Malaysia 2
Per il soggiorno alle Perhentian data la poca disponibilità di alloggi contatto via mail il Tuna Bay Resort di Besar e tramite il loro sito prenoto a febbraio un bungalow fronte spiaggia per 6 notti che si è rilevato una scelta ottimale, posto pulito, ristorante eccellente ed oltretutto l’unico che serviva alcolici, bella spiaggia, servizio cortese, e la possibilità di organizzare in anticipo il trasferimento da/per Kota Bahru e, via mare, dal molo di Kuala Besut all’isola.
Successivamente in prossimità della partenza dovevamo comunicare l’hotel dove avremmo alloggiato a Kota Bahru, così tramite booking.Com prenoto all’unico hotel disponibile il Renaissance (ottima sistemazione, servizio internazionale).
Non ci rimaneva che partire…Siamo eccitati, non vediamo l’ora di arrivare e i voli sembrano non finire mai benchè i servizi a bordo siano eccellenti, arriviamo comunque alle 14 ore locale a Kuala Lumpur e raggiungiamo, sbrigate le veloci formalità burocratiche e ripresi i nostri zaini, con un taxi l’hotel Renaissance (già anche qui…Che dire lussuoso, caro (per noi almeno), pulito e con camera con vista fanstastica sulle Petronas Tower) e buttati gli zaini e fatta una doccia partiamo alla scoperta della città, che si rileva essere più compatta e piccola di Bangkok (visitata qualche anno prima), più pulita, ma sicuramente anche meno interessante dal punto di vista culturale e di templi da vedere, ma comunque non ci facciamo mancare niente e ci dirigiamo a piedi passando per il quartiere indiano, e visitando Merdeka square (molto bella) verso Chinatown, dove esploriamo il mercato, mangiamo in un ristorante con tavoli esterni in una via laterale trafficatissima e stanchissimi torniamo in hotel con i piedi gonfi e crolliamo nel letto.
Il mattino dopo con calma e dopo un’abbondante colazione ripartiamo alla volta della città raggiungendo le Batu Caves con un taxi, le foto si sprecano, ci facciamo tutta la scalinata fino in cima incontrando i primi macachi del viaggio ed entriamo all’interno delle grotte che sono carine ma anche piene di rifiuti lasciati abbandonati ai lati, ci tratteniamo qualche tempo riprendendo fiato, poi usciamo e arrivati in fondo alla scalinata ci dirigiamo verso una bancarella dove per meno di un euro prendiamo un bel succo ghiacciato di qualche frutto tropicale non identificato (premessa: in tutto il viaggio abbiamo mangiato e bevuto di tutto e non siamo mai stati male), ci facciamo riportare in centro e incominciamo a darci da fare per organizzare il trasporto/alloggio/escursioni per il parco del Taman Negara, la prima agenzia viaggi che incontriamo ci bastona il morale con una sola orribile parola “FULL”, non ci perdiamo di animo e con un taxi ci facciamo portare a Chinatown dove so c’è un’agenzia viaggi che è indicata sul sito del parco la Han Travel e con il cuore a mille scopriamo invece che posto ce n’è eccome e in circa quindici minuti prenotiamo un pacchetto di 4 giorni/3 notti con soggiorno al Woodland Resort (bungalow puliti ma ristorante sempre chiuso)trasporto fino a Kuala Tembeling in pullman e dal molo di Tuala Tembeling al parco con la lancia, i pasti e le escursioni con guida per i primi due giorni. Felicissimi continuiamo a gironzolare per la città,andiamo sotto le Petronas, giriamo a caso per il centro e nel pomeriggio ci dirigiamo verso il parco dove visitiamo il Butterfly park, dove vediamo farfalle di ogni dimensione e colore che svolazzano tutte intorno a noi, poi la visita continua con delle teche dove all’interno ci sono gli insetti giganti che potremmo incontrare nel Taman Negara (con mio terrore) e dopo questo giro alquanto spaventoso riprendiamo la visita del parco che però vista l’umidità della giornata ci spompa e devastati fermiamo un taxi implorandolo quasi di portarci in hotel dove una doccia (l’ennesima) ci rigenera per la serata.
Festeggiamo l’imminente partenza per la giungla con un aperitivo nel bar della Menara Tower dove aspettiamo il nostro turno per salire all’osservatorio a goderci il panorama (bello, anche se il fatto di essere al chiuso non permette di fare foto eccezionali e comunque forse avendo visitato New York l’anno precedente il panorama non ci ha sciolto il cuore come dal Rockfeller Center, ma siamo stati contenti lo stesso di averlo visto), finiamo la serata nuovamente a Chinatown dove mangiamo per 2 euro a testa. A letto presto domani si parte! Il pulmino della Han Travel ci viene a prendere puntuale davanti al nostro hotel e dopo aver caricato altri turisti in hotel limitrofi ci porta davanti all’agenzia di viaggi dove ci aspetta il pullman che in poche ore ci porterà a Kuala Tembeling. Il panorama è suggestivo con imponenti piantagioni di palme da olio che si alternano a tratti di vegetazione lussureggianti, prima di arrivare al molo di Kuala Tembeling ci fermiamo in un’altra agenzia della Han Travel a jerantut dove ci vengono consegnati i voucher e pranziamo in un ristorante a loro convenzionato al lato dell’agenzia. Finito il pranzo finalmente raggiungiamo il benedetto molo e saltiamo letteralmente sulle lance che in tre ore raggiungeranno il parco. Il panorama è stupendo e non ci siamo annoiati mai, la giungla ai lati è già eccezionale e non ci sembra vero di esserci! Becchiamo anche un bell’acquazzone che finisce nel giro di 20 minuti! Raggiunto il parco l’ennesimo pulmino ci viene a prelevare e smista i turisti nei vari alberghi, siamo gli ultimi a scendere. Il paese di Kuala Tahan limitrofo all’ingersso del parco è veramente minuscolo e gli hotel sono tutti raccolti, il nostro resort ha dei bungalow molto puliti, ma noi non abbiamo il tempo di gingillarci, doccia veloce e si riparte, la sera stessa abbiamo la prima escursione guidata, il “night jungle walk” ovvero la camminata notturna nella giungla, raggiungiamo quindi il Mama Chop Restaurant dove abbiamo i pasti convenzionati e dove è la base della Han Travel a Kuala Tahan…Un piccolo appunto per gli schizzinosi, il Mama Chop Restaurant non è altro che una palafitta sul fiume molto, molto spartana, in due giorni abbiamo sempre mangiato pollo cucinato in vari modi a buffet (comunque buono) con contorno di riso bianco e verdure, qualche frutto e del succo di frutta, nient’altro. A noi è andato bene così ma è da tenere in considerazione, chi desidera un servizio diciamo più internazionale deve dirigersi verso il Mutiara Resort, l’unico resort che può essere definito resort internazionale. Noi però siamo di poche pretese e mangiamo qualsiasi cosa e il clima familiare ci ha dato la possibilità di stringere amicizia con altri viaggiatori che faranno le escursioni con noi anche il giorno successivo.
Alle nove di sera partiamo con la guida per camminata notturna e armati di pile attraversiamo il fiume con la barca e ci immergiamo nel parco dove il buio è totale e dove avvistare qualcosa se non si è esperti è praticamente impossibile, infatti il terzo giorno io e mio marito riproveremo a fare la camminata notturna da soli ma non avvisteremo veramente nulla!!! Comunque ogni tot la guida si ferma e ci fa vedere qualche insettone gigante, un camaleonte, un serpente, così via, l’umidità è alle stelle e avendo piovuto da poco il rischio sanguisughe è dietro l’angolo, così come quello delle zanzare, io mi sono protetta in questo modo: – maglia leggera a maniche lunghe di cotone, larga, comoda, perfetta, comprata in Marocco e utilissima in questa occasione – pantaloni di cotone larghi, all’araba con elastico in fondo – calzettoni da giungla impergnati di antizanzare – scarponcini da trekking Mi sono trovata molto bene con questo vestiario, punture zero, sanguisughe anche, durante le escursioni diurne ho solamente utilizzato una maglietta a maniche corte al posto di quella a maniche lunghe. Comunque c’è da dire che io e mio marito (che invece ha sempre usato pantaloncini corti, canottiera e scarpe da trekking) non siamo apprezzati molto dalle zanzare (una piccola fortuna ogni tanto) ma se siete il loro pasto preferito vi conviene proteggervi bene, ho visto delle turiste nordeuropee caparbiamente in short con le gambe piene di punturone!! A parte questa parentesi l’escursione notturna ci è piaciuta molto, i rumori erano veramente incredibili e da un capanno di osservazione abbiamo anche avvistato dei cervi selvatici.
Il mattino dopo la colazione (questa fatta nel proprio resort) ci si ritrova tutti nuovamente al Mama Chop per partire per l’escursione ai Canopy Walk (i famosi ponti sospesi), risaliamo il fiume con le lancie e partiamo alla volta di un sentiero in salita (bukit indah) che ci porterà a fare un giro ad anello che parte proprio dai ponti sospesi (che attreverseremoo alla fine però) e arriva in cima alla montagna al Bukit Teresek da cui godiamo una splendinda vista sulla giungla sottostante (complice una bella giornata soleggiata), l’escursione è bellissima anche se il fatto di essere in gruppo rovina un po’ il tutto, è più difficile sentire i rumori della giugla e gli animali è praticamente impossibile avvistarli, però tutto intorno c’è una meraviglia della natura, alberi giganteschi, piante stranissime e formiche giganti, i ponti sospesi sono emozionanti e ci si sente un po’ delle indana Jones!! Facciamo un sacco di foto e ritorniamo al Mama Chop affamatissimi e contenti.
Il pomeriggio abbiamo un’altra escursione al villaggio degli orange asli ma prima ci facciamo un bel giro sulle “rapide” (rapide per così dire, tratti di fiume leggermente più agitati) in cui le varie lancie si cercano di bagnare più che possono a vicenda…Divertente, certo, se non fosse che arrivati al villaggio orange asli, dove la guida ci spiega tutto sulle loro usanze, siamo la preda perfetta per gruppi di zanzare assassine attratti dai poveri turisti bagnati fradici che diventano incontrollabilmente ossessionati da OFF e altre spray vari.
Il terzo giorno è forse il più bello anche se il più solitario, finite le escursioni organizzate, ci ritroviamo a vagare per i sentieri della giungla da soli, finalmente in silenzio, silenzio per così dire visto che i rumori della giungla sono fortissimi, ci sono insetti che sembrano motorini elettrici!! Avvistiamo scimmie, pavoni (? o qualcosa che ci assomigliava), sanguisughe a cui facciamo un bel video, e altri insetti poco raccomandabili, arriviamo in circa un’ora (partendo dal Mutiara Resort e prendendo il sentiero che porterebbe al Lata berkoh) ad uno slargo dove c’è una spiaggetta sul fiume dove ci rilassiamo un po’ prima di riprendere la strada di “casa”. La pace è immensa.
Il pomeriggio noleggiamo una lancia solo per noi e ci facciamo portare al Lata berkoh, percorriamo quindi il Sungai Tahan fino alle cascate e dove ci facciamo un bagno stupendo nell’acqua rossa e limpida. Al ritorno avvistiamo uccelli dai colori incredibili, varani e cinghiali selvatici.
La sera camminando per Kuala Tahan (l’unica sera che non ha diluviato) abbiamo ammirato un cielo così stellato da far commuovere, non ne vedevamo uno così dalla notte nel deserto in Marocco a Merzouga. Ultima cena nel parco ce la godiamo al Mutiara Resort dove ci lasciamo andare: birre e un sacco di roba da mangiare, ne avevamo bisogno dopo due giorni di pollo e riso bianco!!! La mattina dopo partiamo per Kota bahru, il trasferimento era compreso nel pacchetto acquistato, non prendiamo più la lancia, ma il più comodo pullman che ci porta a Jerantut dove cambiamo e saliamo su un minivan dove stipati come sardine con altri turisti ci facciamo un viaggio al limite del terrore vista la velocità sostenuta dall’autista e che ci fa mettere in dubbio il fatto di non aver preso l’aereo. Distrutti arriviamo a Kota bahru che è quasi sera, e oltretutto essendo ramadan e Kota Bahru molto musulmana è tutto chiuso, così ci facciamo un giro per il mercato in centro (niente di che) e ceniamo in un ristorante cinese con cucina all’aperto e tavolini in plastica, dove per pochi euro mangiamo pesce freschissimo direttamente pescato dall’acquario davanti a noi e ucciso senza pietà sul bancone in cucina.
Torniamo in hotel delusi da Kota Bahru pià che altro perchè non siamo riusciti a comprare né un batik, nè un acquilone visto che era tutto chiuso. Pazienza domani ci aspetta il paradiso! Il giorno dopo un taxista contattato dal Tuna Bay ci viene a prelevare all’hotel e ci porta al molo di Kuala Besut dove con altri turisti saliamo sulla barca che ci porterà a Perhentian Besar.
Il viaggio non è lungo e prima di pranzo sbarchiamo al molo di Besar direttamente davanti al nostro resort, pranziamo e ancora prima che ci vengano consegnate le chiavi della camera ci buttiamo tra le calde acque del mar cinese meridionale, ci rilassiamo finalmente, è meraviglioso!!!!!!!!!!! Nel pomeriggio dopo esserci ricoperti di protezione 30 (anche se eravamo già abbronzati) raggiungiamo a piedi la spiaggia dell’Abdul’s Chalet e quelle successive, fermandoci ogni volta a far foto, bagni e snorkeling con le maschere che abbiamo affittato.
Alle quattro di ogni pomeriggio passato sull’isola ci fermeremo nella baracca accanto al Tuna Bay a farci fare uno shake di frutta fresca che ci rigenererà dall’implacabile sole malesiano! Il giorno dopo è una giornata stupenda (la migliore dal punto di vista climatico di quelle passate alle Perhentian che, a parte i primi tre giorni, ci ha accompagnato con un sole sempre velato che abbronzava comunque ma che rendeva il tutto meno suggestivo dal punto di vista dei colori) e partiamo alla volta di Turtle beach, è mattino presto (le nove) e il barcaiolo ci scarica in questa che è una delle spiagge più belle che abbiamo mai visto e dove siamo gli unici ospiti per la prima ora!!!!!!!!!! I colori sono eccezionali e lo snorkeling anche, facciamo mille foto e all’ora di pranzo tornare è una tristezza! Il pomeriggio lo passiamo nella spiaggia del Perhentian Island Resort che è veramente bella e che raggiungiamo a piedi dal Tuna bay in circa mezzora solo andata.
I giorni successivi visiteremo le altre spiagge e Perhentian Kecil che per quanto bella (long beach almeno) non ci ha entusiasmato come Besar, anche se i prezzi per souvenir e mangiare sono più bassi.
Un pomeriggio particolarmente velato decidiamo di fare il sentiero che dal nostro lato dell’isola (quello del Tuna Bay) porta nella Teluk Dalam una lunga spiaggia soggetta fortemente al fenomeno della marea e che all’andata raggiungiamo con una barca che vista la bassa marea a malapena riesce a portarci a riva, da li partiamo per il sentiero che però abbiamo sottovalutato, io sono solo con copricostume e infradito, ricoperta di crema solare, come ci avventuriamo per il sentiero scopriamo che la passeggiata che pensavamo di fare è un trekking di circa 40 minuti che attraversa la montagna, quindi tutto in salita per i primi 20 minuti e tutto in discesa per il restante tempo, poco battuto, scivoloso, e pià avventuroso dei segnati e puliti sentieri del Taman Negara, peccato che l’odore della crema solare abbia attirato molte zanzare con cui ho combattuto una guerra all’ultima puntura! Comunque la nostra imprudenza è ripagata dall’avvistamento di un langur prima e di varani dopo, l’arrivo in spiaggia incolumi è visto come un mezzo miracolo.
Finiscono così questi giorni magnifici a Besar dove contrariamente a quello che pensavamo non ci siamo mai annoiati! Anche le sere passate a camminare sulla spiaggia sotto il cielo stellato sono passate veloci e sono un dolce ricordo! Ma tutti i sogni hanno una fine e il settimo giorno partiamo con una barca veloce per Kuala Besut e da li con un taxi sempre prenotato tramite il Tuna Bay all’aeroporto di Kota Bahru, infatti memori dell’esperienza dell’andata, per il ritorno ci siamo prenotati (direttamente dall’internet point del Tuna Bay) un volo per Kuala Lumpur a soli 30 euro a testa (air asia) che in soli 45 minuti ci riporta in mezzo alla civiltà.
Gli ultimi due giorni a Kuala Lumpur li passiamo facendo shopping nei vari centri commerciali, visitiamo i templi presenti in città e ci facciamo un’ultima bevuta all’Hard Rock Cafè dove ad un prezzo proibitivo beviamo due birre che ci sono costate 4 volte un pranzo nella giungla..
Comunque siamo felici, stanchi, ma felici, questa avventura malesiana si è rilevata superiore alle aspettative soprattutto per quanto riguarda la giungla e il mare e già le spiagge di Besar affollano i nostri sogni! Alla prossima avventura! Tiziana