Malaysia all’avventura!
4° giorno: metro’ fino alle Petronas dove prenotiamo la nostra visita allo sky bridge, dobbiamo tornare alle 15.45. Quindi andiamo al Bird Park. Non vediamo le 200 specie annunciate ma la visita è rilassante. Dopo, andiamo all’Hibiscus Garden, ma non sono in fiori, peccato… Torniamo col metro’ alle Petronas dove mangiamo all’Asian Food Court dei satay (spiedini di pollo con salsa di arachidi). Andiamo quindi a ritirare il nostro pass per la visita. L’ascensore, per salire 41 piani, ci mette pochissimo… I primi passi sullo sky bridge, a 170 m dal suolo, sono un po’ impressionanti, altro che Catherine Zeta-Jones!!! Ho le vertigini! Meno male, mi passa un po’ e mi godo la vista su KL. Dopo, Golden Triangle dove cerchiamo invano delle lenzuola per l’ostello nel Taman Negara perché la ragazza dell’ufficio ci ha detto di portare le nostre. Ma non ne troviamo, o diciamo che sono troppo care per 2 notti… Faccio una telefonata al Taman Negara Resort per chiedere se li affittano, ma la ragazza che mi risponde mi dice “Yes” a tutte le domande che faccio… Io, scettica, le faccio domande contraddittorie, ma lei dice sempre “Yes” e cade la linea! Richiamo e lì, mi risponde un uomo che capisce l’inglese quindi mi dice che le lenzuola li forniscono loro! Siamo salvati! Ah si, dimenticavo, ci servono anche impermeabili tipo poncho, ma neanche l’ombra! Non importa, ne faremo a meno… Finiamo la giornata in un Internet Café, dove 1 ora costa 4 RM e mandiamo un po’ di messaggi ad amici per farli morire d’invidia! Che cattivi! Cena al Bangles, risto indiano con l’aria condizionata a manetta! 5° giorno: si parte per il Taman Negara con un pullman (fa parte del pacchetto) per Kuala Tembeling. Ma dopo un’ora di viaggio, il pullman si ferma lungo l’autostrada, guasto!… Non c’è ombra e si crepa! Dopo un’ora arriva un meccanico che cambia una cinghia che si era rotta e ripartiamo dopo gli applausi! Arrivo a Kuala Tembeling alle 13.30, barchetta alle 14.30. Viaggiamo sul fiume per 2 ore e mezzo, la giungla è molto bella e fittissima, vediamo scimmie, buffali d’acqua, uccelli colorati, un varano e anche un tapiro che scappa (il che è rarissimo mi dicono in seguito). Arriviamo al Taman Negara Resort alle 17.30 e facciamo il check-in. Abbiamo una stanza nell’ostello condivisa con altre potenziali 6 persone. Ci sono letti a castello. Arrivano solo 3 ragazzi, che erano con noi sul pullman: uno svizzero, un inglese e una malese, tutti simpatici. Abbiamo un armadietto a testa con un lucchetto per sistemare lo zaino, ma non è che sia molto resistente… Il bagno (in comune) è molto precario però la doccia funziona bene. Cena con lo svizzero (Stephan) e l’inglese (Robert) al ristorante del Resort per 40 RM (veramente caro per quello che offrono: cibo occidentalizzato cattivo). Nella stanza vicino alla nostra, c’è un gruppo di giapponesi che fa casino allora gli chiedo se possono fare meno rumore e in 5 minuti non li sentiamo più! 6° giorno: Oggi facciamo il Jungle Trekking. Siamo in 12 + la guida. La prima parte della camminata è tranquilla, ci fa vedere tutte le piante (hanno tutte una funzione ben precisa: shampoo, antidolorifico, afrodisiaco!…) e gli alberi, vediamo pure un bell’esemplare di scorpione non velenoso ma se ci punge, restiamo paralizzati alcuni giorni! Alla faccia del non velenoso! Dopo, dobbiamo salire su una collina per quasi 1 km, mamma mia, che sudata!!! Siamo letteralmente fradici! Dopo il panorama, scendiamo e arriviamo all’ingresso dei Canopy Walkway, una serie di 9 ponti sospesi tra gli alberi di una lunghezza totale di 500 m! Fatti di corde, cavi, reti, scale, lastre di legno… Si può stare solo in 4 su un ponte e a distanza di 5 m l’uno dall’altro. E’ molto stretto, fa paura, e appena sale quello dietro di me (un olandese grasso che lui non soffre assolutamente di vertigini), si muovo tutto!!! Aiuto! Siamo in mezzo alla giungla, ci sono alberi e piante dappertutto quindi non si ha troppa la sensazione del vuoto, però… Il sesto ponte è alto 45 m e lungo 70 m! Dopo il giro, torniamo al nostro ostello per cambiarci e mangiare prima di ripartire per la seconda escursione: Lata Berkoh. Saliamo in 4 su una barchetta di legno e andiamo su un braccio del fiume Tembeling, la Tahan River, stretta, poco profonda, con tanti rapidi e in mezzo alla giungla. E’ bellissimo! Arriviamo a un punto dove scendiamo e facciamo un quarto d’ora di trekking facile per arrivare a delle mini cascate dove facciamo il bagno. L’acqua è buonissima anche se di un colore un po’ marroncino per via della terra che trasporta. Siamo circondati da bellissime farfalle turchesi, gialle, verdi… La sensazione di freschezza avuta col bagno sparisce dopo 5 minuti di trekking per ritornare alle barche! Alle 18.30 circa, dopo la doccia, inizia a piovere fortissimo! Non si ferma più, è tutto allagato. E noi, siamo senza impermeabile ovviamente! Smette dopo quasi due ore! Usciamo subito con Stephan e Robert e questa volta attraversiamo il fiume con una barca e in 20 secondi siamo su uno dei floating restaurants dove mangiamo abbondantemente e molto bene per 23 RM in due! 7° giorno: prendiamo la barca alle 9 ed arriviamo a Kuala Tembeling alle 11. Vedo altri due tapiri: uno con il suo piccolo! Prediamo un taxi fino alla piccola stazione di Jerantut, all’aperto. Acquistiamo due biglietti di seconda classe per Wakhaf Bahru. Siccome il bar/ristorantino non ha più cibo, vado a prendere due nasi goreng in un ristorantino in città, e ce li mangiamo con i cucchiaini rubati alla Turkish Airlines (perché quelli di plastica che mi propone la signora non mi ispirano molto: li ha appena puliti con uno straccio schifoso!) Partiamo alle 12.45. Il treno è pulito, confortevole, con aria condizionata, c’è pure la tv che trasmette programmi in inglese. Il percorso è molto bello, in mezzo alla giungla, sopra i fiumi, in mezzo ai villaggi… Dopo un po’, superiamo il famoso Jungle Train, partito 2 ore prima di noi, e che era fermo!… Arrivati alla stazione, siamo assaliti da tassisti non ufficiali, ma non ci sono alternative. Ne condividiamo uno con un ragazzo svizzero fino a Kota Bahru. Il tassista ci dice che ha un amico che ha un albergo in città, molto bello, ecc… Non ci sono più stanze ma ci dà un dormitorio solo per noi due a 15 RM a testa con la colazione. E’ una stanza grande con 4 letti, pulita, con aria condizionata e il bagno! Cosa vogliamo di più dalla vita?! Anche lo svizzero si ferma lì, anche lui in un dormitorio da solo. Per cena, andiamo al Night Market, il più impressionante della Malaysia, ci sono tantissime bancarelle di cibo, prendiamo satay, murtabak, roti canai, per pochissimi ringitt! Mi regalano pure un satay e un roti, apprezzando forse il mio entusiasmo per la cucina locale! 8° giorno: facciamo un giro nel Central Market, anche questo fantastico, ricco di colori vivaci e di odori più o meno piacevoli. Il cibo è al piano terra mentre al 1° piano si trovano i tessuti, sarong, batik, foulard multicolori e accessori. All’albergo, ci aspettano il tassista del giorno prima e il ragazzo svizzero con cui avevamo appuntamento per andare a Kuala Besut per prendere la barca per le Perhentian Islands. Per strada mi fermo a comprare rambutan e mangostan, frutti tipici malesi. Il tassista ci porta però anche lì da un suo amico che ha una piccola compagnia di speed boat, un po’ più a nord di Kuala Besut (ce ne accorgiamo dopo). Al mattino avevo telefonato al Coral View Resort di Perhentian Besar per prenotare un bungalow. Arriviamo quindi dopo 40 minuti di barca. Lo spettacolo è stupendo: giungla fitta, scogli, spiagge bianchissime, acqua color turchese/smeraldo! La barca ci lascia al molo davanti al Perhentian Island Resort, il resort più lussuoso dell’isola, e raggiungiamo il Coral passando su una passerella di legno di 200 m (con i bagagli e le scale è lungo!). Alla reception, per fortuna hanno il mio nome e ci sistemiamo nel nostro bungalow in cima a una scalinata di legno, in mezzo agli alberi. E’ molto carino, con un tetto spiovente, piccolo ma grazioso e in stile malese. C’è il nostro terrazzino privato! All’interno, tutto di legno, due letti, un tavolino con specchio, un bagnetto con doccia e wc senza lavandino ma con rubinetto e secchio! E poi il ventilatore. Va benissimo! Costa 100 RM a notte. 9° – 12° giorno: stiamo alle Perhentian, sempre al Coral. La spiaggetta è stupenda, la sabbia bianca è fine come il borotalco, l’acqua è trasparente e caldissima, c’è il corallo vicinissimo, ci sono tanti pesci colorati, vedo anche un ‘reef shark’ a pina nera! Un giorno, facciamo un giro con una canoa fino alla Turtle Beach, e incontriamo una tartaruga marina enorme, è bellissimo! La spiaggia è deserta e ancora più bella delle altre. Sembra di essere alle Seychelles (non ci sono mai stata però ho visto foto molto simili)! Al ritorno, un’altra tartaruga! E io ogni volta non riesco a fare la foto, così la gente mi deve credere sulla parola! La sera stessa, prima di un temporalone, assistiamo ad uno spettacolo di scimmie dalla coda lunga in mezzo agli alberi! Fanno un gran casino! Si buttano da un albero all’altro e saltano sui tetti dei bungalow (ecco quel rumore che sentivamo di notte!!!) Poi vediamo tantissimi scoiattoli dalla coda rossa, uno scoiattolo volante enorme, pipistrelli, gechi verdi!… 13° giorno: dopo un ultimo bagno, riprendiamo la barca alle 16.00 per la terra ferma, il mare è mosso, la barca va molto veloce e noi prendiamo delle botte pazzesche! Al molo, prendiamo un taxi fino a Merang. Dormiamo al Merang Inn, quasi l’unico del posto, in un bungalow. La sera ci sono enormi scarafaggi volanti (non conosco il loro nome scientifico!) che si buttano contro la porta attratti dalla luce! E’ allucinante il rumore che fanno! Sembrano impazziti! 14° giorno: facciamo colazione a buffet nell’unico ristorante della zona per 3 RM e prendiamo lo speed boat per Redang, un’isola un po’ più grossa a sud delle Perhentian. Al molo, ci preleva un pullmino del Berjaya Beach Resort (dove ho prenotato via web dall’Italia un package di 3 gg 2 notti) che ci porta al Resort. E’ bellissimo, con bungalow di legno a 2 livelli e 4 stanze, ben inseriti nella vegetazione, una piscina, un ristorante, ecc… e una spiaggia di sabbia bianchissima. Visto che non ci danno la camera subito (sono le 10.30 circa), facciamo un giro sulla spiaggia e ci viene incontro una bella rossa: Paola… Chi è Paola?! (vedere suo racconto: Malaysia Che passione) Ci siamo conosciute via internet e date appuntamento a Redang! Sta con il suo compagno e ci raggiungono altre due coppie che hanno conosciuto lì.
15° giorno: escursione intorno all’isola per fare snorkelling, c’è del corallo giallo vivace, viola, vediamo il famoso trigger fish, delle meduse, una sting ray, e dei pesci papagallo giganti.
16° giorno: alle 14 abbiamo la barca per il ritorno su Kuala Terengganu… Peccato, si stava proprio bene qui! Il viaggio dura 2 ore. All’arrivo, ci aspettano due pullman, uno diretto all’aeroporto per chi ha finito le ferie e uno per chi è diretto in città (e che quindi non ha finito le ferie, come noi, eh eh!). Nel pullman, prenoto via cellulare un albergo in città. E’ un albergo moderno a 9 piani. La stanza è davvero molto confortevole, pulita e c’è anche la tv, per soli 69 RM. Usciamo subito a cambiare travellers e ci mangiamo una grossa pizza a Pizza Hut (un po’ di Occidente!). Facciamo un giro in Chinatown, molto graziosa con tutti i palazzi color pastello. E’ in arrivo un mega temporale visto il colore del cielo, e ci compriamo finalmente due poncho impermeabili gialli! Che ci servono subito! Ma piove talmente forte che penso che rovinerò i miei sandali di cuoio, quindi entro di nuovo nel negozio a comprare un paio di infraditta e così siamo pronti ad affrontare la pioggia tremenda. Assistiamo all’investimento di un motociclista da parte di una macchina ma si rialza subito. Alla stazione dei pullman, compriamo due biglietti per Mersing, la prossima tappa. Per passare il tempo, andiamo in un internet café con una connessione da suicidio, talmente lenta che chiedo al tipo uno sconto, e me lo fa!!! Andiamo poi a bere una birra al Travellers’ Café ma di viaggiatori ci siamo solo noi! 17° giorno: il pullman parte alle 10. Siamo gli unici turisti. Facciamo due soste, alle 12 e alle 16 per mangiare qualcosa. Arriviamo a Mersing verso le 17, andiamo all’Embassy Hotel, al terzo piano senza ascensore, è dura con i bagagli! Usciamo poi a fare un giro e cercare un’agenzia per prenotare qualche pacchetto in un’isola dell’arcipelago Serembut, ma sono tutte chiuse… Allora il nostro amico Lonely Planet, una volta ancora ci salva la vita e telefono ad un resort a Sibu Island: il Rimba Resort. Costa caro ma ci sono tutti i pasti compresi e mi fa qualche sconto se resto 5 notti. Andiamo subito in un internet café a vedere il loro sito, molto bello… Speriamo in bene! 18° giorno: prendiamo un taxi fino a Tanjong Leman, a un’ora di strada da Mersing e di fronte a Sibu Island. Andiamo sull’isola con lo speed boat del Rimba che ci porta sulla spiaggia privata del Resort. Ci sono 20 bungalow in stile africano, in mezzo alle palme. La spiaggia non è bella come nelle isole del nord, la sabbia essendo più scura. Il bar e il ristorante sono grosse capanne all’aperto. La nostra capanna però non ci piace molto e cambiamo per un’altra che è posizionata meglio, su un prato in mezzo alle palme, con vista sul mare. Niente porte e finestre chiuse, ci sono solo tendoni. C’è un bel terrazzino con sedie e tavolino. Dentro, è molto spartano: un letto con la zanzariera, una specie di antibagno con mobiletti di bambu’ e il bagno quasi all’aperto, molto semplice. Siamo un po’ perplessi all’inizio, visto che non corrisponde molto a quello che abbiamo visto sul sito internet e anche per il costo molto elevato (170 RM a testa al giorno!) I pasti sono buoni però, e molto curati nell’aspetto. La spiaggia invece non è un granché, a bassa marea, non si può fare il bagno perché ci sono pietre.
19° giorno: partiamo fare un trekking per raggiungere l’altra parte dell’isola. E’ un sentiero molto stretto (molto più che nel Taman Negara!) e dopo 20 minuti arriviamo su un’altra spiaggia, molto più lunga e esposta al vento, quindi con delle onde. Ci sono due gruppi di bungalow. Andiamo verso quelli che sembrava più economici: il Cabanas. Costa di meno e la spiaggia è più bella quindi decidiamo di venire lì il giorno successivo. Il tipo (Sharif) ci propone di accompagnarci al Rimba in barca (gratis!), accettiamo volentieri vista la poca voglia di rifarci il trekking! Passiamo il resto della giornata in spiaggia al Rimba. La sera comunico al tipo che andiamo via il giorno dopo.
20° giorno: oggi piove… Paghiamo (non ci fa neanche il minimo sconto e allora io infierisco dicendo che il resort è sovrapprezzo per quello che offre! Non gli fa molto piacere…), poi ci portano con la barca alle 12 fino al Cabanas facendoci pagare caro il nostro “tradimento” (20 RM per 5 minuti, mentre il tragitto dalla costa fino all’isola ci era costato 24 RM). Al Cabanas invece ci accolgono con il cocktail di benvenuto! Continua a piovere quasi tutto il giorno, smette solo alla fine del pomeriggio. Per cena barbecue abbondante e buono.
21° giorno: spiaggia tutto il giorno.
22° giorno: andiamo ad esplorare l’isola tramite un sentiero che la percorre nella lunghezza. Vediamo un gruppo di casette abitate da pescatori, poi il Twin Beach Resort, un bellissimo posto tra due spiagge di cui una bellissima, con bungalow molto carini, un bel prato, ristorantino sulla sabbia, però deserto! Sembra quasi abbandonato però non sta andando alla rovina. C’è solo una famiglia di malesi, una scimmia legata a un palo che sembrava di impazzire e dei varani lunghi + di un metro! Attraversiamo poi una zona coperta di palme da cocco con noci sparse ovunque per terra. E arriviamo al villaggio dell’isola, con case, scuola, campo da calcio, barche di pescatori… Lì incontriamo tre italiani che cercano un posto dove stare, sono in 11. Vorrebbero anche cambiare soldi ma forse non si sono accorti che sull’isola non c’è nulla! Gli consigliamo il nostro resort perché non c’è nient’altro, quindi ci offrono un passaggio sulla loro slow barca affittata e li conduciamo ad un molo dall’altra parte del Cabanas (perché al Cabanas per le barche grosse è difficile fermarsi e fare scendere i passeggeri, il molo di legno è un po’ scassato). Dopo 10 minuti di trekking facile attraversiamo l’isola (loro con i bagagli!) e li conduco al Cabanas. Sharif è tutto felice di vedere arrivare 11 nuovi clienti! Ci offre da bere! Pomeriggio in spiaggia e cena con loro.
23° giorno: ultimo bagno e prepariamo le borse. Sharif ci fa portare fino a Tanjong Leman gratuitamente! Lì prendiamo un taxi fino a Kota Tinggi. Compriamo due biglietti per Johor Bahru, e prima di partire compro due roti goreng per mangiare. Il pullman ci mette un’oretta, dopodiché prendiamo un altro bus per Singapore. Questo fa due fermate, alle dogane della Malaysia e di Singapore e ogni volta ci dobbiamo portare dietro gli zaini e borse per passare la dogana e prendere il bus successivo! Un casino! Arriviamo finalmente in città alla stazione dei pullman. Andiamo a piedi fino al primo albergo che troviamo per cambiare i ringitt che abbiamo avanzato. Quindi prendiamo il metro’ fino alla fermata più vicina all’albergo che avevo prenotato via internet dall’Italia: il Concorde. Essendo la strada un po’ lunga ci rassegniamo a spendere i nostri primi dollari di Singapore e prendiamo un taxi fino all’albergo! E’ bellissimo, altissimo e molto lussuoso, soprattutto dopo lo standard al quale siamo stati abituati in questa vacanza (tranne al Berjaya di Redang che era molto bello). Per finire la giornata ci riposiamo in piscina, al sesto piano. L’albergo di 27 piani, è di forma circolare, con all’interno ascensori tubolari trasparenti e illuminati! Una figata! Starei tutto il giorno a salire e scendere!!! Cena a Boat Quay, un posto affollatissimo pieno di bar e ristoranti, lungo il fiume e sotto i grattacieli di Singapore. Mangiamo al Kinara, un ristorante indiano.
24° giorno: prendiamo il metro’ fino a City Hall e andiamo nel centro commerciale sotterraneo di Suntec City per fare colazione a Délifrance, che buono! Poi prendiamo due biglietti per l’Hop-On, un bus turistico che fa fare un giro della città con delle fermate libere. Ci fermiamo quasi subito vicino al porto dove faccio la foto tipica del Merlion, il simbolo della città. Poi proseguiamo fino alla Rafflès Place, dove faccio un’altrettanto tipica foto della statua bianchissima di Rafflès tra i grattacieli. Riprendiamo poi l’Hop-On che passa in mezzo a Chinatown, Little India, il Botanic Garden e ci fermiamo a Orchard Road, la famosa via dei shopping center. Pranziamo in un food stall sotto un centro commerciale dove servono cucina asiatica economica. Giriamo tra i shopping center che hanno l’aria condizionata sparata! Poi riprendiamo l’Hop-On per andare al Rafflès, il mitico albergo, uno dei più cari al mondo! Entriamo nella hall, molto elegante… ma usciamo subito dopo! Cena al Clarke Quay (che è il proseguimento di Boat Quay) in una food stall: satay, fried noodles, murtabak ayam, lime juice… E’ anche lì molto animato. In un negozio, compriamo dei servizi a te’ bellissimi, colorati e originali (ancora un peso in più nelle borse!!!) 25° giorno: andiamo al Clifford Pier e facciamo una gita su una giunca intorno al porto di Singapore e alle isole. C’è una sosta sull’isola di Suzu, dove c’è un tempio taoista. Il giro prosegue in mezzo alle isole, sotto un sole pazzesco! Non si respira… passiamo vicino a Sentosa, l’isola dei divertimenti e del golf. Il giro non ci soddisfa molto, non ne vale molto la pena secondo noi. Andiamo quindi a Orchard Road a fare shopping di CD che costano molto meno che da noi. Aperitivo a Boat Quay in un pub inglese. Cena a Boat Quay al Sukhothai, un ristorante thai.
26° giorno: prepariamo i bagagli e liberiamo la stanza alle 12. Andiamo al Suntec City a mangiare al Délifrance. Passiamo tutto il pomeriggio nei shopping center (per non sudare troppo prima di riprendere l’aereo) e acquistiamo soprattutto CD. Aperitivo con una birra al pub inglese di Boat Quay. Cena veloce a Clarke Quay con fried noodles e murtabak ayam, non potevamo partire senza mangiare ancora una volta queste deliziose specialità! Corriamo all’albergo in taxi e dopo esserci cambiati e aver recuperato i bagagli andiamo all’aeroporto di Changi, bellissimo! Moquette, cascate, palme, orchidee… il lusso! Abbiamo l’aereo alle 22.30. Partiamo in orario e facciamo quindi la solita sosta a Bangkok dove scendono di nuovo quasi tutti e ne salgono altrettanto e ripartiamo per Istanbul, dove arriviamo alle 7 ora locale. Ovviamente non ho dormito nulla o quasi! Alle 9.30 volo per Milano, in ritardo perché non trovavano alcuni bagagli! Arriviamo a Malpensa alle 11, dopo circa 20 ore di viaggio… siamo distrutti!… ma soddisfatti!