza Jemaa El Fna per cercare qualcosa da mangiare. Ci sediamo nella terrazza di uno dei tanti bar – caffè che si affacciano su questo luogo magico e finchè mangiamo un gelato (sconsigliatissimo ai turisti ma… a noi piace rischiare, certi che la cura di fermenti lattici che stiamo facendo ci salverà!!) ci godiamo la versione diurna della piazza con il perenne suono delle trombette degli incantatori di serpenti che allieta la nostra merenda. Nell’aria comincia poi ad espandersi un altro tipo di suono: è il canto del muezzin della vicina moschea che richiama i fedeli alla preghiera: devo dire che fa proprio atmosfera!! Facciamo poi una passeggiata verso la Moschea della Koutoubia, la più famosa e conosciuta di Marrakech per poi tornare verso la piazza dove veniamo richiamati dagli innumerevoli venditori di spremute d’arancia e succhi vari. La tentazione di fermarsi ed assaggiarne uno è tanta ma.. abbiamo già rischiato a sufficienza con il gelato! Decidiamo di addentrarci nel souk e scegliamo un’entrata a caso perché tanto, da qualsiasi parti si entri, non si può far altro che perdersi tra la miriade di negozietti che vendono tutto ciò che può essere venduto!! Arriva ora di cena e nel frattempo la piazza si trasforma in un enorme ristorante a cielo aperto composto da tantissimi stand, tutti muniti di tavoli e panche, che espongono quanto poi vi serviranno. Sceglierne uno in tutta tranquillità? Impossibile! Perché vi fermeranno decine di ragazzi per proporvi il menù dello stand da cui sono ingaggiati! Ne scegliamo quindi uno a caso e proviamo degli spiedini di carne alla griglia, verdure e uno dei piatti tipici della cucina marocchina: la pastilla (una torta salata che dentro la sfoglia racchiude carne di pollo (l’originale sarebbe con il piccione ma è raro trovarla), uova, mandorle, cannella, zafferano e zucchero a velo). Tutto buonissimo. Costo della cena 280 Dirham, circa 7 € a testa. Prendiamo un caffè e ci rinchiudiamo nel nostro riad stanchi morti per la giornata che abbiamo sulle spalle.

Giorno 2 – 25 Aprile: Marrakech

Iniziamo la giornata con una tipica colazione marocchina servitaci nella terrazza del riad dal simpatico Abdoul che parla un po’ di italiano e ci intrattiene con le sue battute. Questa giornata la dedicheremo interamente alla visita dei siti più importanti di Marrakech. Iniziamo dal Museo di Marrakech (ingresso 50 Dirham, circa 5 Euro, il costo degli ingressi ai siti turistici è davvero irrisorio qui in Marocco) che contiene pezzi di artigianato marocchino esposti nelle stanze che si affacciano sullo splendido patio decorato con altrettanto splendide fontane sul quale pende un enorme lampadario. Passiamo poi alla visita della celebre Medersa Alì Ben Youssef (ingresso 20 Dirham, circa 2 Euro), ex scuola coranica che racchiude l’essenza dell’arte marocchina con le sue decorazioni intagliate nel legno di cedro e gli zelij, le tipiche pietre utilizzate per comporre i mosaici marocchini che adornano muri e colonne. E’ possibile visitare le stanzette dove alloggiavano gli studenti che si affacciano sul cortile centrale. Decidiamo poi di immergerci nuovamente in uno dei souk per tornare verso la piazza e ci perdiamo (…strano!!) fino a ritrovarci per puro caso in un vicolo isolato tanto affascinante quanto inquietante: nessuna traccia di turisti o di negozietti che vendono souvenir, solo artigiani che lavorano la pelle o il legno, alcuni seduti per terra in mezzo alla sporcizia generata dalle loro lavorazioni. Ci rendiamo conto che qui i turisti non sono ben visti quindi facciamo marcia indietro e torniamo nella parte più turistica. Visti gli ottimi risultati ottenuti con il gelato del giorno precedente decidiamo di fare il bis ed entriamo nel caffè Argana, credo uno dei simboli della piazza: la grande insegna si vede in ogni foto che la rappresenta. Non di certo economico, soprattutto per pranzare o cenare ma per un gelato si può fare. Nel pomeriggio visitiamo il Palazzo El Bahia (ingresso 10 Dirham, circa 1 Euro), una meraviglia dell’architettura marocchina che si compone di numerose stanze ricche di decorazioni intagliate nel legno di cedro o create con gli zelij e (anche qui) di un enorme patio da cui si accede ai giardini popolati da diverse specie vegetali tra le quali spiccano palme altissime. Usciti attraversiamo il quartiere ebraico – Mellah – e ci rendiamo conto di essere capitati nel souk delle spezie, infatti per la prima volta vediamo le famose piramidi di spezie colorate ritratte in moltissime foto. Ci fermiamo in uno dei tanti negozietti dove il gentile e simpatico proprietario cerca di venderci tutta la baracca!! Prendiamo della curcuma, del curry, due mix di spezie – uno per la carne uno per il pesce -, della cannella ed una miscela per il te e riceviamo in omaggio un sacchettino di hennè per i capelli! Dopo l’ultima passeggiata nel souk dove raccattiamo qualche souvenir, decidiamo che è ora di cena e optiamo per la seconda delle possibili alternative per cenare a Jemaa El Fna ovvero salire nella terrazza di un ristorante e mangiare godendosi il tramonto e la metamorfosi che subisce la piazza di sera: gli stand prendono possesso della piazza e il fumo emanato dai barbecue crea un’enorme nuvola bianca che la sovrasta. In tutto ciò l’incessante cantilena degli incantatori di serpenti che – c’è poco da fare – crea un’atmosfera magica! Proviamo un cous cous ed un tajine (uno dei loro piatti più tipici a base di carne, verdure e spezie cotte nell’omonima pentola) entrambi di pollo: davvero buoni! I prezzi sono leggermente più alti rispetto a quelli della piazza ma comunque economici! Caffè al solito bar e ci avviamo verso al riad passando davanti alcuni venditori di menta: mi addormento con la sensazione di sentirne ancora il profumo!!

Giorno 3 – 26 Aprile: Ouarzazate, Ait Ben Haddou, Valle delle Rose, Valle del Dades

Inizia il nostro tour attraverso il Marocco del Sud. Partenza alle 8,30, la guida ci aspetta con il suo fuoristrada poco distante dal riad. Carichiamo le valigie e via: direzione Ouarzazate. Durante il tragitto ci fermiamo in una cooperativa di donne che lavorano l’argan, l’ormai celebre pianta tipica del Marocco dai cui semi si ricava l’olio utilizzato – scopriamo – non solo come base per prodotti per la cura dei capelli ed il corpo ma anche per produrre marmellate, miele e come olio da cucina. Proseguiamo e in una delle soste nei punti panoramici suggeriti dalla nostra guida, facciamo un incontro davvero emozionante: un gruppo di bambini che abita nel villaggio che stiamo attraversando torna da scuola e si ferma a salutarci. Regaliamo loro le poche caramelle che abbiamo e per ricambiare, vista la temperatura che supera i 30 gradi, uno di loro esce di casa con una bottiglia di acqua ghiacciata!! L’unico rammarico è stato quello di non avere con noi nulla più di quelle poche caramelle con cui siamo comunque riusciti ad ottenere dei sorrisi che ci resteranno nel cuore!

Tra qualche sosta per un caffè e l’intrattenimento della nostra guida che ci racconta delle tradizioni del suo popolo (scopriamo ad esempio che uno dei primi re delle tribù berbere era… una regina!!) arriviamo a Ouarzazate, la “Hollywood del Marocco” ed in particolare in uno dei siti cinematografici più famosi, ovvero lo Ksar di Ait Ben Haddou. Lo Ksar è un villaggio fortificato composto da un insieme di kasbah, abitazioni costruite con paglia e ciottoli tenuti insieme dal fango: la luce del sole che illumina l’insieme di queste costruzioni regala viste splendide che immortaliamo da varie angolazioni. Visitiamo il sito insieme ad una guida che ci illustra la storia e ci elenca i numerosi film che sono stati girati qui! Al termine della visita di Ait Ben Haddou ci rimettiamo in viaggio e usciamo da Ouarzazate passando davanti ai numerosi musei cinematografici presenti in questa città. ­La prossima destinazione è la valle del Dades dove passeremo la notte. Scorrono i chilometri e fuori dai finestrini appaiono paesaggi di una bellezza indescrivibile tra cui l’infinita distesa di roseti della Valle delle Rose, il verde dei palmeti e l’azzurro di un lago che appare all’improvviso ai piedi delle montagne. Quello che più mi colpisce è il tramonto del sole che illumina le montagne colorandole di un rosso talmente intenso che sembra siano infuocate: uno scenario mozzafiato. Arriviamo al riad che è quasi ora di cena. I ragazzi che lavorano nella struttura ci accolgono calorosamente (come ovunque!) portando le nostre valigie nelle stanze che scopriamo essere dotate di terrazze da cui si gode di uno splendido panorama. Stanchi decidiamo di cenare e di rilassarci qualche minuto nel cortile del riad per poi chiuderci nelle stanze e metterci a letto.

Giorno 4 – 27 Aprile: Valle del Dades, Gole del Todra, Rissani, Merzouga

Dopo aver fatto colazione e salutato il cortese staff del riad, ci mettiamo in viaggio. La prima tappa della giornata la faremo in uno dei punti panoramici più famosi di questa zona che appare ogni qualvolta si cerchino immagini sulla Valle del Dades: vista da qui la strada sembra un enorme serpente nero che si adagia sulle montagne. Che spettacolo..sembra un quadro! Arriviamo poi alle Gole del Todra, maestoso canyon scavato dall’omonimo fiume. Ci fermiamo per una passeggiata tra le imponenti pareti di roccia rosa e notiamo che c’è una struttura che sembra un albergo: in effetti lo è e la posizione è davvero invidiabile, non fosse che è stato chiuso dopo il crollo di un masso che, ahimè, ha provocato più di qualche vittima.

Proseguiamo in direzione Rissani, uno dei più famosi paesi ai piedi del deserto. Durante il tragitto – oltre alle consuete soste fotografiche o per goderci un te alla menta! – ci fermiamo a visitare un ex sistema di pozzi di irrigazione e ce ne viene spiegato il funzionamento. A Rissani ci fermiamo per pranzo in una cooperativa dove ci viene servito il piatto tipico del paese: la pizza berbera, un impasto di pane che racchiude carne, uova, mandorle, spezie, e chi più ne ha più ne metta! Dopo pranzo ci vengono mostrati gli splendidi tappeti prodotti dalle donne berbere che lavorano nella cooperativa: la lavorazione è talmente impegnativa che una donna nel corso della sua vita può lavorare alla produzione di soli 4 esemplari per non mettere troppo a repentaglio la vista!! Visitiamo poi il vicino mausoleo della città e la moschea dove – purtroppo – possiamo solo affacciarci. Ripartiamo poi con il nostro fuoristrada verso l’ultima destinazione di questa giornata, nonchè quella che più aspettavamo: il deserto! Non siamo proprio fortunatissimi: la nostra guida ci fa notare che è in corso una tempesta di sabbia che potrebbe rendere poco piacevole la traversata a dorso di dromedario. Impavidi e desiderosi di inoltrarci tra le dune non ci facciamo intimorire e una volta arrivati alle porte del deserto troviamo i nostri 4 dromedari pronti ad accompagnarci in questa avventura. In effetti tira molto vento ma riusciamo comunque ad addentrarci un po’ nel deserto e una volta scesi dai dromedari saliamo (non con poca fatica) in cima ad una duna e ci godiamo il velato tramonto del sole che, nonostante la tempesta di sabbia, regala comunque colori incredibili che spaziano tra le mille sfumature di rosso e arancione. Anche volendo sarebbe stato impossibile trascorrere la notte nell’accampamento tendato; in ogni caso avevamo già optato per dormire in una Kasbah affacciata sul deserto, validissima opzione per chi – come i miei compagni di viaggio – non se la sente di dormire nei campi tendati. Qui ci godiamo la cena più deliziosa del viaggio: zuppa tipica marocchina, la “seffa” una specie di pasta (spaghettini finissimi) condita con cannella, uvetta e zucchero a velo (buonissima!), tajine di carne con prugne e per finire un piatto di buona frutta fresca. Giusto il tempo di una doccia e ci addormentiamo cullati dal rumore del vento che nel frattempo non si è ancora calmato!

Giorno 5 – 28 Aprile: Merzouga, Azrou, Fès

Mi sveglio all’alba e finchè tutti dormono mi godo il sole velato che spunta fra le dune. In lontananza vedo qualche carovana di dromedari di ritorno dagli accampamenti tendati (come avranno fatto a passare la notte lì in mezzo con il vento che c’era?). Che pace. Che silenzio. Che spettacolo emozionante ed indimenticabile!

Consumiamo la colazione sul patio del riad che si affaccia direttamente sulle dune e prima di partire ci tratteniamo ancora un po’ nel cortile esterno. Facciamo qualche foto e andiamo a salutare i dromedari che si rifocillano sereni dopo la traversata appena fatta. Nonostante siano solamente le 9 la temperatura è già molto alta. Oggi ci aspettano molti chilometri per raggiungere Fès dove trascorreremo le ultime due notti del nostro soggiorno. Come al solito però la strada non ci pesa più di tanto perchè i paesaggi regalatici dalle catene montuose marocchine non lasciano spazio alla noia, così come la nostra guida che rallegra l’atmosfera in ogni momento. Per pranzo ci fermiamo in un ristorante che più tipico non si può: nessuna ombra di turisti a parte noi ed un’altra coppia che viaggia nella jeep che ci segue da stamattina. Ovviamente… vietato agli stomaci deboli! Noi cerchiamo di far finta di non vedere e ci limitiamo a mangiare la carne alla griglia che ci viene servita con contorno di insalata marocchina (in genere composta da pomodori, olive, cipolla e le immancabili spezie – soprattutto il coriandolo -) e del buon pane: tutto ottimo ed estremamente economico (per dare un’idea in questi giorni abbiamo pranzato con circa 7 € a testa, acqua e caffè compresi).

Nel pomeriggio per sgranchirci un po’ le gambe e spezzare i chilometri che ci separano da Fès, ci fermiamo nella foresta dei cedri di Azrou, famosa perchè popolata dalle bertucce, una varietà di scimmie che ho incontrato a Gibilterra. Abbiamo con noi quel che resta di una banana acquistata nei giorni precedenti e loro non si fanno pregare.. anzi: meglio gettare subito quanto di commestibile vi ritroviate per le mani, altrimenti ci penseranno loro a venirselo a prendere! Arriviamo a Fès nel tardo pomeriggio: l’atmosfera cambia completamente. Tutta la calma a cui ci eravamo abituati, le strade in cui incontravamo una macchina ogni 20 chilometri, le distese infinite di paesaggi che sembrano quadri, i greggi in pascolo, il rosso delle montagne, le dune di Merzouga… lasciano spazio al caos del traffico che troviamo per raggiungere il riad. Inoltre il tempo inizia a non essere più dalla nostra parte e non lo sarà fino alla fine della nostra vacanza. Veniamo accolti in questo (neanche a dirlo) meraviglioso riad con il consueto tè alla menta che prendiamo sempre volentieri. Ci rilassiamo un po’ nelle nostre stanze prima di prepararci per la cena al termine della quale, come ogni sera, ci concediamo incondizionatamente al letto!

Giorno 6 – 29 Aprile: Chefchaouen

Nonostante le previsioni meteo continuino a segnalare pioggia per tutto il giorno non ci facciamo scoraggiare e dopo colazione partiamo alla volta della perla azzurra del Marocco: Chefchaouen! Durante il tragitto restiamo incantati dai colori dei campi di grano pronto per la mietitura: le mille sfumature di giallo e verde dipingono paesaggi da cartolina. Ogni tanto incrociamo qualche donna seduta a dorso del suo mulo carico di erba utilizzata per nutrire gli animali o qualche gruppo di bambini che giocano allegri ai lati delle strade: sembrano scorci di epoche per noi ormai dimenticate. Quando arriviamo a Chefchaouen piove leggermente. Non abbiamo in programma nulla di preciso da vedere, perciò dopo una breve sosta per un caffè iniziamo a gironzolare senza una meta tra i vicoletti blu tipici della città. In questa città ogni angolo, scalinata, porta o negozio è un buon posto per una foto. Passiamo davanti ad un fornaio e ci fermiamo a curiosare finché inforna il pane; il profumo che si diffonde nell’aria ci fa venire voglia di acquistare un paio di pagnotte che mangiamo proseguendo nella nostra passeggiata. Passiamo davanti ad uno dei tanti negozi che attira particolarmente la nostra attenzione: “La Botica de la Abuela Aladdin”. Si tratta di un negozio che vende spezie, saponi, profumi ed altri prodotti per la cura del corpo che ha la particolarità di aver appese su tutto il soffitto del primo piano composizioni create con saponi per il corpo o bottigliette di spezie. Giuro: avrei comprato tutto! Non ci resta molto tempo, quindi decidiamo di mangiare qualcosa al volo nella piazza principale della città prima di rimetterci in auto per tornare a Fès. Arriviamo in città nel tardo pomeriggio e scopriamo che per la nostra ultima notte ci è stato riservato un riad davvero incantevole: come si suol dire finale con il botto! Ci accolgono con tè e pasticcini marocchini nel patio enorme e stupendo dove è situata una piccola piscina che di notte viene illuminata di blu. Lasciatemi qui! La nostra ultima notte in Marocco non prevede nulla di particolare: la medina di Fès è un vero e proprio labirinto e in ogni caso ci è stato sconsigliato – a differenza di Marrakech – di girare soli di notte. Quindi optiamo per cenare e poi goderci un po’ di relax nel patio del nostro splendido riad prima di andare a riposare in vista dell’impegnativa (e triste) giornata che ci aspetta domani.

Giorno 7 – 30 Aprile: Fès

Il volo che ci riporterà in Italia partirà alle 15. Ci godiamo con calma l’ultima colazione marocchina nel patio del riad. Abbiamo deciso di concludere il nostro tour con una visita guidata di Fès a cui, purtroppo, non abbiamo potuto dedicare più di qualche ora. La guida ci viene a prendere al riad e dopo pochi minuti ci troviamo di fronte ad una delle imponenti porte che segnano l’ingresso nella medina. Ci addentriamo poi nel reticolo di vie. E’ presto: i negozi del souk stanno ancora aprendo. Visitiamo la Medersa Bou Inania, la scuola coranica di Fès che mi incanta tanto quanto quella di Marrakech. Lungo il nostro tour ci affacciamo a diverse moschee segnalate dalla nostra guida e ogni volta penso a quanto sia un peccato non potervi accedere. Visitiamo poi uno dei simboli della città: le concerie. Per farlo saliamo nel terrazzo di una cooperativa che vende i prodotti per la cui produzione si utilizzano i pellami lavorati di sotto; ci viene consegnato un rametto di menta per sopportare meglio la puzza che proviene dalle vasche dove vengono lavorate le pelli. Che dire? Lo spettacolo è tanto bello quanto triste in quanto i bei colori delle vasche in cui vengono sciolti coloranti naturali per tingere le pelli, contrastano con il duro lavoro degli uomini che vi lavorano, immersi fino alle cosce in queste pozze. Continuiamo a gironzolare per la medina e magicamente ci ritroviamo nella parte del souk dove è iniziata la nostra visita che, per mancanza di tempo, sta già volgendo al termine. La guida ci attende fuori da una delle porte della città per accompagnarci nel piccolo aeroporto di Fès da dove partirà il nostro volo per Pisa.

Anche questa volta un pezzo del mio cuore rimane qui, tra le montagne che abbiamo attraversato, le dune di Merzouga, nel souk di Marrakech, nel villaggio dove quei bambini sorridenti ci hanno regalato l’acqua, nella bella medina di Fès… ovunque! Salgo in aereo con l’amaro in bocca ma mi consolo al pensiero che neanche questo sarà un addio, solo un arrivederci!

Guarda la gallery
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Spezie a Marrakech.

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I colori del tramonto nella Valle del Dades

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Miraggio?

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Architettura marocchina

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Taxi!!

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Magica Ait Ben Haddou

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Architettura marocchina

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Buongiorno Merzouga!

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Piazza Jemaa El Fna

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Le fontane di Fès

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Benvenuti a Fès

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Incontri a Chefchaouen

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Verso Chefachaouen

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Le dune di Merzouga

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Compagni di viaggio a Merzouga

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Pericolo: attraversamento dromedari!

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Le gole del Todra

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Strada o serpente?



  • NicolaRocca1987 NicolaRocca1987
    Buongiorno, volevo chiederle se può indicare come ha scelto la guida, e quanto è costata. Grazie Nicola"
  • NicolaRocca1987 NicolaRocca1987
    Buongiorno, volevo chiederle se può indicare come ha scelto la guida, e quanto è costata. Grazie Nicola"
  • NicolaRocca1987 NicolaRocca1987
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