Malesia sopra e sotto il mare
Dopo un viaggio confortevole alle 15.00 atterriamo puntualissimi a Kuala Lumpur. Fa caldo, il cielo è velato e c’e’ un umidità incredibile. Prendiamo il biglietto del treno (30 RM a t) che collega l’aeroporto internazionale (KLIA) con la stazione centrale dei pullman a Kuala (K Sentral) e in una mezz’ora ci siamo. Intanto dai finestrini abbiamo intravisto la Menara Tower e le Petronas. L’attesa per il budget taxi (10 RM) è piuttosto lunga e quando finalmente arriva l’anziano tassista non sembra particolarmente pratico delle strade di Kuala. Arriviamo comunque, non senza qualche difficoltà, al Pondok Lodge (65 RM doppia senza bagno), nel golden triangle in una via piena di locali e ristoranti. Non è il massimo della pulizia, per fortuna dobbiamo stare solo 1 giorno e ½.. Ci facciamo una doccia e si parte alla volta della Puduraja Station, la stazione da cui partono i bus per Malaka, tappa del giorno successivo. Purtroppo non ci sono più biglietti per il ritorno (e tornare in autostop non ci sembra il caso!). Cambiamo quindi i programmi, andremo alle batu caves il giorno successivo e a Malaka al nostro ritorno a Kuala. Inizia a farsi scuro e ad arrivare la sera..Momento in cui si dice questa città dia il suo meglio. Durante la lunga passeggiata, non facilitata dallo stato pietoso dei marciapiedi (quando presenti!), passiamo sotto la Menara Tower, illuminata da luci cangianti, dove andremo a cena e arriviamo finalmente alle Petronas, al centro della città. Le torri illuminate sono uno spettacolo tanto imponente quanto affascinante. Gli alti palazzi intorno, anch’essi tutti illuminati, fanno da degno contorno. In questa parte Kuala Lumpur non ha veramente niente da invidiare ad altre metropoli, anzi spettacoli urbani del genere credo non sia facile trovarli in altri posti al mondo. Le fotografiamo, facciamo il giro per arrivare al laghetto con le fontane sincronizzate e passiamo dentro il centro commerciale che anche a quell’ora pullula di gente per i suoi 5 piani. Tornati alla Menara, la salita finale unita all’umidità incredibile ha un “effetto sudore” devastante e prima di salire al ristorante la sosta per provare a rimediare in qualche modo è obbligatoria. Lo smarrimento del biglietto di prenotazione all’ingresso del ristorante poi rischia di far precipitare di nuovo la situazione ma per fortuna la signorina si fa bastare il nostro nome sul foglio. Finalmente ci viene dato il nostro tavolo, proprio mentre le Petronas ci passano davanti, sotto di noi. Anche se il cibo non è proprio eccezionale, la spettacolo di cenare mentre tutta la città illuminata ci scorre di fronte vale da solo i 115 € del conto. Fatte tutte le foto, praticamente per ultimi lasciamo la sala e ci avviamo verso casa. Nonostante le urla che arrivano dalla strada ci facciamo un bel sonno. L’avventura è iniziata.
28 Giugno Dopo la colazione a pane burro e marmellata, sempre rigorosamente scalzi, chiediamo informazioni alla reception per il bus per le Batu Caves che, ci dicono, parte davanti al Mercato. Nonostante l’autista, che guida mentre si gratta la schiena, passa col rosso e prende i marciapiedi, in una mezz’ ora siamo alle grotte. L’enorme statua dorata della Santità del luogo, visibile già da lontano, è imponente. C’e’ molta gente il posto sembra piuttosto turistico, e fatti i 279 ripidi scalini, le bancarelle che vendono cartoline e immagini sonore e multicolori di varie divinità all’interno della grande grotta ce lo conferma. Sono comunque presenti due tempietti indù dove persone in abito tradizionale pregano e battezzano i bambini con la testa ricoperta di fango colorato. L’attrazione principale però sono le scimmie che girano numerose nella grotta e mangiano le banane regalategli dai turisti. Quella col suo piccolo nella recinzione all’esterno poi è un altra bella scena da fotografare. Nel pullman ci studiamo il percorso suggerito dalla Lonely tra Cinatown, Litle India e dintorni e appena tornati in città si parte. Il mercato è pieno di negozietti non particolarmente caratteristici così come quelli per le varie vie che percorriamo. Comunque si riesce a percepire lo spirito di questa città dove convivono persone di razze diverse ed ognuno sembra aver portato con se un po’ della propria cultura e modo di vivere, creando una situazione magari confusionaria, ma comunque interessante. Tale diversità si rispecchia anche nei luoghi di culto, sorgono infatti gli uni a fianco agli altri tempi taoisti, indu’ e moschee. Il caldo e l’umidità mettono a dura prova la resistenza, dopo una birretta all’antico Caffè Continental, arriviamo fino alla fine di Little India. La monorotaia ci riporta sotto Chinatown da dove finiamo il giro tornando al mercato. Va detto che le indicazioni della Lonely non sono sempre precise e a volte i luoghi o non sono indicati molto correttamente o non sono proprio presenti. E non saranno gli unici abbagli che prenderà la nostra guida! Per la strada verso casa ci fermiamo a un centro massaggi e prenotiamo un ora di thai massagge…Per 13 € a testa! Dopo la doccia torniamo, pronti per far riprendere le nostre membra affaticate dalle ore di passeggiate. Alla richiesta se volevamo il massaggio normal o strong ovviamente rispondiamo entrambi “strong”! La forza con cui quelle due esili ragazze, con le loro mani, piedi, gomiti e ginocchia ci scrocchiano, tirano, pigiano e massaggiano ha dell’incredibile! Ma dopo qualche doloretto iniziale il piacere dei passaggi successivi su schiena, collo, cosce, polpacci è incredibile! Usciamo rinati e con un sorrisetto stampato in viso. A cena andiamo al simpatico ristorantino vicino casa con i tavoli all’aperto dove per un centinaio di RM mangiamo pollo fritto e patatine e due belle birre. Poi a letto che domani la partenza è alle 5.45.
29 Giugno Il taxi (80 RM) con cui ci eravamo accordati 2 giorni prima alla K Sentral arriva puntuale e nella notte fonda in un’ oretta siamo all’aeroporto…Peccato sia quello sbagliato! Entrati nel terminal, infatti, non troviamo tra quelli in partenza il ns volo Air Asia per Kotha Baru e chieste informazioni ci dicono che quello è l’aeroporto internazionale (il KLIA) mentre i voli interni partono dal terminal KLCC. Senza farsi prendere dal panico, nonostante il serio rischio a quel punto di perdere l’aereo e un giorno intero di vacanza, cerchiamo un altro taxi che, capita l’emergenza, ci porta a tutta birra al terminal corretto dove, per ultimi, riusciamo a fare il chech in e prendere il nostro volo. Diciamo che il rapporto coi tassisti locali non sarà idilliaco. Da Kotha Baru per 70 RM il taxi ci porta a Kuala Besut, all’organizzatissimo ufficio del turismo, dove ci chiedono che sistemazione gradiamo. Ci danno consigli sulle strutture e chiamano per verificare la disponibilità. Purtroppo all’Abdul Chalet non c’e’ posto e allora prendiamo per due notti un bungalow, garden view, da Mama’s per 80 RM a notte per le altre notti vedremo sul posto. Con un oretta di barca siamo a Perhentian Besar. Il Mama’s non ci fa una grandissima impressione di primo impatto. I bungalow sono carini ma niente di eccezionale e la spiaggia di fronte è praticamente inesistente. Il ristorante tutto in legno invece è molto bello e lo inauguriamo subito con una bella banana split! Ci informiamo per le gite in barca dal non simpaticissimo “baffetto” alla reception, i prezzi sono in linea con quelli che ci aspettavamo ma i tour previsti sembrano piuttosto limitati. Vari giri snorkeling o alle spiagge li intorno che prevedono il rientro comunque verso l’ora di pranzo. Vedremo anche sul resto dell’isola e decideremo. Per oggi andiamo alla scoperta di Besar. Quel lato dell’isola, verso il Perhentian International Resort (PIR), è un susseguirsi di resort più o meno lussuosi, e dalle prime richieste ci rendiamo conto che sono quasi tutti al completo. Nessuno ci impressiona particolarmente per la sua bellezza. Per arrivare alla spiaggia del PIR la passerella in legno è decisamente messa male (la stanno ricostruendo) ma il posto è all’altezza delle aspettative. Sabbia bianchissima, palme, mare pulitissimo di un bellissimo celeste…E caldissimo! Anche il resort è assolutamente ben inserito con la natura circostante ed a bassissimo impatto ambientale. Stiamo tutto il tempo necessario per rilassarci tra bagni, foto (con piedi sbucciati!) e pennichelle. Tornando verso casa i prezzi e i bungalow proposti dal Coral View, dal Reef e dal Perenthian Paradise non ci sembrano soluzioni migliori del Mama’s, ci restano da valutare cmq i resort a sinistra del nostro, oltre la scogliera, dove andremo a cena stasera. Per il giorno successivo ci prenotiamo per il giro snorkeling e, dopo la doccia (fredda) si riparte. Lo scavalcamento degli scogli che arrivano fino al mare non è complicato, la marea è bassa e i 2/300 metri sono fattibili a piedi, acqua ai polpacci e torcia in mano. Al di la c’e’ subito il Coconuts con dei bei bungalow in alto sopra le rocce, il Tuna bay che sembra piuttosto ricercato e l’Abdul Chalet che appena arrivati ci conquista subito! I tavoli sono sulla sabbia a pochi metri dall’acqua e poco dietro si vedono i bungalow sea view che sembrano per bellezza e posizione i migliori dell’isola (purtroppo tutti pieni per settimane). La cena, a succo di cocomero, è molto buona con il granchio su tutto! Spendiamo 50 RM e ce ne andiamo con la certezza di tornare! Il percorso di ritorno, con la marea leggermente salita, è un po’ più arduo…Ma anche divertente. Intanto lampi all’orizzonte non promettono niente di buono.
30 Giugno.
La mattina infatti ci riserva una brutta sorpresa. Il cielo è tutto grigio e non sembra abbia alcuna intenzione di aprirsi. Nell’attesa di decidere sul da farsi ci facciamo una bella colazione a crepes e milk shake e decidiamo che con quel tempo non è il caso di girare in barca. Come alternativa ci facciamo portare sulla spiaggia oltre l’Abdul, che sia per la mancanza di sole, sia perchè un po’ sporca, non ci impressiona particolarmente. Ci facciamo un po’ di snorkeling e un po’ di relax (per fortuna non piove!). Tornati sulla strada di casa poi, Ste si ferma sulla spiaggia dell’Abdul, sotto le belle palme mentre io parto per il percorso nella giungla per la spiaggia al di là della collina. Il sentiero è decisamente impegnativo (con le infradito, poi!) e la spiaggia al di la della foresta non vale lo sforzo! Torno deluso e parecchio stanco ma un bagnetto e un pisolino mi riprendono in pieno. Nella strada per la spiaggia del PIR la ricerca di una sistemazione migliore della nostra non ha successo e decidiamo che rimarremo al Mama’s. Anche oggi questa spiaggia non è stata battuta da nessuna di quelle viste sull’altro lato dell’isola, e immergersi in quest’acqua è sempre molto bello. Verso le 4.30 si inizia anche ad aprire il cielo e chiudiamo piacevolmente la giornata in spiaggia. A cena rimaniamo al Mama, il cui bel ristorante non ha niente da invidiare a nessun’altro nell’isola…E anche il bel pescione alla griglia (per 80 RM), se pure un po’ troppo speziato per noi, è molto buono. 1 Luglio Dopo un’altra bella colazione oggi siamo pronti per il giro snorkeling, con la famiglia di australiani, che prevede 3 tappe. Costo 100 RM a testa. La prima sosta è al faro, tra l’isola di Kecil e quella di Rawa. Sotto la zona delimitata dai galleggianti c’e’ una secca con bei coralli e una notevole quantità di pesci. Ci rimaniamo un’ oretta, molto piacevole. La seconda meta è la spiaggia dell’isola di Rawa. Lo scenario è veramente magnifico. Due spiaggette di sabbia bianchissima con un acqua di una trasparenza incredibile. E preferiamo goderci quel poco di sosta prevista in bagni e fotografie, piuttosto che nello snorkeling. Mezz’ora è sicuramente troppo poco per la bellezza del posto. Tanto più che la terza tappa all’isoletta di fronte non giustifica assolutamente l’aver lasciato quello splendido posto. Sulla via del ritorno, però abbiamo un bella sorpresa. Avvistiamo una testuggine di grandi dimensioni proprio di fronte a noi. Messe al volo pinne e maschera, ci tuffiamo per nuotare intorno a lei e farle fotografie. E’ la prima che incontriamo…Non sarà decisamente l’ultima! Tornati nel primo pomeriggio al Mama’s ci dirigiamo verso il PIR dove è ormai consuetudine rilassarsi in attesa della sera. E per rilassarsi è veramente un bel posto! Per cena torniamo da Abdul, il “nostro” tavolinetto sulla sabbia è libero e anche stasera la cena (a noodle e bistecca) è un momento piacevolissimo.
2 Luglio Oggi il tour lo decidiamo noi. Ci mettiamo d’accordo col ragazzo: snorkeling a shark point e poi a Romantic beach a Kecil fino al pomeriggio. Costo totale 100 RM. Arrivati al famoso punto ci tuffiamo, insieme ad altri “cacciatori di squali” dalle altre barche. La ricerca inizialmente non è particolarmente fortunata. Ma dopo un po’ iniziano ad uscire pinna nera uno dopo l’altro. Ne vedremo almeno una decina, qualcuno anche intorno al metro, metro e mezzo, anche a gruppi di tre, nuotare sotto di noi con la loro inconfondibile sinuosità. Risaliti in barca facciamo rotta verso la famosa spiaggia, e la troviamo completamente deserta! Una lingua di sabbia, tra due scogliere, e qualche albero per regalare un po’ d’ombra. Ci mettiamo d’accordo per essere ripresi alle 5 e, sbarcati, non resistiamo neanche un attimo al richiamo della magnifica acqua per poi immortalare questo paradiso per ora tutto nostro. I primi ad arrivare a “farci compagnia” sono una coppia che arriva a piedi da dietro la spiaggia (ci deve essere un sentiero) e poi qualche altra barca che però scarica i suoi passeggeri pochi minuti per le foto di rito e li riporta via (assurdo rimanere li solo pochi minuti!). Dopo qualche ora altri 4 ospiti arrivano in barca e si fermano in spiaggia. Anche se l’idillio è leggermente infranto, c’e’ posto per tutti e quel luogo mantiene l‘aspetto di paradiso incontaminato fuori dal mondo. Purtroppo il nostro barcaiolo si presenta un’ ora in anticipo rispetto il previsto, e anche se cerchiamo di tirare un po’ verso le 4.30 facciamo rotta verso casa. Ci informiamo per il trasporto a Long Beach, a Kecil, per la sera e ci dice che è possibile esser portati verso le 7 e ripresi dopo cena. Per 30 RM in due a/r ci facciamo portare sulla lunga spiaggia sull’isola di fronte. Si vede subito la diversa tipologia di posto, con locali sulla spiaggia che però è sicuramente meno bella di quelle di Besar così come l’acqua di fronte. Ma una serata ci si passa molto volentieri. Scegliamo uno dei locali col barbecue e i tavoli sulla spiaggia con le candele. E il pesce alla brace (pesce spada e calamari) è veramente buono…Peccato non conoscano la banana split! In attesa della barca, nel buio quasi completo, passeggiamo tra i localetti sulla spiaggia che hanno tirato fuori i tavolini ognuno con la sua candela e che creano un gran bell’effetto. Verso le 10.30 i nostri barcaioli arrivano e, presa la loro birretta che a Besar è decisamente più difficile trovare, ci riportano verso casa.
3 Luglio Ormai direi che abbiamo capito come è meglio organizzarsi. E anche per oggi stabiliamo di farci portare a turtle point per lo snorekling e poi a Lagoon beach sempre a Kecil e di cui avevamo letto bene. Turtle point è proprio di fronte il Mama e ben presto, dopo un paio di abbagli, individuiamo le tartarughe. Ne vediamo un paio e ci nuotiamo insieme, non senza fatica (!), per una buona mezz’ora. Sono veramente belle, sembrano volare in acqua. Usciamo con diversi pruriti per le mosche d’acqua presenti in quel pezzo di mare. Cmq l’aria che prendiamo in barca fa passare presto i fastidi e arrivati a Lagoon beach già ce ne siamo scordati. Purtroppo però il problema è un altro, e cioè che non è per niente la bella spiaggia che speravamo. Con una sorta di resort e diverse barche ormeggiate di fronte, la spiaggia non è un gran chè pulita e tanto meno l’acqua. Senza perderci d’animo dopo un breve giro troviamo un sentiero con le indicazioni di alcune spiagge dall’altro lato. Scegliamo Adam ed Eva beach e partiamo. E scelta non poteva essere più fortunata. Troviamo ad accoglierci solo un varano, che tra l’altro, non appena ci avviciniamo scappa (probabilmente arrivando dall’altra parte dell’isola considerando quanto lo abbiamo sentito correre!) e rimaniamo soli…E lo saremo per tutto il giorno! La sottile lingua di sabbia ha alle spalle altissime palme che si stagliano nel cielo sotto una vegetazione incredibilmente fitta e con a destra e sinistra delle rocce che delimitano questa caletta con un acqua magnifica…E ovviamente caldissima. Appoggiamo le borse vicino all’acqua e considerando i cartelli che mettevano in guardia da possibili furti non le perdiamo mai di vista. Dopodiché ci godiamo questo paradiso. Facciamo bagni, foto e bagni ancora. L’unica altra visita della giornata sarà quella di un altro varano…Ma non gli diamo tanta attenzione. Alle 16.30 ripartiamo per il sentiero nella giungla per tornare al Lagoon, che con le ore non è affatto migliorato, anzi, considerando che spettacolo era la spiaggia da cui veniamo questa sfigura proprio. La nostra barca è puntuale e verso le 5 siamo di nuovo a Besar, dove, ovviamente, ci dirigiamo verso la spiaggia del PIR. Ci portiamo la nostra birretta e tra bagni e autoscatti ci godiamo quel magnifico posto fino al tramonto. Temevamo di esserci trattenuti troppo in spiaggia per trovare ancora posto da Abdul, invece, arriviamo assolutamente in tempo per gustarci degli ottimi gamberi e un granchio eccezionale. La giusta chiusura a 5 giorni di mare veramente belli! 4 Luglio Oggi alle 12 abbiamo la barca che ci riporterà sulla terra ferma…Ma finchè abbiamo tempo lo passeremo al mare. E per noi il mare qui a Besar è la spiaggia del PIR! L’ultimo sole, l’ultimo bagno e salutiamo la bella isoletta. A Kuala Besut ci aspetta il nostro taxi, che dividiamo con una coppia che era con noi in barca (35 RM a t) ed il volo puntuale delle 15 ci riporta a Kuala Lumpur dove abbiamo la coincidenza alle 18 per il volo che ci porterà alla nostra nuova destinazione: Kuching. Ci arriviamo che è notte, ed un taxi (22 RM) ci porta al Singghasana. L’ostello è carinissimo. Tutto colorato, gestito da ragazzi giovanissimi e con le stanze con i muri rossi, arancio e blu con un piccolo soppalco coi cuscini. Partiamo alla ricerca del posto consigliato dalla Lonley per la cena ma dopo più di un’ ora di giri a vuoto, senza nessuno che ce lo sappia indicare, deduciamo che questo ristorante non c’è più, altra toppa della guida! Purtroppo anche le alternative o sono chiuse o troppo lontane…E a Ste l’infiammazione al piede sta facendo vedere le stelle. Ci fermiamo allora a uno dei chioschetti sul lungo fiume e come era da immaginarsi i noodle lasciano decisamente a desiderare…Anzi non sono un gran chè mangiabili. Ci proviamo a rifare allora con un hot dog sulla via di casa, che se non altro toglie la fame, e completamente cotti andiamo a letto.
5 Luglio E’ domenica e sfruttiamo per visitare il mercato settimanale che la guida dice essere da non perdere. Con una mezz’oretta di camminata ci arriviamo ma non è poi così caratteristico. Passeggiamo comunque piacevolmente un paio d’ore tra i banchi di pesce, fiori, animali e quant’altro, e ci scappa anche un dolcetto fritto fritto fritto…Ma niente male. Finito il giro ci avviamo verso la stazione dei pullman per prendere quello che porta al Kubah National Prark. Peccato che non esista più! Arrivati alla stazione, che altro non è che uno dei tanti parcheggi di pullman per le strade di Kuching, ci viene detto prima che non c’e’ più il servizio nel fine settimana, poi che la corsa è stata proprio soppressa da tempo (e la Lonely denuncia tutti i suoi problemi a non essere aggiornata da anni!). Alternative per la giornata non ne abbiamo e allora inizia una lunga trattativa coi tassisti locali. Il prezzo iniziale che ci chiedono (80/90 RM a testa) è veramente spropositato, considerando che il biglietto del bus stava 2 RM a testa. Alla fine concordiamo con un autista di taxi collettivo per 50 RM in due a/r. Dobbiamo anche sbrigarci che il nostro autista non vuole tornare troppo tardi. Arrivati alle 15 all’ingresso del parco ci diamo appuntamento dopo 2 h e ci avviamo alla biglietteria. Il ranger è quasi sorpreso di vedereci, la soppressione della corsa del pullman deve aver causato un forte decremento di visitatori. Comunque paghiamo i 10 RM di ingresso, ci spiega i percorsi (noi siamo interessati a quello per le cascate). Il primo pezzo, che la guida incensava come spettacolare, è in realtà una strada di asfalto tra della vegetazione senza troppo fascino…E molto in salita! Arriviamo all’inizio del percorso nella giungla già piuttosto stanchi ma il peggio doveva venire! Ma non ci facciamo scoraggiare! Tra salite e discese in mezzo alle radici, scalini ripidissimi, passerelle malandate il percorso è tutt’altro che agevole. Le pietre miliari che segnalano ogni 100 m sembrano spesso molto lontane tra loro! Dopo l’ultimo strappo comunque ci siamo, e nei tempi previsti. Il luogo è carino ma non eccezionale, e anche se ne abbiamo viste di migliori, pure quest’anno la foto sotto la cascata non mancherà! Il ritorno sembra più veloce, sarà la discesa finale, e alle 17.20 siamo al punto di partenza. Tornati a Kunching, visitiamo China town e le vie caratteristiche del centro, probabilmente così vuote in quanto domenica. Qualche tempietto ed è ora della doccia. Per cena (50 RM) proviamo il bel ristorante alla fine del lungo fiume e stavolta i noodle non ci deludono affatto, anzi sono molto buoni…E noi molto bravi a mangiarli con le bacchette! 6 Luglio Oggi è il giorno del Bako. Arriviamo alla stazione dei pullman (questo c’e’ ancora!) alle 9.30 e subito troviamo una coppia Svedese e un signore con cui dividere la barca per il parco. Arrivati e pagato il biglietto di ingresso (10 RM ) nella barca con noi c’e’ anche una famiglia del posto ma la loro intercessione non sembra essere particolarmente efficace col barcaiolo. Alla fine sono 16 RM a testa a/r tale e quale se fossimo stati da soli. La spiaggia dove si arriva è tra belle scogliere e ci avviamo subito alla reception. Ci spiegano i percorsi che possono esser fatti in giornata, quello per la spiaggia dove è possibile vedere le nasiche e quello che per la prima metà coincide con quello circolare per poi puntare alla bella spiaggia più a nord. Non appena iniziato il primo percorso si capisce che anche qui non saranno “passeggiate”! Un ora e ½ di sali scendi, scaloni, pezzi scivolosi…E delle nasiche sugli alberi nessuna traccia. Arrivati alla bella spiaggia, almeno siamo accolti da una piccola nasica, che si concede a qualche scatto. La natura è rigogliosa e l’ambientazione bella, peccato di scimmie non se ne vedano altre. Partiamo per la via del ritorno e arrivati al punto di partenza, quando ci dicono che per il successivo percorso i Ranger ci mettono circa 3 h siamo sul punto di desistere, tanto più che rischieremmo di perdere la barca. Ma alla fine, consci dei nostri mezzi, si parte. Questo è decisamente più agevole, con un lungo tratto in piano (e al sole!) sulla sommità della collina. Completamente fradici di sudore comunque si arriva finalmente sulla sommità della scogliera con sotto la spiaggia e lo spettacolo ripaga, in parte, gli sforzi. Scendiamo verso l’acqua e un bagno è d’obbligo. Sulla via del ritorno incontriamo i due italiani che ci dicono di aver visto una marea di nasiche e di stare andando a vedere le piante carnivore, ma passavano li più giorni. In effetti, forse siamo arrivati a visitare il parco un po’ sprovveduti e con poche informazioni, ma forse in un solo giorno non si poteva fare di più.. L’attesa del pullman per Kuching è molto lunga, comunque appena tornati, abbiamo ancora tempo per un ultimo giro per la cittadina. Lo sfruttiamo per visitare la moschea, dove per entrare il poliziotto gentile ci da una mantella con tanto di cappuccio. Abbiamo ancora tempo per un giretto nella parte al di la del fiume dove arriviamo con le barchette taxi da 50 cent a tratta e dove troviamo una sacco di bambini che giocano con i loro aquiloni. Il tramonto sul fiume è molto bello. Per cena ci fermiamo al Life Cafè, ristorante cinese senza pretese dove però ci fa compagnia per un po’ il simpatico ragazzo del Lodge affianco che conosce tutti i giocatori di calcio italiani. Ci consiglia buoni piatti e ci porta le sue birre (che al ristorante non ne avevano). La voglia di dolce è soddisfatta da una bella banana split al Singhassana e non ci resta che aspettare il taxi che, sempre per 22 RM, ci riporta all’aeroporto. Arriviamo a Kota Kinabalu che è notte fonda e, per tale motivo, la brevissima corsa in taxi per il Backpakers lodge costa un’esagerazione (35 RM). Ci mettiamo d’accordo con lo stesso tassista per farci venire a riprendere da lì a poche ore e andiamo verso il nostro agognato letto. Purtroppo le sorprese non sono finite. L’antipaticissima ragazza alla reception ci dice che la nostra stanza, prenotata più di un mese prima, è stata data via e ci dobbiamo adattare a dormire, separati, nei dormitori. Dopo una doccia non proprio agevole riusciamo finalmente a sdraiarci per la manciata di ore che ci è rimasta prima della sveglia.
7 Luglio Alle 5.45 scendiamo puntuali e il taxi è già li ad aspettarci. Altri 35 RM e in pochi minuti siamo di nuovo all’aeroporto e poi sul volo che ci porterà a Sandakan. Da qui dobbiamo raggiungere gli uffici dell’Uncle Tan molto vicini al parco del Sepilok. La stanchezza si fa sentire e non siamo proprio brillanti nella scelta del mezzo, prendiamo infatti il taxi (per altri 30 RM!) invece dei pulmini molto più economici, che scopriremo fare la spola proprio tra aeroporto e Sepilok. Al bel centro dell’Uncle Tan, i ragazzi ci offrono una bella colazione, e dopo poco siamo portati all’ingresso del Centro di accoglienza per Orango. Qui, subito oltre la reception, delle belle passerelle in legno si addentrano nella fitta vegetazione fino al punto da dove si assiste al pranzo. Manca qualche minuto alle 10 e cerchiamo di trovare dei bei posti da dove, si spera, ammirare i pelosi e simpatici animali. E dopo pochi minuti le nostre speranze sono più che esaudite. Iniziamo a vedere muoversi delle fronde lontane, poi sempre più vicine e più forte, fino a vedere il primo Orango che ci guarda curioso da una delle pedane. Poi 2, poi 3…Fino ad avere di fronte a noi una decina di grandi e pelose scimmie, che fanno su e giù tra le corde e i rami andandosi a prendere il cibo per portarlo su pedane rialzate dove mangiarlo avidamente. Per poi ripartire! Al banchetto si uniscono poi dei macachi, le femmine coi loro piccoli e gli aggressivi maschi. L’allegro spettacolo va avanti per una buona oretta e, finito il pasto e allontanatisi la maggior parte degli Orango, le sorprese non sono finite. Quando stavamo salutando gli ultimi rimasti sulla balaustra dietro di noi passa una grande femmina di Orango incinta, ogni tanto si ferma ma si concede poco alle macchine fotografiche. Pochissimo dopo, invece, su un albero sopra di noi, un esemplare di media grandezza, che se ne sta tranquillamente aggrappato al suo ramo, con un incredibile sorriso stampato sul volto. Le macchinette si scatenano e, quando si riesce a non far usare i flash ai pochi recidivi, si avvicina e si mette anche lui sul corrimano facendo un lungo tratto, con tutto il gruppo di visitatori dietro. Ogni tanto si gira mostrando la sua simpaticissima faccia e permettendo dei primi piani bellissimi. Finito il nostro giro, saremmo stati particolarmente fortunati, ma possiamo dire che è infondato il timore che possa essere un posto simile a uno zoo. Gli Orango sembrano essere assolutamente a loro agio e lo spettacolo di vederne così tanti, così da vicino, è veramente unico. Ritroviamo i 3 ragazzi londinesi che erano partiti con noi da Uncle Tan e ci facciamo la passeggiata per ritornare agli uffici. Qui incontriamo il resto del nostro gruppo e dopo un breve breafing, e aver imbustato tutti i nostri bagagli si parte con le jeep alla volta del campo base sul fiume Kinabatang. Il viaggio dura un’ ora abbondante. Intorno a noi piantagioni di palme a perdita d’occhio per tutto il percorso. Arrivati al posto di imbarco, caricati i bagagli, si parte subito per un tour sul fiume. Si vedono da subito molte scimmie sui rami della fitta vegetazione sulle sponde del fiume. Dopo poco inizia a farsi scuro e i protagonisti diventano i flyingfox. Prima uno, poi dei gruppetti, poi centinaia, enormi pipistrelli (sono i più grandi al mondo) solcano il cielo sopra di noi, sembra di essere in un film di batman! E’ ormai sera quando arriviamo al campo. L’impatto iniziale è abbastanza buono. Ci sono passerelle che uniscono i vari luoghi, la parte ristoro, le sala delle riunioni, le camerate e i bagni e tutto sembra comunque pulito (ovviamente i bagni nei limiti del possibile) e vivibile. La camerata, dove ci mettono in 6 (le 3 coppie) è una struttura in legno con a terra i 3 materassi matrimoniali, ma con una bella zanzariera per ogni “letto” e più che altro un tetto di lamina sopra la testa, se non altro dovesse piovere non ci si bagnerà. Una volta sistemati è il momento del briefing. Il capo ci illustra tutte le attività che svolgeremo nei prossimi 2 giorni, un programma serratissimo, e ci presenta tutti i ragazzi dello staff . A cena il menù è vario e abbastanza buono, chiacchieriamo con uno dei ragazzi del staff. E’ molto simpatico, gli insegniamo qualche parola utile in italiano e ci racconta di come le guide vivano al campo, con solo 6 giorni di vacanza al mese in cui possono tornare a casa, per il resto del tempo stanno li, e considerando le pochissime comodità è una cosa molto dura. Dopo cena è previsto il giro notturno in barca. Nel buio totale con la sola luce delle nostre torce cerchiamo qualche animale o qualsiasi movimento sulle sponde. Non siamo particolarmente fortunati, si vede giusto qualche uccello notturno (comunque molto colorati e molto belli) e un piccolo coccodrillo che sparisce immediatamente, ma nel complesso l’uscita ha molto fascino. Una volta tornati al campo, considerando anche la sveglia domani mattina alle 5.30 il pensiero è direttamente per il letto. La sistemazione nella capanna si dimostra abbastanza comoda e se sicuramente non si sta in suite dormiamo comunque di più di quanto potessimo pensare.
8 Luglio Alle 5.40 uno dei ragazzi gira per le capanne tirando giù dal letto quelli ancora non in piedi, noi siamo invece praticamene già pronti. Una veloce colazione con the e biscotti e siamo di nuovo in barca. C’e’ una nebbia molto fitta che se da una parte non aiuta l’individuazione di animali crea un ambientazione molto bella, surreale. Alcuni uccelli volano bassi sul fiume, qualche scimmia ci scruta degli alberi e un orango si intravede su degli alti rami. Dopo un paio d’ore comunque la stanchezza prende il sopravvento su alcuni e ci scappa qualche pisolino. Ritornati al campo si fa la seconda abbondante colazione, da dividere con le numerosissime api e alle 10 si è pronti per il giro a piedi. Qui, anche per il caldo, l’attenzione è volta più su piante e insetti che sugli animali. Il percorso è ben segnato e grazie agli stivali forniti si riesce a camminare abbastanza speditamente tra gli alberi in mezzo ai quali svolazzano splendide farfalle. Il pranzo è a base di noodle, pollo e verdura e dopo mangiato un bel riposino sulle amache (che preferiamo alla battuta di pesca). La giornata prosegue con un altro giro in barca pomeridiano, fino a che non si fa scuro e dopo cena con la passeggiata notturna nella giungla durante la quale ci sorprende un bell’acquazzone. Molto divertiti ci affrettiamo a rientrare e ficcarci a letto. La pioggia, forte come non mai, proseguirà tutta la notte e siamo molto contenti che questo nuovo campo abbia i tetti delle capanne resistenti invece che in doghe di legno come il precedente.
9 Luglio La sveglia è sempre all’alba e alle 6.30 siamo sul fiume per cercare gli animali nel momento del loro risveglio. Oggi c’e’ molta meno foschia e le scimmie si avvistano numerose. Anche nel secondo giro mattutino siamo fortunati e possiamo vedere e fotografare da vicino le famose nasiche. Tornati per pranzo, il primo pomeriggio è prevista la partenza, ma i ragazzi dello staff, prima, ci coinvolgono in un “football match”! Loro si schierano con scarpini e maglie originali delle loro squadre del cuore, Real Madrid, Manchester Unided, Chelsea…Noi scalzi e a petto nudo…I ragazzi della giungla in realtà sembriamo noi! 4vs4 a un goal, chi perde esce…E per l’ora successiva sono solo dribbling, tiri, incitamenti e “5” tra persone fino a pochi minuti prima assolutamente sconosciute che invece ora sembrano conoscersi da sempre. Magie del calcio! Arriva il momento di andare e dopo gli abbracci ci salutano tutti dalla sponda mentre ci allontaniamo con la barca, realmente dispiaciuti della nostra partenza. Questa esperienza nella giungla è stata proprio positiva! Se anche non abbiamo visto tanti animali, oltre alle scimmie, l’ottima organizzazione, il clima che si è creato nel gruppo in una situazione comunque estrema, i luoghi così selvaggi e pieni di fascino hanno fatto di questi 2 giorni e mezzo una splendida esperienza. Del gruppo noi siamo gli unici a proseguire per Lahu Datu, gli altri tornano tutti a Sandakan, e arrivati al bivio un pulmino tutto per noi è li che ci aspetta. Per 40 RM con un paio d’ore di strada, sempre in mezzo a un infinità di palme, siamo alla cittadina da dove, per 58 RM, un altro pulmino ci porta a Semporna. Prima di arrivare al Seafest, dove abbiamo prenotato le prime due notti (100 RM a notte), passiamo al Sipadan Scuba per confermare la nostra prenotazione per le immersioni e provare l’attrezzatura. Tutto a posto, confermati anche i due giorni a Sipadan, ci si vede la mattina seguente alle 8. Arriviamo all’elegante reception del Seafest in condizioni abbastanza pietose. I 3 giorni di giungla si vedono, mentre l’albergo è molto elegante e la nostra spaziosissima stanza veramente bella. Non sappiamo quante stelle abbia veramente questo Seafest…Ma per noi ne ha 10! E dopo una bella doccia, quando usciamo per la cena l’impressione che diamo è decisamente migliore. Ci dirigiamo verso il Turtle Tomb, a fianco del Sipadan Scuba dove oggi ci aveva fermato il cuoco cinese invitandoci ad assaggiare il suo pesce alla brace. Il cuoco è sempre lì, cucina fuori e si appoggia al Turtle Tomb per servire i suoi clienti. Prendiamo una birra e aspettiamo i nostri piatti, da 20 RM, che arrivano in pochi minuti, abbondanti e ottimi. La cittadella portuale non è decisamente un granchè, tanto meno di notte, quindi dopo un gelatino si va a letto.
10 – 13 Luglio.
I giorni della nostra avventura sott’acqua. Un’esperienza magnifica ed indimenticabile. Le giornate, più o meno tutte uguali iniziavano alle 8 davanti al diving per prendere la propria attrezzatura e poi in barca per la destinazione giornaliera. Le nostre sono state il 10 Sibuan, il 12 Mabul, l’11 e il 13 Sipadan. A Sibuan e Mabul abbiamo fatto belle immersioni, purtroppo il mare e le spiagge non erano pulitissime, anche se Sibuan, con il suo paesino di capanne e la bella spiaggia, ha regalato bei momenti e belle foto anche nelle soste tra una immersione e l’altra mentre Mabul ci ha fatto veramente una brutta impressione, sporca e con un mare, almeno nel lato rivolto alla terra ferma, assolutamente niente di che. Sott’acqua però era tutta un’altra cosa, la visibilità a volte non era il massimo, ma la quantità di pesci era straordinaria, con specie mai viste e a volte molte strane. E poi c’e’ Sipadan! Uno spettacolo incredibile! Avevamo letto molto della sua bellezza ma, forse anche perché a volte le aspettative sulle immersioni in altri viaggi sono state deluse (ad eccezione del Mar Rosso), non ci aspettavamo una cosa simile. Barracuda point, Turtle cavern, Drop off, Lobster lair e gli altri, in ogni sito dove ci siamo immersi, ogni volta che riemergevamo non aspettavamo altro che il momento in cui ci saremmo ributtati sott’acqua. Coralli, una quantità di pesci mai vista, migliaia di barracuda (a barracuda point, uno spettacolo!), decine e decine di tartarughe e una moltitudine di squali. Tre immersioni al giorno e tra l’una e l’atra ci si riposava nella piccola parte di spiaggia dove è concesso stare a Sipadan (l’isola non si può girare) e dove si consumava il buon pranzetto a base di noodle o riso preso la mattina sempre dal cuoco cinese per 5 RM. Insomma sono stati 4 giorni che ci hanno veramente sorpreso, e anche le foto subacquee per il primo anno ci hanno dato grandissime soddisfazioni. Venendo a visitare questo Paese perdersi le meraviglie presenti nei suoi fondali è un vero peccato! Si tornava verso le 5 il pomeriggio, e dopo la pulizia dell’attrezzatura si tornava in albergo a volte dopo un giretto al mercato. Dopo le due notti al Seafest, ci siamo dovuti spostare e abbiamo trovato posto solo al Dragon Inn la cui fama non proprio buona, anche se a prima vista non sembra, in realtà direi che è giustificata. Stando completamente sul mare (e quel mare, non certo pulito!), qualche inconveniente si può anche capire, ma i soli 3 o 4 inservienti che si vedevano girare sono decisamente insufficienti a mantenere un livello di pulizia decoroso. La seconda mattina ci siamo trovati diverse bolle sul corpo, probabilmente a causa del materasso, e nottetempo dal bagno, per fortuna chiuso a chiave, arrivavano dei rumori sulla cui natura, quando abbiamo trovato il secchio ribaltato, non ci sono stati dubbi.. D’altronde qualche topino s’era già visto nella struttura esterna. A cena siamo stati sempre al Turtle Tomb e una volta al ristorante dal nome impronunciabile di fronte al Dragon, dove più del piatto di noodle c’ha riempito l’enorme frullato al mango che abbiamo avuto l’idea di chiedere “grande” (sarà stato più di un litro a testa!). Durante i giorni di immersione ci siamo informati anche sulla possibilità di visitare le altre isole con gite in giornata, ma ci siamo scontrati con una completa disorganizzazione, poiché sono proiettati esclusivamente a soddisfare le esigenze dei sub. Una sola agenzia organizzava un’ escursione in giornata ma senza la possibilità di scegliere la destinazione e, tra l’altro, la permanenza nell’isola era solo fino alle 12 per poi passare il pomeriggio nella loro palafitta vicino al porto per il pranzo e a fare snorkeling. L’unica alternativa era andare con le barche del diving, sottostare ai loro orari, ma almeno avendo la possibilità di scegliere tra più isole e stare in spiaggia fino alle 15.30/16.00. Per Mataking, l’isola più lontana, la cosa è ancora più complicata. I tour giornalieri non ci arrivano. Noi abbiamo prenotato una notte (100 € a testa) al resort sull’isola per l’ultima notte qui. 14 – 15 Luglio In questi giorni il programma era di visitare due isole lì intorno (Mantabuan, Kapalai o altre) e ci saremmo appoggiati allo Scuba Sipadan per il trasporto, per 50 RM a testa. La mattina del 14 però non mi sveglio in gran forma, e arrivati sulla barca la situazione non migliora, anzi. In più c’e’ un cielo coperto che non sembra abbia intenzione di aprirsi e quindi decidiamo di tornare a casa. E meno male, perché quando ci arrivo ho 38.2 di febbre! Per quando mi riguarda i due giorni a seguire non mi sono praticamente alzato dal letto con Ste, poverina, costretta in camera anche lei. La sera ci siamo trasferiti al Seafest, dove sono arrivato deambulando a mala pena…Ma dove il nostro king size rendeva meno pesante non potersi allontanare dalla stanza.
16 Luglio Grazie alle pazienti cure di Ste mi sveglio senza febbre e praticamente guarito. Il programma è di andare a Mataking ma il tempo è pessimo! Piove come la manda! E affacciati dalla finestra, con sotto le barche dei pescatori, si cercano spiragli di azzurro per illudersi che migliorerà. Nella hall, per andare a fare colazione, la situazione sembra un po’ migliorata, con scampoli di azzurro all’orizzonte, e poi non è che ci sia altro da fare, quindi decidiamo di andare comunque. Lasciamo i bagagli all’agenzia, aspettiamo che arrivi la mega comitiva di cinesi e partiamo alla volta dell’isola più lontana dell’arcipelago. Quando arriviamo il cielo grigio sicuramente non esalta il posto che nonostante tutto però non è male. L’accoglienza è in classico stile resort, con l’imbevibile cocktail di benvenuto e la presentazione delle innumerevoli attività che su prenotazione (e pagando a parte) è possibile fare sull’isola. Il martedì c’e’ l’escursione nella giungla, i giorni dispari la gita snorkeling nelle altre isole, il giovedì giro in quad e tutti i giorni possibilità di immersioni ..Ok, grazie, peccato che noi ripartiamo domani mattina! Probabilmente però riusciremo ad usufruire dell’idromassaggio vista mare nel pomeriggio. Ci portano poi, finalmente, nella nostra stanza…E i 100 € a testa a notte iniziano ad avere un significato! Veramente bella, spaziosa con un lettone che non finisce mai e con un bagno con mega doccia…Che sfruttiamo subito. Incerti se portarsi l’ombrello o meno (!) si parte alla scoperta dell’isola. Appena arrivati in spiaggia ci accoglie un bellissimo varano che fa mostra della sua lingua biforcuta. Ci dirigiamo poi verso la famosa striscia di sabbia che unisce l’isola più grande a un altro isolotto. Non sarebbe neanche male ma si denuncia anche qui il problema che abbiamo riscontrato un po’ ovunque in questo Paese. Luoghi potenzialmente idilliaci, ma decisamente mal sfruttati. Qui, per esempio, al centro della sottile striscia di sabbia sono presenti una gran quantità di rifiuti portati dal mare.. Decisamente poco bello da vedere. Il mare, in particolare nel lato a favore della corrente è calmo e trasparente, ma ci vorrebbe molto a dare una pulita ogni mattina alla spiaggia tale da rendere questo luogo veramente una bellezza?! Ma i Malesiani sono così, si accontentano e sembrano non riuscire ad andare oltre l’immediato sfruttamento delle cose che hanno senza rendersi conto che, con un piccolo sforzo in più, potrebbero esaltare 10 volte di più le meraviglie del loro Paese. Dopo il bagno, le foto e un po’ di relax iniziamo la passeggiata intorno all’isola. Passando di fronte al ristorante sfruttiamo l’all inclusive e ci sediamo per un pranzetto, veloce e buono. Gli ospiti sono principalmente coppie o famiglie (e molte italiane) e ci auguriamo per loro che nella loro vacanza non abbiano dedicato a questo posto, se pur bello, più di un paio di giorni. Prenotiamo l’idromassaggio per le 5 e partiamo per la passeggiata. E’ piacevole e arrivati all’estremità opposta dell’isola, dopo un’ oretta, il sole sembra premiarci, esce ed esalta la bellezza del posto! La luce fa risaltare i colori del mare, con un acqua bassa e trasparente e una spiaggia di sabbia bianco/rosa che la bassa marea ha reso molto ampia. E’ una bella laguna dove prendere un po’ di sole e fare belle foto. Ripartiamo e in un paio d’ore la circumnavigazione dell’isola è terminata! Portiamo dei lettini sulla sabbia e tra lettura e idromassaggio ci concediamo completo relax fino a che cala il sole. Il tramonto lo aspettiamo sul pontile e non ci delude. La cena è sempre molto abbondante e buona, questo è probabilmente il posto dove abbiamo mangiato meglio. (In genere in tutta la vacanza è stata una nota dolente..E di solito ci adattiamo sempre ai gusti che incontriamo…) Certo dopo cena c’e’ ben poco da fare e anche la pubblicizzata schiusura delle uova di tartaruga in realtà consiste nel portare in spiaggia delle piccole tartarughe prese da un secchio. Insomma dopo un giretto per la struttura intorno al ristorante si va a letto.
17 Luglio La barca per il ritorno parte alle 12, quindi, dopo una la bella colazione abbiamo un pò di tempo che sfruttiamo facendoci un altro giro completo dell’isola. Alle 12 siamo di nuovo sul pontile e con noi c’e’ la comitiva di cinesi arrivata con noi ieri…Si vede che è consuetudine passare qui un solo giorno. Arrivati a Semporna puntiamo il Mabul cafè dove passeremo le ore che ci dividono dalla partenza verso Tauwau per il volo che abbiamo alle 18. Nella strada un taxi van si offre di portarci all’aeroporto per lo stesso prezzo (80 RM in due) dei taxi che avevamo sentito e ci diamo appuntamento per le 3.45. Al cafè, di fronte due bei succhi di mango, ci rilassiamo, aggiorniamo le foto e mandiamo i saluti a casa. Alle 3.45 il taxi non si vede, alle 3.50 nemmeno e alle 4 passate, constatando che dei tassisti malesiani non ci si può fidare, accorriamo, zainoni in spalla, alla stazione dei taxi in paese. Ne troviamo uno in procinto di partire, pieno all’inverosimile ma almeno non perderemo l’aereo. In realtà il rischio non c’era, perchè arrivati all’aeroporto il nostro volo è stato soppresso e siamo stati spostati su quello delle 20. Senza possibilità di connessione inganniamo la lunga attesa con letture e spuntini. Alle 20 ancora nessun segno di partenza tanto che ci preoccupiamo di aver sbagliato volo, invece con quasi 3 h di ritardo rispetto l’orario iniziale, poco prima delle 9 ci imbarchiamo. Arriviamo a Kuala Lumpur che è tardissimo e scopriamo subito che la prenotazione fatta al Pondok giorni prima l’avevamo sbagliata e la nostra stanza non c’e’ più. La ricerca di un altro posto si dimostra complicatissima. Oltre al caos del fine settimana ci si è messa anche la partita del Manchester qui il giorno dopo! Troviamo tutti i posti pieni (o veramente improponibili!) fino a che l’ennesimo receptionist che ci dice che non c’e’ posto si offre di aiutarci. Poco dopo (sono ormai comunque le 2 di notte) un tassista che non smette un attimo di parlare ci porta all’Orchidee, albergo piccolo ma carino…E più che altro con una camera libera! Alle 3 passate siamo finalmente sotto una doccia e, se pur solo per poche ore, ci aspetta un bel lettone pulito! Che giornata! 18 Luglio Al mattino il ragazzo alla reception è gentilissimo. Ci serve una bella colazione, ci da indicazioni su come raggiungere la fermata dei bus per Melaka, ci cambia i soldi e chiama per noi il tassista con cui abbiamo appuntamento questa sera per avvertirlo dove siamo. Dopo una bella passeggiata arriviamo alla Puduraya station e se anche la ricerca del nostro bus non è semplice alla fine siamo sui nostri sedili, pronti per le due ore di percorso verso Melaka. Considerando la notte precedente un pisolino è d’obbligo nonostante la goccia in testa a Ste che fermiamo con un gomma da masticare! Arrivati alla stazione centrale saliamo sul bus locale chiedendo di Town square…E il controllore sembra capire…Arrivati a quella che sembra proprio Town square chiediamo se dobbiamo scendere ma ci dice di no, e ci fa scendere qualche km più in la, ovviamente non a Town square! Chiedere informazioni è sempre peggio, i poliziotti non parlano ½ parola di inglese e neanche l’omino al box informazioni.. Partiamo a piedi, faremo il giro suggerito dalla Lonely al contrario. Le costruzioni olandesi non sembrano particolarmente interessanti, lo sono molto di più i templi. Grandi, pieni di statue e marmi colorati, sono molto belli. Si gira volentieri qualche ora tra le viette del centro, con gli eccentrici e colorati risciò a fare da contorno a una cittadina affascinante e piena di storia. Tornati in piazza, nel caldo atroce, ci riprendiamo con una banana split e un succo e, visto che l’autobus ci mette 45 min per tornare alla stazione siamo costretti a prendere un taxi. Il viaggio di ritorno sul bus a due piani è un po’ più scomodo dell’andata comunque torniamo alla confusa stazione di Kuala molto soddisfatti della gita. Fatto il chech in on line (e stampato) all’internet cafè siamo assolutamente in tempo per l’ultimo punto del nostro programma…Un altro bel massaggio! Prenotato la notte prima ci aspetta un bel massaggio agli olii profumati. Non è energico come il Thai massage, ma d’altronde noi siamo anche molto meno stanchi, e le lievi aromatiche pressioni a cui siamo sottoposti per la successiva ora sono proprio la chiusura che ci voleva. A cena siamo al ristorante giapponese di fronte al Pondok, dove si mangia veramente bene, anche se con la presenza costante del proprietario, di tutti i camerieri e pure del cuoco (!) intorno al nostro tavolo mentre consumiamo gli ottimi piatti. Tornati a prendere le valige all’Orchidee, aspettiamo il tassista e siamo in macchina per il nostro viaggio verso l’aeroporto prima del ritorno a casa. Salutiamo così questo Paese che ci ha lasciato tante sensazioni, anche contrastanti, ma, forse proprio per questo mix di impressioni ed emozioni è sicuramente valso la pena visitarlo e conoscerlo.