Mamma lì Umbri

Prima di tutto i protagonisti: Maurizia, Daniela (Dagnella) , Federico (detto Zampetti, è l’unico polentone con 4 umbri), Carlo e il sottoscritto (Leo). Gruppo incontratosi quasi per caso, ma alla fine perfetto. Di protagonisti ce ne sono almeno altri 5 o 6, ovvero i miei amici turchi che mi hanno invitato a visitare la loro terra, una terra...
Scritto da: Leo Fabbri
mamma lì umbri
Partenza il: 05/08/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Prima di tutto i protagonisti: Maurizia, Daniela (Dagnella) , Federico (detto Zampetti, è l’unico polentone con 4 umbri), Carlo e il sottoscritto (Leo). Gruppo incontratosi quasi per caso, ma alla fine perfetto. Di protagonisti ce ne sono almeno altri 5 o 6, ovvero i miei amici turchi che mi hanno invitato a visitare la loro terra, una terra che amano tanto e che ci hanno permesso di “sentire” nostra. Il risultato sono state 2 settimane in cui abbiamo visto più Turchia di quanta ne conoscano loro, correndo…Ma “vivendo” i luoghi dove eravamo. Iniziamo.

L’arrivo è alle 2.30 di notte ad Istanbul, aeroporto Ataturk, letteralmente “Padre dei Turchi”, che tutti amano e che troveremo continuamente per tutte le 2 settimane. Ci attende una autista per portarci in un ostello dove trascorrere questa prima notte. Viaggio al costo di 10 euro per 5 persone…Un affare! Prima di partire, vado al desk dell’Avis, per controllare che l’auto noleggiata dall’Italia ci sia davvero. No, non c’è nessuna prenotazione a mio nome!!! E pensare che se n’era occupato direttamente uno dei miei amici turchi!! Improvvisamente vedo il mio nome in un pezzo di carta…E il ragazzo mi conferma che effettivamente c’è una Fiat Palio per noi!! Ma noi avevamo prenotato una Focus SW..Siamo in 5..Con i bagagli di 2 donne!! Non ci sono Focus disponibili…Ma poi vedo la scritta Focus su un vecchio monitor..E vittoria…La macchina c’è e ce la porteranno in ostello la mattina seguente. Partiamo quindi di notte verso l’ostello nel pulmino, l’autista ama il calcio e io a mezz’ora dall’arrivo gioco subito la carta Fatih Terim e lui mi risponde con Federico Giunti, calciatore italiano della mia città che giocava ad Istanbul. 1 a 1..Ma siamo già all’ostello. E’…Bruttino…Come ce lo aspettavamo, cadente…Caldo, in 5 in una stanza…Va bene così!! Al risveglio un giapponese grida contro il portiere..Gli hanno rubato il denaro in stanza..Ben 1 milione di lire turche!!! Cioè 80 centesimi di euro!! Arriva la Focus dall’autonoleggio e usciamo agevolmente da Istanbul, senza visitarla…Lo faremo al ritorno. Direzione Goreme, Cappadocia. Strada buona, prima autostrada, poi statale. Dopo Ankara ci fermiamo a fare benzina, chiediamo informazioni..(tanto per attaccare bottone) e i simpatici benzinai ci offrono del chai (thè). Risate, scherzi, saluti. Ottimo!! Dopo Ankara il paesaggio si fa più tipico e particolare, con nomadi del deserto accampati in tendoni vicini alla strada. Al tramonto arriviamo a destinazione, Goreme. Il colpo d’occhio è fantastico, rocce che sembrano panna montata, colori caldi, atmosfera bellissima. Alloggiamo al Dawn Close, prenotato con una semplice e-mail. E’gestito da una signora scozzese e dal marito turco, è piccolo, ma pieno di giovani “zainati”. Da consigliare. E la cena la facciamo in un ristorantino all’interno delle tipiche rocce. Da ari-consigliare! La mattina partiamo in autonomia per un giro nelle zone limitrofe. La cosa più bella è certamente la città sotterranea di Derinkuyu. All’uscita un venditore di tappeti-gioielli ci si presenta con un buon italiano. Ci chiede da dove veniamo. Dagnella risponde: ”Italia, Umbria, DDDRRRR, terremoto”. Cinismo fatto donna! Il venditore offre chai e dalla sua cassaforte tira fuori un pezzo pregiato per noi intenditori un bracciale di splendido turchese, che Zampetti Polentun compra. Il turchese è una delle pietre più diffuse in Turchia, ma sul braccialetto di Zampetti non ce n’è traccia, è pura plastica!! Per strada visitiamo un caravanserraglio (metà fortezza, metà locanda) e poi arriviamo al tramonto (siamo fotografi o no!!) a Zelve, dove i Camini delle Fate si ergono maestosi. Ce li gustiamo prima da vicino, poi da lontano. Senza parole…Così entusiasti da stare solo in silenzio (…E Carletto fuma). Si rientra al nostro alloggio, cenetta, nanna. Prima di lasciare Goreme, visitiamo il suo sito, pieno di chiese rupestri, primi segni del cattolicesimo al mondo. Poi, in mattinata, si parte per un viaggio lungo lungo. Destinazione Nemrut Dagi, montagna sulla quale si trovano enormi teste rappresentanti divinità e Antioco I (??). E’ un viaggio veramente lungo. Carletto alla guida decide che bisogna sbrigarsi…Guida lui, 140 in autostrada, e vai col liscio!! Ma all’improvviso c’è un restringimento di corsia…C’è la Polizia…Ma fermano noi…Ma il poliziotto dice solo una parola “laser!!”. Carletto non spegne la sigaretta, mostra la patente, si prostra, io rigioco la carta Terim, e da 100 €, abbiamo lo sconto a 50€. Carletto, signore, ringrazia. Loro, più signori, ci suggeriscono dove bere er mejo Chai.

Si riparte e abbandonata l’autostrada, percorriamo strade dove il Medio Oriente è più vicino, bambini pastori a 3/4 anni con occhi luminosi, gente in giro con asini, auto decrepite che trasportano 7, 8 persone. E’ veramente bello, ma la meta, cioè le pendici del Namrut è veramente lontana. Arriviamo verso le 22, al primo alberghetto (sembra l’unico) chiediamo disponibilità. Toh…È vuoto, preso! Si rivela il posto più lurido del pianeta terra. Sui cuscini macchie gialle di diverse tonalità, aria afosa e insetti biposto ovunque. Il bagno è una turca…Talmente turca che decidiamo di fare tutto fuori…All’aperto. Dormiamo forse un paio d’ore perché alle 3 c’attende il furgoncino con autista che ci deve portare in cima al Nemrut (in macchina è fattibile, ma essendo a noleggio…). L’autista è muto, fuma alle 3 di notte…Guida, apre il finestrino, sputa…E la sua succulenta produzione rientra nel pulmino, guancia di Carletto per la precisione!! Ma solidale con il fumatore, si pulisce e non si scompone. Arriviamo in cima in una mezz’ora, poi da lì si inizia a camminare per una ventina di minuti. E’ un freddo terrificante, c’è vento, arriviamo in cima ad aspettare l’alba. Sì, perché quelle teste rosse vanno viste con i primi raggi dell’alba. Colori unici. Io rimango esaltato da questa faticosissima spedizione. Dagnella Cinica e Zampetti un po’ meno…Opinioni. Sono le 7 di mattina quando scendiamo…Già stanchi si riparte. Ci fermiamo un attimo a Kahrta…Quì è Medio Oriente, uomini con pantaloni neri dal cavallo bassissimo (tipo Aladino) che conversano nei bar, donne…Pochissime, col capo coperto, spesso anche il viso, che camminano a gran velocità per tornare a casa. A pensarci, l’Italia non è così lontana, ma questo ci sembra un mondo lontanissimo. E’ quello che più volevamo vedere.

Si parte in direzione della costa, il nostro obiettivo e di risalire tutta la Turchia e arrivare ad Istanbul in una settimana. I miei fratelli turchi mi avevano detto che la strada della costa meridionale è orribile: non è vero, è molto peggio, sono 800 Km di curve ininterrotte!! Pensateci: o rinunciate o vi portate uno zaino di Travelgum!! Il primo giorno l’umidità è devastante e lo passiamo interamente in macchina; una sola pausa, a fare un bagno. L’arrivo è a Mersin, dove mangiamo pesce fantastico a 4 soldi!! Si riparte direzione Alanya, dove arriviamo a fine mattinata. Quì è caldo, ma l’umidità è scomparsa: la località è carina, non troppo diversa dalle nostre, con molti turisti, soprattutto tedeschi e inglesi. I negozianti ci fanno però capire che non siamo tutti uguali: “Italiano, turco: una faccia una razza!!” In cima alla città c’è un castello, da visitare, ma niente di sconvolgente, sebbene la vista dall’alto è meritevole. Ripartiamo a fine pomeriggio, direzione Antalya, una delle località più viverecce. Dopo qualche ore e tante peripezie per i vicoletti del centro, troviamo il nostro alberghetto, prenotato da una gentilissima portiera di un albergo di Alanya…Al costo della telefonata!! Antalya è una cittadina abbastanza grande. C’è un vecchio “centro” pieno di vicoli stretti con vecchie madras, massaggiatori e localini non troppo raccomandabili, ma ci piace perché veramente originale. Ci sono poi un paio di belle Moschee da visitare, un colorito viale centrale, un Museo (alla visita del quale io mi astengo) e tanto mare. Lasciamo la città nel pomeriggio, si riparte verso Kas per la notte. Per strada ci fermiamo verso Mira, a vedere la chiesa dedicata a Santa Claus…Sì qui dicono che sia turco, non nordico; a qualche metro, visitiamo all’imbrunire delle suggestive tombe rupestri. Ci accompagna un bambino scaltro che ci acchiappa appena scesi dall’auto. Una piccola mancia, lui è contento, noi pure. Dalla Lonely prenotiamo per telefono una pensione, il gestore si chiama Omar, è simpaticissimo, la sua pensione ha un terrazzone sul tetto, con gran panorama, amaca ed angoli pieni di cuscini dove fumare l’arghilè (o narghilè). Il paese è molto carino, ceniamo in un locale dove veniamo attirati da un tizio che ci specifica di essere curdo, non come i suoi titolari turchi!! Prima avvisaglia di qualcosa che si seguirà per i restanti giorni!!! Da Omar prenotiamo un’escursione di un giorno in barca. La zona è veramente bella, mare turchese, ma soprattutto fondali pieni di rovine marine Romane, inabissatesi causa terremoto. Zampetti abborda una bionda polacca niente male…Tanto per esercizio di stile!! Al ritorno, il simpatico Omar ci prenota un ostello a Marmaris, all’interno del bazar. Arriviamo in tarda serata, l’ostello è 4 mura ed un tetto, ergo perfetto per noi!! La cittadina è molto vivace, tanti inglesi, diversi tedeschi, locali con musica davvero assordante, uno dietro l’altro, un bel porto, insomma un posto turistico, ma davvero bello!! Carletto oggi ci lascia, va a fare una gitarella di un giorno a Rodi (1 ora di battello), noi…Tanto per non perdere il ritmo..Ci facciamo un 3+3 ore di macchina per andare a Pamukkale, la “montagna di cotone”, ovvero una montagna con un costone di roccia costituito da bianchissimo calcare. E’ veramente bello, incredibile, nemmeno le tante italiane in posa per foto sensual-ridicole riescono a sminuirlo. Anche perché in cima c’è una teatro Romano, Hierapolis, conservato molto bene, grande e veramente suggestivo, con il proscenio ancora integro! La strada per il ritorno a Marmaris è tipicamente turca…E la sventurata Dagnella perde la parola e il cibo mangiato!! Non ci sembra vero di dormine per 2 notti consecutive nella stessa pensione!!

Si parte per Bodrum, la località di mare forse più famosa della Costa Turchese. Sembra che il turismo qui porti benessere, il porto è magnifico, c’è un bazar che non è quello di Istanbul, ma comunque bello, soprattutto c’è uno stupendo Castello dei Templari, assolutamente da non perdere. Carletto se lo gira pinne alla mano…Il deposito bagagli non accetta proprio tutto tutto!! A pochi kilometri ci fermiamo in una bella spiaggia, dove ci sono villaggi turistici davvero da favola. Ma a noi che ce frega de ‘sti ricconi??!? Ma chi sta meglio di noi!! Si riparte destinazione Kusadasi, altre 3 ore circa di auto. Telefoniamo ad una pensione suggerita dalla Lonely. Fuori della cittadina, ad un distributore, ci viene a prendere un pazzo scatenato, il titolare della pensione, con Harley dalla marmitta rumorosissima, giacca di pelle, frange e stivaloni. La sua pensione è in un vicoletto introvabile e lui è un vero boss! La stanza che ci ha preparato è una quintupla, cioè 2 letti a castello ed un materasso per terra!! Ma a noi chi c’ammazza!! Colazione ancora sul tetto-terrazzo, che dà un tocco di relax all’avvio di giornata. La colazione ovunque in Turchia consiste in cetrioli, uova sode, olive, yogurt, formaggio…Sapori forti di mattina, ma ci si abitua presto!! Partiamo subito direzione Efeso, anzi Maryemana. Oggi infatti è Ferragosto, ovvero giorno dell’Assunta…E Maryemana è il luogo dove storicamente la Madonna ha vissuto con S.Giovanni gli ultimi 2-3 anni della sua vita. E’ un posto semplicissimo, una chiesina di 40 metri quadri, sobria. Certo, siamo in paese islamico, che venera senza fasti la Madre del nostro Dio (per loro è comunque la Madre di un profeta)…Ma questa essenzialità ci piace, lontana anni luce dai milioni di souvenir dei nostri Santuari. Riusciamo pure a partecipare ad una SS. Messa in italiano e, veramente felici per la coincidenza della nostra presenza lì, ripartiamo verso Efeso, a pochissimi kilometri.

E’ un caldo che annienta quasi la voglia di visitare questo magnifico sito archeologico, ma al motto “Barcollo ma non mollo” ce lo vediamo in un paio d’ore. Andiamo a vedere poi il Castello di S. Giovanni, vera sòla, e poi partiamo verso Izmir, terza città turca dove ci aspetta il mio simpaticissimo amico Baran, che nella vita fa il monopolista…Di granite in Turchia. Mica scemo!! Lì non c’erano, ora lui ce l’ha portate ed è il padrone del mercato!!! Siamo suoi ospiti solo per una notte, ma la sua compagnia “autoctona” è fantastica. Ci porta a mangiare il miglior Doner Kepap della città.

La mattina seguente ci porta a fare colazione a forse 50 kilometri da casa sua. Ne valeva la pena??? Sì, yogut, formaggi, miele, etc…Lo abbiamo fatto vergognare per le quantità di cibo ingurgitate. Con rammarico per il poco tempo passato insieme, lo salutiamo…Oggi la destinazione è Istanbul. Su suo suggerimento prendiamo la nave a Bandirma, che in un paio d’ore ci porta ad Istanbul, evitando il traffico di Bursa, la zona dove c’è la Fiat e tanti altri stabilimenti industriali. Sul battello ci avvertono, ma anche in tv non si parla d’altro, che ad Istanbul è in arrivo nel pomeriggio la più grande tempesta degli ultimi 10 anni. E noi dove siamo???In nave!!!Fortunello!! In realtà il cielo di Istanbul si presenta cupo, ma niente di allarmante. Riconsegniamo la macchina all’aeroporto e ci mettiamo alla ricerca di un taxi, anzi 2 visto che siamo in 5. Il taxista non si pone il problema e saliamo tutti su un solo taxi (non sarà che la prima volta). ”Comodamente” ci dirigiamo verso casa di Okan e Nilay, la coppia che ci ha meravigliosamente ospitato per 4 giorni. Abitano in un quartiere residenziale, bellissimo, in cima ad una salita…Che il taxi (Fiat 131 inizi ’80!!!) riesce a scalare al terzo tentativo.

Okan e Nilay sono lì ad attenderci, in una casa da sogno, terrazza con vista Bosforo e soggiorno in cui si potrebbe improvvisare un Turchia-Italia di calcetto. Sono caldi, affettuosi e visibilmente felici del nostro arrivo. Un’ospitalità, tipicamente turca, che non soffoca, che dà priorità alla persona, non a cosa fare, ma soprattutto in grado di non farti sentire ospite, ma parte integrante della loro vita. Belli che siete!! La mattina vengo svegliato dagli sms dei miei altri amici di Istanbul, che ci danno il benvenuto. Capito che amici che ho!! Ci sentiamo Principi in una reggia…Un vero bagno finalmente a nostra disposizione, ce la prendiamo comoda ed usciamo verso le 11. A Sultanamhet visitiamo S. Sofia, la Moschea Blu, la Basilica Cisterna (chiamata Yerebatan Serali, introvabile qualcosa di simile al mondo!!): siamo semplicemente estasiati. Istanbul è veramente una città che merita di essere visitata, per le sua atmosfera non ha nulla da invidiare alle altre più rinomate capitali europee.

A metà pomeriggio andiamo al Bazar…E mamma mia che goduria!!! Centinaia di negozi, tutti pieni di oggetti singolari ed a buon prezzo, in un edificio davvero caratteristico. Il lato femminile di noi maschietti esce fuori con potenza. I negozianti…Che dire, fanno il loro lavoro, ti fermano di continuo…Ma, col giusto spirito, non è certo un fastidio, come alcuni sostengono. Sono simpaticissimi quando ti dicono che tutti i loro capi sono “falsi originali”. Torniamo a casa e lì ad aspettarci ci sono Sezin a Asli, altra mie amiche che ci hanno già organizzato la serata. Cena in riva al Bosforo, sul più bel ristorante che io potevo immaginare. Pesce ed atmosfera di gran classe; prima di iniziare a mangiare parlo col cameriere, dicendo che avremmo pagato noi, ad ogni costo. Gentilmente mi dice che è impossibile, sa che siamo ospiti e non c’è spazio di trattativa!! Questo è più che ospitalità, è amicizia, è desiderio che noi torniamo a casa entusiasti della loro terra e della loro gente!! Ce l’hanno fatta!! Passiamo la mattina a visitare il palazzo Dolmabahce, in riva al mare, residenza degli ultimi sultani. E’ maestoso, ma forse non esaltante. Poi, sempre in taxi ci facciamo portate a Taksim, un’altro quartiere che pulula di gente e vitalità. C’è un bel corso, simil Italia e pure una chiesa cattolica.

A cena i miei fratelli turchi, a cui si aggiunge Seray, ci portano in riva al mare, a Bebek, a mangiare patate al cartoccio con in mezzo ogni tipo di salsa. Buonissime!! Abbondantemente appesantiti, andiamo a fumare il narghilè…E sì, non possiamo mancarlo. Tutti sono aromatizzati a vari frutti ed anche per un non fumatore come me, non sono particolarmente forti. Poi Asli ci passa il suo, al cocco:semplicemente devastante. Dagnella inizia a tossire, la sua faccia si colora di rosso semaforo, le lenti a contatto espulse con violenza. Insomma…L’ennesimo trionfo!! Oggi tocca al Topkapi, palazzo storico nel centro di Sultanamhet dove hanno vissuto i vari sultani fino al secolo scorso. Fila interminabile, ma pare che ne valga la pena. Ed invece è stato francamente una delusione, niente di particolare onestamente. La parte più interessante era l’harem, ma la guida ci ha liquidato in venti minuti. Per fortuna però ad Istanbul c’è un posto che cura ogni atroce delusione…Che cosa??? Il Gran Bazar!!! Ci rifacciamo una visitina…Di un altro paio d’ore, tanto per gradire.

La cena è in un ristorantino chiccoso vicino casa di Sultan Okan, il mio amico.

E non mancano certo tutti i nostri amici e amiche, che appena usciti dal lavoro sistematicamente ci hanno raggiunto per tre giorni su tre. Mi chiedo: ma noi italiani siamo così caldi?? Fossimo stati quì, mi sarei aspettato una cena una sera…Poi: “Sai, domani ho un impegno, mi dispiace ma proprio non ce la faccio…”. Mi pare che il mito del nostro calore mediterraneo sia stato surclassato alla grande.

L’aereo parte di notte, Sultan aspetta con noi il taxi fino alle 3, non sia mai che ti faccia mancare qualcosa!! Due rapidissimi consigli pratici: la Lonely è a dir poco perfetta e per ogni acquisto…Contrattate, non solo al bazar, ma ovunque, alberghi in primis.

Grazie fratelli turchi!! Se avete bisogno, scrivete pure!!



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