Magnifica Irlanda

Un resoconto di una fantastica vacanza, soffermandosi non solo sulla descrizione di ciò che ho visitato, in compagnia di mia mamma, ma anche dispensando qualche consiglio utile per chi volesse vivere la stessa avventura
Scritto da: marmottaontour
magnifica irlanda
Partenza il: 22/09/2015
Ritorno il: 02/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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L’Irlanda è un Paese che mi incuriosiva da tempo così, complice l’acquisto di una guida turistica che ho “divorato” in un batter d’occhio, decido che quest’anno sarà la meta delle mie vacanze!

Puntando sul fatto che il tempo in Irlanda è molto variabile tutto l’anno decido di andarci nella seconda metà di settembre, evitando così la calca del periodo estivo e usufruendo di prezzi un po’ meno elevati, soprattutto per il volo (un Low cost da Bergamo).

Per organizzare la vacanza mi affido anche a numerosi diari dei TPC, soprattutto per valutare la sistemazione. La meta principale è Dublino, con la speranza di riuscire ad organizzare anche qualche tour all’ultimo, tempo permettendo.

Dopo una breve ricerca prenoto l’albergo, l’Inn on the Liffey, un B&B a pochi passi da Ha’ Penny Bridge (o Half Penny) e da Temple Bar, scelta che si rivelerà più che azzeccata; il personale è molto gentile e disponibile (h24), la camera pulita e la colazione abbondante (sia irlandese sia continentale).

DUBLINO

Arrivati nel primo pomeriggio a Dublino raggiungiamo il centro con un comodissimo Autobus (al prezzo di 6€) e in poco più di mezz’ora (durante la quale iniziamo ad assaporare la città con lo sguardo) siamo in albergo.

Dopo aver sistemato i bagagli decidiamo di uscire per prendere confidenza con Dublino.

Cartina alla mano attraversiamo Ha’ Penny Bridge e ci rechiamo in Temple Bar per poi proseguire in direzione Saint Stephen’s Green e rilassarci un po’ visto la levataccia e il volo, senza però prima esserci fermati a fare qualche foto davanti alla statua di Molly Malone, “The Tart With the Cart” (“La Sgualdrina col carretto” come definita dai dublinesi alludendo al fatto che la ragazza, dopo aver venduto i suoi prodotti al mercato durante il giorno, la sera vendesse le sue prestazioni).

Il parco di St. Stephen’s Green è a dir poco meraviglioso, ben curato e pulito (caratteristiche che in Irlanda si possono trovare quasi ovunque per la verità). Dopo essersi goduti un bel po’ di sole riprendiamo la perlustrazione della città in cerca di un posto dove cenare (optando per una cena tranquilla con alette di pollo piccanti e hamburger con patatine) per poi goderci la prima serata irlandese.

Il giorno seguente decidiamo di visitare per primo il Trinity College, capitando casualmente nel giorno in cui i vari gruppi scolastici (sportivi, culturali ecc…) raccoglievano adesioni per il nuovo anno accademico cosa che ci ha fatto sentire un po’ delle matricole.

La visita al Book of Kells e alla biblioteca del College lasciano senza parole, soprattutto quest’ultima, con tutti i suoi volumi ricchi di storia.

Usciti dal College ci siamo recati all’ufficio Turistico in Suffolk Street, per vedere quali tour poter eventualmente effettuare nei giorni seguenti. Le proposte sono moltissime e facciamo incetta di volantini che analizzeremo con calma in albergo la sera.

La giornata è poi proseguita all’insegna della cultura, con la visita del National Museum of Archaology and History (in Kildare St.).

Al suo interno sono presenti numerose esposizioni permanenti quali: “Il Tesoro”, “L’Irlanda Preistorica”, “Ór: L’Oro d’Irlanda”, “La via dell’indipendenza”, “l’Irlanda dei Vichinghi”, “L’antico Egitto” e “la Chiesa”.

Il museo comunque non è molto grosso e sicuramente non può competere con alcuni musei che abbiamo in Italia (il Museo Egizio di Torino per esempio) ma offre senza dubbio degli spunti interessanti e considerando anche il fatto che è completamente gratuito merita di sicuro una visita.

Nel pomeriggio, proseguendo il tour culturale, abbiamo visitato il Natural History Museum (in Merrior St. Upper, via parallela a Kildare St.).

Al suo interno sono visibili numerosi esemplari di animali (sia autoctoni sia alloctoni) impagliati o sotto formaldeide e anche una gran quantità di scheletri ricostruiti, oltre ad un notevole serie di cartelloni esplicativi che descrivono caratteristiche e abitudini dei singoli animali o gruppi animali.

Anche in questo caso il museo è gratuito e offre una panoramica molto ampia sul modo animale (dagli insetti ai grandi mammiferi) e se, come me, si è appassionati di animali è assolutamente da visitare.

Usciti dal museo decidiamo di passeggiare un po’ in Merrion Square Garden che si trova proprio di fronte. Appena entrati scambiamo subito due parole con Oscar Wilde (lo scrittore era originario di Dublino e nel parco è presente una statua in suo onore) prima di addentrarci per i vialetti del parco. Questo parco è risultato un po’ meno ben tenuto rispetto a quello visitato il giorno prima ma non per questo meno bello e suggestivo.

Successivamente, rientrando verso Temple Bar, abbiamo fatto un giro per O’Connel Street, visitando alcuni negozi fino a raggiungere The Spire (o Monument of Light), un monumento in metallo che avrebbe dovuto celebrare l’arrivo del nuovo millennio ma che è stato completato solo nel 2003 (non solo in Italia non si riesce a rispettare i tempi di consegna quindi).

Questo monumento, che dovrebbe rappresentare anche la lotta per l’indipendenza irlandese non è molto amato dagli irlandesi e, secondo alcuni la sua forma ricorderebbe l’ago di una siringa per rappresentare la lotta all’eroina iniziata negli anni ’90 (ma questa versione non è mai stata confermata).

Per la cena poi ci siamo spostati in Temple Bar, che offre sicuramente l’imbarazzo della scelta a livello di locali, optando per il Boxty, un piccolo locale dove abbiamo avuto bisogno di prenotare per poterci sedere ma nel quale abbiamo cenato molto bene (anche se è risultato forse solo un po’ più caro rispetto ad altri locali visitati nei giorni seguenti).

GUINNESS FINALLY

Il terzo giorno ci aspetta un appuntamento molto atteso (almeno da me), è il giorno della visita alla Guinness Storehouse. Prenotando i biglietti su internet si risparmia il 10% del prezzo e si salta la coda, inoltre se si opta per l’ingresso di prima mattina “Early Bird” (vuol dire entrare tra le 9.30 e le 11.30, nessuna levataccia non preoccupatevi) si può risparmiare un ulteriore 10%.

Al piano terreno inoltre è possibile ritirare gratuitamente un audio guida in italiano in questo modo ci si può gustare la visita appieno, ascoltando tutta l’ampia presentazione sulla storia della bevanda e dello stabilimento (la visita è durata all’incirca 3 ore).

Lo Store si sviluppa su 7 piani e la visita spazia, permettendo di conoscere la storia di come è nato lo stabilimento, passando per i vari ingredienti e i processi utilizzati per produrre questa birra, per l’evoluzione del trasporto e della pubblicità nel corso del tempo.

Da non dimenticare che con il biglietto di ingresso è compresa una degustazione di Guinness (o una bevanda analcolica) di cui si può usufruire in uno dei 3 bar presenti nella struttura.

Finito il tour, dopo tutta questa Guinness, forse perché un po’ brilli, finiamo in prigione, recandoci a visitare le Kilmanian Gaol.

E’ possibile visitarle solo con visita guidata in inglese ma la guida parla molto bene ed è disponibile quindi il tutto è abbastanza comprensibile. La visita è stata decisamente istruttiva ed ha offerto un’ampia descrizione di quella che è stata la lotta per l’indipendenza portata avanti a inizio ‘900 dagli irlandesi (quasi tutti i capi della rivolta infatti sono stati detenuti in questo carcere).

La sera poi, dopo esserci rilassati un po’ in albergo, siamo ritornati in Temple Bar ed abbiamo cenato all’Old Mills Restaurant, in quello che a nostro avviso si è rivelato essere il miglior ristorante in cui abbiamo mangiato. Il personale infatti è estremamente gentile e molto simpatico e le porzioni decisamente abbondanti.

IL PRIMO TOUR: CLIFFS OF MOHER

Il quarto giorno abbiamo provato l’esperienza della nostra prima gita.

La meta sono state le Cliffs of Moher, delle pareti di roccia a strapiombo sull’Oceano Atlantico (circa 214 mt di altezza) che si trovano sulla costa ovest dell’Irlanda, nella baia di Galway.

Su consiglio di una ragazza italiana che lavora all’ufficio del turismo abbiamo deciso di fare un tour che ci portasse unicamente alle scogliere, senza altre tappe perché, a suo dire, visto la lontananza da Dublino e il tempo necessario per il viaggio (circa 3 ore e mezza), facendo più tappe non ci sarebbe stato il tempo per godersi al meglio lo spettacolo.

Il viaggio ci ha dato modo di ammirare un po’ dei magnifici paesaggi dell’Irlanda centrale e ci ha regalato una sosta un po’ particolare in un’area di servizio completamente dedicata a Barak Obama (sembra che un suo avo provenisse proprio da questa zona).

Che dire poi delle scogliere, non ci sono parole per descriverle. Una meraviglia della natura a picco sul mare che si estende per chilometri e chilometri, mostrando appieno la potenza della natura, belli anche la torre di avvistamento e il centro visitatori con i vari negozietti, tutti ricavati all’interno della collina per meglio farli integrare col paesaggio. Credo che sia d’obbligo una visita se ci si reca in Irlanda.

HOWTH: UN PICCOLO VILLAGGIO DI PESCATORI

Per il sabato, visto lo splendido sole che c’era, abbiamo deciso di regalarci una giornata di mare e, sfruttando la DART, ci siamo recati a Howth, un piccolo villaggio di pescatori a circa 15 di km da Dublino.

Il mio obiettivo per la giornata, oltre a quello di passeggiare lungo mare e per le vie del paese, era quello di riuscire a vedere le foche che spesso sono visibili nel porto, nel momento in cui i pescherecci fanno rientro.

L’attesa per il primo avvistamento è stata davvero breve e con un po’ di pazienza le foche sono arrivate così vicino che era quasi possibile toccarle.

Dopo aver fatto decine di foto a questi splendidi animali ci siamo incamminati verso il Castello di Howth, a una decina di minuti a piedi dalla stazione ferroviaria della DART.

Il castello è veramente ben conservato e presenta pure un campo da golf nel parco antistante. Visto la piacevole giornata di sole abbiamo però preferito evitare la visita dell’interno per tornare al molo e rilassarci un po’ in riva al mare.

Nel pomeriggio avremmo voluto fare una piccola crociera nella baia per vedere il faro sito a qualche km di distanza dal centro di Howth (dopo tutte queste camminate non ce la sentivamo di raggiungerlo a piedi) ma purtroppo la barca che offre questo servizio è veramente molto piccola e non troviamo posto (conviene prenotare in anticipo su internet) quindi ci accontentiamo di recarci fino al faro situato all’ingresso del porto, decisamente più accessibile, per fare qualche bella foto sia al faro sia all’isola Ireland’s Eye che si trova di fronte (un paradiso per i birdwatchers ho letto).

Presi da un po’ di pigrizia rinunciamo invece a visitare la Martello Tower posta sulla sommità della collina alle spalle del porto.

Rientriamo quindi a Dublino nel tardo pomeriggio persino un po’ abbronzati nonostante sia fine settembre.

ANCORA DUBLINO

La domenica avevamo deciso per una visita delle varie chiese sparse per Dublino ma siccome al mattino la maggior parte non è visitabile perché vi si svolgono le funzioni abbiamo dovuto accontentarci di visitare il museo della Saint Audeon Church (vicino Christ Church) e di poter ammirare e toccare, grazie ad un gentilissimo operatore dell’ufficio informazioni della chiesa che ci ha fatto accedere tramite una porta laterale, la Lucky Stone (si dice che toccare la pietra porti particolarmente fortuna, speriamo).

Usciti dalla chiesa, ci siamo incamminati verso Phoenix Park, senza aver valutato bene la distanza da percorrere così, pur essendo ben allenati, abbiamo fatto una lunghissima e sfiancante passeggiata (sarebbe stato decisamente meglio prendere un autobus).

Il resto della giornata l’abbiamo trascorso passeggiando in questo magnifico parco (il più grande parco cittadino al mondo coi suoi 750 ettari), tra scoiattoli, cigni e anatre. All’interno del parco sono presenti anche lo zoo e la residenza del primo ministro (che non siamo riusciti a raggiungere perché ormai stremati) oltre a numerosi circoli sportivi.

SECONDO TOUR: BELFAST, CARRICK A REDE E GIANT’S CAUSEWAY

Il lunedì è stata la volta del nostro secondo tour. Questa volta la metà è stata L’Irlanda del Nord: la Coastal Route, Carrick a Rede, la Giant’s Causeway e Belfast.

Il nostro autista si chiamava Tony e, nonostante il mio scetticismo iniziale, è stato un vero portento (oltre che guidare ci ha fatto anche da guida, cantante, intrattenitore e meccanico).

Anche l’Irlanda del Nord presenta dei paesaggi magnifici, e la costa regala immagini incantevoli (giunti nei pressi di Carrick a Rede, nelle giornate soleggiate si vedono le coste della Scozia; il giorno in cui siamo andati noi si intravedevano appena).

Il ponte di corde di Carrick a Rede è un’esperienza veramente elettrizzante, 20 metri da percorrere su un baratro di 30 metri a picco sul mare. Certo però che la vista dall’altro lato merita questo piccolo sforzo (soprattutto se, come è capitato a me, si ha la fortuna di avvistare i delfini).

Dopo un breve spostamento in pullman siamo giunti alla Giant’s Causeway.

Questa zona, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è così famosa che forse non necessita di descrizioni. La costa è composta da blocchi esagonali di basalto che si innalzano ad altezze variabili (la leggenda vuole siano opera di un gigante), per raggiungerla dal parcheggio dei pullman è possibile usufruire di un servizio navetta a pagamento oppure fare una bella passeggiata di una decina di minuti circa in leggera discesa (salita al ritorno purtroppo).

Prima di partire in direzione Belfast l’autista ha ancora fatto una piccola digressione, verso Dunluce Castle, un castello (o meglio le rovine di un castello visto che il castello è stato abbandonato a fine 1600 dopo che una parte della cucina era franata in mare) all’interno del quale si narra viva tuttora un fantasma. La sosta è stata breve e solo per poter fare qualche fotografia.

Successivamente ci siamo recati a Belfast per un breve tour di circa un’oretta. Il tempo per la visita è stato veramente breve quindi non posso dare un giudizio approfondito ma direi che a prima vista la città risulta meno bella ed attraente rispetto a Dublino. Per prima cosa mi sono recato a visitare il Crown Liquor Saloon, il pub più antico di Belfast, di cui avevo sentito parlare per la storia curiosa dei suoi due primi proprietari, una donna inglese e suo marito nord irlandese. La signora, in onore di Sua Maestà avrebbe voluto chiamare il pub The Crown (La Corona), posizionando anche una bella corona come simbolo. Il marito, pur non essendo così felice di omaggiare la corona essendo nord irlandese, per non contraddire sua moglie acconsentì alle sue richieste ma posizionò l’immagine della corona davanti all’ingresso, in modo che ogni avventore, entrando, la calpestasse. Purtroppo il pub era in fase di restauro ma una breve sbirciata all’interno sono riuscito a darla ed è meraviglioso. Successivamente ci siamo spostati verso il City Hall, il municipio, un edificio davvero imponente, in stile rinascimentale di color bianco con degli ampi giardini tutto intorno che presentano all’interno numerose statue tra cui una della Regina Vittoria.

L’ultima fase della nostra visita l’abbiamo spesa per fare un giro nelle vie intorno scoprendo purtroppo che alle 18 i negozi sono praticamente tutti chiusi quindi non abbiamo potuto fare acquisti e siamo rientrati a Dublino per la cena.

CHIESE DI DUBLINO

Il giorno successivo ci siamo finalmente dedicati agli edifici religiosi. La prima tappa della mattinata è stata la Christ Church Cathedral, la chiesa all’interno della quale è custodita la tomba di Stronghold (o meglio una ricostruzione visto che l’originale è andata distrutta). Dopo una breve occhiata all’interno abbiamo deciso di non pagare l’ingresso (6€) ma di limitarci ad osservarne l’architettura esterna, sia della chiesa sia della vicina Dublinia (dove è ricostruito un villaggio vichingo ed è possibile vivere un’esperienza di vita vichinga).

Successivamente ci siamo spostati verso la cattedrale, St. Patrick Cathedral. La semplice vista dei giardini esterni ci ha lasciato senza parole (sicuramente anche il tepore del sole di fine settembre ha aiutato) per cui decidiamo di visitarla. Appena entrati resto subito un po’ deluso, al fondo della navata centrale infatti è posizionato un negozio di souvenir (cosa che personalmente ho trovato un po’ di cattivo gusto). L’edificio però merita sicuramente la visita e il prezzo di ingresso (6€). La cattedrale è veramente molto ben tenuta, ricca di vetrate coloratissime, di incisioni e targhe che commemorano i caduti di numerose battaglie. All’interno della cattedrale è presente anche la “Porta della Conciliazione”, una porta in legno protagonista di un episodio storico importante (fu infatti utilizzata da Ormond e Kildare per porre fine alle loro diatribe).

Da vedere all’interno della cattedrale anche la tomba di Jonathan Swift e la statua di Benjamin Guinness, oltre a numerosa raffigurazioni di San Patrizio.

La tappa successiva è stata la visita di una piccola chiesetta, non lontano da St. Patrick, Whitefriar Church.

Questa chiesetta di dimensioni più ridotte rispetto alle due citate in precedenza di per se non ha molto da offrire rispetto alla maggioranza delle chiese che si possono vedere in giro ma trae importanza dal fatto che al suo interno sono custodite alcune reliquie di San Valentino e una statua che rappresenta la Madonna di Dublino.

NATIONAL BOTANIC GARDENS E DUBLIN CASTLE

Dopo la visita degli edifici di culto abbiamo preso l’autobus e ci rechiamo ai giardini botanici, i National Botanic Gardens (a Glesnevin).

Essendo laureato in campo ambientale ci tenevo a visitarli anche perché avevo letto essere molto belli e oltretutto, gratuiti.

Abbiamo girovagato mezza giornata tra ogni sorta di piante, fiori e arbusti ma il luogo meriterebbe decisamente più tempo per poter essere apprezzato al meglio.

Decisamente interessanti le serre con le piante tropicali (anche se il caldo-umido è veramente asfissiante) e quella delle orchidee oltre alla sezione in cui vengono descritte alcune piante accidentalmente introdotte in Irlanda che ora stanno creando non pochi problemi all’ecosistema dell’isola.

Alla fine della visita abbiamo ripreso l’autobus e siamo rientrati in centro a Dublino intenzionati a tornare in albergo per recuperare un po’ di forze.

Durante il rientro però ci siamo ritrovati a passare nei pressi del Dublin Castle e abbiamo così deciso di farci un giretto. Avendo letto numerose recensioni negative a riguardo decidiamo di non visitare l’interno del castello ma ci limitiamo ad osservarne la torre dall’esterno e di passeggiare un po’ nella piazza antistante, prima di concederci un meritato riposo in albergo in attesa della serata.

L’ULTIMO TOUR: GLENDOLUGH E KILKENNY

Ormai si avvicina la fine della vacanza ma abbiamo deciso di concederci ancora una gita fuori Dublino per visitare una parte d’Irlanda più a sud rispetto alla città.

La prima meta della nostra gita è il sito monastico di Glendalough. Il sito si trova all’interno delle Wicklow Mountains e dell’omonimo Parco Naturale. Una volta giunti sul posto la guida ci ha proposto una breve passeggiata passando nei pressi di due magnifici laghi, l’Upper Lake e il Lower Lake, fino a raggiungere il sito monastico creato dal monaco St Kevin. In questo sito è possibile osservare numerosi edifici del X, XI e XII secolo tra i quali una torre campanaria, i resti di una cattedrale, la dimora di un prete e numerose tombe ornate da croci celtiche.

La gita in pullman è poi proseguita attraverso il Parco, dandoci così la possibilità di osservare zone e ambientazioni che hanno fatto da sfondo a numerosi film (Braveheart, King Arthur, Excalibur, solo per citarne alcuni), fino a raggiungere la città di Kilkenny e il suo Castello.

Il castello di Kilkenny attualmente presenta solamente tre lati (il quarto fu espugnato a fine 1600 da Cromwell e mai ricostruito) e alcune torri merlate circolari oltre a degli immensi giardini. E’ possibile visitarne anche l’interno, cosa che noi abbiamo preferito non fare per dedicarci di più alla città visto il poco tempo a disposizione.

La città è di origine francese e i nomi di molte vie e negozi ricordano questa origine. Si tratta di una città medievale il cui centro più antico è racchiuso da mura. Passeggiando per la città, soprattutto se accompagnati da una guida che li farà risaltare meglio, è possibile osservare numerosi edifici che hanno ricoperto un’importanza nella storia di questa città (il Tholsel con la sua alta torre dell’orologio, il Rothe House Museum, St. Canice’s Cathedral e la Black Abbey).

Quest’ultima è così detta per via del colore nero dei sai dei monaci Benedettini che l’edificarono, al suo interno son presenti numerose vetrate medievali raffiguranti scene religiose ed una in particolare è veramente enorme, composta da ben 40000 pezzi di vetro provenienti dall’Italia.

ULTIMI SCORCI DI DUBLINO

L’ultimo giorno e mezzo di vacanza l’abbiamo dedicato al relax, passando numerose ore passeggiando tra Grafton Street e St. Stephen’s Park, prima di recarci a malincuore in aeroporto e prendere il volo che ci ha riportato in Italia.

CONSIGLI DI VIAGGIO

E ora qualche consiglio per chi volesse visitare questo meraviglioso Paese.

Appena arrivati in aeroporto, prima di uscire recatevi all’ufficio del turismo dove potrete ritirare gratuitamente una cartina della città per iniziare al meglio fin da subito la vostra vacanza (premesso che anche in ogni albergo e in ogni ufficio del turismo in città è possibile ritirare delle cartine gratuite).

Per spostarvi dall’aeroporto fino in città io consiglio l’autobus che in 35-40 minuti vi porterà fino in centro con una spesa abbastanza contenuta (6€ a persona).

Per mangiare in Dublino c’è l’imbarazzo della scelta; oltre ai ristoranti irlandesi ci sono ristoranti etnici di ogni genere. I prezzi non sono troppo alti rispetto a quelli cui siamo abituati nel Nord Italia e le porzioni sono abbondanti. Numerosi sono i locali situati in Temple Bar e in particolare posso consigliare l’Old Mills Restaurant e il Merchant’s Arch, sia per la qualità dei cibi sia per la qualità del servizio (soprattutto all’Old Mills dove i camerieri sono molto gentili e simpatici).

Se, da buoni italiani, amate il caffè posso dire che a Dublino ho bevuto i migliori caffè di sempre fuori dai confini italiani; l’unica cosa che vi consiglio è di stare attenti perchè i prezzi variano molto da bar a bar, da un minimo di 1,60€ fino a 2,7€.

Per spostarsi a Dublino non c’è bisogno di usare i mezzi pubblici, che sono comunque efficientissimi (ma un po’ cari), ma lo si può fare tranquillamente a piedi anche perché le vie principali sono tutte particolarmente vicine.

Dublino è famosa anche peri suoi innumerevoli ponti, consiglio di fare un giro lungo il fiume Liffey la sera quando i ponti sono tutti illuminati e alcuni di loro presentano particolari giochi di luce che creano meravigliosi effetti (ad esempio Butt Bridge ricrea sotto le sue arcate la bandiera irlandese).

Che dire poi delle bevande. Le birre sono ovviamente ottime ma credo che una citazione particolare la meriti la stella di casa, La Guinness. Se siete abituati a berla in Italia scordatevi assolutamente il gusto, qui è tutta un’altra cosa e il cambiamento potrebbe davvero stupirvi. Immancabile anche un assaggio di Irish Coffee che è possibile richiedere praticamente in ogni locale.

Infine, per i vostri souvenir non preoccupatevi, in Irlanda è presente una catena, i Carrol’s, in cui potrete trovare qualunque tipo di prodotto, dall’abbigliamento ai generi alimentari ai gioielli, …(e quando dico presente intendo che può capitarvi di uscire da uno di questi negozi e trovare già l’ingresso di quello successivo). Inoltre non mancano anche negozietti un po’ meno standardizzati dove soddisfare ogni vostra idea.

Sicuramente l’Irlanda ci ha rubato un pezzo di cuore con i suoi colori e le sue atmosfere e non vediamo l’ora di ritornarci per visitare quegli angoli dell’isola che ancora ci mancano.

Guarda la gallery
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Cliff of Moher

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Faro del porto di Howth

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Oscar Wilde

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Butt Bridge Dublino

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Giant's causeway

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Belfast City Hall

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Carrick a Rede



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