MALAGA E GIBILTERRA: ACCOPPIATA VINCENTE

Viaggio di qualche giorno a Malaga con una puntatina a Gibilterra, avamposto britannico in terra spagnola
Scritto da: motta d.
malaga e gibilterra: accoppiata vincente
Partenza il: 13/07/2021
Ritorno il: 17/07/2021
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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MALAGA E GIBILTERRA: ACCOPPIATA VINCENTE

Dopo più di un anno di pandemia finalmente ho ripreso a viaggiare…con le dovute precauzioni naturalmente. Per le mie vacanze estive quest’anno ho scelto Malaga, una città che associa mare, sole, relax e la vicinanza con un’altra meta che da tempo sognavo di visitare: Gibilterra. Un baluardo inglese in terra spagnola che dista solo 135 km da Malaga. Il volo è stato prenotato con Ryanair al prezzo di 167 compreso l’imbarco prioritario di 2 bagagli a mano e 5 giorni di parcheggio scoperto, di fianco al terminal dell’aeroporto. L’albergo l’ho trovato su Trivago, che poi mi ha indirizzato su Booking.com, al prezzo di 200 € per 4 pernottamenti.

PRIMO GIORNO

Il volo parte da Bergamo Oro al Serio alle 07:05 di martedì 13/07/21 e io mi presento all’imbarco con una buona ora e mezza di anticipo pensando di perdere diverso tempo con le formalità doganali e le restrizioni dovute al covid. Invece constato con piacere, ma anche con un certo rammarico, che i controlli sono minimi. Nessuno che mi rilevi la temperatura o che mi chieda di esibire l’esito del test antigenico fatto il giorno prima (che per inciso mi è costato 30 €). L’unica cosa che mostro è la carta di imbarco e quella di identità. Il distanziamento poi è solo un pallido ricordo. La sola restrizione è la mascherina per tutta la durata del volo. Alla faccia del viaggiare sicuri. Comunque partiamo puntuali. L’aereo atterra a Malaga alle 09:20, con una decina di minuti di anticipo. L’aeroporto è praticamente sul mare tanto che, invece di un atterraggio, sembra quasi di fare un ammaraggio. Anche qui i controlli non sono proprio rigorosi. L’unica cosa che mi chiedono è il QR CODE, una sorta di green pass da compilare on line e stampare o scaricare sul cellulare il giorno prima della partenza. Mi fermo subito all’ufficio turistico per avere le prime informazioni e per prendere una cartina di Malaga e prima delle 10:00 sono già fuori dall’aeroporto. Per arrivare al mio albergo devo prendere la metropolitana (Malaga a 2 linee) e scendere, dopo circa 15 minuti, al capolinea in centro spendendo 2,30 €. Da lì, stando al navigatore, in 15 minuti di cammino dovrei essere in albergo. La giornata è splendida, soleggiata ma con una brezza rinfrescante. Prima di tutto però battezzo il mio sbarco a Malaga con un cappuccio e una brioches in un bar appena fuori dalla metropolitana al prezzo di 3 €. Spesso qui le brioches sono un po’ piú grandi del normale, vuote e vengono servite tagliate in due con burro e marmellata da inserire a scelta separatamente. L’hotel Goartin lo raccomando a chi non ricerca il lusso ma un piccolo e confortevole alloggio in posizione strategica. Si trova infatti a pochi minuti dal centro (sia a piedi sia con gli autobus che transitano nelle vicinanze), ed è vicinissimo alla stazione della metropolitana, dei treni e dei pullman, per coloro che avessero in programma una gita fuori porta (Gibilterra). Inoltre la zona è piena di ristoranti per tutti i gusti e tasche. Visto che la mia stanza non è ancora pronta ed è ormai ora di pranzo, decido di dirigermi verso il centro (a piedi), cartina alla mano, per dare una prima occhiata alla metropoli. Dopo una ventina di minuti di cammino eccomi in Alameda Principal e poi giro a sinistra in Calle Marques de Larios, una via esclusivamente pedonale con i negozi piú prestigiosi, che per la sua struttura mi ricorda molto la Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Arrivo fino a Plaza de la Constitucion, dove vista l’ora mi fermo a mangiare qualcosa. Qui con 3,80 € prendo un bocadillo con hamon serrano (un panino col prosciutto crudo spagnolo) e con ben 2,50 € una bottiglietta da 1/4 di acqua gasata perriè…..cara!!!! L’acqua gasata al ristorante costa parecchio in Spagna e non sempre si trova; meglio prendere la coca cola o comprarla al supermercato. Dopo il veloce pasto decido di tornare in albergo per riposarmi un po’, dopotutto sono in piedi dalle 04:30. La stanza è piccola ma molto pulita e con l’aria condizionata; il bagno poi sembra rifatto di recente. Nel complesso piú che soddisfacente. La ragazza alla reception è molto gentile e tutti i giorni mi invia tramite whatsapp il codice per aprire il portone, che viene cambiato quotidianamente. Alle 15:30, dopo essermi rinfrescato e riposato, mi dirigo verso la Playa de Santandreas, che dista una ventina di minuti di cammino. La spiaggia è sabbiosa, con docce e servizi gratuiti e un sacco di bidoni della spazzatura e cassonetti dei rifiuti. L’unica pecca è data dai mozziconi di sigaretta che fanno capolino dalla sabbia, ma questo è dovuto alla maleducazione di pochi. L’acqua però e molto piú fredda di quello che mi aspettavo, forse a causa della vicinanza dell’oceano. Dopo circa un ora e mezza decido che per oggi di sole ne ho preso abbastanza e mi dirigo verso il centro lungo Barrio de las Artes, costeggiando il porto. Arrivo fino al Paseo de los Curas, una specie di lungomare pedonale con numerosi locali, aree verdi e giochi d’acqua…molto bello! È incredibile la quantità di monopattini elettrici che scorrazzano in giro per la città; sembra che li usino addirittura per organizzare giri turistici al posto dei pullman. Dovrò adeguarmi prima o poi. Percorro il Paseo fino in fondo arrivando al centro Pompidou, filiale di quello parigino e ospitato in un cubo multicolore, che è diventato uno dei simboli di Malaga. Nei dintorni parecchie bancarelle di souvenirs (di buon gusto ma piuttosto care) e numerosi bar, dove mi fermo per un veloce spuntino. Spendo 2,60 € per un cappuccino, 4,10 € per una fetta di torta e 2,10 € per una coca cola per un totale di 8,80 €. Caruccio!!! Te lo fanno pagare bene il bel panorama. Rientrando in albergo passo per il Paseo del Parque, il viale alberato parallelo al lungomare che sembra un orto botanico o addirittura un pezzo di giungla trapiantato in città, con numerose panchine per riposarsi. Da non perdere. Mi colpisce particolarmente la quantità di fontane e fontanelle sparse in tutta la città. Di solito in posti con un clima così caldo l’acqua dolce è un bene assai prezioso ed è molto piú razionata, mentre qui sembra che ne abbiano a disposizione in abbondanza, anche se il fiume che attraversa Malaga è piuttosto secco. L’atmosfera è resa ancora piú esotica dalla presenza dei numerosi pappagalli che mi svolazzano sopra la testa e di cui sento il simpatico chiacchiericcio, anche se è difficile scorgerli in mezzo al fogliame. Sulla via del ritorno compro un pacchetto di mandorle zuccherate (1 €) da uno dei numerosi venditori presenti in centro e successivamente mi fermo in un supermercato per prendere una bottiglia di gassosa (1 €) e un pacchetto di patatine (1,15 €) da tenere in camera. Per la cena mi butto in uno dei numerosi locali nei dintorni dell’hotel, un kebab, dove mi sazio con un piatto di carne mista, riso, patatine fritte, insalata e una lattina di coca cola spendendo 7,00 €. Tutto sommato niente male. Al termine mi dirigo verso il mio alloggio dove il sonno non tarda a venire.

SECONDO GIORNO

Mi sveglio di buon ora riposato e mi dirigo verso il centro passando per il mercado de atarazanas, uno storico mercato coperto con una varietà di specialità gastronomiche e diversi tapas bar. Un ambiente vivace e simpatico! Appena uscito mi fermo in un bar per fare colazione. Per 7,30 € mi sazio con un cappuccio, una brioches calda, tagliata a metà da riempire e un succo di frutta (buonissimo ma a 3,70 € un po’ caro). Il tempo è buono anche se leggermente coperto. L’obbiettivo della mattinata è visitare la Catedral de Nuesta Seńora de la Incarnacion, un esempio di arte rinascimentale la cui costruzione è durata ben due secoli. Alle 09:40 sono davanti alla cattedrale che, come era facile da aspettarsi visto lo stile di vita “slow” degli spagnoli, apre alle 10.00 (alcune attrazioni, come il museo di Picasso, aprono addirittura alle 11:00). Consiglio quindi a tutti di evitare di svegliarsi troppo presto. L’ingresso costa 6 € compreso di audioguida da scaricare (cosa che non faccio). Pagando un leggero sovrapprezzo si può salire sul campanile e avere una splendida vista sulla città. Per coloro che volessero sobbarcarsi la fatica di fare i 200 scalini solo per gustarsi il panorama, consiglio di risparmiare sudore e soldi per godersi la visione di Malaga dal castello. Bisogna dire che il denaro speso per visitare le chiese in Spagna non è mai sprecato; la cattedrale è davvero imponente ed è stata costruita sopra una moschea, di cui oggi rimane solo il Patio de los Naranjos. Il soffitto a cupola poi, alto 40 metri, è tutto da ammirare anche a costo di un torcicollo. La visita, seppure abbastanza superficiale, mi porta via piú di mezz’ora e all’uscita vedo che si è formata una piccola coda per entrare. Consiglio di arrivare per le ore 10:00. All’uscita mi dirigo verso l’Alcazaba, che si trova proprio a fianco. Si tratta di un palazzo-fortezza di epoca mussulmana che fonde in se tre culture: araba, romana e rinascimentale. Venne costruita dai Mori su una collina nel centro della città, con vista sul porto, e si compone di due recinzioni murarie al cui centro si trova il palazzo vero e proprio. Non è bella come quella di Siviglia o l’Alhambra di Granada ma per 5,50 € ne vale sicuramente la pena, se non altro per godersi il panorama di Malaga dall’alto. Al termine, visto che ormai è mezzogiorno passato, mi fermo dal Mc Donalds in Alameda Principal dove con 6,90 € mi gusto un abbondante crispy chicken menú. Appena fuori, 1,65 € di caffè completano il mio pasto. Visto che il tempo è decisamente migliorato e il sole splende caldo, dopo avere girovagato un po’ per il centro, decido di passare il resto del pomeriggio sulla spiaggia si santandreas in un atmosfera decisamente “vacanziera”. Per la cena mi oriento su uno dei locali all’interno della stazione dei treni, che somiglia piú a un centro commerciale, dove prendo un piatto di uova con gamberi, patatine fritte e una coca cola spendendo 12,10 €. Finito di cenare rientro subito in albergo per un meritato riposo.

TERZO GIORNO

Oggi punto la sveglia addirittura alle 07:30, per prendere l’autobus che parte alle 08:30 dalla stazione dei pullman, che si trova a 5 minuti dall’albergo (l’ho scelto apposta), con destinazione Gibilterra. Il tragitto di andata necessita di 2 ore per un costo di 16,72 €, mentre per il ritorno ci vogliono 3 ore al prezzo di 13,78 €. Dato che non ho idea di quanta gente ci sarà sul mezzo, decido di prenotarmi subito sul pullman di ritorno alle 16:30, per fortuna senza sovrapprezzo. Prima della partenza però mi fermo a far colazione al bar della stazione spendendo 5,50 € per un cappuccio, una brioches e una bottiglietta di acqua. L’autobus è moderno e dotato di aria condizionata, ma un po’ “stretto di gambe” per le mie dimensioni (192 cm). Per fortuna la gente è poca e posso occupare da solo i due posti a sedere attigui viaggiando così un po’ piú comodo. Alle 10:45, dopo poco piú di due ore di viaggio, arriviamo a destinazione e in 10 minuti di cammino, seguendo le indicazioni, arrivo al confine di stato. Anche qui i controlli sono minimi; ho dovuto solo tirare fuori la carta di identità un paio di volte. Niente risultato del test antigenico o QR code. Tutto molto tranquillo. Appena varcato il confine ecco l’aeroporto di Gibilterra, costruito nel 1939 per ospitare una sola pista di emergenza per la Royal Navy, ed ecco la prima sorpresa: la pista è tagliata perpendicolarmente dalla strada principale della città, la Winston Churchill Avenue, che viene ogni volta chiusa temporaneamente tramite passaggio a livello, per permettere agli aerei di atterrare e decollare. Sullo sfondo si erge maestosa e imponente la Rocca di Gibilterra, alta 426 metri. Il tempo non è dei migliori: leggermente coperto e con molto vento. La vicinanza all’oceano rende il clima particolarmente variabile e imprevedibile; meglio portarsi sempre a dietro una felpa (cosa che io non ho fatto). Non ho preso una mappa della città ma poco male, ce ne è una in rilievo praticamente ad ogni angolo. Difficile perdersi. Visto che il tempo è scarso mi dirigo subito nella città vecchia e mi fermo nella pittoresca Casemate Square per fare uno spuntino e prendere qualche souvenir. La piazza, piuttosto grande e animata, brulica di turisti, di bar e di ristoranti. I prezzi nell’avamposto britannico sono indicati in euro e in sterline e sono leggermente piú cari rispetto alla Spagna: 3,60 € per un cappuccio e una brioches, e ben 5,00 € per due calamite. Riempito lo stomaco imbocco la Main Street e mi dirigo senza indugi alla funicolare che mi porterà in cima alla Rocca. Mi piace molto lo stile di questa cittadina, in parte “old England”, caratterizzato dalla presenza di alcuni tipici elementi inglesi come le cabine del telefono o le cassette della posta (rigorosamente rosse), e in parte simile a quello dei vicini spagnoli. Dopo una ventina di minuti di cammino molto rilassato gustandomi ogni metro del percorso arrivo finalmente alla funivia. Il prezzo per salire in cima e tornare è di 22,50 €; con 40 € si può anche visitare la riserva naturale mentre si scende a piedi. Per mancanza di tempo (e anche un po’ per taccagneria) scelgo la prima opzione e dopo pochi minuti di salita eccomi finalmente in cima alla leggendaria Rocca. Appena uscito dalla cabina…ECCOLE!! SONO LORO!! Le famose Bertucce di Gibilterra!! Sono l’unica specie di scimmia presente in Europa e si trovano nelle zone più alte della Rocca, pur non disdegnando ogni tanto delle scorribande in città, dove gli abitanti le chiamano monos, ossia “scimmie” in dialetto locale. Non sono affatto infastidite dalla presenza dell’uomo…anzi…alcune si dimostrano perfino troppo curiose ed espansive. Si raccomanda infatti di non tenere gli zaini sulla schiena ma sulla pancia perché sembra che le scimmie siano diventate particolarmente abili e veloci ad aprirli alla ricerca di cibo, col risultato di portare via spesso oggetti come portafogli, orologi e macchine fotografiche scambiandoli per qualcosa di commestibile. Attenzione! Dopo le foto di rito ai cugini pelosi mi sposto sulla terrazza panoramica che mi offre uno spettacolo mozzafiato. Il tempo è notevolmente migliorato e si riesce a vedere tutta la costa a 360 gradi fin quasi al Marocco. Una vista davvero fantastica che mi fa perdere la cognizione del tempo impegnato come sono a scattare fotografie. Quando torno “coi piedi per terra” sono già le 14:00. Ripercorro a ritroso la Main Street per un ulteriore occhiata alla città vecchia e poi mi dirigo verso il porto, o piú esattamente nella zona residenziale nei pressi del porto. Qui gli edifici storici lasciano il posto a palazzi lussuosi e ultramoderni, contornati da una moltitudine di ristoranti e locali NON per tutte le tasche a giudicare dai prezzi esposti. Le barche ormeggiate nei canali poi non stonerebbero a Montecarlo. Il traffico è veramente notevole, addirittura snervante; i parcheggi sono tutti pieni e anche l’aria e pesante…e io sono cresciuto a Milano!! Consiglio di non avvicinarsi neanche a Gibilterra con la macchina. Molto meglio lasciarla in terra spagnola. Dopo avere vagabondato un po’ mi incammino a malincuore verso la stazione dei pullman e una volta varcato il confine mi fermo per un veloce spuntino prima di affrontare le tre ore del viaggio di ritorno. Con 4,30 € prendo un piatto di patate lesse, ½ litro di acqua naturale e un caffè espresso. Una volta rientrato a Malaga mi concedo una cena tipicamente spagnola al bar della stazione: una paella mista (abbondantissima…ho faticato a finirla), una coca cola e un caffè. Il tutto a soli 16,65 €. Al termine, soddisfatto nel corpo e nello spirito, mi dirigo in albergo per un sonno ristoratore. Una giornata magnifica…di quelle che si ricordano!!

QUARTO GIORNO

Anche oggi mi sveglio abbastanza presto per recarmi in aeroporto a fare il tampone necessario per il volo di rientro in Italia di domani sera. Dopo una abbondante colazione in un bar vicino all’albergo (5,20 € per un cappuccio, 2 brioches e una spremuta di arancia) entro in metropolitana dove spendo 4,60 € per un biglietto andata e ritorno per l’aeroporto. Alle 08:20 sono a destinazione e mi dirigo verso il luogo dove effettuano il test rapido, su indicazione di una gentile hostess. Davanti a questa sorta di ambulatorio ci sono 2 corsie: una per coloro che hanno preso appuntamento e una per coloro (come me) che invece non lo hanno. Contrariamente a quello che mi aspettavo spulciando alcune recensioni on line, sono entrambe praticamente vuote. Pago 24,50 € e alle 09.10 sono già in metropolitana col mio bel risultato del test (negativo) nel portafogli, e ancora tutta la mattinata davanti. Uscendo però vedo che la coda per il tampone si è fatta piú lunga; consiglio quindi di venire presto…almeno finche dura la pandemia. L’obbiettivo della mattinata è visitare il castello di Gibralfaro, che è stata la fortezza piú inespugnabile di tutta la Spagna e l’ultima a essere conquistata dai re cattolici. Alle 10:10 sono in vista della meta, che si staglia massiccia in cima alla collina dell’Alcazaba. La salita, partendo dall’ingresso della fortezza, è piuttosto impegnativa, soprattutto a causa del sole implacabile che mi martella e la scarsità di ombra. L’ultimo tratto poi è il peggiore: alquanto ripido e con le pietre che costituiscono il sentiero di accesso rese decisamente scivolose dall’usura. Non salite con gli infradito! L’ingresso costa veramente poco, solo 3,50 €, e la coda è minima. Leggo però una cosa che mi era sfuggita due giorni fa, e cioè che con 5,50 € si possono visitare castello e Alcazaba insieme. Mannaggia!! La prima cosa che faccio all’interno è…prendere un caffè al bar (1,50 €) per riprendermi dall’abbondante sudata, dopo di che comincio il mio giro. Il castello in sé non è niente di eccezionale dato che praticamente rimangono solo le massicce mura perimetrali, ma la vista di cui si gode è assolutamente impareggiabile, a 360 gradi sulla città. Il porto, il teatro romano, la plaza de toros, la cattedrale e persino le spiagge sono tutte a portata di sguardo. Dopo circa un ora e un infinità di scatti, mi dirigo verso la Malagueta, ovvero la spiaggia piú famosa di Malaga, facilmente raggiungibile a piedi dal centro. Prima però, visto che ormai è ora di pranzo, mi fermo in un supermercato per prendere dei generi di conforto spendendo 5,25 € per del prosciutto serrano, una mozzarella, della frutta e una bottiglia di acqua gasata. La spiaggia è mista di sabbia e ciottoli, decisamente pulita, per la maggior parte libera e con numerosi bagni e docce gratuite a disposizione dei bagnanti. Rimango a prendere il sole fino alle 16:00, dopo di che rientrando mi concedo uno spuntino in uno dei locali vicino al centro pompidou spendendo 6,50 € per un sandwich, una coca cola e un caffè. Percorro il Paseo del Parque per una buona metà poi decido di prendere uno dei numerosi autobus che fermano vicino all’albergo, tanto per valutare la qualità dei mezzi pubblici (e anche un po’per stanchezza). Alla fermata c’è il video con gli orari di arrivo dei vari pullman (e devo dire che ci azzeccano); il biglietto si acquista salendo a bordo e dichiarando all’autista dove si desidera scendere. In alternativa si possono anche acquistare in un baracchino nei pressi della fermata degli abbonamenti settimanali. L’autobus numero 4 mi porta dopo 3 fermate quasi davanti all’hotel e spendo 1,40 €. Dopo essermi rinfrescato e riposato un paio di ore esco per riempirmi lo stomaco. Nella ricerca di un locale che soddisfi le mie necessità gastronomiche leggo che la maggior parte dei ristoranti sono aperti tutto il giorno fino a tarda serata; qui si mangia a tutte le ore. La mia scelta cade (ancora una volta) sul bar vicino alla stazione dei pullman dove mi sazio con un piatto di pesce fritto con patatine, una sprite e un caffè, per 13,90 €. Visto che poi è la mia ultima notte a Malaga mi reco (con l’autobus stavolta) in centro per gustarmi un po’ la città “by night”… e devo dire che non mi lascia insoddisfatto. Vedo tanta gente giovane in giro per le strade o che affolla i numerosi locali e nessun ubriaco che rechi disturbo. Bello soprattutto il Paseo de los Curas, con tutte le sue luci, i suoi locali e anche qualche musicista da strada che regala una nota di colore alla serata. Purtroppo la stanchezza si fa sentire e quindi mi dirigo verso la fermata piú vicina per rientrare in albergo.

QUINTO GIORNO

Nell’ultimo giorno a Malaga decido di onorare il suo piú illustre concittadino che qui ebbe i natali nel 1881: Pablo Picasso. Il museo a lui dedicato, inaugurato nel 2003, custodisce piú di 200 lavori, tra quadri, disegni, incisioni, ceramiche e sculture, e nasce dal desiderio dello stesso artista che le sue opere fossero presenti nella sua città di origine. Dato che avevo già visitato quello di Barcellona anni fa, quello di Malaga è un “must”. Mi sveglio con calma e preparo il bagaglio per il ritorno, che lascerò in custodia in albergo fino a sera. Una buona colazione con un cappuccio e 2 brioches per 3,10 € in un bar vicino alla metropolitana e poi via verso il centro. Arrivo a destinazione poco prima delle 10:00 e lì scopro che gli orari del museo sono ancora piú “slow” del solito: infatti apre alle 11:00. Poco male… ne approfitto per fare un giro in centro e prendere gli ultimi souvenirs. Noto che le strade del centro sono tutte bagnate come dopo un’ acquazzone, ma questo perché le lavano con la apposita macchina. Efficienti!! Alle 10:50 sono davanti all’ingresso, dove però si è formata una piccola coda; si da la precedenza ha chi ha prenotato il biglietto on line. L’ingresso costa 9 € compreso di audioguida. Visitando il museo si fa un percorso cronologico della vita dell’artista, osservando i cambiamenti in stili, tecniche ed i materiali che il pittore stesso ha sperimentato e utilizzato. Alle 12:20 esco dal museo e, vista l’ora, mi reco in uno dei numerosi locali del centro dove mi gusto uno spuntino tipicamente spagnolo: una tapas col salmone, una con prosciutto e melone, una sprite e un caffè espresso, il tutto per 12 €. Il resto del pomeriggio lo trascorro in ozio sulla Malagueta, tra una nuotata e una buona lettura, stavolta però al riparo dal sole sotto un ombrellone affittato per 7 €. Alle 18:30 mi dirigo verso l’albergo per ritirare il mio bagaglio e darmi una rinfrescata. Prima di andare all’aeroporto però mi fermo al bar della stazione dove con 4,50 € mangio un hamburger di pollo con le patatine fritte (niente acqua perché devo finire la mia bottiglia visto che in dogana non la farebbero passare). Fatto questo…via verso il terminal dove alle 22:00 mi attende il volo per l’Italia. Arrivederci Malaga!!!

TIRANDO LE SOMME…

Malaga è una città veramente vivace, facile da visitare e adatta a tutte le tasche. Le attrazioni principali costano molto meno di quello che mi aspettavo e alla fine sono tutte concentrate nella zona centrale della città. Le si può raggiungere a piedi, coi mezzi pubblici (che sono numerosi, efficienti e puliti) oppure coi monopattini elettrici, che si possono trovare quasi ad ogni angolo. Credo che quest’ultimo, oppure la bicicletta, sia il mezzo piú comodo per girarla vista la presenza di numerose piste ciclabili e la larghezza dei marciapiedi. Sconsiglio di usare la macchina per muoversi; il traffico è abbastanza notevole nelle ore di punta. Forse il periodo migliore per una vacanza è all’inizio dell’estate, quando il sole non è ancora così spietato. Tuttavia il gran caldo fa apprezzare maggiormente la temperatura dell’acqua, che è piuttosto fredda.

Gibilterra merita una visita piú approfondita di quella che ho fatto io, magari fermandosi a dormire una notte per poterla girare comodamente senza fretta gustandosi anche le spiagge e il mare (meteo permettendo). Visto che però è piuttosto costosa meglio prenotare un albergo appena fuori, in terra spagnola, e recarsi sul posto a piedi o coi mezzi. La macchina lasciatela in parcheggio.

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