Malesia e Singapore fai da te

Acqua cristallina, vegetazione rigogliosa, “città organizzate” da scoprire, gente cordiale e disponibile. Tour fra le Perenthian, Kuala Lumpur, Malacca...
Scritto da: luzziandrea
malesia e singapore fai da te
Partenza il: 27/07/2012
Ritorno il: 12/08/2012
Viaggiatori: 4 ragazzi
Spesa: 2000 €
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Dopo la scoperta della Thailandia lo scorso anno… eccoci in Malesia!

Queste le tappe del nostro viaggio: Kuala Lumpur, Malacca, Singapore, Taman Negara e Perhentian Islands.

Il clima? Caldo ma sopportabile, piogge quasi assenti (mezz’ora un pomeriggio a Singapore e una notte al mare).

KUALA LUMPUR: la capitale è una tappa obbligatoria, ma non richiede troppo tempo: due giorni possono bastare. La città è dotata di ottimi mezzi di trasporto; attenzione però che le reti della metropolitana non sono collegate tra loro e richiedono l’uso di differenti biglietti.

Abbiamo alloggiato al Citin Hotel, zona Little India. Comodo per la posizione (vicinissimo a metropolitana, Merdeka Squadre e China Town), economico e discretamente pulito (anche rispetto agli standard europei).

Da vedere

Petronas Towers. Visibili da diversi angoli della città, imponenti e ancora più maestose quando illuminate la sera. Imperdibile la salita per vedere la capitale dall’alto (l’alternativa è la Manara Tower).

Le nostre guide riportavano che, ogni giorno, per le prime ottocento persone l’ascesa alle torri sarebbe stata gratuita – noi per questo motivo ci eravamo alzati alle 6.30. Nulla di più falso invece, la salita costa in ogni caso 80 rm a persona (circa 20 euro, la cosa in assoluto più cara della vacanza). Qualche vantaggio, comunque, la levataccia l’ha portato: l’arrivo tra i primi garantisce la certezza dell’acquisto del biglietto e la salita nel primo gruppo (viceversa si è costretti ad aspettare o a comprare biglietti per altri orari).

Molto carino anche il parco sul retro delle torri, sia per scattare qualche foto che per rinfrescarsi immergendo i piedi in una piscina all’aria aperta.

Per sfuggire letteralmente al caldo ci si può rifugiare al Centro Commerciale Shuria, con negozi “occidentali” di lusso, e non solo, dai prezzi molto simili a quelli europei. Divertente il giro al supermercato “I-setan” (situato al piano -1), dove è possibile acquistare singoli pezzettini di sushi, già incartati e dai differenti gusti, consumando poi il pasto/spuntino all’interno del supermercato stesso.

Merdeka Squadre e Moschea: nell’elegante piazza spicca l’asta con la bandiera malese, onnipresente simbolo che volteggia dalle finestre di palazzi e grattacieli. Sulla sinistra il Sultan Abdul Samad building, un tempo residenza del sultano ed oggi sede di uffici pubblici. La moschea, immersa tra alti palazzi, si trova di fronte all’uscita della metropolitanata Masjid Jamek.

Batu Caves: immense grotte fuori città, raggiungibili in mezz’ora con la metropolitana che passa da KLCentral. Gigantesca la statua dorata all’ingresso che precede una ripida scalinata, dove le scimmie “inseguono” i turisti che vanno e vengono. All’interno della grotta luoghi di culto induisti, anche se personalmente sono stato maggiormente colpito dall’aspetto paesaggistico/naturalistico.

Ps. il biglietto di andata costa 1rm, quello di ritorno 2rm…mistero.

Litte India e China Town: circondati da centinaia di bancarelle sarete immersi in una miriade di colori e profumi, tra abiti, cibi e oggetti contraffatti di ogni tipo. Questi luoghi meritano sempre una visita… il paradiso per chi ama contrattare sul prezzo.

Per quanto riguarda i pasti abbiamo mangiato in ristorantini locali, alcuni anche molto spartani, senza mai nessun problema. In ogni caso se non si hanno particolari pretese si può pranzare/cenare con 10rm a testa o poco più.

MALACCA: molto carina, raggiunta con il pullman da Kuala Lumpur (circa 3 ore), e definita dall’Unesco nel 2008 “patrimonio dell’umanità”, crogiuolo e crocevia di culture. Abbiamo alloggiato alla Casa Blanca Guest House, che consigliamo vivamente (per il prezzo, la cortesia della proprietaria e la comoda posizione).

La cittadina è piccolina, in un giorno si vede tutto. Passeggiando a piedi si passa dalla via dei negozi alla piazza centrale (affollata di coloratissimi risciò, anche un po’ pacchiani), dalla collina con le sue rovine alla Formosa, forte di cui rimangono ormai poche tracce. Bellissimo il fiume che attraversa l’intera Malacca, con una un grande mulino a ricordare i tempi antichi. Imperdibile il giro in battello: 45 minuti di relax e navigazione tra fiori ed abitazioni ristrutturate, che lasciano poi spazio ai variopinti dipinti delle case più antiche. Per gli amanti delle passeggiate… 10 km di percorso sul lungo fiume vi aspettano.

SINGAPORE: la New York del sud-est asiatico. La città-stato è ordinata, pulita e verde, con un efficiente e capillare servizio di metropolitana.

Si cammina con il naso all’insù tra i grattacieli della zona finanziaria, ci si rilassa e diverte sul lungo fiume (molto bella – e animata nel dopocena – Clark Quay), ci si lascia affascinare dalla marina dopo una passeggiata alla zona coloniale e tra i negozi di Orchard Road. Difficile descrivere in poche righe una città così… se andate in Malesia non lasciatevela sfuggire!

Avevamo raggiunto la città in pullman (3 ore circa da Malacca) e siamo ripartiti con il treno. Per raggiungere la stazione abbiamo preso la metropolitana fino a Woodlands e da lì il pullman (20 minuti circa) per la stazione dei treni. Destinazione: Jerantut, alle porte della giungla. Il treno (che attraversa la Malesia fino Kota Bharu) è partito alle 19, lasciandoci a destinazione intorno alle 2 di notte (l’arrivo a nord è previsto per il primo mattino). Nel caso decidesse di fare questa esperienza copritevi perché l’aria condizionata è veramente forte!

TAMAN NEGARA – giungla: siamo arrivati a Jerantut senza aver prenotato nulla. Con un taxi abbiamo raggiunto una vicina guest-house; peccato fosse chiusa! Non si sa come ma il taxista aveva le chiavi e ci ha aperto, mostrandoci poi una camera assolutamente indecente. Alla fine ci ha portato in una villetta senza alcun inquilino (di cui aveva ancora le chiavi…?!) nella zona residenziale.

Il giorno dopo siamo partiti alla volta della giungla con un pullman dell’agenzia Nks – consigliata -, il quale ci ha portato al battello per una fantastica gita di tre ore: fiume, rigogliosa vegetazione e qualche barca. Nulla di più all’orizzonte. Abbiamo comprato i biglietti la mattina stessa (l’agenzia si trova in centro); inutile prenotare prima dall’Italia. Nel parco nazionale, se non si vogliono fare attività particolari, si può girare tranquillamente da soli: per buona parte del sentiero si cammina infatti su una comoda passerella di legno; se invece si decide di salire verso punti panoramici bisogna percorrere sentieri un po’ ripidi (e senza passerella!). I pantaloni lunghi non sono assolutamente necessari (caldo soffocante e pochissimi animali/insetti da cui difendersi).

Unico rammarico non essere riusciti a camminare sui ponti tibetani: nel periodo di ramadan, le canopy walk, il venerdì sono aperte solo la mattina (fino alle ore 12).

Avendo deciso di tornare a dormire a Jerantut alla fine abbiamo fatto un solo giorno immersi nella natura. A chi volesse rimanerci più giorni consigliamo di dormire all’interno del parco stesso (con l’agenzia NKS è possibile prenotare interi pacchetti viaggio).

KOTHA BARU: via d’accesso obbligata per le Perhentian, raggiunta con il treno lasciato 24 ore prima (partenza ore 2 di notte da Jerantut). Per evitare di rimanere in piedi (fortunatamente abbiamo solo rischiato; una volta salti “in carrozza” abbiamo trovato posti a sede) prenotate almeno il giorno prima anche questa parte di viaggio! L’alternativa è il pullman, con partenza alle ore 8 e arrivo alle ore 16.

Dalla stazione il centro della città è raggiungibile solo in taxi. Se sostate qui (noi lo abbiamo fatto solo per esigenze logistiche) visitate il mercato del centro (fantastico! Vi perderete tra i colori delle verdure e delle spezie al piano terra, dei tessuti e dei vestiti al primo piano) e fate un giro nella zona del fiume (meglio se al tramonto).

PERHENTIAN ISLAND: indimenticabili, sublimi. Mare cristallino, sabbia bianca e miriadi di pesci coloratissimi… un paradiso naturale.

Abbiamo alloggiato al Mama’s Hotel (sull’isola grande) e ci siamo trovati bene. Le camere sono graziose e anche il ristorante è “gustoso”. Per il mare conviene andare alla grande spiaggia del PIR (5 minuti a piedi): sabbia bianca, acqua trasparente e “zona snorkeling”; poco più a largo del molo abita anche qualche tartaruga marina! Prendendo un sentiero dalla parte opposta alla direzione del PIR, invece, si raggiungono altre spiagge altrettanto belle e molto meno frequentate.

Gli spostamenti, visto che non esistono strade, avvengono solo con le barchette, il cui prezzo è a persona.

Abbiamo dedicato una mattina alla “gita snorkeling” (prezzo decisamente conveniente rispetto alle singole corse) con 4 soste: la prima baietta è quella opposta al PIR di cui sopra, dove si nuota letteralmente tra i pesci, la seconda è la shark bay (confermo la presenza di piccoli squali), segue la vista delle tartarughe e la Turtle Beach (da favola!).

Dell’isola grande abbiamo visitato il villaggio dei pescatori (nulla di ché, ma buono il ristorantino sul molo) e la Long Beach, molto più frequentata e attrezzata anche con lettini e sdraio. Questo è anche l’unico posto un po’ vivo la sera. Per il resto non c’è veramente nulla se non i ristorantini dove si cena.

Per i pasti ci siamo alternati tra ristorante del Mama’s e il Water Colour, molto simili anche come prezzi (meno cari di PIR e Coral View). In entrambi la sera si può cenare con pesce alla griglia.

Un viaggio on the road, economico (metà della spesa è stata per il biglietto aereo) e… semplicemente indimenticabile!

Buon viaggio!



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