Malta, fortezza del Mediterraneo

A Malta per riposarsi ammirando la natura, arricchirsi della sua storia millenaria, apprezzare una gustosa cucina e godere di strutture ricettive di buona qualità a costi ancora abbordabili
Scritto da: fedina
malta, fortezza del mediterraneo
Partenza il: 04/09/2011
Ritorno il: 16/09/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Allora è deciso: si va a Malta!

Obbiettivo per lei: godere di un po’ di mare e sole dopo dodici mesi di lavoro e respirare un’ aria anche solo lievemente diversa da quella dell’amena provincia bolognese.

Obbiettivo per lui: visitare l’Ipogeo, i Templi Megalitici e dare una sbirciatina ai Curt Ruts.

Più in generale, chiunque decida di visitare questo arcipelago mignon potrà riposarsi ammirando la natura, arricchirsi della storia, apprezzare una gustosa cucina e godere di strutture ricettive di buona qualità a costi ancora affrontabili considerando che siamo in Europa.

I più curiosi potranno cimentarsi nella scoperta di luoghi nascosti e un po’ fuori rotta.

Abbiamo soggiornato otto noti a Malta e quattro a Gozo; nel bilancio finale avremmo gradito un paio di giorni in più a Gozo.

Ecco cosa abbiamo visto.

Malta

La Velletta

La Valletta, o come tutti dicono, Valletta, è probabilmente la più piccola capitale d’Europa, uno dei luoghi geografici più densamente fitti che abbia visitato, sia dal punto di vista umano che culturale. Valletta è tutto un saliscendi di stradine che in lontananza mostrano sempre il mare, e questo basterebbe già di per sé a giustificare un giretto a Malta. Ma c’è molto di più. Il barocco delle sue chiese che ricorda la Sicilia, il colore giallino delle sue case che la fa somigliare a Fez (soltanto però molto più ordinata e pulita) e infine le cabine telefoniche, rosse, tipicamente British, a riprova, per chi lo avesse dimenticato, che qui gli inglesi sono rimasti fino al 1964. Pare che Valletta abbia voglia di rinnovamento e così, senza troppo crogiolarsi sul loro passato, i Maltesi, messo da parte il loro spirito nazionalistico, hanno ingaggiato Renzo Piano per rifare il trucco alla capitale. Le aree oggetto di ristrutturazione e che pertanto abbiamo trovato circondate da cantieri, sono: il City Gate, la nuova sede del Parlamento e quel che rimaneva della Royal Opera House, distrutta dai tempi della seconda guerra mondiale.

Abbiamo iniziato a conoscere Valletta dall’esterno, passeggiando a fianco delle sue mura cinquecentesche per poi addentrarci tra i suoi palazzi e le sue strette vie ventose, lasciando per ultima la visita ristoratrice ai suoi più famosi giardini, i Lower e gli Upper Barakka Gardens.

Imperdibile la visita alla St. John’s Co-Cathedral (6 € comprensivi di un’audioguida a onor del vero assai prolissa), la cui facciata tutto sommato semplice non lascia presagire lo splendore interno: l’intreccio di marmi policromi dei suoi pavimenti, le sontuose cappelle laterali ed infine i suoi dipinti, primo fra tutti per numero di visitatori “La decollazione di San Giovanni”. Il dipinto è firmato nel sangue da quel genio iracondo e violento di Caravaggio, che si rifugia a Malta, entrando a far parte dell’Ordine dei Cavalieri, perché ricercato per un omicidio commesso a Roma (quando si dice la vocazione religiosa!). Successivamente viene allontanato anche dai Cavalieri e costretto a fuggire a voga verso la Sicilia per aver ferito gravemente un rivale durante un duello pure a Malta.

Il Museo nazionale di Archeologia (5 €), piacerà agli appassionati del genere soprattutto se visitato prima di dell’Ipogeo e degli altri templi. Nel museo infatti vengono esposti alcuni pezzi originali ritrovati ad Hagar Qim e Tarxien oltre che all’Ipogeo.

E poi palazzi, musei “minori”, vedute, tantissime colorate finestre, ma soprattutto a Valletta bisogna passeggiare assaporando la sua atmosfera cosmopolita e senza tempo e fare tappa al caffè Cordina dove noi, gaudentemente, andavamo anche più volte al giorno.

Una caratteristica di Malta sono proprio le finestre, chiamate gallarijas (dagli inglesi bow-windows), racchiuse dentro balconi di legno colorato di verde, azzurro, rosso e bianco. Da queste finestre le donne maltesi, fedeli alla tradizione araba, potevano osservare discretamente quanto accadeva in strada senza essere però a loro volta viste.

Floriana

Scesi dal Bus in prossimità della Chiesa di San Publiju per visitare La Valletta abbiamo impiegato un po’ a capire che ci trovavamo invece a Floriana, praticamente un sobborgo della capitale. Anche Floriana andrebbe conosciuta passeggiando con calma, scoprendo al momento che le strane lastre tonde disposte in diagonale sulla Pjazza San Publiju altro non sono che coperture di antichi granai sotterranei. Si possono anche attraversare i desertici Argotti Botanical Gardens, dove non abbiamo incontrato anima viva e finire sul sofisticato lungomare noto come Pinto Wharf, dove il beige morbido e caldo della pietra si sposa con il blu scintillante del mare.

Vittoriosa

Vittoriosa è la più interessante delle tre città della Cottonera (le altre sono Senglea e Cospicua). Risulterà particolarmente piacevole perdersi nel Collachio nelle ore del tardo pomeriggio. In questo piccolo quartiere di vicoletti ai cui lati sono disposti interi filari di piante grasse, regnano il silenzio ed una piacevole brezza proveniente dal mare.

Il lungomare, denominato S. Angelo Wharf, recentemente ha subito un’opera di valido restauro e offre oggi ormeggi per numerosi lussuosissimi yacht.

Mdina

La “città silenziosa”, come viene chiamata Mdina, è un luogo rilassante e gradevole. Arroccata a 200m di altitudine, spicca anche in lontananza per il suo colore chiaro. Il piccolo centro, visitabile in poco più di un’ora, è un susseguirsi di viuzze curve, pulite ed ordinate dove andare alla ricerca di palazzi d’epoca, balconi e finestre. Le sue strade sono strette e curve per almeno tre ragioni: per difendersi dal sole in estate, per proteggersi dal vento in inverno (che anche a Settembre non scherzava) e per seminare o tendere imboscate ad eventuali nemici, dato che non si vede mai dove finisce la via.

Rabat

Sorella gemella (e più bruttina) di Mdina da cui è stata separata per mano araba, la città di Rabat si è sviluppata fuori le mura, acquisendo un carattere più moderno della sorella. Ci sono alcune vie interessanti dove passeggiare come ad esempio dietro Casa Bernard. Non mancano attrazioni più culturali come le catacombe di St.Paul e di St.Agatha.

Marsaxlokk

E’ il principale porto di Malta, con un grazioso lungomare dove sono ancorati centinaia di luzzu multicolore. Sulla terraferma invece una sequenza pressoché ininterrotta di locali dove mangiare pesce e non solo a prezzi abbordabili. Tutte le mattine viene allestito un mercatino riservato principalmente ai turisti dove poter comprare i soliti oggetti di dubbio gusto. Operazione alla quale nemmeno io mi sono sottratta. La domenica mattina, invece, si tiene il mercato del pesce. L’immagine da cartolina di Marsaxlokk è stata completamente snaturata dalla costruzione di una grande centrale termoelettrica costruita su un lato della baia. Sulla sinistra del porto si trova una stretta spiaggia che potrebbe tranquillamente essere un campo nomadi: vecchie roulotte, tende, stendibiancheria, latte di benzina, poltrone da salotto, animali domestici di vario genere coprono quasi tutta la superficie calpestabile e sullo sfondo l’enorme centrale elettrica con i suoi camini fumanti. Cosa aggiungere… non ci è piaciuta particolarmente. Nonostante la vicinanza del porto però, l’acqua del mare sembra pulita e limpida.

Da Marsaxlokk decidiamo di raggiungere a piedi la famosa Peter’s Pool, sono le 13.00 e siamo pronti a percorrere una mezz’ora di cammino sotto un cocentissimo sole, nonostante gli sguardi increduli dei passanti cui chiediamo informazioni sulla direzione da seguire. Chiunque si sia apprestato a compiere questo tratto a piedi sarà quasi certamente incappato nel solito taxista abusivo che si offre di accompagnare i turisti. Questa volta però il copione cambia; ci dice che Peter’s Pool è chiusa perché stanno girando un film e ci propone un’altra baia. Noi malfidenti non gli crediamo e proseguiamo restando fermi nel nostro intento, salvo poi, dopo oltre mezz’ora di marcia trovare la strada sbarrata con il polizziotto che sentenzia: “there’s a movie” e ci indirizza a il- Kalanka, ”a nice place” dice.

Sliema

E’ una delle località di maggiore ricezione turistica. In posizione comoda a Valletta offre una vasta scelta di sistemazioni, ristoranti, locali e negozi. Il suo gradevole lungomare, abbellito da giardini pubblici curati e numerosissimi gatti, si presta a lunghe passeggiate. Lo “struscio” è garantito da mattina a notte perchè a qualsiasi ora incontrerete: sportivi che corrono, locali che portano a passeggio il cane e turisti di ogni età.

Sliema in maltese significa “salve, pace”; un saluto che i pescatori, rivolgevano alla chiesa di Nostra Signora al Forte di Tignè, tornando a casa. Oggi quella chiesa non c’è più. Rimane comunque un luogo non completamente privo di fascino.

La costa è rocciosa e l’accesso al mare è consentito tramite le onnipresenti scalette. Le acque sono in apparenza limpide anche se l’odore non era propriamente invitante. In alcuni punti si trovano delle piscine quadrangolari, scavate negli scogli, al fine di consentire un tempo, la balneazione delle ricche signore della nobiltà maltese. A noi invece è piaciuto molto passeggiare nell’intrico di antiche viuzze che si trovano più all’interno, si incontrano vecchie case ben conservate con le caratteristiche bow-windows o meglio gallerijas (da vedere l’edificio che ospitava la scuola per parrucchieri), signore fresche di messinpiega sedute in strada accanto ad auto ormai d’epoca: il tutto crea un’atmosfera autenticamente d’altri tempi.

St.Julian’s ed il quartiere di Paceville

La sera qui c’è molto movimento. Età media dei presenti 15- 24 anni, in gran parte a Malta con la scusa dell’inglese da imparare. Ci si trova però di fronte ad una strana commistione dei peggiori stereotipi vacanzieri di tutte le coste mediterranee e oltre: narghilé, tapas, tex mex, Hard Rrock cafè, kebabbari, pizzerie e pub irlandesi, stand di hennè e trecce africane, tutto assieme immerso in una musica continua, ossessiva e roboante.Insomma un mare di palazzoni dove baldoria e divertimento a tutti i costi sembrano essere la nota dominante.

Siti archeologici e templi preistorici a Malta

Ipogeo di Hal Safilieni, Paola. Abbiamo prenotato la visita direttamente dal sito www.maltaticket.com, circa due mesi prima al costo di 20 € a testa. Come noto è indispensabile prenotare con largo anticipo la visita in quanto il sito non può accogliere più di ottanta visitatori al giorno. E’ vietato l’ingresso ai minori di cinque anni così come è vietato fotografare. Si tratta di un luogo unico nel suo genere, un sito sotterraneo che si sviluppa su diversi livelli, in parte tempio ed in parte cimitero. Alcuni resti risalirebbero a 3500 a.C. Vedere l’Ipogeo era uno degli scopi di questo viaggio e quindi non potevamo proprio perderlo. Prima della visita rigorosamente guidata, viene proiettato un filmato e poi si procede alla scoperta delle varie stanze: il buio e la riproduzione dei suoni che si ritiene si potessero udire allora, sono molto suggestivi. I reperti ritrovati, in particolare statuette, vasi e amuleti, sono esposti al museo nazionale di archeologia della Valletta. Per quanto particolarissimo, si esce con ancora più dubbi di quando si è entrati. L’Ipogeo è tuttora oggetto di studi approfonditi che si spera possano fornire informazioni più precise relative al suo età ed alla sua funzione. Sconsigliato ai claustrofobici.

Templi di Tarxien, Paola. Ingresso 6 €. Rimangono pochi resti dei templi, abbastanza disordinati e stretti da numerosi condomini residenziali. Templi di Hagar Qim e Mnajdra. Ingresso 9 €. Sono considerati i siti meglio conservati e si trovano in posizione spettacolare, quasi a picco sul mare con vista sull’isolotto di Filala. Sono probabilmente i templi in pietra autoportante più antichi del mondo, costruiti addirittura mezzo secolo delle piramidi.

Spiagge a Malta

E’ ormai opinione diffusa: ”non si va a Malta per il mare”. Tale affermazione trova giustificazione nella scarsità di spiagge rispetto ai reali chilometri di costa e nella lontananza di queste dai luoghi di interesse artistico-culturale.

Se proprio avete voglia di mare, meglio Gozo!

Noi abbiamo visto.

Paradise Bay: vi siamo giunti dopo un interminabile viaggio in autobus, da Sliema. Un’ora e trenta minuti di percorrenza fino a Cirkewwa, a causa del traffico intenso, più 1km a piedi fino a questa piccola baia. I colori del mare visti dall’alto sono molto belli anche se poi ci siamo trovati a nuotare tra sacchetti di plastica e vaschette di gelato industriale da un chilogrammo. La piccola spiaggia cui si giunge dopo aver percorso una scaletta, è sempre molto frequentata perché offre un grande parcheggio che richiama molte famiglie con bambini. Rovina il quadro la vista sul mega albergo che si erge sullo sfondo e del cantiere in lontananza.

Mehliea Bay: la spiaggia più lunga di Malta, un mare lentamente digradante adatto ai bambini e con una giungla di ombrelloni e lettini che fanno molto riviera romagnola.

Golden Bay: una baia gradevole, discretamente grande e stranamente non troppo affollata nella giornata in cui siamo stati noi. La sabbia non ha nulla di dorato, il suo nome deriva dal Golden Sands Hotel che anni fa troneggiava dall’alto, oggi demolito e sostituito da un altro eco-mostro di dimensioni ciclopiche. Abbiamo trovato un mare molto mosso con grandi cavalloni, molte alghe ma a parte questo l’acqua era abbastanza pulita.

Ghajn Tuffieha: (si pronuncia Ain Touffieha) è una spiaggia più stretta, intima e selvaggia di Golden Bay, da cui è separata soltanto da un lembo di roccia. Sulla cima di questa roccia si trova la carcassa di un albergo di cui è stata bloccata la costruzione, che sembra voler rovinosamente crollare a valle. Per arrivarci bisogna percorrere una lunga scalinata.

Il-Kalanka tal Gidien: è stato il ripiego dopo aver scoperto che Peter’s Pool era inaccessibile perché vi stavano registrando un film. Il-Kalanka da lontano sembra una bella baia, con le sue acque di tutte le tonalità del verde. Peccato però che più ci avviciniamo e più notiamo il grande affollamento… le rocce piatte su cui molti si sdraiano sono invase da rifiuti di tutti i tipi, compresi gli escrementi dei cani che numerosi nuotano beatamente in mare. Non resistiamo più di un’ora e scappiamo.

Comino

Stremati dagli interminabili viaggi in autobus con aria condizionata da sincope abbiamo preferito raggiungere Comino con una più salutare crociera, beneficiando della brezza naturale offerta dal mare. Ci siamo affidati a Luzzu Cruise che per 15 € ci ha condotto sull’isola minore dell’arcipelago, fermandosi a visitare sulla via del ritorno un paio di grotte (per la verità abbastanza perdibili). I colori della Blue Lagoon sono davvero impressionanti, peccato che sembri di stare in un formicaio, tale è la quantità di persone ammassate ovunque. Non essendoci un filo d’ombra oltre ad uno possibile spazio vitale dove fermarsi ad ammirare il paesaggio, abbiamo affittato ombrellone e due sdraio sugli scogli al costo di 12 €.

Gozo

Gozo, dice la leggenda riproposta a raffica da qualsiasi guida, è la terra in cui la ninfa Calipso trattene Ulisse per ben sette anni. Poi è sbarcata l’edilizia del turismo e di Calipso è rimasto poco più che il ricordo. Arrivando a Gozo con il traghetto ci accoglie una fotografatissima chiesetta dal campanile aguzzo, solo un assaggio delle tante chiese che si trovano sull’isola.

Victoria

Victoria o come molti la chiamano ancora Rabat è il capoluogo dell’isola. La zona più visitata è quella della sua splendida cittadella. Noi l’abbiamo fatto al tramonto, non abbiamo incontrato quasi nessuno e la luce era splendida.

Molto grazioso anche il borgo di Rabat: un intrico di vicoli e stradine costruite con lo scopo di ostacolare l’avanzata ai possibili invasori che qui si avventuravano. Le curve a gomito rendevano più improbabile l’essere colpiti da una freccia. Oggi che questo rischio non sussiste più, conviene passeggiare serenamente ammirando i balconcini scolpiti e le tante nicchie che contengono immagini di santi. Soprattutto quella di San Giorgio mentre ammazza il drago, onorato dalla bella Cattedrale di St. George.

Per raggiungere la cittadella si compie un passaggio quasi obbligato da Piazza Indipendenza, la piazza principale che gli isolani chiamano semplicemente It-Tokk (luogo di incontro), oltre al mercato della mattina non ha molto altro da offrire.

Basilica di Ta’ Pinu

Si tratta di un sontuoso santuario sulla strada per Gharb, praticamente in mezzo al nulla. Un particolarissimo luogo di devozione profonda, si dice infatti che ogni Maltese si rechi in preghiera a Ta’ Pinu almeno una volta nella vita per chiedere una grazia. La sagrestia custodisce un’enorme galleria dove sono accuratamente esposti molti ex-voto: stampelle, busti ortopedici, protesi, abiti da neonato, caschi da moto, ecc… E’ possibile avanzare richieste di grazie per se stessi o per i propri famigliari, personalmente ho colto l’occasione. I maltesi dicono, probabilmente invidiosi del grande richiamo di questa basilica, che per vivere a Gozo e non morire di noia ci vuole molta fede. In verità Santi patroni e funzioni religiose in pompa magna abbondano su entrambe le isole. La religione sembra assumere una valenza più sociale che intima; molti maltesi gravitano attorno alla parrocchia, cercando di migliorarla come in una sorta di competizione con i vicini. Ai turisti viene chiesta un’unica elementare forma di rispetto: presentarsi nei luoghi sacri in maniera decorosa (cosce e spalle coperte).

Templi della Ggantija

I templi della Gigantessa di Xaghra, risalenti al 3500 a.C. (pare siano i più antichi del mondo), sono una testimonianza della lunga storia di Gozo. Sono detti della Gigantessa perché soltanto dei giganti avrebbero potuto trasportare dei blocchi monolitici così pesanti e assemblarli fra loro. Il biglietto d’ingresso costa 5 € e dà accesso anche al vicino Mulino di Ta’Kola, quest’ultima tappa può risultare gradevole, se proprio non avete altro da fare.

Curt Ruts

A Malta e a Gozo è possibile osservare dei reperti archeologici unici al mondo, fra questi quelli probabilmente meno noti sono i Curt Ruts. Si tratta di canali paralleli simili a grossi binari scavati nella roccia, che si dice siano risalenti all’età del bronzo, impiegati presumibilmente per consentire lo scorrimento di grandi massi o secondo alcuni per far defluire l’acqua.

Una delle aree a maggiore concentrazione è chiamata Clapham Junction e si trova a Malta, poco distante dai Buskett Garden. Noi in realtà avevamo puntato quelli di Gozo, nei pressi di Ta’Cenc. Abbiamo così intrapreso un lungo trekking da Xlendi a Ta’ Cenc, ammirando le alte scogliere denominate Ta’ Cenc Cliffs, abbiamo girovagato in lungo ed in largo, attraversando paesaggi lunari, campi concimati con letame fresco, stalle e pascoli. Abbiamo chiesto più volte informazioni per raggiungerli, molti non avevano proprio idea dell’esistenza dei Curt ruts, da altri ci veniva risposto “si ci sono, ma non li abbiamo mai visti”. Alla fine dopo quattro ore di cammino, in avanzato stato di disidratazione abbiamo desistito. Dopo altri tentativi andati a vuoto, solo il giorno del rientro in Italia, siamo riusciti, facendoci accompagnare da un taxista, a raggiungere il nostro obbiettivo. Abbiamo così realizzato che non avremmo mai potuto scovarli senza aiuto, in quanto si trovano in vasto terreno di proprietà dell’Hotel Ta’Cenc (un cinque stelle in decadenza) che non ha alcun interesse a segnalare o pubblicizzare i reperti, in quanto questo renderebbe il terreno non edificabile o comunque area protetta. Alla fine trovare i Curt Ruts era divenuta più che altro una questione di orgoglio, ma francamente non è che siano poi così impressionanti.

Spiagge e mare a Gozo

Ramla Bay: una lunga spiaggia di sabbia rossa, con un fondale lentamente digradante dove tutti possono fare il bagno. Bella perché non circondata dai soliti palazzoni. Una particolarità è data dalla presenza, in mezzo alla spiaggia, di una bianca statua della Vergine, sfruttata da molti come riparo dal sole cocente.

Dwejra: anche qui, fortunatamente gli scogli a picco resistono agli scempi edilizi anche se non completamente: c’è sempre l’orribile cappella prefabbricata che accoglie tutti i visitatori. A Dwejra si trova la famosissima Azure Window, probabilmente l’opera della natura più fotografata di Gozo. Sempre qui, è possibile visitare la Dwejra Tower (ingresso gratuito), da cui partiva la funicolare collegata a Fungus Rock, un grande scoglio su cui cresceva una pianta rara che si credeva avesse proprietà emostatiche. Fungus Rock era tanto prezioso da essere sorvegliato a vista perché non venisse saccheggiato e da decidere di limare le basi delle pareti per impedire a chiunque di arrampicarsi. Solo successivamente è stato scoperto che la pianta non aveva alcun potere specifico. Un’altra particolarità di questa zona è l’Inland Sea, anche se, definirlo mare, appare eufemistico. Un piccolo bacino collegato al mare grazie ad un suggestivo e trafficatissimo tunnel roccioso. Dalla torre di Dwejira un percorso non semplice vi condurrà alla splendida Dwejra Bay. Qui l’accesso al mare non è molto agevole, ma la lunga nuotata in completa solitudine vi ripagherà delle fatiche.

Xlendi (si pronuncia sclendi): è un altro frequentato centro balneare, situato in fondo ad una lunga e stretta baia. Il luogo è molto bello; forse lo era di più qualche anno fa quando i palazzoni per i vacanzieri non avevano ancora ricoperto le colline circostanti. Ha anche una piccola spiaggetta, dove sembra di stare in piazza tale è la promiscuità con i locali per mangiare. Se potete, fate una breve camminata sulla sponda destra dove si trova la grotta Caroline, un anfratto nella roccia da cui le suore raggiungevano il mare per fare il bagno.

Marsalform Bay: sarebbe una bella e lunga baia; purtroppo è circondata da palazzoni sempre più alti e, bisogna dirlo… sempre più brutti. Le costruzioni, seppur relativamente recenti appaiono spesso fatiscenti e le conferiscono un’aria molto disordinata.

Mgarr Ix-Xini: una bella baia abbastanza isolata e pertanto quasi impossibile da raggiungere con i mezzi pubblici. Noi abbiamo preferito il “fiordino” che si trova alla destra della baia di Mgarr Ix-Xini, lido privato dell’Hotel Ta’Cenc. Era completamente deserto e quindi noi siamo rimasti un’intera mattinata indisturbati. Qui ho trascorso uno dei migliori compleanni della mia vita, per la bellezza del luogo goduto in maniera esclusiva. Unico neo: non un centimetro quadro di ombra.

Informazioni pratiche:

Volo Ryanair Bologna-Malta a/r, pagato € 155 in due, con un bagaglio in stiva. Voli assolutamente perfetti, puntuali, non una turbolenza. Addirittura all’andata lo stewart valutando l’altezza del mio compagno, ci riserva gentilmente i posti vicini alle uscite di emergenza, notoriamente più spaziosi. Le hostess di terra sono state stranamente permissive circa dimensioni e peso del bagaglio a mano, in entrambe gli aeroporti.

Bus Arriva: le battute si sprecano sul nuovo sistema di trasporto pubblico su strada di Malta e Gozo: “Arriva, se …….arriva”, “ se Arriva prendilo… potrebbe non passare più”. Se intendete, come noi, sacrificarvi alla causa ecologista o semplicemente siete poco avvezzi alla guida a sinistra e scegliete quindi di spostarvi in autobus, è fondamentale entrare prontamente in possesso del pieghevole che riporta le linee e le frequenze. Attenzione frequenze non orari, il che inciderà notevolmente sulla vostra programmazione giornaliera. Potete recuperalo fin da subito presso l’ufficio turistico presente in aeroporto, oppure presso la stazione dei Bus a Valletta o ancora nella zona ferry di Sliema. Possiamo dire che la situazione è tuttora in evoluzione: dall’11 settembre sono cambiate nuovamente alcune linee ed anche le frequenze. Si percepisce che ci stanno lavorando ma durante la nostra permanenza non è stato semplice come pensavamo spostarsi all’intermo delle isole. Gli orari sono indicati solo alle fermate capolinea, le frequenze sono basse, in alta stagione e soprattutto la sera capita che i bus raggiungano il numero massimo di passeggeri e in quel caso non si viene caricati e ciò non è molto piacevole soprattutto se la corsa successiva è prevista dopo un’ora. Le linee coprono abbastanza bene tutto il territorio ma non arrivano proprio dappertutto. L’aria condizionata è gestita dal conducente in relazione alla sua percezione: potrà essere in sintonia con voi oppure no, però passare dai 30° della spiaggia ai 15° del bus può essere in alcuni casi letale. Il traffico automobilistico soprattutto in alcune ore è molto intenso, costringendo anche i bus ad avanzare a passo d’uomo, le fermate sono molte e i bus troppo grossi per affrontare le piccole stradine dei centri storici, se poi queste sono in salita e a doppio senso di marcia… auguri. Insomma una mattina per andare da Tas Sliema a Cirkewwa abbiamo impiegato ben due ore, contro i 55 minuti previsti. Un’altra volta, diretti a Golden Bay sul bestione verde che avevamo atteso oltre 40 minuti a Sliema Ferry, passando per una stretta viuzza abbiamo abbattuto l’insegna di una pizzeria. Stop obbligato per consentire la discussione tra la proprietaria ed il conducente e si riparte. Dopo aver imboccato l’uscita di una rotatoria alcuni passeggeri cominciano ad agitarsi sino a quando un anziano signore maltese si alza e va a battere sulla spalla dell’autista informandolo di aver sbagliato strada, inversione a U appena possibile e via di nuovo verso Golden Bay. Insomma, probabilmente è un’abitudine antica, ma non deve sorprendere se le anziane signore maltesi o gozitane si fanno il segno della croce appena salite in autobus; del resto, lo fanno anche prima di entrare in mare per il bagno. A Gozo abbiamo cambiato strategia, nessun programma preciso ma tanta flessibilità, si arrivava a Victoria e il primo Bus che arrivava si prendeva. Nelle attese comunque inevitabili, si visitava Victoria o si pasteggiava a base di pastizzi ed arancini. Alla fine abbiamo comunque visto quasi tutto ciò che ci interessava (per saperne di più: www.arriva.com.mt). Pernottamento a Malta: Hotel Plaza Regency, 253 Tower Road; Sliema, stanza doppia con colazione € 52, prenotato con Hotelopia. Stanza grande, arredi recenti, buona pulizia ma con ….vista muro. Dalla finestra non arrivavano luce ed aria, sconsigliata ai claustrofobici. Io lo sono diventata li, inoltre costumi e teli da mare non si asciugavano mai. Le stanze vista mare costano un po’ di più ma sono certamente da preferire. Pernottamento a Gozo: Hotel Sant Andrea, Xlendi Promenade, Xlendi. Stanza doppia, non “sea view”, colazione inclusa € 74. Stanza piccola ma confortevole e pulita. Dopo l’esperienza di Malta non ci pareva vero di poter godere anche di un balconcino. Proprietari e personale sono molto cortesi e disponibili. Inoltre gli ospiti dell’Hotel fruiscono di alcuni sconti al ristorante di pertinenza che è veramente ottimo. Dove abbiamo mangiato a Malta: – “Caffè Cordina”, 244 Triq ir-Repubblika, Valletta. Il più antico caffè di Malta, in funzione dal 1837. Una visita alla capitale non è completa se non ci si ferma qui. E noi per onorare questo assunto ci siamo stati più volte, preferendo i tavoli all’interno del locale, dove l’ambiente è molto più caratteristico. I tavoli all’aperto, spesso presi d’assalto dai volatili offrono riparo all’ombra della statua della regina Vittoria. Degni di nota i dolci, ma anche i frullati di frutta fresca ed i piatti salati (Ftira, Qassat e Pastizzi) sono molto buoni.

Nei tavoli all’esterno, il servizio è inevitabilmente più lento.

– “La cuccagna”, 47 Amery Street, Sliema. Ambiente carino, con tavoli da pranzo “nudi” che mostrano le ceramiche incastonate a formare dei decori. Preparano qualche piatto tipico, noi abbiamo provato i ravioli alla ricotta, ed una vasta scelta di pizze. Abbastanza economico.

– “Ta Kris”, 80 Fawwara Lane, Sliema. Un ambiente curato e gradevole dove vengono offerti piatti tradizionali in porzioni molto abbondanti. Quasi un “must” per chi alloggia nei dintorni. Ottimi i Bragioli ma anche il pesce. Secondo noi è da provare.

– “Il Merrill”, Triq San Vincenz, Sliema. Un indirizzo intimo, garantito dai pochi coperti, dalla posizione leggermente defilata e dalla gestione famigliare. L’ambiente ricorda una tasca lisboeta, piatti abbondanti e prezzi nella media. L’accoglienza è particolarmente calorosa.

– “Piccolo padre”, 195 Tower Road, Sliema (al confine con St. Julian’s). E’ un ristorante a gestione italiana, dove poter mangiare su una bella terrazza o in una gradevole sala con muri in pietra e colori del mare. Buoni gli spaghetti allo scoglio.

– “Pastizzeria da Max”, Triq Santa Maria, Sliema. Una nostra tappa fissa per spuntini e merende. Ottime pizze al trancio al costo di ottanta centesimi e pastizzi sempre come appena sfornati.

– “Fontanella Tea Gardens”, Triq is-Sur, Mdina. Guadagnatevi un tavolino sul terrazzo e godetevi una gigantesca fetta di torta mentre ammirate il paesaggio delle campagne circostanti.

– “Carrubia”, lungomare di Marsaxlokk. E’ un locale che attira una numerosa clientela locale ma soprattutto turistica per le sue abbondanti porzioni e per i prezzi bassi. La qualità non è eccelsa; il nostro trancio di tonno era durissimo e l’insalata mista forse non avrebbe superato le prove di igiene dei NAS.

Dove abbiamo mangiato a Gozo:

– “Zafiro”, è il ristorante dell’Hotel San Andrea, dove alloggiavamo nella baia di Xlendi. Cucina eccellente e servizio curato, memorabili gli spaghetti allo scoglio ed eccezionali i dolci. Ottimo rapporto qualità prezzo, soprattutto per gli ospiti dell’albergo che possono fruire di uno sconto sul set menù.

– “Stone crab”, direttamente sul lungomare di Xlendi. Abbondanti le porzioni dei primi. Menù abbastanza omologato, prezzi nella media.

– “Valley View”, entrando nel paese di Xlendi, subito prima della chiesa. E’ un ristorante a gestione famigliare, i proprietari sono molto carini ed accoglienti. Il menù completo è molto economico (poco meno di 10 €), semplice ma ben cucinato.

Considerazioni generali

Il popolo maltese ci è parso cordiale e ben disposto verso gli stranieri, nonostante questi affollino in maniera incontrollata le sue spiagge ed i suoi autobus. Un popolo che mostra affinità storiche e culturali con il nostro ma anche molte profonde differenze; un ben riuscito cocktail di calore mediterraneo ed efficienza britannica.

Il paesaggio è invece particolare, una terra arida, scoscesa, impervia e quasi impenetrabile dal mare; non a caso Malta veniva denominata “Isola fortezza”. Ma anche una terra dove l’uomo è riuscito ancora una volta a devastare tratti di costa un tempo splendidi. Qui la cementificazione incontrollata e gli eco-mostri non mancano, solo in parte giustificati da una densità abitativa fra le più alte d’Europa. Ma l’arcipelago maltese è anche un luogo capace di regalare le sue bellezze più autentiche a chi non senza fatica riesce a raggiungerle. Sarà per questo che i fenici la soprannominarono “Maleth”, paradiso, da cui probabilmente il nome deriva. E chissà, forse se Ulisse non avesse avuto un debito d’amore con Penelope, su questo arcipelago avrebbe finito per metterci radici.

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Profumo di origano selvatico nella fortezza del Mediterraneo



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