Malindi, Watamu, Lamu: il Kenya vero
Abbiamo scelto come “campo base” Malindi, scelta che si è rivelata poi ottimale, dato che da qui si raggiungono facilmente tutti i luoghi delle escursioni e i parchi per i safari. Inoltre è molto più grande di Watamu e ci sono molti negozi, locali e ristoranti. Cosa che a Watamu non abbiamo trovato. Per il safari, sempre trovato via internet, abbiamo scelto la riserva Lxxxxxxx, al confine tra Tsavo West e Taita Hills. La riserva ha dei paesaggi spettacolari, ci sono parecchi branchi di animali, anche se non abbiamo visto nessun felino e il campo poi è qualcosa di unico. Probabilmente nei parchi statali avremmo visto più animali, ma qui abbiamo avuto il privilegio di essere gli unici spettatori di un paradiso così bello, siamo potuti scendere dalla jeep più e più volte, con pranzo nella savana, vedere il famoso Lion’s Rock e in più fare il safari notturno! Se avete pazienza, ecco il nostro racconto! Venerdì 4 agosto 2006 . Si parte!! Arrivo a Mombasa e trasferimento a Malindi Dopo mesi di duro lavoro e studio … finalmente arriva il 4 Agosto, data della partenza! Partiamo per Milano Malpensa con debito anticipo, dove saremmo dovuti partire alle 22.00 … Invece, sorpresa delle sorprese, RITARDO DI 4 ORE, si parte alle 2 di notte, che poi son diventate le 2.30! Poco importa, almeno mangiamo gratis in autogrill a Malpensa e dormicchiamo sulle scomodissime poltroncine della sala d’attesa. Poi ci imbarchiamo, volo ottimo, tranquillo, facciamo scalo a Zanzibar, e con qualche ora di ritardo atterriamo a Mombasa.
Dopo aver passato il controllo visti, fatti in Italia a Malpensa, quello dei passaporti e la dogana senza incontrare alcun problema, usciamo e troviamo un ragazzo con il nostro cartello “ELY & MARCO” che ci porta direttamente a Malindi. La strada è allucinante e l’impatto con la realtà Keniota sicuramente molto forte, pensavamo di aver visto veramente la povertà nelle periferie di Thailandia e Messico, ma non erano nulla a confronto! Scioccati dalla povertà di questa terra, così bella ma altrettanto povera, procediamo sulla Mombasa Malindi cercando di scansare le buche per terra, che sembrano voragini! K. È molto bravo, non ne becca una, ma noi siamo comunque un po’ agitati … le corsie esistono, ma più che viaggiare sulla propria carreggiata si fa uno slalom tra le buche, sperando che non arrivi nessuno dall’altro lato! Finalmente arriviamo a Malindi, dopo circa due orette e mezza di viaggio.
Eccoci finalmente a casa! Ci viene dato un caloroso benvenuto e subito facciamo amicizia con questa coppia formidabile: hanno reso indimenticabile la nostra vacanza.
Dopo esserci ripresi qualche minuto decidiamo di partire immediatamente alla scoperta di Malindi. A farci da guida il marito, che ci accompagna prima in spiaggia a vedere il mare, poi in centro a Malindi per fare un po’ di spesa. Prima in un supermercato italiano dove abbiamo trovato pasta italiana, olio d’oliva, sughi, qualsiasi cosa utile. Poi siamo stati in uno dei loro supermercati, Al Rxxxx, dove abbiamo trovato i loro prodotti tipici, tra cui dei fantastici succhi di frutta (che vanno diluiti!!!), marmellate e riso. La sera decidiamo di uscire di nuovo in compagnia di alcuni amici e andiamo a mangiare tutti insieme a un famoso ristorante sul lungomare, dove con una spesa media di 9-10 euro abbiamo mangiato davvero benissimo, sia chi ha preso la carne, sia chi ha preso il pesce. Ce l’avevano consigliato in Italia e devo dire ne è valsa davvero la pena! Infine i ragazzi ci hanno accompagnato alla gelateria italiana Oxxx, dove il gelato è veramente unico. Fanno anche una coppa con gelato e frutta fresca che è qualcosa di irresistibile! Infine nanne … meritate … In quel fantastico lettone! Sabato 5 Agosto, discovering Malindi Approfittando della compagnia degli amici, prendiamo subito il Tuk Tuk per il centro di Malindi e dopo cinque minuti siamo già arrivati e ci immergiamo subito nella vera atmosfera africana! Visitiamo il Mercato Vecchio, la via principale che da Malindi porta fino a Lamu, facciamo colazione al famoso Karen Blixen Bar, nella piazza dell’elefante, un po’ il simbolo della presenza italiana a Malindi. E’ qui infatti che la grande comunità italiana residente a Malindi si ritrova. C’è anche una bandiera Italiana appesa alle zanne del grande elefante, memore forse della notte folle dei mondiali! Prendiamo un altro tuk tuk e andiamo subito al Parco Marino, dove facciamo il primo bagno nell’oceano Indiano, oggi purtroppo abbastanza mosso, saranno più felici i kite-surfer. Poi purtroppo il flebile sole che c’era lascia il posto a dei nuvoloni neri e inizia a piovere, scappiamo con un Tuk Tuk di nuovo a Malindi dove mangiamo in un bar-ristorante frequentato unicamente dai locali,vicino al mercato turistico, dove mangiamo delle ottime samosa di carne e verdure! E chi se le scorda più!! Le samosa sono molto simili agli involtini primavera cinesi per la sfoglia, di forma triangolare, con un ripieno di carne, verdure o pesce a scelta. Sono veramente buone! Ritorna il sereno e continuiamo il nostro giro per Malindi, per finire poi a cena alla gelateria, dove prendiamo una mega coppa di gelato con frutta fresca … Una vera bomba! Domenica 6 agosto 2006 . Fabbrica del legno e kilili baharini Gli altri ragazzi sono partiti per il safari, così io e Marco cominciamo i nostri giri aiutati dalla coppia che ci ospitava. Ci facciamo accompagnare alla fabbrica del legno, vicino al punto di partenza dei Matatu, dove sotto una grande capanna un gruppo di trenta abilissimi intagliatori preparano statue e manufatti in legno tipici kenioti, direttamente sotto i vostri occhi. Sono veramente bravi. Poco distante un grande capannone al cui interno potrete trovare legno intagliato per tutti i gusti, dalle statue masai, alle giraffe, ippopotami, elefanti, porta frutta, vasi, qualsiasi cosa, di qualità veramente ottima, di ogni tipo, dimensione, colore. Si tratta di una cooperativa, i prezzi sono esposti, non c’è bisogno di contrattare, non c’è affollamento e la scelta è infinita. Noi abbiamo fatto qui il nostro primo acquisto: una coppia di masai, decorati con perline bianche e rosse, molto curati, un po’ pesanti ma veramente belli. Danno anche la possibilità di spedire gli acquisti in Italia e pagare con carta di credito. Consiglio di andare solo per la qualità dei manufatti, impareggiabile in nessun altro posto, e credetemi … ne ho girati parecchi … Il mio fidanzato ne sa qualcosa!!!!! 😉 Decidiamo di concederci una giornata di relax al mare, visto che c’è un bel sole e che i prossimi giorni saranno abbastanza frenetici. Ci facciamo portare da un tuk tuk al K. B., un villaggio molto lussuoso, offerto da due famossissimi tour operator italiani. Ci fanno entrare e usufruire di lettino, telo e uso piscina per 700 Ksh a testa. E’ tantino per gli standard locali, ma ero curiosa di trascorrere qui almeno un giorno. E’ senza dubbio bellissimo, ma non adatto per come viviamo noi la vacanza.
Poter godere della libertà dell’appartamento, della compagnia dei nostri ospiti, stando il più possibile a contatto con le persone del posto, conoscendo la loro cultura, i loro pensieri, i loro sogni. Questo purtroppo è spesso impossibile nei villaggi turistici che offrono sicuramente più confort, relax e lussi, ma in un’atmosfera asettica che standardizza ogni luogo, che secondo noi non ti permette di vivere la vacanza a contatto col la realtà locale. Ma questa è solo la nostra opinione! C’è però il vantaggio che quando ti viene voglia di godere di questi confort e lussi ci puoi andare liberamente, senza spendere un patrimonio! Passiamo la nostra giornata tranquilli in riva al mare, sotto un bel sole, con alle spalle una grande piscina e un giardino curatissimo, dove ci sono decine di divani con enormi cuscini bianchi, da cui il villaggio prende il nome, “i divani sulla spiaggia”. Cena a casa, con un’ottima pasta al pomodoro, grazie ai super pomodori comprati dal banchetto della “mama” di fronte al Post Office, consigliato perché oltre a costare pochissimo i proprietari sono molto onesti e non ti chiedono prezzi più alti solo perché hai la pelle bianca.
Lunedì 7 agosto 2006 . Malindi marine park Altra giornata di sole al parco Marino, in totale relax. Poi corriamo a Malindi all’ufficio della Kenya Airways, ci hanno spostato il safari, così ne approfittiamo per fare due notti a Lamu invece che una sola come preventivato.
Ci trovano il volo, 80 euro andata e ritorno, poi sentiamo l’albergo ***** prenotato dall’Italia e incredibile hanno posto anche l’8 notte! Fantastico!!! Martedì 8 agosto 2006 . Lamu Prendiamo il tuk tuk la mattina davanti casa e ci facciamo portare in aeroporto. Là conosciamo durante l’attesa una coppia di olandesi, anche loro diretti a Lamu, Jaqueline e Reinard. Con loro trascorreremo giorni indimenticabili su quest’isola, patrimonio dell’UNESCO dal 2001. Partiamo in perfetto orario, buon volo e atterriamo a Lamu dopo circa 30 minuti. L’aeroporto, se così si può definire (!) è una gruppo di casette col tetto in macuti. A confronto l’aeroporto di Koh Samui in Thailandia sembra Milano Malpensa! Ci aspetta un simpatico signore mandato dall’albergo, che ci accompagna al molo, dove prendiamo un barcone che ci porta all’isola di Lamu. L’aeroporto infatti si trova sull’isola di fronte: Manda Island. In 10 minuti neanche arriviamo.
E’ un’emozione indescrivibile mettere piede in quest’isola. Sembra di essere catapultati in un mondo profondamente tranquillo e rilassato, con scene d’altri tempi. Il tempo sembra essersi fermato a Lamu, da molti anni. Ci si muove soltanto a piedi qui, o cavalcando un asino, di cui l’isola è piena. Le stradine sono molto strette e un po’ buie perché i palazzi sono molto alti e quindi la luce filtra solo dall’alto e rende tutto molto più affascinante. Sarò matta, forse no, ma appena scesa a Lamu ho provato una sorta di déjà-vu … ho vissuto a Venezia per alcuni anni per l’università, e Lamu per certi aspetti me la ricorda molto. Le calli strette, buie, un po’ sporche, ma decisamente affascinanti, tra cui è bello girovagare, perdersi, guardare quello che fa la gente… E’ un po’ una Venezia musulmana con forti tratti arabi, nello stile e architettura dei palazzi. Io l’ho sentita così.
La nostra guida ci porta in mezzo alle strette viuzze fino all’albergo. Questi vicoli formano un vero labirinto in cui sembra impossibile riuscire a trovare la strada … Il J. HOUSE è molto bello, in gestione a degli svedesi, tranquillo, pulito e in stile tipico di Lamu. Noi abbiamo scelto la camera Bustani, più che altro per il letto. Infatti date le dimensioni OGM del mio fidanzato alto 2 m avevo visto tutti i siti degli alberghi e il J. House era l’unico ad offrire una camera con il letto senza il legno in fondo a sbarrare i piedi!!! La Bustani Room è romanticissima, dà sulla piscina; troviamo buganvillee sul letto a baldacchino e ha il bagno in camera. Non c’è acqua calda, come quasi in tutti gli alberghi a Lamu, ma fa talmente caldo che non ce n’è bisogno.
Pranziamo, ottimo anche il ristorante e la guida, come d’accordo, torna a prenderci dopo un’ora per una visita nella città di Lamu. Impossibile vederla bene senza l’aiuto di un locale. Ci ha accompagnato nei vari quartieri, quello arabo e quello swahili, al coloratissimo mercato della frutta, alla moschea, sul lungo mare e infine nel punto più interno dell’isola, dove i bambini corrono giocando a rincorrersi per le viuzze strette, urlandoti Jamboooooooooooooooooo!!! Qui abbiamo visto uno spaccato della realtà locale che rimarrà sempre impresso nei nostri ricordi di Lamu … E’ una realtà troppo diversa dalla nostra e credo che le reazioni non possano essere che estreme per Lamu: o la ami o la odi. E’ una città in prevalenza mussulmana, come del resto tutta la costa keniota, con le fogne a cielo a aperto (che poi è solo acqua, assolutamente inodore) in minuscoli canaletti ai lati delle piccole calli. L’odore forte è quello degli escrementi degli asini, unico mezzo di trasporto. C’è anche il Donkey Sanctuary, dove vengono “ricoverati” gli asinelli malati. Ma quello che ci ha colpito di più a Lamu è la gente. Per le strade, anche nelle più buie e fuori dai tracciati più comuni, tutti ti salutano. I bambini ti gridano gioiosi JAMBOOOOOO!!! Ti senti a casa, per quanto diversa e non-convenzionale possa risultare questa città.
Alla sera a cena ci siamo ritrovati con Jaqueline e Reinard a cenare alla Steak House Roof Top Resturant … Posto sicuramente carino, mangiare buonino, ma … va bene che in Kenya funziona tutto pole-pole (piano piano), ma l’attesa di 2 ore è stata veramente assurda!!! Ci accordiamo con loro per il giorno dopo: una doverosa gita in Dhow, la tipica barca a vela keniota. Mercoledì 9 agosto 2006 . Lamu: gita in Dhow Andiamo subito a pesca, vicino a Manda Island, dove però il bottino per noi 4 turisti inesperti è assai magro (è andata meglio ai pesci, che con la mia imbranataggine si son fatti un bel pranzetto con tutti i gamberetti che han rubato dal mio amo 😉 … ). Poi dritti alla spiaggia di Shella a fare un bel bagno rinfrescante e un giro sulla bella spiaggia incontaminata .. Poi slurp: piatto a base di pesce, riso al cocco e salsa ai peperoni e come frutta delle ottime banane fresche… Visitiamo infine Manda, dove chiacchierando io e Jaqueline riusciamo anche a perderci!!!! Il contatto con questi ragazzi così cordiali e dignitosi nella loro povertà ci fa apprezzare ancor di più quello che stiamo vivendo. E’ bello il posto, sono belle le esperienze, ma sono le persone che lo rendono speciale.
Al ritorno ero quasi commossa: sulla barca, con in sottofondo il rumore del mare, i ragazzi cominciano a cantare tutti insieme le loro e le nostre canzoni. Hanno come strumenti solo dei secchi rovesciati come tamburi e dei pezzi di legno che battono a terra per tenere il ritmo e … le loro 5 voci, il risultato è da pelle d’oca. Uno dei ragazzi ci diceva “Noi siamo poveri, sappiamo che siamo nati qui e qui moriremo, non avremo mai la possibilità di vedere il mondo, ma noi siamo felici e cerchiamo di regalare la felicità anche agli altri”.
Bhè Coconut, credo proprio che quel giorno ci siate riusciti, perché ripensiamo spessissimo a voi con tanta nostalgia per quel momento così puro e vero passato insieme. Giovedì 10 agosto 2006 . Lamu: donkey riding e ritorno a Malindi Pre-sveglia all’alba come sempre, con il muezzin che prega dalla moschea … un risveglio assolutamente inusuale, impossibile far finta di niente tanto è alto il volume degli altoparlanti … apri gli occhi e dopo qualche minuto di rincoglionimento, ti chiedi: “ma dove cavolo son finito?” … Poi pensi a Lamu, al porto, alla sua gente e sorridi. Sei fuori dal mondo in posto magico. Ahimé è già ora di tornare. Marco è tristissimo, non vuole più partire… io ci vado vicino.
E’ meraviglioso dopo solo un paio di giorni qui passare per le strade o per il molo e sentire la gente locale che ti riconosce e ti saluta chiamandoti per nome … Dove mai lo troveremo un altro posto così? Dobbiamo assolutamente tornare.
Per l’ultima mattina a Lamu facciamo i matti: vogliamo anche noi fare donkey riding … Cavalcare l’asino! Se lo dico a qualcuno che mi conosce non ci crederà mai!!!! E invece è forte, abbiamo girato un altro po’ per la città, a volte correndo a volte piano piano, con la paura che da un momento all’altro quel povero asino si stanchi del tuo peso e ti scaraventi giustamente per terra!!! Invece tutto fila liscio, sono molto docili e dolci.
Il mio fidanzato direbbe una frase a lui ben nota “ma ti rendi conto … Che esperieeeeeeeeeenza!!!” Ci dedichiamo allo shopping un’oretta e compriamo un quadro che ci ricorderà per sempre questo posto magico: è una tela a olio del pittore Adam Musa, rappresenta un locale che galoppa sull’asino in una delle viuzze tipiche di qui.
A casa ci fa venir nostalgia ogni volta che lo guardiamo! Ritorniamo all’albergo, troviamo la guida del primo giorno che ci riporta al molo dove prendiamo il battello per Manda Airport.
Volo di ritorno tranquillo, atterriamo a Malindi in perfetto orario.
Usciamo a cena da “I love pizza” con i nostri ospiti per raccontar loro della nostra esperienza, e a loro un grazie grazie grazie per averci fatto conoscere Lamu.
Venerdì 11 agosto 2006 . Safari a Lualenyi Non ci concediamo neanche un giorno di tregua, il mattino alle 4.00 am siamo già svegli come grilli, pronti in partenza per il SAFARI. Fatty, la miciona keniota più dolce che ci sia ci guarda arrabbiata! Voleva dormire ancora! Abbiamo deciso di fare il safari qui per due motivi: il privilegio di essere in una riserva privata ti permette di essere l’unico spettatore della savana, cosa che nei parchi pubblici non sempre succede e che è possibile restare nella savana anche dopo il tramonto, facendo un piccolo game drive notturno… spectacular! Dopo 5 ore di viaggio attraverso zone davvero suggestive e toccanti, arriviamo a Lualenyi. Si tratta di una riserve privata di 40.000 ettari circa, grande più o meno come l’Amboseli e gestita da un italiano che ha questa terra in concessione. Il campo è sito su una collina a circa mille metri d’altitudine, con una sala da pranzo in stile, con vista sulla savana … a perdita d’occhio. La tenda, se così si può chiamare, è lunga circa 4 metri e larga più o meno tre, con letti molto comodi (se ci stava Marco son comodi davvero!!!), zona guardaroba, bagno con doccia e acqua bollente… l’ideale dopo una giornata di safari! Partiamo subito per il game-drive … le emozioni arrivano una dopo l’altra: zebre, elefanti, giraffe, faraone africane, antilopi, kongoni, impala … E poi il tramonto, il sole che tramonta dietro le acacie spinose, silenzio, solo tu, la savana e un senso di infinito, di libertà mai provato prima. Poi scende la sera. Ti senti quasi a disagio nel buio, occhi ti scrutano dal bush, sei a casa loro, sei ospite, in questo paradiso.
Il tracciatore sale sul tettuccio della jeep con un grande faro e come per magia tanti piccoli occhi si illuminano nella notte. Sono sensazioni indescrivibili.
Ritorno al campo, aperitivo intorno al fuoco, sotto un cielo stellato che non ho mai trovato altrove, e poi cena degna del miglior ristorante: ravioli fatti a mano, patate al forno, filetto … ma siamo nella savana?!?! Dopo una mangiata da lupi ci facciamo una bella chiacchierata con C., il nostro accompagnatore durante i safari, persona paziente e con un sorriso che ti mette subito a tuo agio, che ci racconta della sua vita in Kenya, prima veterinario, poi il suo lavoro a L. Siamo affasciati dai suoi racconti. Vorremmo che questo giorno non finisse mai, tanto è stato bello e intenso, ma è meglio andare a dormire, domani sveglia all’alba! Sabato 12 e 13 agosto 2006 . – Safari Ci svegliamo che è ancora buio, M., un ragazzo del campo, ci dà il buongiorno con il suo caloroso “Jamboooooooooo”! Colazione e poi via, tutti sulla jeep verso le pozze d’acqua, alla ricerca di animali. Troviamo branchi enormi di elefanti, con tanti elefantini, decine di giraffe che si fermano curiose a guardarci e poi corrono via, buffissime con la loro andatura tutta storta!! Vediamo tantissime specie di volatili, lo sciacallo, l’antilope dell’acqua, il kudu, un piccolo dik-dik e tanti struzzi! C. Ci porta in un posto molto speciale, Lion’s Rock. Luogo da cui la Disney ha tratto l’ispirazione per il film “il re leone”.
Saliamo con la jeep e davanti a noi … la savana: km e km di savana a perdita d’occhio. Poi, sembra una magia, le poche nuvole si diradano fino a scomparire … ed eccolo, il mio sogno si avvera: vedo il KILIMANJARO.
Poi C. Ci conduce in una radura, c’è un’acacia grandissima e … incredibile, una tavola apparecchiata sotto! Pranziamo nel bel mezzo del bush! Poi di nuovo in jeep,con la speranza di vedere il leone, ma niente da fare, siamo un po’ demoralizzati, ci avviciniamo a un branco di 30, 40 elefanti e … Ecco una conclusione magnifica per il nostro safari: tre matriarche portano un piccolo a fare il bagno in uno stagno: ha appena una settimana di vita. C. Ci spiega che così abbassano la sua temperatura corporea .. Ma nel frattempo il piccolino si diverte un mondo a rotolarsi nel fango, i suoi versi sono buffissimi! Le elefantesse bevono, ci guardano guardinghe, ma siamo talmente in trance per questa scena magnifica che non muoviamo un dito. Sensazioni uniche e indescrivibili.
Lunedì 14 agosto 2006 e giorni successivi, relax a Malindi e Watamu Trascorriamo i nostri ultimi giorni di vacanza a Malindi e Watamu, all’insegna del relax più totale, ci appoggiamo grazie agli ottimi suggerimenti della nostra coppia di amici, a villaggi sempre nuovi, dove per cifre irrisorie abbiamo a disposizione piscina, lettini e asciugamani. Troppo comodo!!! Anche a Watamu il mare è molto bello e la sabbia sembra borotalco … nemmeno ai Caraibi o in Asia abbiamo mai trovato una sabbia così!! Visitiamo Gede, antiche rovine di una città araba misteriosamente abbandonata e Che Chale, la spiaggia dorata … sembra che qualcuno sia passato a buttare tonnellate di brillantini oro sulla sabbia, fantastico!!! Torniamo anche al Parco Marino, oasi di assoluta tranquillità e silenzio e poi per la gioia di Marco … shopping, shopping, shopping!!! La sera spesso siamo usciti a cena in ristoranti sempre nuovi e sempre più buoni! E per concludere in bellezza cena swahili a casa dei nostri amici kenioti con Alberto, Chiara e Agata: i nostri mitici compagni di appartamento! Venerdì 18 agosto 2006 … Last day in Kenia 🙁 Che dire… Il silenzio della savana, l’allegra confusione di Malindi, il profumo della terra e del mare, il sapore delle spezie … non li troveremo più, se non tornando qui. Indimenticabili i colori di questa terra, gli occhi dei bambini e la cordialità delle persone. Soprattutto quella della famiglia keniota che ci ha ospitato, che con il loro calore hanno reso la nostra vacanza ancor più speciale, facendoci sentire come a casa.
Non possiamo che sperare di tornare presto! Ely e Marco PS Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo viaggio più speciale: in primis doverosamente la ragazza italiana che ci ha ospitato, impagabile il suo aiuto e la sua esperienza e ancor di più per la cortesia e amicizia!!! Grazie per le belle serate trascorse insieme e per le chiacchierate in veranda! Grazie infinite anche a suo marito e al loro piccolo! Infine grazie ai ragazzi: Daniela e Bob con i loro compagni d’appartamento, Chiara con Alberto e Agata, che con la loro simpatia hanno reso questa nostra vacanza ancor più unica! Buon Kenya a tutti! Se avete bisogno scrivetemi a elenapelz@hotmail.Com DIZIONARIO Tuk Tuk – piccola ape adibita a taxi 50 Ksh a corsa il giorno, 100 di sera, 100 per il Parco Marino di Malindi.
Matatu – taxi collettivo, molto simile a quelli messicani ma molto più affollato, su un pulmino da 12 posti a volte si raggiungono anche 20 persone a bordo! Noi lo abbiamo evitato, se non per le brevi percorrenze in mancanza di Tuk Tuk. Stra economico, una corsa può costare solo 20-30 Ksh Pole Pole – piano piano Bui-Bui – tipico vestito musulmano per le donne CONSIGLI – All’arrivo in aeroporto vi prenderanno la valigia per portarvela e non c’è verso di fargli cambiare idea, preparatevi un po’ di spiccioli. – La strada Mombasa Malindi è un vero disastro se siete in viaggio fai da te consiglio la tratta per Nairobi, e poi Nairobi- Malindi con Kenya Airways. Volo ottimi e anche i prezzi. Risparmierete due ore, pur sempre carine per vedere uno spaccato d’Africa, ma vivamente sconsigliate per la qualità della strada … tutta buche per ben due ore e mezza!!! – Lamu. Rimanete almeno 2 notti, ne vale la pena. Portatevi una torcia, le strade sono molto buie ed è difficile orientarsi. In tutto la costa, ma forse qui ancor di più consiglio vivamente di lasciare per il mare minigonne e vestitini e magari indossare jeans o gonne lunghe. Le donne musulmane indossano il bui-bui, un abito nero lungo fino ai piedi e con le maniche lunghe e spesso hanno anche il viso coperto. Le donne nubili hanno solo la fessura degli occhi allo scoperto. Girare in minigonna non è proprio il massimo.
– Per il safari portatevi vestiti pesanti e kway.
– Per telefonare in italia prendete una sim locale … mooooooooolto più conveniente!!! elenapelz@hotmail.Com