Mantova

Il mistero dei nani e dei giganti
Scritto da: StreetLife Camera
mantova
Partenza il: 20/03/2010
Ritorno il: 22/03/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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(60 ore al prezzo di 140 euro a testa) Partimmo avvolti dalla nebbia mattutina, per imboccare la strada che ci avrebbe portati in quel di Mantova. Il percorso più suggestivo, che attraversa le campagne e i piccoli paesi, prende il nome di statale 482. Uno slalom di sguardi tra tanti punti di vista e (purtroppo) tanti autovelox fissi. Trovammo quindi la scelta giusta nell’agriturismo, in zona appena fuori dal paese Soave Mantovano, a soli 7 chilometri dal centro. Il tratto che unisce la città a questa frazione è veloce e rettilineo, in pochi minuti sarete già d’arrivo alle vostre mète. Un parcheggio gratuito lo trovammo seguendo Viale Mincio, che costeggia la città, ed è forse il più comodo. A seguire potrete provare seguendo le indicazioni per Palazzo Te o infine prendendo per Campo Canoa. L’accesso al centro, qualora vi doveste sbagliare per distrazione, è monitorato ovunque, quindi fate attenzione a non rovinarvi la giornata e il portafoglio. La cartina per prendere decisione dei vostri percorsi la dovreste trovare in varie lingue già nella vostra struttura d’alloggio ma qualora aveste bisogno di ulteriori informazioni l’Info Point principali sono situati in Piazza Mantegna e di fronte all’accesso del Palazzo Ducale. La prima colazione di benvenuto ci fu servita in Piazza Sordello, nel pieno relax. I prezzi sono nella norma e il paesaggio intorno darà soddisfazione anche ai vostri occhi. Sarete esattamente al centro dei due punti storici più belli della città, da un lato Palazzo Ducale e il Castello di S. Giorgio e dall’altro le tre piazze quali Broletto, Erbe e Mantegna su cui si affacciano l’imponente ed importantissima basilica di S. Andrea e la rotonda di San Lorenzo.

Palazzo Ducale, Castello di San Giorgio e Camera degli Sposi

Il suggerimento, per l’importanza e il tempo che vi porterà via, è quello di sfruttare la mattinata subito a Palazzo Ducale. Tra le opere che incontrerete, Pietro Paolo Rubens ”La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità”e Domenico Fetti ”Anton Maria Viani presenta il modello della chiesa di S. Orsola a Margherita Gonzaga” ma anche tante altre. Attraverserete la storia della famiglia Gonzaga tra inizio 1300 fino al 1700. Varcherete la nota Galleria degli Specchi, la Stanza del Labirinto nel cui soffitto/labirinto vi è riportato il famoso motto ”forse che si forse che no” del Duca Vincenzo, osserverete tele di Pico della Mirandola e opere di Giorgio Anselmi tra cui le allegorie dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco per poi passeggiare nello stretto corridoio dei Mori che faceva comunicare i piani nobili di corte Vecchia alla Domus Nova. Incontrerete pitture di motti e simboli arborei, putti, animali ed alberi a rappresentare la natura. Proseguendo arriverete al famoso corridoio di S. Barbara che unisce palazzo Ducale al castello di S. Giorgio, basterà arrivare fino in fondo ad esso, alle sue finestre, per capire meglio questo passaggio. I gradini verso la Camera degli Sposi (affrescata dal Mantegna), vi faranno sentire ancora di più all’interno di un castello. Molto bella anche la Sala di Troia dove dall’alto noterete la volta di Venere sorretta da Giove con le presenze di Vulcano, Diana e due vittorie, tra le nubi. Lungo le pareti vi seguiranno storia ed immagini di Troia, il Ratto di Elena, la costruzione del Cavallo di Troia, Laoconte ed i figli (soffocati dai serpenti). Le opere appartengono alla scuola di Giulio Romano assieme a Luca da Faenza, Rinaldo mantovano e Fermo Ghisoni. D’interesse anche la galleria dei marmi o dei mesi, per la vista sul cortile e le colonne a spirale soprastanti ed esterne. I mesi sono rappresentati da periodi di vita di bambini, a far intendere l’idea dello scorrere del tempo, mentre i segni zodiacali sono sorretti da figure alate. Incantevoli le piccole quattro sale (aria, terra, fuoco, acqua) del Passerino o delle Metamorfosi (di Ovidio) che danno sul Giardino dei Semplici. Infine entusiasmante il soffitto della Sala dello Zodiaco affrescata da Lorenzo Costa il Giovane. Interessante infine la Sala dei Fiumi (che da su Piazza Sordello) opera dell’Anselmi. Penserete che sia finita scendendo le scale e invece…verrete purtroppo a scoprire che tante sale e stanze non sono visitabili forse anche solo per motivi logistici e turistici. Esclusi quindi Palazzo del Capitano, la Palazzina dell’Estivale e l’Appartamento Grande di Castello ci dovemmo “accontentare”, chiedendo informazioni prima dell’uscita, di farci aprire l’Appartamento Veduvile (Corte Vecchia) detto anche “I Gabinetti di Isabella”, consistente nella dimora di Isabella alla morte del marito. Da qui noterete anche il giardino segreto, in cui nessuno sguardo poteva giungere. La particolarità dell’appartamento veduvile è di essere stato costruito esattamente sotto a quello in cui si viveva da sposati. Una mia opinione?Tutto veramente bello. Una sola cosa, per tutto il percorso d’interno, portatevi appresso un buon maglione perché la temperatura è abbastanza bassa.

Cattedrale, Rotonda di San Lorenzo, Cripta di S. Andrea

Usciti dalla corte dei Gonzaga, in Piazza Sordello, avrete l’opportunità di visitare la Cattedrale. Se proseguirete poi verso Piazza Broletto, giungerete a visitare la rotonda di San Lorenzo e l’importantissima Basilica di S. Andrea del Leon Battista Alberti. Il problema qui è l’accesso alla cripta in cui vi sono le reliquie del sangue di Cristo. Gli orari sono segnalati per l’inverno da lun a ven dalle 10.30 alle 11.30, il sab dalle 10.30 alle 11.30 e dalle 15 alle 17.30.La dom dalle 15 alle 17.30. La verità, che è la mancanza di personale, vuole che sia preferibile farsi avanti con i gruppi principalmente il sabato e la domenica, il resto della settimana, a meno che non siate un folto gruppo e abbiate fortuna, non è possibile la visita in cripta. Chi fa da guida sono pochi volontari quindi lasciate almeno un’offerta dignitosa per mandare avanti la cultura, non fate gli avari, almeno in Chiesa! Abbiamo provato un paio di numeri fissi segnalati sulle cartine ma non è stato facile prendere linea, abbiamo tentato quindi con i numeri di cellulare che troverete in chiesa, accanto agli orari. Sono appunto i numeri di telefono di due volontarie. Noi, per fortuna e tanta gentilezza, siamo riusciti a visitarla di lunedì mattina, soli e con tanto di guida/volontaria, ma è stato un caso!

Teatro Bibiena, Museo storico dei Pompieri, Museo Diocesano

Se vi vorrete abbandonare e concludere la prima giornata in questa area storica di Mantova, vi consiglio di non perdere il bellissimo e particolare Teatro Bebiena (circa 290 posti a sedere). Ci siamo incantati a fare foto e a guardarlo per una quarantina di minuti. L’accesso libero è fino al primo piano e addirittura al palco. Incantevole e grazioso. Il prezzo d’ingresso, che non ha orario restrittivo di visita, è di due euro, ridotto 1.20 euro. Al teatro vi si arriva dalla Rotonda di San Lorenzo proseguendo in Via Giustiziati e Via Ardigò. Quando uscirete, subito lì vicino, troverete la mitica galleria storica del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Se avete bambini…non li porterete più via da lì! Il museo è stato allestito in alcuni edifici del complesso di Palazzo Ducale. Ogni volta che passo per Mantova, ci faccio un salto, merita sempre! Il personale è gentilissimo e divertente, tutti i mezzi storici dei pompieri li troverete lì, persino un elicottero e tantissimi modellini. La musica che fa da cornice, assieme a foto e locandine storiche, rendono tutto molto suggestivo!!! Confortati dalla bellezza dei primi due luoghi pomeridiani, prendemmo nuovamente la via verso il teatro, svoltammo in Via Accademia e la seguimmo nel suo prolungamento di Via Cavour fino a Piazza Virgiliana dove trovammo il Museo Diocesano. Una camminata non troppo lunga. Ne uscimmo soddisfatti. I preziosi della chiesa, assieme ai cofanetti e medaglioni, sono veramente gran tesori curati nel dettaglio di pietre e un gran lavoro di manodopera. Appassionati o meno di opere clericali.

Seconda giornata tra Palazzo Te, Tempio e Palazzo di San Sebastiano, Casa del Mantegna, Casa della Beata Osanna Andreasi

Per orari e zone,ma anche per curiosità, la seconda giornata decidemmo di svilupparla partendo dalla parte opposta della prima partenza, cominciando proprio da Palazzo Te. Il nostro obbiettivo era innanzitutto la mostra degli arazzi, particolare e unica nel genere, ma era ovvio avremmo fatto una capatina all’interno di palazzo! Che dire dunque…gli interni affrescati sono della scuola di Giulio Romano, il che la racconta già lunga! La Sala dei Cavalli, porta ricordi di famiglia Gonzaga, che adorava questi animali e dava loro un nome che comparirà negli affreschi di ciascuno; proseguendo verso la Camera di Amore e Psiche, le pareti vi racconteranno tutte le prove che affronteranno, prima di sposarsi, per arrivare al maestoso banchetto, i due protagonisti. Si passa poi nella Sala dei Venti in cui la vita degli umani è messa in relazione con i segni zodiacali e dove maschere in rilievo rappresentano i soffi dei venti. Ma la sala che vi lascerà stupiti e seduti, in piena ammirazione, è la Camera dei Giganti. Il vero”pezzo forte”di Palazzo Te. Avvolgente quanto la storia che racconta. Potente la stretta di Zeus nel tenere in mano la saetta da lanciare nel mondo dei giganti. Impressionanti i volti di questi, rappresentati schiacciati dal peso di pietre e colonne. L’ira dell’Olimpo sia compiuta… Al secondo piano troverete la galleria(fissa) di opere, tra cui l’autore Federigo Zandomeneghi (1890), proseguirete e rimarrete affascinati dalla zecca cinquecentesca di resti egizi e mesopotamici, allestita e visitabile tramite un ponteggio in legno circondato da pietre a vista del piano sottostante. Coni originali, punzoni, monete e medaglie, frammenti, vecchi appunti, foto non troppo recenti di Tebe ma soprattutto lo storico sarcofago di Ankhekonsu della 17sima dinastia (900-800 a.c.). Addirittura pensate ci sono 25 Ushabti (avete presente quelle statuette egizie?beh hanno un nome e manco lo sapevo!).Vi farete rapire dai colori dei lapislazzuli presenti nelle collane e dal faìence, materiale, oltre al legno, che veniva utilizzato per costruire le mitiche”statuette” dei corredi funebri. Pensate che molte, sono state ritrovate solo perché, una volta, non dando loro importanza né valore, venivano lasciate in regalo a chi faceva scavi e scoperte!!! Pittura, fantasia e tesori egizi, il coinvolgimento è assicurato quindi non fatevi mancare questa visita, ve la consiglio vivamente! Degli arazzi, vi posso dire, se vi capita, andateci! Se volete qualche esempio degli autori che ho ritrovato all’interno della mostra, eccoli qui: Jehan Baudovyn (1544/48) “La paga dei soldati”,”il convitto degli ufficiali”; Willem de Pannemaker(1552/57) con Puttini nelle seguenti opere:”la danza”,”la vendemmia”,”il caprone”,”la città”, tutti modelli di Giulio Romano. La mostra rimarrà su fino al 27 giugno 2010 e ricordate che queste opere sono poche al mondo, il resto è andato distrutto per colpa del tipo di materiale, delle guerre o perché è stato rubato. Sono rarità! Usciti da palazzo seguimmo la strada principale, essa si unisce a Largo 24 Maggio e prosegue in Via Acerbi fino a portarvi proprio al Tempio di San Sebastiano, al rispettivo palazzo in cui è allestita una galleria fissa e alla Casa del Mantegna. La casa del Mantegna…non vi è rimasto nulla, andata distrutta, è stata ricostruita. Ora utilizzata per mostre. Merita, anche se forse poco valorizzato, lo storico quanto particolare cortile cilindrico inserito all’interno della volumetrica cubica della casa. Parliamo del tempio… si presenta molto particolare all’esterno e se vorrete fare qualche scatto,sarete ben serviti. Esso si divide in due, nella parte della cripta troverete pilastri con su scritti nomi di valorosi defunti nella congiura mazziniana del 1852, nella parte alta invece, la chiesa, vi troverete un altare cinquecentesco circondato da colonne. All’interno della chiesa plastici in legno del Leon Battista Alberti. Troverete anche ricordi militari riguardanti la battaglia di El – Alamein (Folgore), un’ampolla donata dalla Marina di Venezia, terra del Vallone di Nikolajevka (Ucraina-Russia 1941,1943) e terra di Montelungo datata 8 Dicembre’43.

Verso la pausa pranzo…

Calcolate le distanze da percorrere a piedi e terminati i panini, ci fermammo in corso Garibaldi, alla pizzeria ristorante Serenella, nella via appena dopo casa Andreasi. Per visitare la casa del ‘400 della beata Osanna Andreasi, appena dopo il tempio proseguite in Via Acerbi, svoltate a destra in G. Romano e nuovamente, a sinistra stavolta, in Via I. D’Este, la casa rimane in via Frattini, proseguimento di Via 20 Settembre. Molto carina, un peccato non farle visita. Anche qui il personale fisso mancava, quindi feci la telefonata il giorno prima per accordarmi su un orario. Non è comunque obbligatorio essere in gruppi. Cosa vedere e a che prezzo… Come biglietto vi consiglio quello cumulativo. Il costo intero è di 13 euro. Vi da accesso a Palazzo Te e rispettiva eventuale mostra, Palazzo Diocesano, Palazzo di San Sebastiano ed ultimo, ma primo forse d’importanza, Palazzo Ducale, che vi darà possibilità di trovarvi all’interno del castello di S. Giorgio e di visitare la Camera degli Sposi. Se volete fare anche la Carta Musei la potrete avere gratuitamente, ma forse è meglio valutare cumulativo più eventuali altre singole riduzioni presenti nelle varie strutture. In ogni caso, ne ho riscontrate poche e molto restrittive. Quasi sempre per fascia d’età o per facoltà universitaria specifica e basta. Casa Andreasi, Rotonda di San Lorenzo e il museo pompieri sono ad offerta libera. La visita alla cripta di S. Andrea costa credo un euro. Il tempio di San Sebastiano a biglietto intero viene 1.50, ridotto 1 euro. La casa del Mantegna, dipende se ospita mostre. Gli orari di visita sono molto restrittivi (9-12;15-18), non ci sono orari continuati e nemmeno con la mostra degli arazzi, suddivisa in quattro edifici, c’è stata l’idea o forse i soldi, di fare come in altre città, tenere aperto il sabato fino alle 24.

L’alloggio…

Il più economico trovato è stato il nuovo agriturismo Corte Casone in via strada Soana 17/a, Soave Mantovano, 7km. Dal centro. La gestione è di spagnoli che parlano benissimo l’italiano. La prima colazione è “essenziale”(ma non rimarrete a digiuno!), le camere sono giuste per chi deve rimanere pochi giorni, comunque pulite e comode. Niente tv naturalmente!Il prezzo è di 45 euro per una doppia, al giorno, compresa la prima colazione appunto. Le cifre che troverete per altre zone vanno dai 50/60 euro in su ma magari sarete distanti 20/30 chilometri dal centro.

Dove mangiare e perché…

Al ristorante Serenella abbiamo trovato tranquillità ma anche la simpatia del proprietario e dei prezzi! Un simpatico, tale Pintus Francesco (dalle origini sarde naturalmente) vi farà fare quattro chiacchere e vi metterà a vostro agio. Ci sono anche i menù fissi, ad esempio pizza + bevanda +caffè 7,50 euro ; 13,50 euro invece il menù con tanto di primo, secondo, contorno, ¼ di vino , caffè e coperto. Pizza veramente buona, il resto, da provare. Come ristorante per un pranzo serale, mi sono trovato molto bene al Chalet Te, proprio di fronte a palazzo Te. Appare lussuoso ma vi assicuro che si spende come dalle altre parti e si mangia veramente bene. La specialità è la carne alla brace, vi assicuro merita! Ma anche gli agnoli fatti in casa sono buoni!!! Le pizze vanno dai 5 ai 12 euro, gli antipasti dai 7 ai 13, i primi dai 6 ai 9 euro, i secondi dagli 8,50 ai 20 euro. A dieci passi da lì c’è anche una Pizzeria Marechiaro, sempre di loro medesima gestione. Come bar per colazione …beh io direi il bar Sordello della medesima piazza, se invece volete fare aperitivo, carino sempre sulla strada dopo il tempio di San Sebastiano, il bar Penna. Moderno e comodo. Come caffetteria, particolare per tutti i tipi di caffè che trovate e per dove è situato, vi segnalo la bottega del Caffè(caffè Salomoni) in Via Verdi vicino a Piazza Mantegna. Per le “pause al sacco” vi sono vari parchi, magari fermatevi in quello di Piazza Virgiliana.

Cartoline e souvenir…

Qualcosa d’importante e carino lo trovate nel bookshop di Palazzo Te, qualcosa d’altro invece in Piazza Sordello oppure nella tabaccheria che affianca S. Andrea.

Se decidete di stare via un giorno in più…

Io consiglio un salto a Palazzo D’Arco (l’ho visitato anni fa, a Marzo 2010 era chiuso per restauro) e una “corsa” al museo di Tazio Nuvolari (l’hanno spostato dal centro).Ah , dimenticavo…che credevate che vi svelavo il segreto dei nani e dei giganti?Visitate Mantova e capirete!!!Un saluto ai turisti per caso!!!



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