Maldive: un sogno infranto

Quando mia sorella ci invitò a fare una vacanza insieme a lei ed il suo compagno alle Maldive, mio marito ed io accettammo, quasi per scherzo. Avevamo infatti già programmato di andare in Thailandia: Phi Phi e Krabi, ma alla fine cedemmo alla tentazione di vedere le Maldive (per me era seconda volta, anche se Bandos Island a Male Nord non faceva...
Scritto da: bircof
maldive: un sogno infranto
Partenza il: 10/03/2008
Ritorno il: 18/03/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Quando mia sorella ci invitò a fare una vacanza insieme a lei ed il suo compagno alle Maldive, mio marito ed io accettammo, quasi per scherzo. Avevamo infatti già programmato di andare in Thailandia: Phi Phi e Krabi, ma alla fine cedemmo alla tentazione di vedere le Maldive (per me era seconda volta, anche se Bandos Island a Male Nord non faceva testo). Dopotutto eravamo già stati in Malaysia, Sri Lanka, Fiji, India, Mauritius, e questa vacanza a Felidu Alimathà, quasi all’insegna del lusso per noi, ci attirava e non poco.

Siamo partiti quindi da Malpensa il giorno 10.03 alle ore 21.30 circa, con un volo che doveva essere della Neos ma che invece la Neos aveva appaltato ad Air Italy. Dopo un ora di volo, prima tappa a Fiumicino per caricare gli altri passeggeri. Dopo 5 ore di volo, seconda tappa a Dubai per fare rifornimento: siamo stati fermi per 2 ore. Alla fine della “fiera” siamo arrivati finalmente a Male alle ore 14 circa ora locale. Le formalità sono state sbrigate anche velocemente, peccato. Arrivati infatti al banco della Bravo, accolti dal referente locale, ci veniva detto di attendere e che presto saremmo partiti con la barca. Dopo un’ora di attesa, stanchi del volo lunghissimo, ma sopratutto non conoscendo le motivazioni di questo ritardo, tutti noi cominciammo a spazientirci e finalmente ci venne detto che dovevamo aspettare un altro volo (quello della Livingston) per caricare gli altri turisti sulla barca. Alle ore 18 circa finalmente partimmo con la barca: ci aspettavano 1 ora e 40 minuti di navigazione. Arrivammo ad Alimathà alle ore 20 c’era gia buio, non vi dico la difficoltà ad ormeggiare dovuta al vento ed al mare un po’ mosso. Il nostro primo giorno di vacanza se n’era già andato, pazienza. Il giorno successivo l’isola si presentava in tutto la sua bellezza, un mare stupendo una spiaggia molto bella e curata, tantissime palme che garantivano ombra, un bellissimo sole. Non vi dico il Resort, bello, i bungalows spaziosi, puliti, il ristorante con la colazione ricchissimo di tutto. Il cibo sarà il fiore all’occhiello della vacanza. Ma anche tutto il resto, i ragazzi dell’animazione, non troppo invadenti, insomma a parte il tempo un po’ capriccioso (2 giorni di coperto e uno di pioggia continua), che comunque non ha dato fastidio, perché c’è davvero molto caldo, a parte questo, la nostra vacanza stava procedendo benissimo, pace, tranquillità, snorkelling con pesci meravigliosi e tantissimi, relax, avevamo completamente dimenticato le fatiche per arrivare alle Maldive. Ma la vera avventura doveva ancora arrivare. Il penultimo giorno decidemmo di fare una escursione all’isola deserta, escursione che per altro, era stata spostata più volte per maltempo. Partimmo con la loro tipica imbarcazione in 20: 16 adulti e 4 bambini. Dopo 2 ore circa di navigazione, condotta senza problemi dal capitano (un ragazzino di poco più di 18 anni) e dal suo equipaggio (atri 2 ragazzi molto giovani), arrivammo sulla piccola isola stupenda, abbiamo fatto snorkelling, mangiato, siamo stati bene. Nel pomeriggio stava arrivando il brutto tempo, si vedeva nero all’orizzonte, il vento cominciava ad ululare ed alle 17 partimmo per tornare a “casa”. Durante il tragitto, dopo mezz’ora circa di navigazione, siamo entrati in una temporale molto violento, le onde erano altissime, entrava l’acqua nella barca. Abbiamo avuto paura: non si vedeva niente, venivamo sbattuti da una parte all’altra della barca, ci siamo seduti in mezzo perché ai lati entrava l’acqua sbalzata dalle violentissime onde. Abbiamo temuto il peggio, alle ore 18 eravamo in balia delle onde e del vento, ci eravamo persi, il capitano infreddolito come noi, non sapeva dove fossimo, d’altronde il suo unico strumento di navigazione era la bussola di Colombo, i due ragazzi dell’animazione che ci accompagnavano, hanno cominciato a telefonare al Resort.

Anche il capitano telefonò al Resort: forse per chiedere ragguagli o per chiedere aiuto, non lo sapremo mai. Quello che era certo era che da lì a un ora sarebbe stato buio, non si vedeva niente, non potevamo dire dove ci trovavamo, ma soprattutto sapevamo che intorno c’erano zone di acqua bassa, nelle quali la nostra barca poteva incagliarsi e quindi “addio”. Lo stato d’animo comune era il terrore e la paura, non vi dico le mamme con il loro bambini, non vi dico le scene di panico intorno a noi.

Il nostro incubo finì quando per puro caso, uno di noi intravide un isola in lontananza, sfocata dalla nebbia che c’era intorno. Ci dirigemmo in quella direzione ed alla fine la era lei, casa. Arrivammo alle 19 circa, con semibuio, infreddoliti, bagnati fradici tutti, ma contenti di essere arrivati a casa sani e salvi.

Che brutta storia, abbiamo provato a lamentarci, ma non siamo stati assolutamente presi in considerazione, l’unica cosa che il referente locale ci ha detto è che i maldiviani sono abituati a navigare in queste situazioni estreme. Peccato che il capitano non ci abbia fatto mettere il giubbotto salvagente (ammesso che fosse servito a qualcosa se fossimo caduti in mare), peccato che il capitano non aveva la benché minima idea di dove fossimo in mezzo al mare, peccato che non potevamo comunicare a nessuno la nostra posizione perché eravamo dotati di sola bussola. C’erano 4 bambini sulla barca.

Per concludere, vorrei dire che le Madive sono belle, però attenzione a chi vi affidate, il nostro Tour Operator ha dimostrato di essere superficiale, non oso immaginare se non fossimo riusciti a vedere l’isola in lontananza.

Ci sarebbero gli estremi per lamentarci seriamente, dopotutto oltre ad aver pagato 45 dollari a testa questa escursione, doveva essere garantita la nostra sicurezza ed incolumità: non ci siamo feriti per caso. Ma non vogliamo polemizzare ulteriormente, vogliamo solo che si sappia quello che abbiamo vissuto.

Abbiamo viaggiato in lungo ed in largo mio marito ed io, soprattutto come “turisti fai da te”, ma in una situazione così drammatica e pericolosa non ci siamo mai trovati.



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