Malaysia e Singapore a Settembre

Dovendo decidere per un viaggio durante il mese di settembre, abbiamo optato per la Malesia, essendo in quel periodo meno esposta alle pioggie tipiche del sud- asiatico. Partenza da Roma l'8 settembre con Blue Express per Bangkok. Arrivo dopo 10 ore, tempo di prendere i bagagli e fare il check in con Air Asia per Kuala Lumpur e si riparte. Costo...
Scritto da: betta&ale
malaysia e singapore a settembre
Partenza il: 04/09/2009
Ritorno il: 18/09/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Dovendo decidere per un viaggio durante il mese di settembre, abbiamo optato per la Malesia, essendo in quel periodo meno esposta alle pioggie tipiche del sud- asiatico.

Partenza da Roma l’8 settembre con Blue Express per Bangkok.

Arrivo dopo 10 ore, tempo di prendere i bagagli e fare il check in con Air Asia per Kuala Lumpur e si riparte. Costo del biglietto di sola andata per due persone, prenotato con largo anticipo di MR 320,00 ( Euro 64) Arrivati a LCCT di KL, optiamo per un bus che per porta in un’ora circa a Puduraya, la stazione dei bus, costo del biglietto MR 8 ciascuno ( Euro 1,60). Scesi dall’autobus ci assalgono i taxisti, ed essendo ormai le 23.00 contrattiamo un po’ e ci accordiamo per farci portare al nostro albergo e da li a chinatown per mangiare qualcosa. Il tutto per MR 15.

A quell’ora a Chinatown e’ quasi tutto chiuso, i netturbini puliscono e proviamo a cercare un locale indicato da Lonely Planet, l’Hold China Cafè, ma cominciamo a girare e a chiedere indicazioni senza successo, finchè non desistiamo e decidiamo di accontentarci di un cinese ancora aperto.

Proviamo ad ordinare in inglese, ma senza successo, alla fine opto per indicare un piatto che avevano appena servito ad un’altro cliente, non so che sia, ma per fortuna sono di stomaco forte e non schifo nulla.

Fine della cena, si ritorna in albergo, e si va a dormire.

A proposito dell’ hotel, abbiamo scelto l’Impiana, a due passi dalle Petronas, per due notti, colazione inclusa RM 490,00. E’ un’albergo di livello abbastanza alto, pulito, il personale è molto gentile e disponibile e la colazione internazionale a buffet varia e abbondante.

Mi sveglio presto per andare a prendere i biglietti per salire sulle Petronas, arrivo li alle 7.30, c’è gia della gente in fila, aspetto per circa un’ora che la bigletteria apra, gelandomi con dell’ottima aria condizionata (bisogna farci l’abitudine), prendo due biglietti per le 16.30. Dopodichè decidiamo di andare all’ufficio del turismo per prenotare una visita a Kuala Selangor, a circa un’ora di macchina da KL, per vedere le lucciole. Costo totale Mr 360, inclusa cena di pesce. Appuntamento alle 16.30 al nostro albergo, (quindi saltano le Petronas, pazienza) Dopodichè iniziamo il nostro giro per KL, andando a vedere quel po’ che è rimasto di coloniale, Little India, Chinatown.

Confesso che non siamo rimasti entusiasti di Kl: è una città non facile da girare, non ha una grande storia, ma prova a compensare con delle architetture contemporanee e degli ottimi mezzi di trasporto. Chiedere informazioni è quasi impossibile e le indicazioni sono pessime. KL è una città di circa 2.000.000 di abitanti e altrettanti ne arrivano ogni giorno dalle vicinanze per lavorare, A Little India compriamo dei Batik, a Chinatown ci concediamo un massaggio ai piedi. Beviamo una limonata al Coliseum Cafe, un posto storico, rimasto così com’era, con un’aria piacevolmente decadente e rilassante.

Torniamo in albergo e alle 16.30 puntuale viene a prenderci un simpatico autista che ci porta in auto verso Kuala Selangor. Lungo la strada notiamo in diversi punti tantissime bancarelle che vendono cibo, e attorno un pubblico rigorosamente musulmano: sono i mercati del Ramadan e la gente vi compra il cibo dopo la giornata di digiuno. Ci fermiamo e facciamo una passeggiata: credo ci abbiano trovato molto buffi, non essendo in città, è rarissimo vedere un turista in questi posti. Arriviamo vicino Kuala Selangor, giochiamo un po’ con delle scimmiette simpatiche e andiamo a cena su un fiume (molto buono il granchio al pepe). Appena buio ci avviamo per il giro in barca sul fiume in mezzo alle lucciole.

Credo sia stata una delle cose più belle che abbia mai visto : le rive immerse nel buio brillano come degli alberi di natale ed è praticamente impossibile riuscire a fare delle foto. Si scivola sull’acqua piatta, urtando di tanto in tanto le sponde, parlando a bassa voce, quasi nel rispetto del buio.

Si torna a KL, facciamo un giro a piedi, andiamo a vedere le Petronas illuminate, che sono uno spettacolo e torniamo in albergo.

L’indomani mattina andiamo a vedere le Batu Caves, un tempio indu’ abbastanza anomalo, composto da altari all’interno di una grotta gigantesca.

Ritorniamo in città prendeno un autobus, e come esperienza è abbastanza piacevole: si attraversa la periferia della città, non che sia particolarmente interessante ma personalmente trovo che le periferie abbiano un fascino.

Facciamo ancora un giro per vedere il parco delle farfalle e quello ornitologico, non vi dico la fatica per arrivarci: pensavamo che a piedi da Merdaka Square fosse facile da raggiungere, abbiamo camminato sotto il sole cocente per almeno un’ora… Devo dire che gli uccelli sono tanti, belli, rari (anche se a questo genere di posti fa sempre un po’ tristezza), le farfalle non le abbiamo vistee in fondo non ci tornerei proprio, anzi eviterei.

Torniamo in albergo, prendiamo i nostri bagagli e prendiamo un bus per Malacca da Puduraja.

LA stazione dei bus è un’inferno: decine di biglietterie, gente che ti chiama da tutte le parti peroffrirti il proprioautobus.

Cercavamo una compagnia consigliata da altri viaggiatori, la Transnational, ma era appena partita, ne abbiamo presa un’altra che partiva subito e costavo forse poco meno, ma in compenso l’autobus faceva veramente ribrezzo, per fortuna che il tragitto era breve altrimenti sarebbe stata una sventura!! Arriviamo a Malacca nel tardo pomeriggio, prendiamo l’autobus n°11e raggiungiamo la pensione Herenn Hin, consigliata da Lonely Planet e prenotata per telefono da KL la stessa mattina.

Nulla di eccezionale, vale il prezzo che si paga(10 euro).

Malacca è una città molto carina: gli edifici più importanti, le architetture coloniali delle case colorate e Chinatown valgono un giro. Ma una mezza giornata è a nostro avviso più che sufficente. Proviamo a cenare in due locali indicati dalla guida, ma alle 21.30 li troviamo già chiusi. Pazienza… Ripieghiamo su un localino in centro, molto turistico purtroppo, ma non c’era molta alternativa.

L’indomani mattina iniziamo il nostro giro turistico e dopo pranzo ripartiamo alla volta di Singapore dove arriviamo in serata.

Appena arrivati a Levander Street, prenotiamo i biglietti per un pullman che ci porterà due giorni dopo fino a Jerteh, molto vicino all’imbarco per le Perenthian, costo del biglietto per due 120 SgD (circa 60 Euro). Non e’ stato facile trovare i biglietti del treno, poiche’ gli autobus erano tutti pieni poiche’ sarebbero iniziate le vacanze della fine ramadan…Il santo dei viaggiatori in questo momnto ci ha davvero protetti e dopo pianti e preghiere la tipa del chiosco delle compagnie bus ci trova gli ultimi 2 posti rimasti(che inrealta’ l’autista e il secondo autista solitamente si tengono liberi per riposare a turno piu’ comodamente).

Ci dirigiamo verso Little India dove avevamo prenotato il Broadway Hotel, costo per due notti senza colazione 192 SGD. A little India ti sembra davvero di essere in India, pazzesco! Appena in stanza troviamo uno scarafaggio, cambiamo stanza, sperando di non trovarne altri ( ma Singapore non era strapulita?) Usciamo, prendiamo un taxi e ci facciamo portare a Geylang, il distretto a luci rosse, dove passeggiamo per un po’.

Mi chiedo spesso il perchè, ma la curiosità verso le abitudini sessuali degli altri è una cosa che mi spiego difficilmente.

Mentre proviamo il durian, il tipico frutto di Singapore che sa di cipolla: non saprei se buono o no, ma per me vale sempre la pena provare.

L’indomani mattina usciamo e ci imbattiamo in una specie di mercatino di cianfrusaglie, proprio dietro Little India. Poi attacchiamo i famosi centri commerciali: a Sim Lim Square Betta compra un cellulare, visto che il suo si è rotto, non lo prova, dopodichè scopriamo che non funziona e il prezzo non era per nulla conveniente ( soprattutto considerando che sui prodotti d’importazione non valgono le normali garanzie e bisogna sempre spedirli in luoghi remoti).

Pranziamo in un mercato coperto che incontriamo per strada, nessun turista qui. In questi posti ordini in uno dei tanti banchetti, ogniuno ha la sua specialità, e ti siedi in dei tavoli comuni, dove trovi posto. Visto che la temperatura è altissima, Io mangio un’ottima zuppa di pesce, molto calda.

Giriamo tutto il giorno per questi centri commerciali, e la sera andiamo a vedere il distretto finanziario che è veramente spettacolare: le architetture dei grattacieli, i teatri, lo skyline rappresentano la potenza economica di questa città, che ha fatto la sua fortuna grazie alla sua posizione e che prova a riciclarsi come città tecnologica. Se infatti venisse realizzato il canale in Tahilandia, Singapore sarebbe tagliata fuori quasi totalmente dai commerci marittimi.

Tornando in albergo a Little India, ci imbattiamo in una situazione veramente anomala: migliaia di uomini indiani, e dicendo migliaia non esagero affatto. E nessuna donna. Non avevo mai visto tanti uomini tutti assieme; poi scopriamo che sono lavoratori e che quindi sono soli perchè le loro donne sono in India.

Ceniamo quindi da bravi turisti in uno dei tanti ristoranti che si affacciano sul River Boat, dove mangiamo un ottimo granchio e spendiamo cica 100 SGD . E’ ilposto piu’ turistico e piu’ caro dove abbiamo mngiato…Ci sentiamo un po’ stupidi turisti di massa …Ma era tardi e nn pensavamo fosse cosi’…Troppo tardi per cambiare rotta… dopo cena facciamo una passegiata proseguendo sulla strada dove avevamo mangiato per arrivare nella zona notturna…Piena di localini e pub…Da vedere ..

Si va quindi a dormire, bisogna recuperare forze per l’indomani, manca ancora Orchard Road. E dire che io i centri commerciali non li sopporto… Dopo questo viaggio ancora di più. Ad esclusione delle aree destinate al cibo.

Orchard Road è un tempio dell’occidente, non aspettate di trovarvi chissà quali cose rare. Troverete tutto ciò che conoscete, però concentrato.Lusso, migliori marche tutte isieme…Se queste cose vi interessano…Andateci.

A questo punto si parte, in bus direzione Perhentian. L’opzione autobus deriva dal non voler perdere parte della giornata in spostamenti, così, viaggiando di notte riusciamo ad ottimizzare. La strada però non è che sia fantastica, l’aria condizionata nemmeno. L’autobus come gia’ sapevamo era pieno.

Dopo circa 8 ore di viaggio, arriviamo a Jerteh, dove c’è un taxista che ci aspetta.

L’ha mandato Jimmy, del Mama’s Place, lo chalet in cui alloggeremo sull’isola.

Le Perhentian sono un posto meraviglioso: due isole fatte di jungla, con attorno delle spiagge meravigliose e gli chalet.

Noi abbiamo scelto Besar, quella un po’ più grande e tranquilla; pare che Kecil sia un po’ più viva.

Lo chalet , con ventilatore e senza aria condizionata l’abbiamo prenotata telefonicamente dall’Italia, per un prezzo di circa 100 rm al giorno. La ns era vista mare ma in realta’ anche quelle sulla fila secondaria senza vista mare erano buone, diciamo che la posizione peggiore era quella dell’ultima fila, proprio a ridosso della jungla.

E’ un posto a conduzione familiare e ci sono Aziz e Jimy, due fratelli che faranno del loro meglio per rendere la vostra permanenza più piacevole. Se inoltre avrete bisogno di prenotare spostamenti, chiedete a loro: sono grandiosi.

Noi abbiamo quasi sempre cosnumato colazione pranzo e cena da Mama’s. Fanno un pancake con banane da urlo! I barbeque di pesce sono molto allettanti ma chi è veramente abituato al pesce delle nostre zone resterà un po’ deluso.Il mare li’ è poco salato e il pesce meno saporito.

L’isola è fatta di jungla come dicevo prima: tantissime scimmie, varani anche piuttosto grandi, e varie…

La barriera corallina inoltre attira una grande varietà di pesci bellissimi. Se volete vedere le tartarughe affidatevi a qualche “autista”: sono bravissimi ad individuarle.

Unico consiglio: ci sono dei sentieri che attraversano l’isola. Se decidete di percorrerli fatelo ad un’orario decente, cospargetevi di repellente e mettete le scarpe chiuse. Noi ci siamo avventurati intorno alle 18.00,ci avevano detto ke si arrivava dopo poco…E invece siamo arrivati all’altro capo dell’isola dopo un’ora e cominciava a fare buio, quindi tornare a piedi diventava veramente azzardato a dir poco. Inoltre, appena arrivati sulla spiaggia abbiamo trovato una bassa marea incredibile, tuttele barche sembravano arenate. Quindi addio taxi boat…Nessuno era disposto ad accompagnarci.

Per fortuna un ragazzo di uno chalet ha ciamato quelli di Mama’s che hanno mandato uno dei loro a prenderci. Per fortuna c’era un punto all’estramità della baia nel quale si poteva arrivare in barca.

Nuotiamo, facciamo snorkelling e passeggiate , andiamo a long beach, poi via mare a piedi al tuna’s e da abdul che ci e’ piaciuto molto.. Mangiamo quasi sempre da mama’s dove ci sentiamo a casa!! Le giornate sull’isola si assomigliano un po’ tutte e nella loro monotonia sono meravigliose.

Quando arriviamo alla fine siamo dispiaciutissimi.

Torniamo sulla terraferma, prendiamo un bus prenotato tempo prima, che ci porta direttamente nel Taman Negara.

Mi sono ostinato nel volerci andare pensando di trovare chissà cosa: certo, la potenza della natura è straordinaria e non si dimentica facilmente. L’unico problema è chegli itinerari sono uguali per tutte le migliaia di turisti che arrivano, e vedere animali è praticamente impossibile. Inoltre abbiamo beccato un sacco di pioggia, quindi causa sanguisughe ci hanno sconsigliato le escursioni notturne che facevano parte del ns pacchetto.

Noi stavamo al Nusa Holiday Village, prenotato sempre dall’ufficio del turismo. Non mi sento di consigliarlo però.

Un momento piacevole è stato il pranzo nel giardino della casa della famiglia della nostra guida: essendo i giorni dell’Hari Raja (ovvero il Natale musulmano) c’è l’usanza di aprire le case e offrire del cibo a chiunque arrivi. Dopodichè la nostra simpatica guida ci ha portati in barca a fare quello che loro chiamano rapid shootig.

E’ un gioco che consiste nel prendere le rapide in pieno, senza tagliarle, in modo da bagnarsi il più possibile. Una volta che si è zuppi, ci si ferma su una riva e si fa il bagno nel fiume. L’acqua è marrone intenso, ma non si muore…

Credo che valga la pena andare nel Taman Negara per un motivo in particolare: le due ore e più che si fanno in barca all’entrata o all’uscita (o in entrambi i casi): si attraversa la giungla e lo spettacolo è meraviglioso.

Ma per fare quest’esperienza se riuscite, andate da KL partendo la mattina presto, e torante alla fine del giorno dopo.

Finito il Taman Negara si torna in bus a Kuala Lumpur, dove ci concediamo un’ultimo giro culinario. Dopodichè aeroporto e si parte per Bangkok.

Ma questo è un’altro viaggio.

Un saluto Betta e Alessandro



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