Maldive’s Fever

Roma FCO - Male MLE. Destinazione: Adaaran Club Rannalhi con T.O. Azemar. Prima volta alle Maldive per entrambi. Sette giorni di sole sia nell'atmosfera sia nei nostri cuori.
Scritto da: 39elba84
maldive's fever
Partenza il: 14/03/2010
Ritorno il: 22/03/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Non so chi leggerà questo racconto, ma spero che chi lo faccia sia pronto a chiudere gli occhi ed ad aprire l’anima per immaginare una meta fuori da ogni comune…le Maldive. L’attesa per la partenza si fa sentire ogni giorno più forte dal momento in cui prenotammo il viaggio. Ecco finalmente il giorno della partenza. Valigia fatta, poche cose al suo interno..l’essenziale. Per noi, capista devo ancora presentarmi, Elisa (la narratrice e viaggiatrice) e Francesco (compagno di vita e di viaggio) era la prima volta alle Maldive. Partenza domenicale in versione serale con volo eurofly. Cominciamo ad assaporare l’arrivo sbirciando dal finestrino dell’aereo..banchi di barriera corallina intervallano il blu, l’azzurro e il turchese del mare (pardon dell’oceano indiano,eh già sotto di noi c’è l’oceano!). Atterraggio perfetto sia d’orario che di assetto. Ora si, siamo pronti a continuare la lettura perchè il viaggio è un libro e chi non viaggia rimane solo alla prima pagina! Il piccolo aeroporto di Male ci dà il benvenuto con un sole cocente, sono le 12e30 qui. Prendiamo frettolosi le valigie e ci dirigiamo verso il tour operator il quale ci mostra la nostra barca veloce. 45 minuti per raggiungere la nostra isola…Rannalhi, nell’Atollo di Male Sud. Nel nostro navigare vediamo in lontanza Male la capitale più piccola del mondo, con il suo porto pieno di imbarcazioni che aspettano pazientemente di scaricare il loro carico. Timidamente ci guardiamo intorno, mano nella mano, vediamo i nostri compagni di viaggio (e penso caspita ma sono la più piccola!!). Mentre infrangiamo le onde il panorama è caratterizzato da isolotti più o meno grandi. Ed ecco in lontananza il nostro. Attracchaimo al molo e lì ad aspettarci dei giovani maldiviani e quattro simpatici animatori pronti ad offrirci un fresco aperitivo . Quello che più affascina di questo posto non è la qualità della struttura ma l’ambientazione. Ora siamo qui non vediamo l’ora di prendere la camera per cambiarci. Chiavi in mano stanza 218 al secondo piano come avevamo chiesto. Camera spaziosa, doccia per due, balcone panoramico, aria condizionata..c’è tutto. Senza aspettare l’arrivo del gentile maldiviano con le nostre valigie, abbandoniamo i jeans e le scarpe da tennis e infiliamo al nostro corpo bianchiccio il costume (che in via preventiva avevamo messo nel bagaglio a mano). La spiaggia corallina è di un bianco unico e fa da passella a tutta l’isola. Desiderosi come non mai ci tuffiamo proprio sotto la nostra camera, acqua calda, limpida. Ancora bagnati facciamo un giro per la nostra piccola isola, giro della durata di 3 minuti. L’isola è completamente circondata dal mare (strano no!) e il reef di cui faremo presto conoscenza la circonda per quasi il 90%. In questo piccolo paradiso c’è l’essenziale, quache water room per pochi eletti, la SPA a cui noi non ci siamo affidati perchè preferivamo farci massaggiare dalle micro onde del mare, un centro diving attrezzato, due bar di cui uno con terrazza sull’acqua, una negozietto per i souvenir e uno per gli oggetti preziosi. Nel mio racconto vorrei tralasciare il tema cibo perchè chi va alle Maldive non ci và di certo per mettersi all’ingrasso. Cibo comunque abbondante e servizio sempre disponibile. Dei giovani maldiviani infatti venivano assegnati a gruppi di tavoli per servirti di qualsiasi bevanda tu desiderassi. Il cameriere che si occupava del mio tavolo si chiamava Anis aveva 20 anni e con il sorriso sulle labbra sempre presenta allietava le nostre pietanze. Dopo cena oltre all’intrattenimento piacevole dell’animazione Azemar si poteva prendere da bere sulla terrazza soavemente illiuminata, ma noi preferivamo passeggiare scalzi sulla spiaggia e (a differenza del giorno in cui si stava a testa in giù) stare a testa in su a vedere le stelle… e signori..ce n’erano veramente tante, si vedeva persino la via Lattea. La nostra attività giornaliera dopo un piccola colazione era quella dello snorkeling, armati di maschera e pinne abbiamo visto cose spettacolari. Se il mondo emerso è fantastico quello sommerso lo è ancora di più. Creature marine, invertebrati, coralli, tridacne e tutto ciò che hai visto solo sui libri. Francesco, appassionato e reale conoscitore di creature marine, mi spiegava ogni aneddoto dei pesci da quelli che cambiano la livrea quando crescono a quelli che si divertono a pulire la bocca dei pesci più grandi. Raggiungere il reef era sempre molto facile nonostante la bassa marea mattutina, poche pinnate, corrente a favore e eccoti nel muro corallino. I colori e i pesci erano i protagonisti di quel bellissimo film e noi, gli spettatori che in silenzio ammiravamo il loro mondo. L’incontro più emozionante è stato quello con la tartarugha marina che nuotava indisturbata nei pressi delle water room. Quello invece più da brivido è stato con una murena che nuotava (strisciava quasi) a poche pinnate da noi. I giorni passavano in fretta tra scottature e nuove amicizie più marine che terrestri. Il sabato abbiamo deciso di lasciare la nostra isola per tutta la giornata per fare un’escursione..Full Day: Isola Deserta e Isola dei Pescatori. Viaggio di 30 minuti in Dhoni per arrivare ad un nuovo spettacolo della natura. Una lunghissima laguna e una spiaggia bianchissima, il tutto incontaminato senza costruzioni..fantastico!! Nel pomeriggio eccoci all’isola dei pescatori. Qui si assapora la vera cultura maldiviana che non puoi capire nel tuo resort. Veniamo a conoscenza dei veri maldiviani e soprattutto vediamo le prime donne maldiviane. La loro religione è quella Musulmana quindi donne rigorosamente con il velo. Abbiamo visitato la loro moschea, le loro scuole completamente ricostruite dopo lo tzunami del 2004 ( e ci siamo sentiti un pò orgogliosi perchè quelle scuole erano state ricostruite grazie ai finanziamenti di un italiano, l’arbitro Collina P.). I maldiviani ci hanno fatto da guida in quest’isola di circa 150 abitanti. Questa isola aveva al suo interno un manicomio che veniva definito come “Luogo speciale per persone bisognose” . Per le stradine c’erano bambini che giocavano “a campana”, altri più grandicelli con la sigaretta in bocca e in mano il telefonino (li ho pensato che ogni mondo è paese). Dopo aver comprato qualche manufatto locale siano tornati nel nostro resort. La vacanza si stava portando a termine. Fatte le valigie eravamo pronti a lasciare questo piccolo paradiso terrestre e tornare in Italia. All’interno della valigia ancora l’essenziale ma in più la ricchezza che ci ha dato questo posto. Grazie Maldive!


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