Malaga in solitaria

Piccola premessa: questo mini viaggio è stato fatto lo scorso Gennaio, nella nostra vita precedente al Corona virus
Malaga on the road in solitaria
A gennaio ho l’occasione di fermarmi a Malaga per un week end. Mi trovo già in Spagna per un evento aziendale, ne approfitto pertanto per prolungare il soggiorno e visitare questa piccola città dell’Andalusia. È il mio primo miniviaggio in solitaria. Ho prenotato 2 notti all’albergo Don Paco, buon tre stelle vicino alla stazione Maria Zambrano. Arrivo all’hotel nel pomeriggio tramite un taxi dall’aeroporto, al ritorno invece prendo dalla stazione il treno della linea C con direzione Fungirola che ferma all’aeroporto.
Dopo il check in, esco subito per una prima camminata e per imparare ad orientarmi, il tutto senza l’uso di Internet ma rigorosamente con la cartina che ho preso alla reception e che ho cercato di memorizzare, a grandi linee, prima di uscire in modo da non doverla consultare ogni due minuti.
Cammino nelle vie limitrofe all’albergo fino ad arrivare al Puente de la Misericordia. Da lì la zona diventa più caratteristica, le vie si riempiono di locali per bere e mangiare.
Attraverso Calle Avenida Principal e seguo Calle Puerta del Mar fino ad arrivare alla chiesa di San Juan. Vicino si trova un locale segnalato sulle guide, Casa Aranda, famoso per i Churros, dolci tipici da mangiare con la cioccolata. Proseguo sulla via fino a vedere, solo da fuori perché già chiuso, il Mercado de Atarazanas.
Ritorno con calma verso l’albergo, fermandomi prima in una delle numerose panetterie, piene di sfizi dolci e salati!
Alcazaba e il Teatro Romano
Il giorno dopo, sabato, faccio colazione prestissimo e alle 8.30 sono già fuori per esplorare la città! I ritmi spagnoli sono evidentemente un po’ più lenti, le strade sono ancora deserte, ne approfitto per vedere questa Malaga ancora silenziosa.
Vedo Calle Lario, la via dello shopping, completamente in silenzio. La via è bella per le decorazioni che la caratterizzano, nel pomeriggio vedrò la stessa via inondata da un fiume di gente.
Arrivo all’Alcazaba e al Teatro Romano. Prendo il biglietto cumulativo per la visita di Alcazaba e Castello Gibralfaro (5,50 €).
Comincio la visita all’Alcazaba, praticamente sola, incontro pochissima gente. Più si sale, più si incontrano punti panoramici da cui vedere la città. Si passeggia tra i giardini, gli alberi di arance, i cortili di ispirazione araba.
All’uscita prendo la strada per il castello. La salita è un po’ impegnativa. Ci impiego circa quaranta minuti, andando con calma. Il castello vale una visita principalmente per il panorama che si riesce a vedere percorrendo le mura.
Dopo la visita del castello vado in cerca di un posto per mangiare. Purtroppo sbaglio locale, il ristorante di tapas in cui vado non è niente di eccezionale, peccato.
Vado poi verso la Cattedrale, in cui però non entro perché c’è una fila infinita. Ammiro da fuori la chiesa e il giardino antistante, pieno di alberi di arance.
Proseguo sulla via fino ad arrivare al Museo Carmen Thyssen, sicuramente un museo da consigliare. L’ingresso costa 10,00€ con audioguida compresa, include sia l’esposizione permanente che quella temporanea, dedicata in questo periodo all’arte di ispirazione araba/nordafricana. Il museo è dedicato all’arte spagnola, ci sono numerosi quadri con soggetti gitani, paesaggi tipici del sud della Spagna, case tipiche dell’Andalusia. Bellissimo l’unico quadro di Zurbaran presente, Santa Marina. Questo quadro vale per me la visita.