Malta un paese globale

Sorprendo tutti e a 24 ore dalla partenza comunico ad amici e familiari che sarei partito da solo destinazione Malta. Perché proprio Malta? Sicuramente un retaggio degli studi geografici d’infanzia che avevano destato in me una curiosità atavica. Soprattutto cercavo una meta che potesse unire storia, cultura, mare e divertimento. Arrivato...
Scritto da: Massimo Calbucc
malta un paese globale
Partenza il: 10/07/2008
Ritorno il: 15/07/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Sorprendo tutti e a 24 ore dalla partenza comunico ad amici e familiari che sarei partito da solo destinazione Malta. Perché proprio Malta? Sicuramente un retaggio degli studi geografici d’infanzia che avevano destato in me una curiosità atavica. Soprattutto cercavo una meta che potesse unire storia, cultura, mare e divertimento.

Arrivato all’aeroporto mi accoglie una tassista donna e il primo gap è stato l’aver cercato di entrare nel taxi dalla parte sbagliata. Infatti, Malta ex colonia inglese ha la guida delle auto a sinistra.

La ragazza con il sorriso sulla labbra mi spiega che tutti cadono nello stesso errore e mi avverte che a Malta tutto funziona al contrario. A tal conferma la tassista si dimostra tutt’altro che indiscreta e inizia imperterrita a spiegare le particolarità di questa gente, di questa terra e mi fornisce tutta una serie di informazioni che mi saranno utili per il proseguo della vacanza.

Ad accogliermi all’albergo si presenta il proprietario di persona con un fare tutto particolare. Capisco ben presto che tale locale è un punto di riferimento per la comunità gay. Nonostante l’imbarazzo cerco di mostrare indifferenza. La stanza si presenta pulita, curata e il personale si dimostrerà prodigo di attenzioni e accorgimenti che acquieteranno tutti i miei pregiudizi inconsci.

A dire la verità durante il soggiorno il dubbio è sorto spontaneo: “non è che mi trattano così bene e poi …”. Alla fine non sarà così e il servizio offerto ha supererà tutte le mie aspettative.

Alla tassista avevo confessato la mia intenzione di noleggiare una bicicletta che si è andata a farsi friggere quando mi ha spiegato che tutti quelli che noleggiavano biciclette a Malta sono falliti. Infatti, l’isola presenta una serie di saliscendi che ricordano la leggendaria San Francisco e demotiverebbe anche un fan delle 9 colli .

Mi consiglia l’utilizzo dei mezzi pubblici: “sono economici e ti portano dappertutto”. In effetti il consiglio si rileverà utile. Gli autobus si presentano in un fascinoso stile anni ’50 colorati di un giallo splendente, decorati e cromati. Danno l’impressione di “schiattare” da un momento ad un altro e sono personalizzati dagli autisti che li trattano come se fossero di loro proprietà. Visto la mancanza di pezzi di ricambio ogni autobus si presenta diverso dall’altro e all’interno ogni autista li ha personalizzati a proprio piacimento. C’è chi vi ha messo dei santini, chi ha optato per la foto della madre, chi per quella dei figli, chi ci ha messo un ventilatore, chi ha sostituito la manopola del cambio con una palla da biliardo. Gli autobus, condizionati al naturale, girano sempre con i finestrini e la porta aperta. I maltesi scendono spesso al volo con grande naturalezza. Di tutti questi autisti quello che mi ha stupito di più è stato quello con il sedile ricoperto dall’asciugamano della Juventus. Distribuiva battute gratuite a tutti: agli utenti, ai ragazzi, ai colleghi che incrociava per la strada. Lui rideva mentre gli altri rimanevano attoniti. Poi accelerava, sgommava, inchiodava, raccoglieva i soldi dei biglietti in corsa. Un fenomeno! Su questi autobus ho vissuto gran parte della vacanza, ho incontrato gente proveniente da tutto il mondo. E in uno di questi viaggi mi sono trovato con diverse comitive e ho assistito al presente appello: “entrino gli africani, il gruppo degli asiatici, gli australiani e a completare i posti vacanti noi europei. Tra gli europei hanno spiccato le presente di studenti spagnoli che a seguito del piano di Zappatero si ritrovano a Malta a studiare inglese. Zappatero non sa, però, che a Malta si vive una movida che non ha niente a che invidiare a quella spagnola. Così, tutti gli studenti del mondo si ritrovano alla sera nel quartiere di Paceville e giù con le promozioni dei locali: paghi 1 bevi 2, chi offre wodka, quello che offre tequila, il locale dove si beve il coca rum in caraffa e il locale che offre sambuca. Al che la domanda mi è sorta spontaneamente: “ma chi beve la sambuca?” non ho ancora capito. Forse gli stessi maltesi.

Una serie di locali che fanno rabbrividire, non solo perché sparano un’aria condizionata a 0° con 30° di escursione termica ma, soprattutto perché, sparano musica rintronandoti fino al mattino. In questo modo tutti i giovani del mondo si ritrovano a parlare una sola lingua. Si potrebbe finalmente dire: “cittadini di tutto il mondo unitevi e parlate la stessa lingua”. Si vive la globalizzazione come forse in pochi altri paesi del mondo.

La stessa lingua maltese è un coacervo di lingue: inglese, arabo, italiano. Ed è bello ostentare un inglese maccheronico e farsi capire.

I maltesi che ti capiscono meglio sono le signore, capiscono l’italiano a meraviglia, dicono perché vedono la nostra televisione, e se chiedi un informazione faranno di tutto, accompagnandoti anche fisicamente sul posto.

Ostentando un inglese impreciso, i maltesi ti chiedono semplicemente di parlare in italiano e in dialetto romagnolo ho pensato “parla in italien clè mei”.

Ogni maltese è depositario dell’orgoglio della propria storia, della fierezza di aver difeso l’occidente e le città sono un vero e proprio museo a cielo aperto. La Valletta con le sue insenature fortificate, i suoi cunicoli insidiosi, le facciate barocche unite ai balconi vittoriani, la splendida co-cattedrale di St. Johns con annessa l’emozionante decapitazione del nostro Caravaggio e i giardini pensili dove degustare panorami mozzafiato sui diversi grand harbour. Mdina, l’antica capitale, definita la città del silenzio, domina a 360° l’intera isola. Perfettamente conservata fa respirare un’atmosfera medievale. Rabat, di converso, domina l’isola di Gozo.

Le spiagge sono poche ma buone: di un blu infinito l’acqua della laguna di Comino, di un colore dorato le spiagge di Golden Bay e di Armier Bay.

Alla fine della vacanza mi sono ritrovato a piedi. Scioccante è stato apprendere lo sciopero dei bussisti. Ho perso l’orientamento e non sapevo dove dirigermi. Ha sortito la mia incredulità vedere la coesione con la quale tale categoria ha affrontato lo sciopero. Azione di altri tempi che a riscontrato la solidarietà di gran parte della popolazione. Uniti hanno piazzato i pesanti automezzi nei punti strategici bloccando il paese. Dopo aver provato in diretta i brividi dello sciopero, lentamente mi sono gustato le contraddizioni dell’isola, dai vicoli romantici, ai paesaggi dorati e sono ritornato in Italia con l’aiuto dell’albergatore, superando a piedi il posto di blocco verso l’aeroporto, strappandogli un passaggio, entrando ovviamente, dalla parte sbaglia



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche