Mahé, Praslin, La Digue
CAMBIO. Gli euro in rupie li abbiamo sempre cambiati tramite i beach boys o ragazzi che sostavano nei pressi degli hotel o persone diventate dopo qualche giorno “di fiducia” (es. Il fruttivendolo di fronte la guest house). Le banche o gli alberghi hanno un cambio sfavorevolissimo. Da non cambiare, però, troppi euro, le rupie sono utili per acquisti in piccoli negozi, sulle bancarelle, biglietti di bus… Per il resto sia la nostra moneta che le carte di credito sono ben accettate.
HOTEL. Viaggio prenotato con il Tour Operator AlkeViaggi, ma fattibilissimo da soli! Se fate come noi per mancanza di tempo o comodità nella ricerca di voli internazionali, interni, transfert e sistemazioni, preferite B&B e pasteggiate presso ristorantini.
A Mahé: Hotel Panorama Relais des Iles Beau Vallon, 4 notti dal 19 al 23 maggio 2007.
Ottima e strategica la posizione, ma non vi aspettate per quel che pagate (€ 94 a notte!). Si tratta di un B&B a gestione familiare (in Italia corrispondente a due stelle) dove la nostra stanzetta – una delle dieci complessive – aveva come condizionatore una pala sul soffitto, un bagnetto con un minilavandino sbeccato con monorubinetto senza miscelatore, una doccia semifunzionante con acqua fredda (per quella calda bisognava tirare un cordoncino), una saponetta ed un semi pulito asciugamano medio a testa. La colazione era contatissima, in un posto in cui la frutta la si trova spiaccicata a terrà perché dagli alberi cascano quintali di mango, banane, papaie, cocchi… ci venivano servite su un piattino delle mezze fettine… E poi patti chiari: lasciare le chiavi nella cassetta, togliersi con la pompa dell’acqua la sabbia prima di entrare in camera, stendere i costumi bagnati negli appositi fili… Va bene l’aria familiare, ma che rigidità! Siamo in vacanza in un posto esotico o in colonia?
A Praslin: Berjaya Praslin Beach Resort, 5 notti dal 23 al 28 maggio 2007.
Buona la posizione, ma per un quattro stelle (€ 200 una doppia superior in mezza pensione) pensavamo di trovar di meglio! Le stanze “odoravano” di muffa, di vecchio, di stantio. Colazione decisamente più abbondante e cene raffinate. Condividevamo la stanza con gechi, scarafaggi, tante zanzare e asciugamani non sempre lindi. Molto rigido il servizio, diverse cauzioni da lasciare: per il riduttore – le spine sono quelle a tre e non andavano bene per ricaricare i telefonini, la telecamera e la macchina fotografica – € 10; per eventuali extra che si sarebbero potuti consumare € 50; per i teli da mare altri euro…
A La Digue intera giornata del 26 maggio 2007.
VALIGIA. Abbigliamento da spiaggia, creme solari, occhiali da sole e vestiti casual, informali, comodi. Sicuramente un paio di scarpe da ginnastica per le escursioni nelle riserve, una felpa/giacchetto per la sera ed un k-way. Se portate troppi indumenti… Ne userete la metà! Nonostante i seychellesi non navighino nell’oro, sono molto dignitosi, nessuno chiede l’elemosina, tutti i bambini vanno a scuola fino a 17 anni e imparano perfettamente l’inglese. Il popolo comprende sia l’inglese che il francese, ma non dà molta confidenza e sarà raro socializzare con gli abitanti o i gestori delle strutture.
18 maggio. Io e il mio boy lasciamo Roma in festa, ieri abbiamo vinto la Coppa Italia e via per mete esotiche… È proprio il caso di dirlo!
Partiamo stanchi morti, al limite dello stress quotidiano, salutiamo i nostri cari, lasciamo senza rimorsi il posto di lavoro… egoisticamente abbiamo voglia di pensare a noi, trovare la serenità dimenticata, conoscere luoghi e persone che ci faranno crescere e riportare energie positive per noi e per chi ci starà vicino.
VOLO. Il Volo Air France delle ore 13, che ci porterà in tre ore a Parigi, durante le quali serviranno un buon pranzetto (focaccia genovese, insalata di riso con gamberetti, crostatina d’albicocche e mele), ha un’oretta di ritardo. A Charles de Gaulle, dopo un lungo ma ben servito collegamento tra gate, aspettiamo la coincidenza. Abbiamo tre ore che passeranno in fretta tra lettura di depliant, studio di cartine, guide, racconti di TPC, spuntino, toilette, foto ai simpatici sedili multicolori dai quali si gode lo spettacolo del decollo e dell’atterraggio.
Alle 19,35 finalmente ci imbarchiamo, posti 23A-B su un Air Seychelles. Le simpatiche hostess e gli steward creoli distribuiscono mini asciugamani bollenti per le mani, cartine di Mahé e Praslin, il cartoncino per la scelta del menu, il modulo per il permesso d’immigrazione e con bombolette spray disinfettano l’ambiente. Cena: grossi ravioli al salmone in salsa di vegetali, pollo al curry, cous cous alle verdure, tortina rustica, formaggio, mini baguette e dolce al mango. Nel cuore della notte proiettano in versione originale Miss Potter con la Zellweger e Holiday con la Diaz. Colazione con budino di mela, ananas, panino con marmellata, formaggio spalmabile, cioccolato, cappuccino, tea, succo d’arancia… Mentre spuntano l’alba e dei rotoli sulla nostra pancia. Documentario sulle 115 isole dell’arcipelago delle Seychelles, nel cuore dell’Oceano Indiano… E finalmente atterriamo a Mahé! Puntualissimi noi e puntualissimo lo staff del Creole spirit of Seychelles, il partner al quale si appoggia il tour operator italiano che con un pulmino ci conduce, in una mezz’oretta, all’Hotel Panorama. La sig.na Marylene ci fornisce un numero di cellulare, ci augura un buon soggiorno e ci dà appuntamento per il transfert fra cinque giorni.
19 maggio. Tra il Panorama ed un mare stupendo c’è solo una strada da attraversare e la tentazione di andarlo subito a toccare è incontrollabile! Bassa marea, acqua calda, pochissima gente sulla spiaggia, di km 3, di Beau Vallon, assenza di ombrelloni, lettini, ma tante palme sotto le quali ripararsi. Il primo pranzo è a base di frutta, tanta, tantissima, acquistata, per soli € 3, su una bancarella quasi in riva al mare. Ci accorgiamo che pagando in euro e ricevendo il resto in rupie l’ambulante ci marcia un po’ sul cambio, ma le star fruits, le mini banane e i manghi sono così squisiti che non ci importa nulla e proprio lui diventerà il nostro quotidiano rifornitore ufficiale. Il pomeriggio facciamo una lunghissima nuotata… c’è l’alta marea! Grazie Dio delle meraviglie naturali che hai creato e della possibilità di viverle.
Ceniamo da Boot House scegliendo la formula del menu fisso: a sazietà ci si può servire al buffet che propone piatti di cucina creola e tonno alla brace così buono che ne mangio quattro tranci! Le bibite sono a parte ed il totale, compresa la mancia, è di € 30.
20 maggio. Dall’hotel lunga passeggiata in direzione nord e fermata alla Sunset beach per quasi un paio d’ore di snorkeling! Strepitosa, abbondante e varia la quantità di pesci multicolore che nuota vicino a noi! La camminata è piacevole ma un po’ impegnativa per cui ci fermiamo prima presso la cittadina Glacis, chi la abita, poi ad ammirare il paesaggio, la lussureggiante vegetazione, i mille tipi di piante da frutto (varie qualità di banane, papaie), gli incantevoli colori dei fiori. Prendiamo un autobus (€ 1,10) e ci caliamo nella realtà di questo popolo gentilissimo, dignitoso nel vestire, molto pulito (ci saranno stati 35°C e sui mezzi pubblici mai cattivo odore!). Arriviamo in una delle più piccole capitali del mondo, ma la più grande città delle Seychelles: Vittoria, che conta 20 mila abitanti, un terzo dell’intera popolazione del paese. Rimaniamo giusto il tempo di una foto al little ben, una torretta-orologio del 1903, un mini big ben, un giro per le strade deserte (non ha molto da offrire come meta turistica, sono presenti prevalentemente centri amministrativi e politici in costruzioni coloniali), e nuovamente sul bus per il rientro, in tempo per ammirare il tramonto sorseggiando fresche bibite acquistate per neanche € 1,5.
Ceniamo da Baobab dove gustiamo un piatto enorme di salmone affumicato, insalatona di verza e carote servita con focaccia bianca per circa € 15 a coppia!
21 maggio. Dopo una colazione poco abbondante rispetto ai nostri standard, decidiamo di andare al Victoria Market. Poco fuori l’hotel, alla fermata del bus, un simpatico signore si ferma e ci offre un passaggio. Il motivo? Farsi una chiacchierata con turisti inconfondibilmente europei. L’idea del conoscere un locale ci alletta, sentiamo di fidarci e con curiosità ascoltiamo la sua storia: ha vissuto e lavorato in Europa per 26 anni per l’esercito, ora vende vestiti militari… Il mercato è piccolino, ma la tanta frutta e verdura tropicali e l’abbondanza di pesci freschi dalle specie più impensate ci incantano così come i simpatici uccelli bianchi dalle lunghe zampe che attendono avanzi da beccare. Un bel giro lo facciamo anche per i supermercati dove acquistiamo quelli che porteremo ai nostri cari come souvenir: tea alla vaniglia, citronella in quantità industriali (spendiamo € 25!) produzioni rigorosamente di queste zone. Con una scorta di banane, due enormi papaie, avocado e manghi (per soli € 3), saliamo sul bus 5A (€ 2) e ci dirigiamo ad Anse Royale, sulla costa sud orientale che si estende dall’area nota come Fairyland fino ad una chiesa. Il percorso non è breve e notiamo come su tutta questa parte di costa è forte il fenomeno della bassissima marea. I colori sono stupendi, ma di certo impossibile farsi una nuotata. Proseguiamo per Anse Takamaka (dal nome dei tanti alberi takamaka che vi si trovano) dove la situazione è opposta: alto mare, correnti, barriera corallina frantumata e pericolosa per i nostri piedini. Sostiamo un’oretta per poi rientrare a Beau Vallon per l’immancabile appuntamento con il tramonto! Purtroppo alle 19 inizia a diluviare ad intermittenza e tra una secchiata e l’altra ci mettiamo in cammino alla ricerca di un posticino per cenare, niente di che (€ 11 in due).
22 maggio. Dopo una misera colazione (ahi ahi ahi!) usciamo di buon ora, alle 9, ma il primo bus utile per Port Launay, che fa parte di un Parco Marino nazionale, passa 40 minuti dopo! L’attesa è valsa l’impresa! Attraversiamo l’isola, passiamo per Sans souci, la parte più alta (mt 905) e più ricca di vegetazione di Mahé. Tantissime le piantagioni dell’ottimo tea seychellese. Dopo un’ora di viaggio a zig zag a picco sulla foresta, sali e scendi… arriviamo in una baia paradisiaca dove siamo quasi gli unici abitanti. Ci godiamo lo spettacolare mare turchese sdraiati sulla bianchissima, tanto da accecare, spiaggia, sotto l’ombra di una palma da cocco del quale frutto, appena staccato, ci deliziamo. Qualche pesciolino arriva sul bagnasciuga, ma la fauna più ricca è tra noi e l’isolotto di Santa Teresa di fronte. Il tempo è bello e dopo la tempesta di ieri sera e di stanotte lo apprezziamo ancora di più. La gita dura solo un paio d’ore dal momento in cui gli spostamenti con i bus locali sono un po’ lenti e mai puntuali e precisi. Ecco appunto, l’autista che ci aveva assicurato la partenza alle 13,15 non si fa vedere e siamo costretti ad optare per un altro percorso: partenza alle 14,10 per la capitale, viaggio di un’ora e 35 minuti passando per Via de les Cammelles. A Victoria cerchiamo dei francobolli da collezione (tanti e belli per soli € 3) ed incappiamo nell’uomo più famoso delle Seychelles, noto (a noi sicuramente no!) per aver girato dei film! Rientriamo a Beau Vallon per un ultimo bagno delle 17,30!
23 maggio. Salutiamo l’amico fruttivendolo omaggiandolo di cappellini, porta cellulare, qualche gadget e transfert per l’aeroporto dove su un coloratissimo aereo a 20 posti sorvoliamo per un quarto d’ora l’Oceano Indiano. Atterriamo a Praslin, seconda isola dell’arcipelago, e in un batter d’occhio arriviamo al Berjaya Praslin Beach Resort. La prima sensazione sulla sistemazione non è delle migliori. La stanza 120 è sì spaziosa, ma sa di vecchio. Chiediamo di farcela cambiare. Sono gentili, ma quella che ci propongono ha praticamente lo stesso identico problema dovuto al fatto che le finestre non si possono aprire. Pazienza, la cambiamo comunque, indossiamo il costume e ci dirigiamo in spiaggia. Wow! Siamo gli unici invasori della candida, larga e lunga (km 2,5) Côte d’or, bagnata da un mare caldo, di un turchese brillante, dove la temperatura è ideale (sole cocente ogni tanto coperto da nuvolette candide e leggera brezza). Quasi ci commuoviamo! Lunghi sono i bagni, piacevoli le passeggiate. Rientrando facciamo la conoscenza di Antonella, una fiorentina di 47 anni che da 16 vive qui per scelta di un’esistenza a dimensione d’uomo (come darle torto?). In hotel abbiamo la formula mezza pensione e alle 20 assaggiamo la prima cena servita, molto lentamente, al tavolo. Il menu è semifisso e parzialmente creolo. Un’ottima insalata di pompelmo, crauti, mango e cipolla con salsina verde, zuppa di pesce, pesce con sughetto di cipolle, pomodoro, carote e sedano, riso e vegetali locali. Dessert e macedonia. Non male!
24 maggio. La nottata non è stata delle migliori: il condizionatore se acceso faceva un rumore infernale, se spento il caldo infastidiva, se aprivamo la porta entravano gli insetti e tutta colpa delle finestre non apribili! La colazione, però, finalmente abbondante e ricca, ci rincuora e mette di buon umore ma… un altro inconveniente è in agguato: un acquazzone che dura un paio d’ore e che ci fa cambiare i piani e l’abbigliamento. Prendiamo il bus di fronte l’albergo per la Vallèe de Mai (€ 30 a coppia), una piccola valle nascosta al centro di una riserva naturale, una foresta incontaminata, patrimonio dell’UNESCO dal 1983, dove si trovano i 6 tipi di palme endemiche, uniche al mondo. Qui è il luogo d’origine e di crescita della palma più maestosa e famosa, quella del coco de mer (ne esistono 4000 esemplari che arrivano fino a 40 metri e vivono anche 400 anni). Il frutto femmina, una noce a due lobi che può pesare fino a kg 20 e che contiene i semi più grandi del mondo, somiglia al bacino/sedere di una donna, mentre il frutto maschio ha la forma di un pene (guardare per credere questi scherzi della natura… due frutti che crescono da palme separate, simili alla natura umana!)! Il Natural Trail non è che una scarpinata, un saliscendi per la foresta tra piante giganti dalle enormi foglie, fusti imponenti che ci fanno sentire piccoli gnomi all’interno di un mondo primigeno. Purtroppo la pioggia è incessante, forte, la terra rossa a volte è un po’ scivolosa e nonostante l’ombrello, ci bagniamo e infreddoliamo un po’. Non riusciamo a vedere animali ma spesso il silenzio, i rumori della pioggia, i fruscii delle piante, dei ruscelli mentre percorriamo i sentieri indicati da pali, sono rotti dalle “grida” di indefiniti uccelli! Dopo aver camminato per più di tre ore rientriamo in hotel e nel pomeriggio ci dedichiamo alle cartoline in attesa dell’ottima, ma molto italiana, cena.
25 maggio. Il tempo non migliora, ma non ci ferma e sempre con i mezzi pubblici ci dirigiamo verso quella che definiscono una delle più belle spiagge al mondo: Anse Lazio. Lungo il tragitto conosciamo una coppia di Treviso in luna di miele. Lui ha 33 anni, lei 27, sono simpatici e con loro condivideremo la gita e la speranza di un po’ di sole. La spiaggia è fantastica, per raggiungerla c’è una ripida salita che percorriamo sotto la pioggia. Gli uomini non resistono e si tuffano nelle celestiali bollenti acque, mentre noi donne chiacchieriamo sedute sui mastodontici speroni di granito color bronzo modellati dalle onde e dal vento e non ce la sentiamo di rimanere poi inzuppate per tutto il rientro. Il posto, comunque, merita tutta l’escursione con qualsiasi situazione atmosferica! In hotel una doccia calda, un po’ di relax prima della cena, sempre servita a lume di candela, presentata con raffinatezza, delicatezza e varietà nella scelta del tovagliato. Oggi, per esempio, tutto rosso, compresi i petali di rosa sparsi qua e là sul tavolo. Cibo squisito, dai due grossi gamberi per antipasto, dalla zuppa d’erba cipollina, dal secondo di pesce o carne con contorno di verdurine, alla mousse di vaniglia o crostata di papaia. Smette di piovere e ci concediamo una passeggiata e una birretta in un localino.
26 maggio. La giornata dal punto di vista meteorologico è incerta, ma non ci scoraggiamo: colazione e bus per il porto ad imbarcarci per La Digue. Siamo fortunati, passa dopo cinque minuti e nel frattempo conosciamo una coppia di simpatici tedeschi con cui scambiamo in english quattro chiacchiere sulla vacanza. Fortunati oggi? Lo abbiamo detto troppo presto! Solo 3 km prima del porto il bus buca una ruota, ci fa scendere tutti e… non facciamo in tempo a prendere il battello delle 9 (€ 20 a testa)! L’autista ferma un bus di passaggio, ci fa dare uno strappo e… ffiuuuuuuu appena in tempo per prendere il traghetto delle 10 che in una mezz’ora ci porterà a La Digue. Neanche facciamo in tempo a sbarcare che veniamo attorniati da affitta-bici. Siamo preparati sui prezzi e non cediamo al primo noleggiatore. Contrattando un po’ con € 14 totali avremo a disposizione due bici per l’intera giornata. Prima sosta nella famosa località Source d’Argent, prima al parco (€ 4 a testa) dove girovaghiamo per cocchi, piantagioni di vaniglia, giganti tartarughe di terra vecchie anche 60 anni… Ci viene mostrata la lavorazione del cocco: un bue traina un tornio dove viene macinato e dal quale frutto se ne ricava un olio ottimo usato sia in cucina che come dopo sole, per far abbassare la febbre… E’ poi la volta della spiaggia omonima famosa in quanto location di pubblicità (quella di Ilary Blasi che sponsorizza i solari Bilboa, della barretta cioccolato e cocco Bounty, di una nota marca di Rum…), di film quali Cast Away (anche se a noi risultava girato interamente alle Fiji)… La non assolatissima giornata e “i resti” che hanno lasciato quelle passate non ci regalano dei colori brillanti come ci aspettavamo. Ammiriamo le gigantesche e sinuose formazioni granitiche a ridosso della spiaggia e decidiamo di esplorare la parte est dell’isola. Dopo una impegnativa biciclettata arriviamo a Grand Anse e… sarà la particolarità delle onde altissime, sarà che nel frattempo uno spiraglio di sole fa capolino… ci piace veramente tanto! Sostiamo per uno spuntino, per un bel bagno, tante foto e poi via per Anse Petit. La raggiungiamo attraversando una “giungla”, scalando dei grossi massi e inoltrandoci in sentieri appena percettibili, segnati da alcune indicazioni sugli alberi o scritte in gesso sulle pareti rocciose. Tra le fessure delle rocce crescono tante piante tra cui rigogliose felci. Proseguiamo per Anse Cocos, una stupenda caletta dove il mare è turchese, le onde celesti e la piccola spiaggia di sabbia bianchissima è tutta per noi. Purtroppo non c’è molto tempo, il battello riparte alle 16,30 e dobbiamo sbrigarci per il percorso inverso. Al rientro siamo fortunati con il bus e stanchi ma felici ci ritiriamo in hotel dopo acquisti di bevande fresche presso i market lungo la strada ai quali dobbiamo sempre riportare le bottiglie vuote (il famoso vuoto a rendere dell’Italia di diversi anni fa!). Ottima la cenetta creola, molto piccante la zuppa di pesce e funghi per me, prelibate le polpettine di pollo per il mio boy, abbondante e squisito il pesce in salsa di cocco e i purea di melanzane e di patate. Buoni ma pochini gli straccetti di manzo, strepitoso il cioccolatoso truffle cake e lo strudel di banana! Lunga chiacchierata con la coppia di Treviso e con due ore di ritardo a nanna!
27 maggio. Ricca colazione, panini, frutta e via col bus pubblico che ci condurrà ad Anse Lazio. Il tempo è stupendo, il mezzo passa subito ed incontriamo i tedeschi di ieri. La scarpinata non è poca sotto il sole che si fa sentire, gli zaini pesano un po’ ma la visita del mare turchino, della sabbia bianca, dei macini granitici che qua e là emergono come arredamento dal mare ci fanno impazzire. L’acqua quieta ogni tanto viene scossa da lunghe e potenti onde che ci divertono. In riva avvistiamo lunghissimi pesci trombetta, specie bianche dalla coda a mezzaluna nera e tantissime conchiglie. Diversi gechi color bronzo vogliono mangiucchiare i nostri panini, mentre li addentiamo ci guardano e gioiscono quando tiriamo loro qualche briciola (incredibile, sembrano uccellini addomesticati!). Tre ore passano a far riprese, foto, passeggiate e soprattutto tanti bagni, anche perché sdraiati sotto al sole non si resiste proprio! Refrigerio ce lo danno anche le ombre delle palme! Alle 13 ci rimettiamo in moto per rientrare, la strada è ancora più ardua. Ci divertiamo a raccogliere e tirare cocchi come fossero palle di neve, e ci dispiace vedere tanti manghi, frutti della passione, che cadono dagli alberi come foglie e come tali vengono schiacciati dalle auto. In compenso c’è un’aria piacevolmente profumata! In stanza sostiamo il tempo di una doccia per ributtarci sulla spiaggia di Cote d’or a godere delle ultime ore nell’attesa del puntuale (ore 18,15) tramonto. Proviamo a chiedere se possiamo cenare in riva al mare nella pizzeria ma… no, non lo abbiamo comunicato stamattina ed è troppo tardi. Incredibile quanto siano rigidi! Chissà perché non accontentano ‘sti quattro clienti che hanno!? Ma che differenza fa a loro? Mah! Comunque a noi non cambia più di tanto ed in riva al mare filmiamo l’ultimo tramonto seychellese. Veniamo contattati dalla nostra agente Antonella che ci conferma i voli. Ceniamo ottimamente e tra saluti e valigie trascorre anche l’ultima sera. Ci portano in camera la colazione per domani mattina: succo di frutta, tanta frutta e cinque panini ripieni di salumi che non sono un granché.
28 maggio. Alzataccia alle 6, colazione, alle 7 via per il volo Praslin-Mahé, tutto puntualissimo. Ci rientusiasmiamo per il trasferimento interno su questi mini aerei colorati. Capitiamo ai primi due posti!!! L’attesa per il volo internazionale è di due ore che trascorreremo curiosano tra i vari negozietti del duty free (Marlboro ad € 11 la stecca).
VOLO DI RITORNO. Alle ore 11,15 il volo Air France è diretto e puntuale; alle ore 18 sbarcheremo felici ed appagati a Roma Fiumicino.