Mal di… Grande Mela

New York in 10 giorni
Scritto da: molay
mal di... grande mela
Partenza il: 11/05/2010
Ritorno il: 21/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Avendo trovato utili i consigli letti sul sito TPC, vogliamo farvi anche noi un breve resoconto della nostra prima vacanza a New York. Periodo: 11-21 maggio 2010. Il periodo è ottimo, la primavera a NY è incantevole, però dovete mettere in valigia abbigliamento sia pesante che leggero, perché possono verificarsi forti sbalzi di temperatura. Abbiamo approfittato di un’offerta Alitalia e il volo a/r è costato euro 517,00 tasse comprese. Assicurazione a parte, consigliata. Se volete risparmiare fatela tramite Alitalia e stipulatela non appena prenotate il volo. Abbiamo prenotato l’appartamento tramite Internet, sul sito www.homeaway.com / www.cyberrentals.com. Non ha assolutamente deluso le nostre aspettative, anzi era carino, ben arredato, luminoso, dotato di ogni comfort, compresi PC con linea Internet, adattatori per la corrente, TV, asse e ferro da stiro, e cucinino fornito di tutto l’occorrente. Consigliamo di versare solo un anticipo con carta di credito pay-pal, pagando poi in contanti il saldo all’arrivo. Arrivate al JFK Airport abbiamo preso l’Air-train (costo 5 $) fino a Jamaica Station, poi la metropolitana A-C-E fino a Port Authority 42nd Street (da dove, volendo, partono anche i bus per il resto degli Stati Uniti). Il residence è poco distante, in posizione centrale e comoda, vicino alla zona dei teatri e a 10 minuti a piedi da Times Square. Per utilizzare i mezzi di trasporto abbiamo optato per la metro card 7 days, che consente di utilizzare metro e bus per un numero illimitato di viaggi, per 7 giorni, al costo di 27$. 1° giorno/mercoledì = giro a zonzo per il centro della città, Times Square, 5th Avenue, ecc… In Times Square c’è l’Ufficio Informazioni, con cartine gratuite della città. Lì di fianco c’è anche TKS, dove trovare biglietti scontati per i musical della sera stessa: purtroppo l’attesa è lunga, fino a 3 ore, e se il tempo a disposizione non è molto non vale davvero la pena passarlo in fila. Abbiamo proseguito il nostro giro e comprato una bella macchina fotografica, in un negozio sulla 42nd Street (angolo con 5th Avenue) in un negozio chiamato LAFNAC: sono gentilissimi, soprattutto Luis, un ragazzo messicano che parla un italiano abbastanza comprensibile, chiedete di lui. Un consiglio per l’acquisto di ogni materiale tecnologico: prima di partire (o a NY tramite Internet) informatevi bene sul prezzo dell’articolo che vi interessa: considerate anche le tasse non è detto che sia così conveniente comprarlo negli USA! Sempre riferendoci alle spese tecnologiche, non comprate assolutamente al “Liberty Gift on 5th Av.” (sulla 5th Avenue): proveranno a vendervi articoli usati o difettosi spacciandoli per nuovi. 2° giorno/giovedì = Statua della Libertà e Ellis Island. Gita assolutamente consigliata, costo 12 $. Non spaventatevi per la lunga fila di persone in attesa, è più veloce di quanto si possa immaginare. Ad Ellis Island prendete l’audioguida in italiano (8 $): ne vale la pena, potrete avere interessanti spiegazioni sulla visita. Poi un giro per il Financial District e infine al Pier 17, per una bellissima veduta sul Ponte di Brooklyn al tramonto. Abbiamo proseguito poi per Chinatown, Little Italy e il Greenwich Village. Cena (con karaoke) in un pub irlandese. 3° giorno/venerdì = giro a Ground Zero, al Memorial 9-11 e alla St. Paul Chapel, luogo di ritrovo di tutti i volontari nei giorni seguenti all’attacco alle Torri Gemelle. Un posto molto triste, ma una visita è d’obbligo. Ci dirigiamo poi al Century 21, un grande bazar consigliato da molti, dove trovare capi/accessori firmati a prezzi convenienti: in realtà noi abbiamo trovato solo una gran ressa, difficile trovare buone occasioni in un posto così affollato. Se non siete appassionati di shopping…lasciate perdere! Essendo venerdì pomeriggio, abbiamo approfittato dell’entrata gratuita al MOMA, a partire dalle h. 16,30: scelta azzeccata, c’è molta gente ma anche qui la fila è veloce e all’interno non c’è ressa, si visita il museo in tranquillità. La sera siamo andate al Birdland, locale dove suonano musica jazz dal vivo, e siamo state così fortunate da riuscire a sentire il grande Terence Blanchard. 4° giorno/sabato = Brooklyn. Arrivate a Brooklyn con la metropolitana, decidiamo di prendere subito anche il bus per concederci una bella giornata di relax al Prospect Park. Sul bus, incuriosite da due stupendi bimbi in tenuta da baseball, decidiamo di seguirli e ci ritroviamo così in mezzo ad un gruppo di genitori a tifare per dei piccoli campioni di circa 5 anni in una delle loro prime partite di baseball. E’ stato sicuramente uno dei momenti più simpatici della vacanza. Raggiungiamo quindi Prospect Park, dove ci sdraiamo finalmente sull’erba a prendere un po’ di sole e a riposarci. Attendiamo poi il tramonto, passeggiando sulla Promenade, verso il Ponte di Brooklyn. E’ uno spettacolo stupendo, che lascia senza parole, vedere il sole tramontare dietro i grattacieli di Manhattan mentre piano piano si accendono tutte le luci della città. Siamo poi rientrate percorrendo a piedi il Ponte di Brooklyn, passeggiata di circa 30/40 minuti. Ceniamo a Little Italy. Consiglio: non ordinate la pizza (non sarà mai buona come la nostra), e nemmeno l’acqua minerale, visto che una bottiglia la pagherete ben 6$. 5° giorno/domenica = mattina ad Harlem per la messa presso la Second Canaan Baptist Church (h. 11,00). Un’esperienza emozionante e coinvolgente, che sicuramente ci sentiamo di consigliare. I celebranti e i fedeli accolgono con simpatia i turisti e li coinvolgono nel loro rito, il tutto accompagnato da bravi musicisti e da un meraviglioso coro gospel. Poi un giro veloce nella parte nord di Central Park e Upper East Side. In seguito ci dirigiamo da Macy’s. Francamente i grandi magazzini di NY ci hanno un po’ deluse, forse noi non siamo tipe da shopping: troppa calca, e stile un po’ troppo pacchiano. Diciamo che non è esattamente come nel telefilm “Sex And The City”. Serata a teatro per il musical “Billy Elliott”. Non sapendo perfettamente l’inglese abbiamo optato per una storia che conoscevamo già. I biglietti li abbiamo comprati direttamente alla biglietteria del teatro: erano posti laterali dell’ultima fila, ma lo spettacolo si vede comunque piuttosto bene. Costo minimo = 42 $ a persona. 6° giorno/lunedì = giretto nell’Upper East Side e poi un po’ di relax a Central Park, pranzando con il classico hot-dog comprato da un venditore ambulante. Da qui direzione Harlem per una veloce visita al negozio Harlem Underground, dove si possono trovare delle bellissime e originali t-shirts che vengono confezionate direttamente lì sul posto. Cena al ristorante thai YumYum: decisamente non fa’ per noi, si salta la cena! 7° giorno/martedì = nonostante il tempo da lupi ci siamo letteralmente innamorate del Greenwich Village. E’ nel cuore di Manhattan ma sembra di essere in un’altra città, e un po’ fuori dal tempo. Ci hanno conquistato i mille negozietti caratteristici: bigiotteria, dischi, cartoline e stampe, abiti vintage, ristorantini, pasticcerie. E’ un attimo perdersi entusiasti per le stradine del Village, anche con gli ombrelli aperti e una pioggia a catinelle Noi abbiamo fatto colazione alla Magnolia Bakery (sulle orme di Sex and the City) e pranzato al Cowgirl (519 Hudson Str.), un carinissimo locale stile far west! Abbiamo poi raggiunto l’East Village, e visto il diluvio perenne ci siamo messe alla ricerca del Katz’s Delicatessen, il locale reso famoso dal film “Harry ti presento Sally”. Trovatolo, non ci ha però entusiasmato e quindi abbiamo preferito fermarci, per la nostra pausa the pomeridiana, all’ Arlo&Esme, un locale raccolto e rilassante situato in 42nd east, 1st str. 8°giorno/ mercoledì = senza alcuna voglia ci dedichiamo allo shopping per gli amici rimasti a casa, che prima della partenza ci hanno commissionato di tutto e anche di più. Lista in mano, si comincia! Quindi eccoci sulla 5th Avenue, da Tiffany & co.: quì ci sembra di essere davvero catapultate in un film degli anni ’50, dove i commessi e l’uomo dell’ascensore sono persone squisite e di gran classe. Poi da Abercrombie&Fitch dove di classe non c’è proprio niente: musica assordante, ragazze-immagine impegnate nelle danze ma che non sapranno aiutarvi in niente di utile, buio totale interrotto qua e là da luci psichedeliche, infatti una giapponese è rotolata a terra davanti ai nostri occhi e a quelli della danzatrice, che non ha fatto una piega. La poverina si deve essere fatta un gran male. Poi NBA Store, Nike, Armani, ecc… Piccola disavventura vacanziera: a causa di un doloroso callo al piede, ci tocca una pedicure urgente sulla 5th Avenue, per la modica cifra di 48 $! Però l’intervento è riuscito: ora si può riprendere a camminare per vedere gli ultimi scorci della città, ormai la partenza si avvicina. Cena con ali di pollo fritte, se avete occasione provatele, sono tipiche e buonissime, e non ci hanno dato alcun problema allo stomaco. 9°giorno/giovedì = pausa pranzo al Bryant Park: compriamo un tramezzino da “Pret à manger”, una catena sparsa un po’ in tutta la città, che offre una vasta scelta di panini, tramezzini, frutta, yoghurt, tutto buonissimo e fresco. Ci dirigiamo poi al parco, mescolandoci agli impiegati newyorchesi in pausa pranzo,sentendoci ancora una volta, due di loro!! Proseguiamo la giornata con la salita sull’Empire State Building. Evitate di comprare i biglietti dai venditori che circondano l’edificio, perchè costano molto di più. Il costo è di 20$ alla biglietteria ufficiale. Se siete fortunati non troverete molte persone in coda: noi abbiamo aspettato circa 20 minuti. Lo spettacolo dall’86° piano è impagabile, sembra di dominare il mondo. Si ha anche la sensazione di osservare una mappa dall’alto: si distinguono perfettamente i grattacieli del Financial District, il Ponte di Brooklyn, Central Park, ecc… E, vedendolo anche dall’alto, concordiamo una volta di più sul fatto che il Chrysler Building è indubbiamente il più bell’edificio della città. Cena al Greenwich Village: decidiamo questa sera per un bell’hamburger in piena tradizione americana, e andiamo al “Dr. Jeckyll e Mr. Hyde”. Risultato: pienamente soddisfatte! Gironzoliamo ancora un po’, poi rientriamo a casa e prepariamo le valigie: domani, ahimè, si rientra a Milano. Usciamo sulla nostra scaletta antincendio e salutiamo la nostra ultima notte newyorchese. Rientrate in Italia, tutto ci manca già. E ora, anche se quando ce lo dicevano ci sembrava esagerato, non vediamo proprio l’ora di ritornare. E’ ufficiale: soffriamo di mal di Grande Mela!!


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