Marche e un pizzico di Puglia
Non avendo molta alternativa per motivi lavorativi, io e il mio ragazzo Giuliano, decidiamo di concederci una vacanza nel periodo più caro e più affollato di tutta l’estate, ossia ferragosto. Scarichiamo da internet nomi di alberghi nella zona del monte Conero,vicino Ancona, e partiamo da Bergamo all’avventura venerdì 12 . Nel tragitto ci fermiamo a S. Marino S. Marino. Dall’autostrada percorriamo diversi chilometri prima di arrivare in cima all’altura dove la città è arroccata. Anche se è piena estate qui c’è una pioggerella leggera, fa freddo e c’è la nebbia che rende misterioso il luogo. Data l’alta affluenza di visitatori i vigili del posto ci fanno parcheggiare lontano e prendere un autobus che porta fino in centro.
La città è carina, con le sue mura medioevali e il paesaggio sottostante. È pieno di negozi di souvenir e piccoli locali turistici. Faccio anche una foto con la guardia tutta colorata che presenzia il loro “municipio”.
Ci rimettiamo in marcia e dopo poco il paesaggio pianeggiante lasciato in Emilia inizia a diventare morbidamente collinare. Scegliamo di ispezionare la zona di Osimo, che rimane circa 15 Km dal mare, alla ricerca di un’albergo. Qui troviamo ben segnalato l’hotel La Fonte, che ha disponibilità. La posizione dell’albergo è davvero bella: dalla nostra camera si ammira la bellezza delle colline e in lontananza i paesi circostanti arroccati anch’essi sui colli. Il costo è di 66 Euro con colazione compresa, la camera è semplice e pulita. Il personale (in particolare Francesca, la proprietaria) è molto gentile e disponibile ad fornire informazioni sui luoghi da visitare. Osimo. Per arrivarci dalla riviera bisogna percorrere circa 10 Km di strada collinare che costeggia grandi campi di girasole che in questa zona sono tutt’altro che rari. Mano a mano che ci si avvicina si nota l’imponenza della cinta muraria, all’interno della quale c’è il centro strorico più arroccata. Come nei paesi limitrofi lo stile è quello medioevale e non mancano chiese di pregio e vicoli caratteristici. La sera la gente affolla i locali vicino alla via principale della città.
La sera ceniamo in un luogo consigliatoci, il Mattarello, a Castelfidardo, dove la cucina è ottima (vedi pasta fatta in casa con salsiccia e formaggio di fossa) e il prezzo contenuto. Inoltre dopo una bella mangiata è piacevole passeggiare di sera per il centro di questo paese, famoso sia la produzione di fisarmoniche di pregio, sia per la battaglia risorgimentale, verso la metà del 1800.
Loreto. Soprattutto luogo di pellegrinaggio religioso, si trova a pochi Km da Osimo e il centro è circondato come ad Osimo da un’imponente cinta muraria. Dopo Lourdes e Fatima è il luogo in Europa più visitato per questo tipo di viaggi. Domina la pianura sottostante e il maestoso santuario di sera è visibile da molto lontano per la sua eccellente illuminazione. La chiesa all’interno è enorme e ricca di opere d’arte. Essa custodisce gelosamente l’antica chiesetta originaria di mattoni con la famosa madonnina nera.
Il mare di Numana è a 5 km di distanza e in questo periodo i luoghi vicino alla spiaggia sono presi d’assalto dai turisti.
Recanati. Arrivando dalla strada esterna si nota l’Ermo colle dell’Infinito, perché questo è il paese natale di Giacomo Leopardi e noi siamo qui per lui, il poeta. La visita alla sua abitazione può comprendere la casa e/o la biblioteca. Decidiamo di visitare solo la prima.
Ogni gruppo è accompagnato da una guida, che spiega dettagliatamente aspetti sconosciuti a molti. La casa è in realtà un palazzo maestoso ancora di proprietà dei discendenti di Leopardi che abitano al piano superiore, inaccessibile al pubblico. Il percorso si sviluppa attraverso i luoghi di studio e quelli della vita quotidiana passando per la finestra dalla quale Giacomo sentendo i suoni della vita aldifuori traeva ispirazione per le sue opere più famose.
Dopo circa 45 minuti il nostro itinerario a occhi aperti si conclude con un po’ di malinconia per la vita infelice del poeta.
La stessa sera ci viene consigliato un buon ristorante a Porto Recanati, che purtroppo non riusciamo a trovare, ma in compenso scopriamo un lungomare chiuso al traffico e pieno di vita, dove trascorriamo una piacevole passeggiata. Notiamo le case con gli infissi dei colori più svariati, che rendono singolare e allegro il nostro percorso. Il giorno seguente ci crogioliamo sulla spiaggia di Numana, dove il mare è pulito e molto più simile al Tirreno che all’Adriatico, non c’è sabbia ma frammenti di sassi piccoli, arrotondati e quasi bianchi che non sporcano e che non si appiccicano agli asciugamani. Una mattinata decidiamo di visitare Sirolo, una delle località più esclusive della zona, arroccata su un piccolo monte. Il paese è piccolo, pulito e gode di una magnifica vista sul monte Conero. Ci rilassiamo su una panchina vicino alla piazza più grande ammirando il paesaggio vicino. Da questo paese, percorrendo una pineta si arriva ad una spiaggetta, chiamata di “San Michele” dove il mare è più trasparente e la zona più isolata al riparo dai turisti.
Dall’alto del monte Conero, si può arrivare ad un’altra piccola baia, dove si trova la spiaggia di Mezzavalle che dicono sia ancora migliore rispetto a questa. Grotte di Frasassi. È una delle attrazioni da non perdere assolutamente. Si trova a circa 70 Km da Osimo, la località è Genga e andando verso l’entroterra pian piano le colline lasciano il passo alle montagne fino a che non ci si sente circondati. Le indicazioni ci dirigono verso il parcheggio di un’area di sosta dove c’è la biglietteria. L’entrata è piuttosto cara (11Euro) e sul ticket c’è stampigliato l’orario di visita. Pochi minuti prima l’altoparlante avverte di recarsi al bus che ci porterà all’ingresso delle grotte. Si entra in gruppo, capitanati da una guida-speleologo che ci porta nei meandri della Terra, ad una temperatura di 14 °C, attraverso un tunnel con porte automatiche che mi sembra essere stato copiato da qualche film anni 70 di 007. Le grotte sono composte da diverse “sale” con nomi particolari, come quella delle Candeline e quella dell’Orsa a seconda di quello che evocano nell’immaginario collettivo. La scoperta di queste cavità naturale risale al 1978, quando per caso due speleologi seguendo un piccolo cunicolo si ritrovarono sul cosiddetto “balcone della paura”, come fu in seguito da loro nominato. Al di sotto di esso solo il vuoto, splendente di stalattiti e stalagmiti.
Questo spazio, definito “Grotta del grande Vento” è enorme, anche se non sembra, perché qui si perde il senso della misura. Basti pensare che qui il Duomo di Milano ci starebbe comodo comodo. Il percorso si snoda attraverso le altre sale molto suggestive. Sembra di scoprire un altro mondo, fatto di lentissimi processi cominciati migliaia di anni fa e che proseguono tuttora. Le stalattiti e le stalagmiti infatti crescono con un ritmo di 1 mm l’anno. Purtroppo non si possono scattare foto, ed è un peccato, perché sarebbe bello imprigionare questa realtà così difficile da immaginare. Dopo un’ora e mezza il nostro itinerario si conclude e torniamo al mondo attuale soprattutto al caldo estivo… Urbino. La visitiamo facendovi tappa durante il viaggio di ritorno. È posta su un’altura e si sviluppa in un susseguirsi di salite e discese. La città è in stile medioevo-rinascimentale ed è famosa per le sue tante Università. Ammiriamo l’imponente Palazzo Ducale, piazza Rinascimento e la casa di Raffaello Sanzio nell’omonima via. L’impressione personale che ho avuto è quella di una città affascinante e gelosa delle sue origini, ma al tempo stesso severa e austera.
Per quanto riguarda le Marche la nostra vacanza è conclusa, ma in realtà non finisce qui. Infatti il nostro viaggio prosegue fino in Puglia, dove ci aspetta mia nonna e mio zio che non vedo da molto tempo.
Per spezzare il viaggio decidiamo di fare una tappa negli Abruzzi, ma non abbiamo fatto i conti col calendario: il giorno successivo è Ferragosto! Disperati telefoniamo a tanti alberghi, girovaghiamo sulla costa, ma niente, allora ci addentriamo nell’entroterra, ma ancora peggio: qui le strutture non esistono neanche! Così dopo circa 2 ore riusciamo a trovare una stanza a Chieti ad un prezzo piuttosto alto per le nostre tasche (100 Euro a notte).
Il giorno seguente proseguiamo il nostro viaggio e il paesaggio diventa pianeggiante abbellito da vigneti e ulivi a perdita d’occhio.
Il nostro albergo si trova ad Andria al costo ragionevole di 70 Euro a notte. Non diamo molto spazio alla cittadina ma al famoso Castel del Monte.
Castel del Monte. È rappresentato nelle monetine da 1 Centesimo di Euro ed è ad esso che si ispira Umberto Eco ne “Il nome della Rosa”, per la descrizione del convento benedettino. Fu costruito da Federico II ed è piuttosto piccolo e tozzo. La funzione per il quale venne costruito ancora non è stata scoperta. Forse costruzione di difesa o maniero di caccia o carcere .Ma non è solo per le sue origini che è considerato il castello degli enigmi, basti notare che il numero 8 (legato al mondo della cristianità) ricorre nelle geometrie: la base è ottagonale con ai vertici 8 torri ottagonali.
L’architettura ha in sé elementi musulmani. Inoltre i rapporti numerici della costruzione e della posizione nel quale è situato riconducono a fenomeni astrali, simili a quelli presenti nelle Piramidi egizie.
Vi arriviamo attraverso una strada disseminata di vigneti che in questa zona la fanno da padroni. È bellissimo percorrere la pianura e all’improvviso scorgere su un’altura questa costruzione medioevale e fiabesca . Si nota il castello anche quando in realtà si è molto distanti.
L’ultimo tratto è immerso in una pineta. Il prezzo di ingresso è di 3 Euro. L’interno è completamente spoglio, durante la nostra visita ospita ad una mostra fotografica di paesaggi pugliesi. Nel cortile del castello ammiriamo l’ottagono perfetto di cielo che vediamo al di sopra delle nostre teste e riesco anche a scattare una foto suggestiva sdraiandomi al centro del pavimento. Il paesaggio che circonda l’edificio è rilassante. Si domina la pianura intorno fino al mare. Starei qui ore e ore.
Nel pomeriggio tardo facciamo visita a mia nonna e a mio zio a Barletta. Cogliamo l’occasione per visitare questa grande cittadina da poco rimessa a nuovo nei suoi punti focali.
Barletta. Famosa per la Disfida dove gli spagnoli ebbero la meglio sui francesi nel 500. Il castello, fatto costruire da Federico II, è molto più grande di Castel Del Monte ed è sviluppato in larghezza. I giardini antistanti sono un’oasi di tranquillità nel traffico giornaliero. Al di là della strada c’è la cattedrale anch’essa suggestiva. Da non perdere inoltre c’è il Colosso, una statua di bronzo alta circa 5 metri del IV secolo d.C., sita alle spalle della bella chiesa del “San Sepolcro”. Di sera in queste vie tanti locali sono aperti e le strade sono affollate di persone che passeggiano, si trovano per chiacchierare o per partecipare agli eventi organizzati dal Comune d’estate.
Il giorno seguente vorremmo fare un po’ di spiaggia a Manfredonia, la località che ci risulta più vicina del Gargano, ma ad ogni modo la strada da percorrere è lunga poiché passa attraverso il traffico dei paesi. Così decidiamo di fermarci a Margherita di Savoia per concederci un po’ relax. Il mare anche se non è limpido per via del fondare sabbioso è pulito. Giuliano, vista la sua scarsa propensione per le discipline natatorie, apprezza il fondale poco profondo e ci divertiamo come bambini.
Il nostro viaggio termina davvero qui, ma non definitivamente, infatti speriamo di tornare qui a scoprire le tante bellezze che questa Terra ha da offrire, nonché per degustare le sue tante specialità per le quali è nota e che io davvero non mi sono fatta mancare.
A consolarci restano comunque le tante foto che hanno immortalato anche le emozioni che questa breve, ma intensa, vacanza ci ha regalato.
Alla prossima Alessandra (e Giuliano)