Mal d’Africa: Zanzibar

Ciao, siamo Barbara, Manuela, Marzia e Stefania ancora entusiaste per la splendida vacanza trascorsa nell’isola di Zanzibar dal 17 al 25 febbraio. L’aeroporto di Zanzibar è effettivamente come tutti lo descrivono: piccolo, caotico e pieno di gente che chiede mance. Ma sappiate che, se non vorrete darla, la mancia non è indispensabile per...
Scritto da: (bar)2a
mal d’africa: zanzibar
Partenza il: 17/06/2006
Ritorno il: 25/06/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Ciao, siamo Barbara, Manuela, Marzia e Stefania ancora entusiaste per la splendida vacanza trascorsa nell’isola di Zanzibar dal 17 al 25 febbraio.

L’aeroporto di Zanzibar è effettivamente come tutti lo descrivono: piccolo, caotico e pieno di gente che chiede mance. Ma sappiate che, se non vorrete darla, la mancia non è indispensabile per non farsi aprire la valigia: mostratevi tranquilli e disponibili ad aprirla e vedrete che appena metterete mano alla stessa per aprirla vi diranno di andare. Noi personalmente abbiamo visto aprire un solo bagaglio: il solito turista (italiano) che perde la calma e si mette a sbraitare pensando che alzando la voce si risolva tutto. Beh, non serve a niente e per godersi al meglio la vacanza è bene calarsi il prima possibile nei ritmi dell’isola dove tutto avviene pole pole (piano piano) e per qualsiasi cosa vi sentirete ripetere hakuna matata (nessun problema).

Noi abbiamo soggiornato al Mapenzi Beach, villaggio situato a Kiwengwa sulla costa est dell’isola, con i bungalows in parte immersi in un rigoglioso giardino e in parte posti sulla spiaggia all’ombra di altissime palme. Ottima pulizia e ottima cucina internazionale con personale cortese e disponibile ed animazione per nulla invadente. Abbiamo fatto numerose escursioni (tutte con i beach boys): il Safari Blu all’insegna del mare, del sole e dell’abbuffata di ottimo pesce; Prison Island con le giganti e centenarie tartarughe di terra; la visita alla città di Stone Town con i caratteristici mercati; lo snorkelling a Nungwi preceduto dalla visita di altre tartarughe, d’acqua, e seguito da uno splendido tramonto; l’escursione a Jozani forest per ammirare le dispettose scimmiette per nulla intimorite dalla presenza dei turisti; il tour delle spezie con una simpatica guida che fornisce curiose spiegazioni sulle stesse. Credeteci, una settimana basta (il tutto ha impegnato 1 intera giornata e 3 mezze giornate), ammesso che non siate amanti della vacanza solo sdraio e sole… noi con altri giorni a disposizione ne avremmo fatte altre! L’unico problema è che a Zanzibar esiste una sola strada asfaltata quindi preparatevi a “saltare” molto per raggiungere ogni vostra meta, ma ne vale la pena . Ma anche se amate “abbrustolirvi” al sole (e a Zanzibar vi riuscirà benissimo) “evadete” almeno una volta dal villaggio e guardatevi intorno… le case , si va dalla muratura al fango, molte prive di corrente elettrica sono difficili da dimenticare, come anche i bambini e le loro urla di gioia per una semplice biro. Se ci andrete ricordatevi di loro, portate vestiti, cappellini, quaderni, biro… e non dimenticate di trascorrere un po’ del vostro tempo a giocare con loro! Bellissimo è anche passeggiare lungo la spiaggia, di sabbia bianchissima e stranamente mai bruciante, dove sarete “assaliti” da un marea di gente: con i masai potrete avere un interessante “scambio culturale” (a noi è capitato di scambiare una sorta di “lezione” di italiano con una sulla loro lingua e le loro usanze) mentre gli zanzibarini vi vorranno vendere di tutto: dedicategli un po’ di tempo e un sorriso e non ditegli mai “domani” perchè se lo ricorderanno e per loro “una parola è una parola” (distribuite i vostri acquisti tra masai e zanzibarini, perché come ci ha fatto notare un venditore zanzibarino: tutti devono mangiare e lavorare!). Non dimenticate di fare una passeggiata fino alla barriera corallina approfittando della bassa marea (necessarie scarpette di gomma perchè i ricci abbondano e creme solari ad alta protezione perché il sole “picchia”): l’acqua che si ritira per centinaia di metri rende visibile una brulicante vita marina che merita di essere ammirata.

Lasciate a casa i ritmi frenetici che da noi sono la quotidianità, mettete in valigia un po’ di spirito di adattamento e tanto entusiasmo e vedrete che all’aeroporto, ancora prima di salire sull’aereo che vi riporterà in Italia, avrete già nostalgia di questa meravigliosa isola, del suo infinito cielo stellato, del suo mare dai mille colori, della sua gente solare sempre pronta a salutarvi con uno squillante “Jambo”, del sorriso dei suoi bambini… asante sana (grazie mille) Zanzibar.



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